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Autore: JAYLO    30/12/2011    4 recensioni
Inserire accenno alla trama della storia (breve riassunto o anticipazione) e/o citazione dal testo. No linguaggio SMS, No tutto maiuscolo, No Spoiler! NON C'E' BISOGNO DELL'HTML PER ANDARE A CAPO IN QUESTA INTRODUZIONE.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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<< Amici per sempre? >>
<< Amici per sempre >>
Incrociammo i nostri piccoli mignolini per “sigillare” la nostra promessa, una promessa infantile, pronunciata da due bambini ancora troppo piccoli per dare un giusto peso a quelle parole.
<< Dovrai governare da solo gli abitanti della foresta incantata fino a quando non tornerò. Ce la farai? >>
<< Certo Kay, ce la farò, ma tu prometti di tornare presto, vero? >>
<< Certo tornerò presto >>
<< Kay! Tesoro dobbiamo andare! Saluta Liam e andiamo! >>
<< Okay mamma arrivo! Ciao Liam, ci si vede, tornerò presto! >>
<< Ciao Kay >>
<< Non ti dimenticare di me! >>
<< Questo mai, sei la mia migliore amica >>
 
Dopo qualche minuto partii. Vivevo da 6 anni a Wolverhampton, una piccola città nel Regno Unito. Liam era il mio vicino di casa ed era il mio migliore amico, ma mio papà ha avuto una promozione e io fui costretta a lasciare la piccola Wolverhampton e andare nella grande Londra.
Io e Liam ci eravamo promessi che saremmo stati sempre migliori amici e che ci saremmo visti presto e così avrei fatto.
Eravamo in macchina e il viaggio sembrava noioso così mi misi a pensare ad una lunga lista di cose che avremmo dovuto cambiare nella nostra foresta per far felici gli abitanti, una volta tornata da Liam.
 
 
 
12 anni dopo
 
<< Mamma! Tra poco è il mio compleanno! Mi piacerebbe fare una festicciola con qualche amico, niente di grande, sai, solo per divertirci un po’! >>
<< Certo tesoro! Hai già un’idea di dove farla? >>
<< Non proprio, ma ci penso in questi giorni e poi ti dico, okay? >>
<< Va bene tesoro! >>
Mia mamma era una donna fantastica! Era sempre disponibile ad aiutarmi ed era molto attiva.
Era una donna sempre allegra ed era molto particolare, amava dipingere e questo la rendeva molto artistica, aveva le sue strane idee e le piaceva vivere la sua vita in modo libero e indipendente, proprio per questo lasciò mio padre 2 anni dopo il nostro trasferimento a Londra. Loro due erano l’opposto: lui era un uomo serio e concreto, lei una donna che viveva nel suo mondo, un mondo nel quale anch’io ero cresciuta.
In casa non avevamo un televisore perché mamma lo riteneva un aggeggio inutile, avevamo giusto un computer preistorico chiamato “dinosauro” che usavamo solo per le “emergenze” e un telefono di quelli con la rotella che tenevamo in casa solo perché, come dice mia mamma, in questo secolo pare essere di vitale importanza.
Entrambe avevamo un cellulare che usavamo raramente.
Non uscivo mai, se non qualche volta per fare delle compere occasionali o per prendere un po’ d’aria fresca e mamma riteneva utile avere un cellulare.
Di amici ne avevo, ma passavo il tempo con loro a scuola e poi basta.
La mia migliore amica Jas era una tipa all’antica. Adorava la vecchia musica tipo i Rolling Stones o gli Who. Entrambe andavamo pazze di questo genere e adoravamo i Beatles.
Ogni volta, dopo scuola, ci riunivamo a casa mia e iniziavamo a dipingere con mia mamma. Mettevamo la musica che ci piaceva a massimo volume e dipingevamo quello che essa ci ispirava, poi andavamo alle bancarelle e tentavamo di vendere i nostri quadri “astratti”.
Qualcuno li comprò, ma la maggior parte di essi finirono sul nostro muro di casa.
La nostra casa era abbastanza rustica e il cibo era rigorosamente organico.
Delle volte mi sono chiesta come mai eravamo rimaste a Londra dopo il divorzio dei miei, dopo tutto una grande città come quella non ci rispecchiava affatto, e mia mamma mi rispondeva che lei si era trasferita li per papà e che non lo avrebbe mai fatto di testa sua, ma che aveva trovato un bel lavoro che le piaceva e che non voleva rinunciare a tutto.
Faceva la regista, il che la aiutava ad esprimere la propria creatività. Io adoravo il suo lavoro e qualche volta mi piaceva accompagnarla sul set. Non era una regista di film, ma di video musicali. Delle volte tornava a casa esausta e mi raccontava le sue “brutte esperienze” con la musica commerciale: “non sai cosa mi è capitato oggi!” oppure “non è facile creare un video musicale con questo genere di musica”.
Così mettevamo sul nostro amato gira dischi (probabilmente l’oggetto più prezioso che avevamo in casa) qualche vinile degli Oasis e ci rilassavamo sul divano in silenzio e qualche volta mia mamma canticchiava le canzoni sussurrando cose del tipo “questa si che è buona musica”. A me faceva sempre sorridere.
A scuola non ero molto popolare, qualche amico lo avevo, ma non ero la tipica ragazza per la quale tutti facevano la fila per passare del tempo insieme e sicuramente il mio carattere e la mia particolarità nei gusti musicali, nel modo di vestirmi (alquanto sbarazzino e rustico) e nel modo di pensare, presi da mia madre, non si addicevano a questo secolo.
Qualcuno suonò alla porta.
<< Chi è? >>
<< Kay sono io, Jas! >>
Aprii.
<< Ciao! Pronta? >>
<< Pronta per cosa? >>
<< Ti sei dimenticata!? >>
<< No assolutamente no… Dobbiamo fare quella cosa >>
Mi guardò storta e incrociò le braccia.
<< Ah sì? Quale cosa? Ricordamela dai >>
<< Ma dai, sai quale cosa! L’hai appena detto! >>
<< Ecco lo sapevo Kay! Te ne sei dimenticata! >>
<< Okay lo ammetto! Scusa… Era importante? >>
<< Abbastanza! Oggi c’è la fiera del vinile! Mi avevi promesso che ci saremmo andate! >>
<< Giusto! Come ho fatto a dimenticarmelo!? >> mi portai una mano sulla fronte. Ero la solita sbadata.
<< Mamma posso andare? >>
<< Certo tesoro! Mi raccomando porta a casa buona musica! >>
<< Tranquilla, ho imparato dalla migliore! Ciao, ti voglio bene! >>
<< Anch’io! >>
Le stampai un bacio sulla guancia, presi la mia borsa di stoffa marrone tappezzata di rosso (che aveva fatto mia mamma) e uscii con Jas.
<< Hai fatto una lista? >> le chiesi.
<< Si, eccola >> mi porse un pezzo di carta riciclata tutto stropicciato.
<< Quanti sono? >>
<< 14 in tutto. 7 li compri tu e 7 io, okay? >>
<< Perfetto! >>
Tra noi vigeva la regola “quel che è mio è tuo”.
Improvvisamente un gruppo di ragazze urlanti che correvano dietro di noi ci sorpassarono urtandoci violentemente.
<< Hey! Guardate dove andate! >>
<< Scusa! Non volevamo! E’ che ci sono i One Direction! >>
<< Chi? >> chiese Jas, ma le ragazze erano già corse via.
<< Ah ho capito! Penso sia un gruppo che fa musica commerciale. Non li puoi conoscere, non è assolutamente il nostro genere! >> le risposi io.
<< E tu come li conosci? >>
<< Ho sentito delle ragazze parlarne a scuola >>
<< Sai chi sono i cantanti? >>
<< No, ma che t’importa? >>
<< No niente, chiedevo >>
Camminammo per un pezzetto di strada in silenzio mentre io leggevo la lista di vinili.
<< Questo è molto raro da trovare >> commentai.
<< Ehm Kay? Forse è meglio se prendiamo un’altra strada >>
Alzai lo sguardo dal foglietto.
<< Perché? Oh… >> davanti a noi c’erano più di 10 mila ragazze urlanti
che occupavano tutta Trafalgar Square.
<< i One Direction? >> mi chiese Jas.
<< penso proprio di si! Cavolo e adesso noi come passiamo? Questa è la strada più veloce! Non c’è un modo per attraversare la piazza? >>
<< Forse possiamo prendere quella stradina là >> disse indicando un vicolo stretto alla nostra destra.
<< Okay e poi? Se giriamo a destra? >>
<< Dovremmo sbucare dalla parte opposta della piazza >>
<< Okay proviamo >>
Incrociammo alcune fan in quella via che gridavano cose tipo “Ragazze stanno arrivando!” o “Ho visto Harry, è fighissimo!”.
Io e Jas ridevamo e le guardavamo divertite: avevamo sempre ritenuto questo genere di fan abbastanza “esagerate”, ma era divertente vederle impazzire in questo modo.
Finalmente sbucammo nella via opposta. C’era ancora un po’ di casino, ma la maggior parte delle ragazze era radunata nella piazza quindi era più semplice camminare.
Improvvisamente sentimmo delle urla fortissime; cercai con lo sguardo la causa di tutte queste grida e la trovai: davanti a noi 5 ragazzi stavano sorridendo alle fan e scherzando tra di loro: i One Direction erano arrivati.
<< Forza Kay se corriamo forse riusciamo ad allontanarci prima che la cosa degeneri! >> rise e prendendomi la mano iniziò a correre tentando di schivare le ragazze.
Passammo vicino ai One Direction e io gli diedi uno sguardo veloce: ero curiosa di vederli in faccia dal momento che di solito questo tipo di gruppi musicali attraggono le ragazze per il loro aspetto fisico più che per la loro musica. Infatti erano 5 ragazzi bellissimi, anzi, molto più di belli: erano proprio fighi. Uno in particolare catturò la mia attenzione.
Lo guardai negli occhi per quella frazione di secondo e i nostri sguardi si incrociarono.
Io l’avevo già visto da qualche parte, ma chi era?
Jas mi diede uno strattone e mi tirò via.
<< Forza Kay, muoviti! >>
Distolsi lo sguardo e iniziai a correre, ma senza togliermi dalla testa il suo volto.
Chi era?
Io lo conoscevo... Possibile? Conoscevo un ragazzo famoso, ma non sapevo chi fosse?
Se solo Jas non mi avesse tirato via subito... Avrei visto meglio il suo viso... Chi era?



MY SPACE:
Ecco la mia nuova FanFiction!! Come vi sembra!? E' la prima che faccio da sola (senza Jas) :) ahah
Vi prego RECENSITE e ditemi cosa ne pensate! Si accettano anche critiche :)
Lotti xx
  
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