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Autore: faith15    30/12/2011    1 recensioni
Sui grandi libri celestiali, lessi un tempo di uno strano sentimento chiamato AMORE. Non quell'amore fraterno ed innocente alla quale sono abituato, ma quello colmo di desiderio e passione, quello pungente e fatale. IL FRUTTO PROIBITO. Quella voglia di stringerlo tra le mie braccia, di toccare e riscaldare quelle manine con il mio calore. Di toccare quelle labbra morbide.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Reita, Ruki
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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THIS FORBIDDEN LOVE








Titolo: This forbidden love

Pairing: : ReitaxRuki


Disclaimer: I personaggi di questa storia non mi appartengono e i fatti narrati non sono mai successi, tutto è stato scritto senza fini di lucro ma per puro e semplice divertimento!

Note: Questa storia è molto corta, si concluderà già con il prossimo capitolo... ma vorrei davvero sapere cosa ne pensate ^^














Camminando per le strade deserte di una città che non conosco.

Il buio mi inghiotte, come se si stesse cibando pian piano della mia carne; non so fino a quando queste mie gambe malconce potranno resistere.

Non riesco a ricordare da quanto tempo mi trovo qui e come ci sia arrivato; smarrito, mi aggiro terrorizzato tra le vie di questo mondo che non mi appartiene.

La testa mi pulsa, vorrei chiudere gli occhi per non vomitare ai miei piedi ma la paura me lo impedisce, blocca ogni mio pensiero
e pertanto ogni mossa.


Mi faccio forza e continuo a trascinarmi; passo dopo passo sento la carne sotto ai piedi consumarsi, lacerandosi crudelmente senza lasciare via di fuga a questo dolore che non lacera solo il mio corpo, ormai la mia anima pian piano è stata svuotata quasi completamente da tutti quei sentimenti benevoli che nascondevo dentro di me, celati nella più profonda essenza del mio cuore. Il tempo della dolcezza è finito, è giunto ormai il momento di tirare fuori gli artigli e cominciare a vivere questa punizione, sin troppo crudele, che dio ha voluto infliggere a questo suo figlio disubbidiente.


Se solo potessi seguire la musica che arriva leggera alle mie orecchie, se solo potessi mischiarmi a quella mischia di persone sorridenti e felici forse le cose sarebbero più facili per me. Ma non posso, o per meglio dire, non riuscirebbero a capire la mia natura, il mio mondo è fin troppo puro per essere capito dai loro occhi sporchi.



Nonostante tutto, mi costringo ad avvicinarmi di più a quella vita che non sento mia e che potrebbe causarmi non pochi problemi, ma mi faccio coraggio ugualmente. Tremante e con solo una semplice veste bianca che ricopre il mio bacino magro, mi incammino verso la vita. Il petto, ormai sporco dallo strato di marciume che macchia questo mondo umano, sembra ancora più esile visto sotto la luce spettrale della luna che vigliacca mi deride dall'alto dei cieli. Forse un giorno potrò ritornare a camminare eretto, volando libero tra quelle piccole nubi bianche e soffici che mai in tutta la mia lunga vita mi sono sembrate così belle e irraggiungibili; mi sento così solo e fragile, voglio solo piangere fuori tutto questo dolore che mi strangola il cuore.

Senza nemmeno più quell'orgoglio che tanto mi distingueva, come un frutto troppo maturo ed immangiabile, mi lascio cadere a terra stremato e senza forze. Possibile che poche ore su questa terra mi abbiamo già ridotto ad uno stato di così ridicola debolezza? Questo non sono io, non sono nato per strisciare davanti ai piedi degli uomini. Io sono colui senza peccato, quello degno di stare nel giardino dell'eden. Eppure perché questo padre crudele ha voluto mandarmi indifeso tra l'oscurità quando io stesso sono nato e cresciuto nella luce? Perché non riesco trovare una risposta a queste mie domande?


Serro violentemente i pugni prima di sbatterli contro il freddo cemento sotto di me, fa male ma non me ne curo. Nonostante il sangue inizia a macchiarmi la pelle quasi bianca la mia mente è troppo in guerra con se stessa per curarsene.


< Ehy! > Una voce raggiunge lieve le mie orecchie, poi un'ombra si avvicina al mio corpo accasciato ed immobile < Tutto bene? > Mi chiede. Lo sento chinarsi verso di me quasi titubante, ma come biasimarlo, io stesso avrei avuto paura della mia stessa figura.

Non rispondo.

< Stai bene? > Richiede, questa volta allungando la mano per alzarmi il volto.

Mi ritrovai costretto a fissare quel volto gentile; ammaliato quasi, smarrito in quel giovane viso dagli occhi di un artificiale azzurro ghiaccio, circondati da una pesante ombra nera, mentre qualche ciocca di capelli biondi gli circondano dolcemente quei lineamenti così sottili e femminei. < S..si! > Sussurro debolmente. Mi sento così piccolo e a disagio davanti a quell'immensa bellezza tinta di nero. Ho paura, troppa paura. < Sicuro? Non sembra! > La sua voce profonda mi strega e mi lascia completamente disarmato. Scommetto che il coro astrale venderebbe all'uomo il più bravo dei propri pupilli pur di avere con loro un essere simile. < S...si! > Mi ripeto, per la seconda volta. Il mio primo contatto con un essere umano, questa cosa mi terrorizza nel profondo; eppure perché non riesco a distogliere lo sguardo da colui che mi sta di fronte? La mano liscia mi accarezza il volto, quasi compassionevole mentre sul suo dolce viso compare un timido sorriso.


Un tonfo al cuore.

Cos'è? Chi è questa persona?


Quel contatto freddo sulla pelle mi fa rabbrividire ma allo stesso tempo divampare. Sento un fuoco partire dalla pancia fino ad arrivare al petto; mi manca l'aria, non riesco più a respirare. Decido di liberarmi da quell'incantesimo e arretro, per quanto posso, da quel contatto. Forse mi sporgo troppo, quasi cado a terra rovinosamente.

Lo vedo alzarsi di scatto, spaventato da quel mio gesto che lo aveva lasciato smarrito; i suoi occhi si spalancano quasi pieni di terrore e quel sorriso che mi aveva stregato scompare nel nulla. Decido di alzarmi lentamente, aggrappandomi a muro al mio fianco.

Ormai il buio non mi è più amico, aveva rivelato a quell'angelo umano la mia intera identità, scoprendo le mie ali a colui che mi è venuto in soccorso. E' più che plausibile che avesse paura di me, ma nonostante tutto, in cuor mio spero che mi accetti per quello che sono e che capisca la mia natura senza averne timore. Cosa mi sta succedendo? Perché vedendolo indietreggiare il mio cuore sussulta? Non mi lasciare. Resta con me. Una lacrima inizia a bagnarmi il volto vedendolo reprimere un urlo dentro quel suo gracile corpo. < Non avere paura > Sussurro, cercando più di convincere me stesso di non essere un mostro davanti ai suoi occhi, che lui. < Non ti faccio niente > Come avrei potuto? Chi sarebbe mai riuscito a toccare quel ragazzo dal viso d'angelo ma dalle fattezze demoniache? Ti prego.

Ma non è la mia voce a raggiungerlo < Ruki! > si desta da quello stato di shock in cui è caduto. < Muoviti, andiamo! > La voce di quella donna lo richiama egoisticamente a se, portandomelo via.

Lo vedo arretrare ulteriormente, aumentando la distanza che si era creata tra noi e poi scappa. Corre verso la luce della strada, dove quella donna crudele lo attende con un terribile volto curioso. Come avrei solo potuto pensare di seguirlo? Mostrandomi così apertamente a quei cuori malati di malvagità, avrei solamente firmato la mia condanna a morte!


Immobile continuo a fissare il punto in cui è scomparso con il braccio teso verso il nulla. Cosa posso fare ora? Cos'è questo dolore che provo al petto? E' come se mi avessero aperto in due il petto e mi avessero portato via il cuore; non conosco questo male che mi sta uccidendo, è una malattia umana?
Deve esserlo di certo. Devo trovare un modo per ritornare a casa prima che questo cancro mi uccida del tutto.

Raccolgo tutte le forze che mi rimangono e corro, non so dove andare di preciso ma continuo a correre fino a dove lo spirito mi dice di andare. Il suo nome continua ad ingombrare la mia mente: “Ruki”: Il demone che ha perso la propria strada.



Un demone e un angelo smarriti, legati da un sentimento proibito.

Potrà mai il loro cuore, giovane ed inesperto, andare contro ogni legge divina?


Il fiatone mi blocca, un dolore più lieve al fianco mi impone di fermare questa corsa frenetica. Umana debolezza, mi ripeto. Il dolore al petto, il suo nome e il suo viso stampati nella mia testa, il suo tocco che ancora brucia sulla mia guancia e soprattutto quel senso di solitudine che provo da quando l'ho visto allontanarsi da me. Sui grandi libri celestiali, lessi un tempo di uno strano sentimento chiamato AMORE. Non quell'amore fraterno ed innocente alla quale sono abituato, ma quello colmo di desiderio e passione, quello pungente e fatale. IL FRUTTO PROIBITO. Quella voglia di stringerlo tra le mie braccia, di toccare e riscaldare quelle manine con il mio calore. Di toccare quelle labbra morbide. Quel sapore di amarezza che avevo in bocca per l'essermelo lasciato scappare. E' impossibile per me avere quel corpo, va contro ogni logica convinzione che un umano e un angelo possano anche solo pensare di sfiorarsi per sbaglio. Solo questo pensiero così impuro mi costerà altra sofferenza. Agito la testa, cercando di scacciare questi sciocchi pensieri, ma questo sembra non funzionare. Appoggiandomi contro il muro mi lascio andare a terra, la stanchezza ormai mi ha preso completamente e quel ragazzino dagli occhi celesti non vuole abbandonare la mia testa. Chiudo gli occhi, lasciandomi andare completamente a tutto quello che mi circondava. Il vento che crudele soffia imperterrito e il rumore delle macchine in lontananza cullano questo mio sonno agitato e pieno di tensione.




   
 
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