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Autore: SimplyMe514    30/12/2011    6 recensioni
L'espressione "primo giorno di scuola" può significare tante cose... soprattutto se si tratta di un secondo primo giorno.
3° classificata e vincitrice dei Premi Velocità e Giuria al concorso "Conversazioni fuori dal comune Contest" di Ystava.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Neville Paciock, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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 Nickname: SimplyMe514

Titolo: Primo giorno di scuola

Personaggi: Neville Paciock, Scorpius Malfoy

Oggetto: Cappello Parlante

Rating: Verde

Genere: Generale, Introspettivo

Avvertimenti: One-shot

Introduzione: L'espressione “primo giorno di scuola” può significare tante cose... soprattutto se si tratta di un secondo primo giorno.

NdA: per chi non lo sapesse, i Chizpurfle sono piccoli parassiti che adorano insediarsi tra il pelo o le piume delle creature magiche o mangiare i residui di pozione rimasti nei calderoni ripuliti male. Nella storia ho supposto che potessero divertirsi a divorare anche le piante con proprietà magiche, ma è una mia teoria.

 

Ecco che comincia un altro anno, pensò Neville, gettando un'occhiata all'orario delle lezioni. A volte gli sembrava ancora impossibile: si trovava di nuovo al castello dove aveva trascorso i sette anni più importanti della sua vita. Risiedeva stabilmente in quel luogo che aveva visto entrare un bambino timido, impacciato e incapace che continuava a perdere il suo rospo e aveva visto uscire un uomo fatto, indurito da una terribile guerra, infinitamente più sicuro di sé. Un eroe.

Ma la strada della lotta al crimine, per quanto nobile, non gli si adattava: fare il professore era la sua sola vera vocazione. Non soltanto perché la materia che insegnava era l'unica in cui fosse mai stato bravo, l'unica in grado di dargli quella dose di fiducia di cui aveva un bisogno disperato, ma perché quando un argomento lo appassionava – come nel caso dell'Erbologia – il suo primo istinto era di condividerlo con tutti, come quando si era presentato sul treno con il suo prezioso esemplare di Mimbulus mimbletonia e non aveva proprio resistito alla tentazione di dimostrarne le proprietà ai suoi amici. Il pensiero di avere intere classi con cui parlare ampiamente di ciò che più amava e di venire addirittura pagato per farlo era l'avverarsi di un sogno. Non si sarebbe mai aspettato di saper organizzare il programma di un anno scolastico, proprio lui che non aveva memoria sufficiente da rispettare la lista di cose da fare della giornata; non aveva idea che sarebbe riuscito a tenere lezioni con successo, quando prima arrossiva anche solo alla remotissima possibilità di dover parlare in pubblico. Eppure, in contraddizione con l'imbranato senza speranza che era stato da ragazzo, e che a volte era ancora convinto di essere, quasi per un riflesso condizionato, eccolo: Neville Paciock, insegnante di Erbologia alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Ce l'aveva fatta.

La prima lezione, diceva la tabella, prevedeva i Serpeverde e i Corvonero del primo anno, Smistati solo una manciata di ore prima. Oh, Merlino, gli sembravano sempre microscopici! Ora che era un adulto, faticava a concepire di essere mai stato così piccolo. Rintracciò la lunga lista di nomi che gli sarebbe servita per fare l'appello nel marasma che ricopriva la sua scrivania – okay, forse in privato era ancora un tantino disorganizzato, ma in quel caos riusciva a ritrovare sempre tutto, davvero... che importava se nessun altro ne sarebbe mai stato in grado? – e si avviò verso la serra numero Uno, trattenendosi a viva forza dal saltellare per la gioia.

Una doppia fila di ragazzini, chi con uno stemma blu sul petto, chi con uno verde, fece il suo ingresso nella serra, godendosene il calore. Il clima scozzese non perdonava neanche all'inizio di settembre.

Non avrebbe voluto avere quella singola, piccolissima esitazione, davvero: avrebbe desiderato trattarlo come tutti gli altri, ma non vi riuscì. Poteva anche essere un bravo insegnante, ma come attore faceva pena, e non poté nascondere la breve pausa e il lieve tremolio nella voce quando arrivò al suo nome. Avrebbe fatto meglio ad arrivare con un po' d'anticipo e leggere con calma l'elenco, per essere pronto.

«Malfoy, Scorpius».

Una manina scattò in aria da qualche parte lungo il lato del tavolo di cui si erano appropriati i Serpeverde. «Presente».

Tutto procedette senza incidenti, con una semplice introduzione alla materia e una selezione preparata con estrema cura di piante con cui avrebbero lavorato in futuro: dovevano essere interessanti da vedere, per catturare subito l'attenzione degli studenti, ma non pericolose, per non spaventarli troppo. Fu un discreto successo.

«Bene, ragazzi, la lezione è finita. Potete andare».

Tutti si voltarono all'istante e sfilarono verso l'uscita, tranne uno. Con la coda dell'occhio, Neville notò che Scorpius aveva avuto i riflessi meno pronti e si era attardato per un attimo, sospirando.

«Signor Malfoy?»

Quello si bloccò; a giudicare dall'espressione perplessa, stava riesaminando gli eventi dell'ultima ora alla ricerca di qualcosa di sbagliato che potesse aver combinato per spingere l'insegnante a trattenerlo, ma senza trovare nulla.

«Sì?»

«C'è qualcosa che non va?» Forse era anche quella la ragione per cui la carriera che aveva scelto gli piaceva tanto: aveva temuto di non riuscirci, ma stava sviluppando un ottimo fiuto per i problemi dei suoi alunni. Riconosceva una mente piena di pensieri cupi più in fretta di quanto individuasse i sintomi di una brutta infestazione di Chizpurfle.

«No, professore». Ma era un “no” frettoloso, buttato fuori con la forza senza guardarlo negli occhi. Non volle dirgli apertamente che sapeva che stava mentendo: rimase semplicemente lì, in attesa della verità.

«Oh, e va bene, c'è eccome». Come volevasi dimostrare.

«Ti va di parlarne?»

Ops, forse era stato un passo falso. Scorpius inorridì. Sulla sua fronte erano stampate chiaramente le parole: Confidarmi? Io? Mai! Fece un vago gesto con la mano che voleva invitarlo a lasciar perdere. «No, è... è una cosa stupida». Poi, come ricordandosi in ritardo di dover essere educato: «Grazie per il pensiero, comunque».

«Se non è stupida per te, non lo è neanche per me». Il ragazzino emise un sospiro che sapeva di Se proprio ci tieni...

«Okay. Le è mai successo di... ecco, di fare qualcosa e poi rendersi conto un attimo dopo di aver commesso un errore gigantesco?»

«Devo farti la lista?» Be', almeno gli aveva strappato un mezzo sorriso.

«Ecco, a me è capitata una cosa del genere».

Forse chiedergli direttamente di cosa si trattasse sarebbe stato troppo drastico, quindi optò per un più indiretto: «E quando?»

«Ieri sera». Diamine, in effetti la sera precedente doveva essere stata densa di eventi per il giovane rampollo dei Malfoy. «Io... non sapevo che il Cappello Parlante funzionasse così».

«Così come?»

«Non sapevo che fosse come parlargli dentro la mia testa. Pensavo che avrebbe deciso e basta, senza che io potessi farci niente. Con papà ci ha messo un attimo, per esempio». Non aveva bisogno di sentirselo ricordare: lo sdrucito copricapo da mago aveva appena avuto il tempo di sfiorare i biondissimi capelli che Draco aveva trasmesso al figlio, ed era già finita.

«Quindi tu e il Cappello vi siete fatti un'amabile chiacchierata e, se ho ben capito, ritieni di aver... sbagliato qualcosa?»

«No». Ma non si stava contraddicendo da solo? «Non qualcosa, tutto». Be', perlomeno poteva essere ragionevolmente certo che Scorpius non soffrisse di uno sdoppiamento della personalità... anche se quell'aggiunta peggiorava decisamente la situazione.

«Che intendi dire?»

«Che sono arrivato lì sicurissimo di finire a Serpeverde, perché i miei ne sarebbero stati felici e tutto il resto... gliel'ho praticamente chiesto io, capisce?»

«E?» lo spronò gentilmente.

«E ne sono stato contento per circa due minuti, ma ora che ho conosciuto i miei compagni non so se mi va di essere come loro. Avrei dovuto starmene buono ad aspettare che decidesse da solo, senza pretendere di scegliere al posto suo perché qualcun altro mi vuole a Serpeverde. Magari a quest'ora lo stemma sarebbe di un altro colore». Picchiettò tristemente sul proprio petto con un dito.

«E chi ti dice che devi essere come loro?»

«Be', ma non è questo il senso dello Smistamento? Metterti insieme a persone simili a te?»

«Non è detto. Io a scuola ero un Grifondoro, ma ero tutto tranne un cuor di leone, e i miei amici... uno è quasi finito a Serpeverde e un'altra aveva più cervello di dieci Corvonero messi insieme. Siamo esseri umani, Scorpius. Anche all'interno della stessa Casa c'è di tutto».

«Ma ho sentito quel che dice la gente...»

«E sarebbe?» In realtà conosceva già la risposta: certe generalizzazioni erano dure a morire.

«Che i Serpeverde sono tutti cattivi».

«E tu ci credi?»

«Be', basta guardare i fatti. Un sacco di miei compagni di dormitorio sono Serpeverde da generazioni, e sono figli di gente che ora è in prigione».

«E non ti piacerebbe essere l'eccezione alla regola?»

«Non so se ci riuscirò. Dovrebbe vedere com'è arredata la Sala Comune. In un posto così, be'... diventare cattivi è più facile».

«Solo il fatto che tu te ne stia preoccupando è già un ottimo segno, sai?»

«Lei dice?» Un altro sorriso, anche se debole. Era sulla buona strada.

«Eccome. E poi non sta scritto da nessuna parte che i Serpeverde siano cattivi».

«Non sarà scritto, ma succede e basta».

«Dimentichiamo per un istante quel che dice la gente. Ti va di ripetermi invece cosa dice il Cappello?»

«Che siamo ambiziosi e furbi e faremmo qualsiasi cosa per ottenere ciò che vogliamo, anche se le parole non erano proprio queste».

«E tu sei o non sei tutto questo?»

«Quando mi va» ammise, decidendo d'un tratto che il pavimento fosse uno spettacolo molto interessante.

«E ti sembra così negativo?»

«Dipende da cosa s'intende per “qualsiasi cosa”. Potrebbe voler dire che sono solo molto determinato, oppure che sono disposto a fare cose orribili».

«E chi è che decide cosa intendi tu?»

«Be'... io».

«Appunto. Adesso va' pure, altrimenti farai tardi».

«Ma... ma... è difficile».

«Cosa?»

«Essere ambizioso come dice il Cappello. Non so se riuscirò a puntare sempre al massimo. Non mi sento all'altezza».

«Tu credi che io sia all'altezza di fare il professore?»

Scorpius sgranò gli occhi, preso tra due fuochi: un “sì” poteva essere interpretato come un patetico tentativo di ingraziarselo, un “no” l'avrebbe offeso. «Be'... a me la lezione è piaciuta».

«Grazie», sorrise Neville, «ma che tu ci creda o no, nemmeno io mi sentivo all'altezza il mio secondo primo giorno. Eppure, eccomi qui».

«“Secondo primo giorno”, professore? Ma non è... ?»

«Un controsenso? Sì, un po', ma io lo chiamo così. È stato stranissimo ritrovarmi a pensare: “Ehi, è il mio primo giorno di scuola!” quando invece l'avevo finita da un pezzo».

«Non ci avevo mai pensato. Chi lo sapeva che il primo giorno fosse duro anche per i professori?»

«Oh, lo è, credimi. Poi ci si fa l'abitudine».

«Vorrà dire che mi abituerò anche a essere un Serpeverde» si arrese infine Scorpius. «Arrivederci, professore». Girò sui tacchi e fece per dirigersi alla lezione successiva, ma sulla porta della serra ebbe un attimo di titubanza. «A proposito... grazie».

3° classificata

SimplyMe514 conPrimo giorno di scuola

Totale: 49.95/55


Grammatica 19.60/20

Non ho trovato nessun “orrore” grammaticale in tre pagine, brava!! Qualche precisazione da fare però c’è xD

(Una doppia fila di ragazzini, chi con uno stemma blu sul petto, chi con uno verde, fece il suo ingresso nella serra, godendosene il calore.) Qui “godendosene” non mi è piaciuto, e avrei utilizzato “godendone”. (-0.25)

 (Io a scuola ero un Grifondoro, ma ero tutto tranne un cuor di leone, e i miei amici...) Qui invece avrei inserito un “che” tra le parole “tranne” e “un”. Mi rendo conto che è una cosa molto soggettiva questa, quindi ti tolgo pochissimo (-0.15)

Forma e Stile 9.35/10

Alcuni periodi sono troppo lunghi, mentre spesso avresti fatto meglio ad andare a capo, invece di continuare sulla stessa riga. Mi rendo conto comunque che sono errori da niente (come quelli in Grammatica) e, in effetti, forse un altro giudice non li avrebbe neppure considerati errori, quindi mi limito a toglierti pochissimi punti (per entrambe le sezioni, come hai potuto notare). (-0.50)

(…capelli che Draco aveva trasmesso al figlio) Qui la parola “trasmesso” non mi è piaciuta. Avrei utilizzato qualche sinonimo. (-0.15)

Per il resto, lo stile è scorrevole e piacevole. Mi è piaciuto molto leggere questa storia, infatti hai preso quasi il massimo sia per la grammatica che per lo stile.

Caratterizzazione e IC personaggi (Neville: 5/5) (Scorpius: 4/5) = 9/10

Per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi, essendo sia Neville da adulto che Scorpius assenti nei libri, mi sono regolata secondo la coerenza e la mia immaginazione, e sono molto ben trattati, secondo il mio modesto parere :P

Neville in particolare mi è piaciuto davvero molto. Insomma, è fantastico!! Non credo avresti potuto caratterizzarlo meglio di così!! Punteggio pieno.

Per Scorpius non posso assegnarti punteggio pieno perché, nonostante tu abbia fatto un ottimo lavoro, vedo poco in lui dell’unico genitore che conosciamo bene. (-1)

Uso dell’oggetto 4.50/5

L’oggetto forse poteva essere usato un pochino meglio (concentrandoti più sul Cappello che sullo Smistamento), ma è stato inserito in modo coerente e rilevante, brava.

Originalità 3/5

Ti ho un po’ penalizzata sull’originalità, poiché leggendo i pacchetti che avevi scelto mi è balenata subito l’idea che hai poi effettivamente usato. Una bellissima idea, in realtà. Mi è piaciuto molto il modo in cui hai fatto interagire i personaggi, ma purtroppo quelli te li avevo forniti io xD

Gradimento personale 4.50/5

In generale, mi è piaciuta molto, quindi per il gradimento personale quasi il punteggio pieno, bravissima!! L’unico problema era che speravo in qualcosa di più originale xD

Una cosa non mi è chiara. Neville, essendo un professore, deve aver assistito allo Smistamento. In questo caso avrebbe dovuto sapere che Scorpius Malfoy era stato smistato a Serpeverde. E sempre in questo caso, facendo lezione ai Serpeverde del primo anno, avrebbe dovuto aspettarsi di avere in classe Scorpius. O mi sbaglio? Forse sarebbe stato più coerente dire che aveva esitato perché se ne era dimenticato, non perché non se lo aspettava.

Ho apprezzato l’accenno agli Chizpurfle.

Il contest è qui: http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=10009010&p=1 

 

  
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