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Autore: Lexy    16/08/2006    12 recensioni
Lucius/Severus Sirius/Severus Sirius/Remus... Hogwarts ai tempi dei Malandrini, Severus viene trasformato in vampiro e incontra l'altrettanto non-morto Lucius Malfoy. Un assassino in giro che miete le sue vittime dentro e fuori da Hogwarts, una maschera maledetta, risate, litigi, misteri, e un nuovo professore di DADA che sì fa di marjuana. Godetevi la lettura e lasciatemi un commento! I primi capitoli sono un po' così, ma andando avanti migliorano, fidatevi!
Genere: Romantico, Demenziale, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: I Malandrini, Lucius Malfoy, Nuovo personaggio, Severus Piton | Coppie: Lucius/Severus
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Limb by limb and tooth by tooth

Limb by limb and tooth by tooth
Tearing up inside of me
Every day every hour
I wish that I was bullet proof

Wax me
Mould me
Heat the pins and stab them in
You have turned me into this
Just wish that it was bullet proof

So pay the money and take a shot
Leadfill the hole in me
I could burst a million bubbles
All surrogate and bullet proof

And bullet proof
And bullet proof
And bullet proof

 

 

Per favore! Non lasciatevi ingannare dai toni tetri di questo capitolo perchè in futuro, cambierà radicalmente! Se non volete leggere questo cap, fate pure, potrete leggere quello successivo senza perdervi nulla di fondamentale! Un grazie a tutti, spero che questa riedizione della storia abbia più fortuna della precedente! Bacioni a tutti!

 

 

CAPITOLO 1: La Scelta.

 

Voi direste che è brutto morire... per me non lo è stato, invece... sono stato vampirizzato il 10 Giugno del 1983. Il giorno in cui morii... avevo 16 anni...! Ancora oggi ricordo perfettamente ogni dettaglio di quella sera...e come avrei potuto scordarlo...? Il giorno in cui venni letteralmente "sedotto ed abbandonato" dal mio Sire...

 

Ma cerchiamo di andare avanti con ordine...era una sera estiva come tante altre, le vacanze erano iniziate da poco, ed io mi stavo godendo il mio spazio, finalmente... non più circondato da marmocchi saltellanti e gioiosi (rabbrividisco al solo pensiero) e da Grifondoro prepotenti e dispettosi... (voglia di spaccare qualcosa al solo pensiero!)

 

Insomma, stavo passeggiando per le strade deserte...saranno state le 11 di sera e tutti erano a dormire, (Sì, devo dire che c'è sempre stata una vita molto attiva, dove abito io...-.-...) stavo fumando una sigaretta (brutta abitudine, lo so...ma uno dei pochi modi che avevo di uscire dalla monotonia, se mio padre mi avesse beccato sarebbero venute giù botte...e quelle sarebbero state il minimo...)

 

Stavo giusto pensando questo , quando all'improvviso sentii una presenza davanti a me... alzai lo sguardo, e vidi LUI. Naturalmente percepii che c'era qualcosa di sbagliato nell'uomo, e ne ebbi paura... anche se dall'esterno non lo davo a vedere, comunque con lui le mie maschere non funzionavano... ben presto mi accorsi che poteva leggermi nella mente... buffo no, come qualcuno così attaccato alla sua privacy, tanto da arrivare quasi alla paranoia come me, un giorno potesse incontrare qualcuno capace di denudarlo della sua corazza e leggere in lui tutti i suoi più intimi segreti, inclusi quelli più sporchi e oscuri...

 

Con la mano cercai la bacchetta e lui mi disse di non aver paura e che il suo nome era Harlan. Naturalmente non ricambiai il favore presentandomi a mia volta, continuavo però, a seguire tutti i suoi movimenti con lo sguardo, come se mi stesse per attaccare... ma immaginate la sorpresa nel sapere che lo sapeva già, come mi chiamavo.

 

Continuò dicendo che sapeva anche a cosa stavo pensando prima di accorgermi di lui. Ed indovinò perfettamente...pensavo agli abusi subiti da entrambi i miei compagni di scuola e da mio padre... persone crudeli da cui ho sempre ricevuto solo male... Lo stupore si trasformò in rabbia, nel sentire quei discorsi.

 

Non volevo che lui, un estraneo mi dicesse quelle cose, non volevo che le sapesse! Ne lui ne nessun'altro doveva sapere quanto mi sentivo sporco e insignificante...! Quanto queste persone sono riuscite a condizionare la mia vita! Persi la calma, e quasi gli gridai di spiegarsi e dirmi come sapeva tutte quelle cose... o meglio chi gli avesse raccontato tutte quelle assurdità.

 

E lui, col tono più naturale del mondo mi disse che me le aveva lette dalla mente... io ero una persona facile da stupire, ma in quel momento ricordo di aver voluto fuggire... io che non sono mai fuggito da nulla e nessuno, nemmeno da mio padre nei suoi giorni peggiori, eppure volevo disperatamente fuggire davanti a quest'uomo...

 

Lui rappresentava la verità...una verità che ho tante di quella volte negato e distorto che perfino io ero quasi sul punto di credere alle mie stesse bugie. Sentirmi sbattere in faccia tutte quelle cose e in quel modo mi fece vedere rosso, il cuore mi batteva a 1000 e mi stava scoppiando la testa. Da lui non avrei mai potuto nascondermi...

 

Immediatamente gli gridai di sparire e di lasciarmi stare. Cercai di fuggire, ma appena mi voltai, lui era di nuovo davanti a me, più vicino e minaccioso che mai... mi disse di non stare troppo sulla difensiva, che non aveva cattive intenzioni, e , che ci crediate o meno... a  quelle parole un'aria di pace fu emessa dall'uomo, che riuscì immediatamente a calmarmi.

 

Senza darmi la possibilità di dire nulla, iniziò a farmi tante promesse, di vendetta, di potere, di eternità... mi disse che mai più nessuno sarebbe riuscito a farmi del male, e che avrei avuto la possibilità di vendicarmi di tutti loro, se avessi voluto. Tutto ciò che richiedeva era una parola...ed io, sedotto dalle sue parole ed inebriato dalle sue promesse, non potevo che rispondere "sì".

 

Mi sentivo come sotto ipnosi. Ricordo che lui mi carezzò lievemente il viso col dorso della mano, facendomi reclinare il viso fino ad esporgli il collo. Non tutti i vampiri ricordano cosa provarono nel momento vero e proprio dle morso, ma io lo ricordo benissimo...

 

Il momento in cui i suoi canini affondarono nella mia carne...il momento in cui la mia vita cambiava... il momento in cui non avrei più sofferto dalle loro mani... il momento in cui forse avrei potuto essere libero... ed io mi sentii come nel momento in cui si sta per raggiungere l'orgasmo. Sentivo il piacere scorrere dentro di me, e credo che gemetti mentre lui mi stringeva a se, tenendomi sollevato da terra. Credo che anche lui gemette durante il morso.

 

Pochi momenti dopo i miei occhi si chiusero, nonostante io lottassi per tenerli aperti qualche attimo di più. Ero spaventato al pensiero che questa volta, davvero... stavo per morire. Però dentro di me c'era anche la certezza che sarei tornato. LUI non mi avrebbe mai abbandonato, non mi avrebbe permesso di morire! Lo sapevo! Divenne tutto buio.

 

Non so per quanto tempo rimasi svenuto, ma quando ripresi i sensi, stavo bevendo del sangue. Ma in una straordinariamente piccola quantità. Ero ancora debole, ma riuscii ad aprire gli occhi. Ero ancora io. Ero di nuovo vivo... anche se non letteralmente visto che non respiravo e che il mio cuore non batteva più.

 

La prima cosa di cui mi accorsi, fu del suo viso davanti al mio, delle sue labbra sulle mie e della sua lingua che si muoveva con la mia, nella mia bocca... lui si era morso la lingua e mi stava nutrendo baciandomi.

 

La seconda cosa di cui presi coscienza, fu che eravamo nella mia stanza, a casa mia! E che eravamo entrambi nudi, lui sdraiato sopra di me, tra le mie gambe!

 

La terza cosa di cui mi accorsi, fu in assoluto la più spaventosa... il mio corpo era cambiato, sentivo qualcosa di diverso...! E non parlo dei nuovi sensi da vampiro, o della forza inumana, o altro... parlavo proprio del mio corpo nella sua struttura!

 

Ed in effetti, ebbi possibilità di accorgermene quando lo sentii toccarmi in punti nuovi... ora ero anche ermafrodito! Ero in possesso di entrambi gli organi sessuali, sia maschile che femminile!

 

Quando trovai un po' di forza, sollevai le braccia per toccare il suo petto muscoloso. Nel momento in cui lo feci, lui alzò la testa per guardarmi, privandomi del piccolo ma costante nutrimento di sangue che prendevo dalla sua lingua. Senza potermi controllare, emisi un lamento alla perdita.

 

"Ti amo." mi disse.

 

Io non risposi nulla. Troppi sentimenti stavano girando nella mia mente così contrastanti l'uno con l'altro, che ero sicuro che se avessi aperto bocca avrei detto qualche cavolata. Ma lui lo sapeva. Lo sentivo nella mia mente, era lì, e mi confortava, quella presenza. Senza Parlare, mi fece sapere che era a conoscenza del dolore che mi avevano inflitto i miei precedenti incontri di tipo sessuale, che non ero mai stato consenziente prima... ma mi rassicurò sul fatto che lui non avrebbe fatto nulla contro la mia volontà.

 

Io mi fidai. Per la prima volta nella mia vita riuscii a fidarmi... riuscii ad abbandonarmi a lui completamente. E fu bellissimo. Con le dita continuava ad esplorare quella nuova parte del mio corpo, ora umida e calda. Nel momento in cui le ritrasse, mi baciò di nuovo. Io ricominciai automaticamente a succhiare il sangue dalla piccola ferita, e lo sentii mentre mi penetrava.

 

Mi accorsi che ad un certo punto il mio corpo metteva su una piccola resistenza a quell'invasione, ma non abbastanza forte da impedirgli di prendermi. Avvertii un dolore acuto ma non forte... non per essere volgare ma mi ricordava quasi la sensazione che provai quando andai a farmi il piercing al naso...

 

Comunque, più lui si muoveva in profondità, più il dolore diventava forte. Ad un certo punto, pensai anche di allontanarlo da me, non lo volevo più! Mi stava facendo male anche lui, volevo respingerlo, volevo che uscisse da me! Provai a ribellarmi, e quando lui veramente si fermò, ammetto che ne restai stupito.

 

Mi sussurrò di non agitarmi, che era normale, che avrei comunque ricavato piacere dall'incontro, e che voleva essere gentile per darmi un nuovo ricordo del momento in cui persi la mia verginità. Mi carezzava gentilmente, e con passione, distribuendo baci in giro per il collo e il petto. Io mi rilassai di nuovo, e stavolta gli permisi di arrivare fino in fondo.

 

Il dolore sparì quasi subito, come lui mi aveva promesso, e lasciò il posto al piacere. Le sensazioni che provai furono così intense!!! Non avevo mai provato nulla di simile! Il piacere era talmente intenso ed inaspettato, e nuovo, che... quasi faceva male. Credevo sarei morto di nuovo! Il tempo parve fermarsi, e lui mi sussurrava che avrebbe voluto fare l'amore con me per sempre.

 

Io ero felice. E per la prima volta posso dire di aver veramente "fatto l'amore". E non subìto inerme tutto ciò che mi veniva fatto. Lui mi stava dando tutto questo. Lo amai da quel momento. Colui che mi aveva dato tutto dopo che tutto mi era stato tolto...

 

Ma purtroppo anche quel piacere raggiunse il proprio apice e si spense... mi sentivo esausto. Ma prima che potessi addormentarmi, lui mi disse in tono addolorato ma pieno d'amore

 

"Vorrei restare con te, Severus, ma non posso... verrà il tempo in cui tornerò, te lo giuro. Ma quando sarà il momento. Tu devi maturare, Sev...devi fare le tue scelte, e... anche se lo vorrei, io in questo non posso aiutarti, e non devo. Ti posso dire solo una cosa... sempre...sii forte sempre..."

 

Io annuii, e dopo che quella presenza straordinaria ebbe baciato un’ultima volta le mie labbra, io caddi addormentato, per la prima volta tranquillo e senza nessuna paura.

 

Ma dal momento in cui mi risvegliai, capii cosa intendeva con "sii forte"...

 

Più il tempo passava, più il mondo intorno a me diventava insostenibile. Ogni cosa era una torura, i miei sensi dovevano essersi decuplicati, e rendevano tutto doloroso.

 

Riuscivo perfino a sentire il rumore dei passi dei topi in soffitta! Quando pioveva, le gocce che cadevano sul tetto sembravano bombe che mi esplodevano nelle orecchie, e credetti veramente di diventare sordo!

 

Ero costretto di continuo a prepararmi pozioni che mi calmassero i sensi, ma la cosa più dolorosa era la fame. Mi faceva quasi gridare di dolore...per giorni e giorni restai chiuso nella mia stanza a sperimentare qualche pozione che mi aiutasse ad andare avanti senza impazzire.

 

La mamma era preoccupata a morte, ma nonostante mi pregasse di lasciarla entrare, io non la lasciai mai, per paura di poterle fare del male se mi si fosse avvicinata.

 

La sentivo piangere nel salotto al piano di sotto, e sentivo mio padre arrabbiarsi perchè spendeva lacrime per una nullità come me, e che se veramente volevo morire là dentro, ero il benvenuto...tsk...la stessa persona che diceva di amarmi mentre si forzava su di me...

 

Ma stranamente, le sue parole non mi ferivano come avrebbero dovuto. Come avrebbero fatto prima del mio cambiamento. In genere venivo ferito da affermazioni del genere, ma da allora mi sembrava quasi di sentirmele scivolare addosso.

 

La nostra elfa domestica, Poppy, girava per casa piangendo per me e biascicando parole tristi, e pregando che stessi bene. Ogni giorno mi passava il cibo da sotto la porta, che io regolarmente gettavo via.

 

Quando cominciai a mancare di ingredienti vitali per le mie pozioni, cominciai a chiederle di procurarseli per me, dandole i soldi che tenevo da parte per le emergenze, o meglio per il momento in cui mi fossi deciso a scappare di casa.

 

Poi, le chiesi anche di procurarsi alcuni libri dalla biblioteca di mio padre, cosa ancor più pericolosa per lei, in quanto nemmeno io ero mai stato autorizzato a toccare quei libri. Ordine che io non rispettai mai naturalmente!

 

Lei fece sempre tutto quello che le chiedevo per poi autopunirsi una volta trovatasi da sola. Mi dispiaceva che dovesse fare tutto questo per me, ma d'altronde lo avrebbe fatto ugualmente anche senza un motivo preciso.

 

Di giorno, serravo le finestre della mia stanza, per paura del Sole... non ne ebbi mai tanta paura come in quel periodo. E, infatti le prime ricerche che condussi, furono su questo. Dovevo trovare il modo di riuscire a stare al Sole! Non potevo abbandonare Hogwarts ora! Non col futuro brillante che mi si prospettava una volta avuto il tanto sudato diploma! Non quando mi mancavano solo altri due anni! E soprattutto, non quando l'unica altra alternativa era restare chiuso nella mia stanza!

 

Tuttavia, non potevo non pensare di essere un mostro! Avevo una forza inumana a dir poco, che comunque col passare del tempo andava affievolendosi leggermente. Mi impressionai quando capii che potevo scalare i muri, ed ebbi orrore di me stesso quando capii che potevo leggere la mente delle persone anche ad isolati di distanza, e se non bloccavo la mia mente da invasioni esterne, venivo invaso dai pensieri di decine di persone.

 

Più avanti scoprii anche come ipnotizzare piccoli animali e convincerli ad avvicinarsi a me, e, anche se odio ricordarlo, mi nutrivo di loro quando la fame diventava veramente insostenibile.

 

Per quanto riguarda l'aspetto fisico, invece, mi faceva gridare "mostro!" contro lo specchio. Le mie unghie erano lucide e sembravano fatte di vetro. La pelle non aveva più pori, era bianca e liscia, come porcellana, gli occhi brillavano al buio, erano diventati blu! E i denti...! I miei canini spuntavano fuori senza controllo quando avevo fame, erano lunghi, ed appuntiti come coltelli.

 

Ed ero freddo come il marmo...

 

E naturalmente senza parlare della mia vagina nuova appena appena usata... -.- ...

 

Coprii tutti gli specchi della mia stanza, non potevo reggere quel mostro che mi fissava dall'altra parte...

 

Passò circa un mese, era il 3 Luglio quando finalmente riuscii a distillare una pozione per coprire il blu degli occhi facendoli tornare neri come erano un tempo! Il 5 riuscii a trasformarla in soluzione solida, in modo che passassero inosservate, come caramelle, di un colore nero tipo liquirizia.

 

Il 7 incappai casualmente in una cura per il vampirismo...fissai la pagina per qualche minuto, dopodichè passai oltre. Ero ancora troppo legato alla promessa del mio Sire per poter anche solo pensare di arrendermi. "sii forte". queste due parole erano ormai le uniche cose che mi facevano andare avanti.

 

Il 9 esultai per ever trovato una pozione contro il sole, la potenziai e la trasformai in crema, il tutto concluso per il 19 di Luglio! Ero contento ed orgoglioso di me stesso per la prima volta in un mese! Sorrisi e dormii tranquillo per non so quanto tempo.

 

Purtroppo mi risvegliai al rumore di colpi alla porta e della voce arrabbiata di mio padre. Era evidente che si era ricordato della mia esistenza. Emisi un piccolo ruggito di frustrazione, e mi rigirai tra le coperte.  Lui insistette.

 

"Insomma, Severus, sei dentro??"

"Di certo non sono andato a farmi una passegiata sui bastioni, tu che dici??"

 

Risposi con voce altrettanto innervosita.

 

"Beh? Cos'è quel tono, eh? Risparmia l'ironia per i tuo amici, sempre se ne hai! è ora che esci da lì, tua madre non fa che piangere! Si può sapere, in nome di Merlino, che diavolo stai combinando là dentro??"

 

"Quello che faccio non ti riguarda! Dì pure alla mamma che sto bene, e che uscirò fra qualche giorno!"

"Cosa?? Apri immediatamente, mostriciattolo che non sei altro!!"

"Non ci penso nemmeno!" Dissi in modo canzonatorio con il tono elaborato delle bimbe che ri rifanno il verso.

"Severus, non costringermi a buttare giù la porta! Poi lo sai come va a finire se mi fai arrabbiare!"

"Devi esserci nato arrabbiato, allora..." borbottai e feci per riaddormentarmi.

"Per l'ultima volta, apri-questa-porta!!!"

 

Sorrisi, immaginandomi la sua faccia arrabbiata, ma poi sentii la voce della mamma che diceva disperata a mio padre

 

"N-no, ti prego lascialo stare! Sono sicura che presto uscirà! Uscirai presto, vero Severus?"

 

"Tra qualche giorno!" Risposi. Ormai del tutto sveglio, e mi appoggiai sui gomiti, tirandomi su. Andai a mangiare una delle "caramelle per gli occhi" a cui, riflettei, ancora dovevo dare un nome.

 

"Sentito? -sembrò pregare mia madre- la...lascialo stare, Tobias..."

"Tu torna di sotto, me la sbrigo io con mio figlio! C'è solo un modo per trattare con lui, e lo sai!"

"No! Non voglio che lo picchi ancora! Non telo permetto!" Disse mia madre in un momento di coraggio.

 

Quando sentii il rumore dello schiaffo che mio padre le aveva dato, non ci vidi più. Lo sentii gridare

 

"Non usare quel tono con me! Cosa vorreste fare? Un'insurrezione?? Ci penserò io a rimettervi in riga, a tutti e due!!"

 

Mentre ancora stava parlando, io aprii la porta e mi appoggiai alla stessa. Quando lui si voltò e mi vide disse

 

"Ah! Ecco che ti sei degnato di uscire alla fine!!"

 

Mi si avvicinò ed al zò una mano per colpirmi, a quel punto, vidi mia madre cercare di trattenerlo, ma in cambio del gesto venne colpita di nuovo. A quel punto, ero letteralmente accecato dalla rabbia. Tenevo le labbra serrate e gli occhi spalancati.

 

Improvvisamente gli afferrai un braccio e lo spinsi lontano da mia madre, ma probabilmente ci misi troppa forza, perchè andò a sbattere contro il muro opposto. Quando si riprese dallo stupore, la sua faccia si contorse dalla rabbia.

 

"Tu...maledetto...!"

 

Non gli permisi di continuare, gridandogli in preda alla rabbia "Tu non ci farai mai più del male! Ne a mia madre ne a me, chiaro?? Non te lo permetterò mai più!!"

 

"Come osi parlarmi così? Piccolo farabutto che non sei altro!!"

 

Quando cercò ancora di colpirmi, lo lasciai fare, il viso si spostò leggermente sotto la forza dell'impatto, ma non sentii dolore, ormai ero tropo forte. Credo che sorrisi involontariamente a quel punto, e gli afferrai la gola spingendolo ancora una volta contro il muro, gli dissi "Ti sei divertito abbastanza con noi ma ora basta... prima te lo metterai in testa meglio sarà per te...!"

 

Quando lo lasciai, per poco non cadde a terra, e guardandomi per la prima volta da quando uscii, mi disse, la voce piena di orrore

 

"Ma tu... cosa sei? Come puoi fare una cosa del genere a tuo padre?!" Quasi mi venne da ridere...

 

"Oh...mi sto commuovendo..." Dissi canzonandolo di nuovo. Poi, continuaui in tono serio ma calmo. "Tutte le volte che ci hai abusato... non si contano! Mi chiedi cosa sono? TU, cosa sei! Ti dai il titolo di padre e di marito, ma non sei ne sarai mai il nostro padrone! Non più, almeno! E' finita!"

 

Sul suo volto la rabbia e l'umiliazione della sconfitta. Mi diede una spinta per allontanarmi da se. Guardò prima me, poi mia madre, che aveva un'espressione ancora più stupita di lui, e disse ricomponendosi

 

"Bene. Le cose stanno così, dunque. Bene! -ripetè- Potete benissimo andare fuori da casa mia! Per domani sera vi voglio fuori di qui, o sulle ginocchia ad implorare perdono!"

 

Così dicendo se ne andò. Mia madre continuava a fissarmi senza dire una parola, ma io non mi mossi finchè non sentii il rumore del portone che sbatteva. Poi, tranquillamente rientrai nella mia camera, lasciando la porta aperta così che se avesse voluto, mia madre avrebbe potuto seguirmi. Aprii tutti gli armadi e tirai fuori il baule incantato più grande che possedevo.

 

Cominciai a metterci dentro le attrezzature e gli ingredienti indispensabili per le pozioni, poi i miei libri, le cose per la scuola, e poi i vestiti che scelsi di portarmi. Durante queste operazioni mia madre mi guardò senza dire una parola.

 

All'improvviso mi chiese, la sua voce lenta, come nel sonno "Che fai...?"

 

"Preparo le valigie. Per andarmene. E se vuoi il mio consiglio, penso proprio che faresti meglio a farlo anche tu. Potrebbe essere la tua ultima occasione per andare via da questo posto maledetto."

 

La vidi abbassare lo sguardo e chiedere con un filo di voce che senza il mio udito sviluppato non sarei di certo riuscito ad intercettare "E...dove vuoi andare...?"

 

"Dovunque! -sbottai io a quel punto! Come poteva preoccuparsi di dove andare? Per me era evidente che qualsiasi posto sarebbe stato meglio di quel posto! Ma poi dissi, calmo ed il più gentile possibile- Vieni anche tu...?"

 

Un minuto passò senza che lei mi rispondesse, così continuai a fare la mia valigia. Per un istante credetti fosse veramente impazzita, ma quando sentii la sua risposta, ne fui convinto.

 

"Io credo che... dovremmo restare..."

 

"Per fargli da servi? Per umiliarci a chiedergli scusa per colpe che non abbiamo? Ed hai una vaga idea sul perchè lui mi voglia inginocchiato davanti a lui?" Dissi tranquillamente, suggerendole la verità.

 

Per qualche secondo non mi rispose, rimanendo nel suo stato quasi ipnotico, ma poi aggrottò le ciglia in segno di concentrazione, e ci arrivò, finalmente. La sua faccia stupita e piena di orrore.

 

"Lui...lu...che...che cosa ti ha fatto, Sev...?!"

 

Stava evidentemente per piangere. Io non le risposi, ci guardammo negli occhi per un lungo minuto. Poi dissi

 

"Non so tu...ma io ora preparerò le valigie, cenerò con calma, mi farò un bagno rilassante, ruberò qualche libro dalla sua preziosa biblioteca, dormirò, e domani mattina andrò in città a cercare una stanza dove restare finchè non avrò trovato una sistemazione permanente. Tu cosa farai?"

 

Per un po' parve indecisa, ma poi mi guardò sicura e disse "Farò anche io la mia valigia, cenerò con te, mi farò un bagno anche io, mi preparerò per la notte, poi gli ruberò i soldi che tiene nella cassaforte, dormirò, e domani mattina ce ne andremo a Londra."

 

"Sembra perfetto." Dissi sorridendole, orgoglioso di lei.

Lei sorrise. Aveva un aspetto così gentile, ed un viso così dolce. Prima che si ritirasse per attuare i suoi progetti, però, ritenni opportuno fermarla per dirle "Ah, mamma...?"

 

"Cosa c'è?"

"Sono un vampiro..."

 

Lei mi guardò negli occhi in modo intenso, tanto che credetti sapesse leggere nella mente anche lei, poi, semplicemente alzò le spalle. Io spalancai gli occhi stupito. Tutta qui la sua reazione? Lei mi sorrise e sparì fuori dalla stanza. Anche io sorrisi a me stesso. Avevo veramente una mamma unica... anche se forse con qualche rotella in meno...

 

 

Il nostro piano proseguì in modo del tutto tranquillo e senza fretta alcuna. Ci eravamo dati appuntamento nel salotto per le nove dell'indomani mattina, davanti al camino, per dare inizio alla nostra grande fuga, ma lei tardava. Passarono le dieci, le undici, ma lei non si vedeva. Io non mi mossi da lì, troppo distratto a guardare con i miei nuovi sensi i disegni del tappeto. Non avevo mai notato quanto fosse straordinario!

 

Ammetto che pensai di arrotolarlo e mettere nel baule anche quello! Solo che poi mi invaghii anche della carta da parati e degli intagli del camino, così ritenni più salutare scartare l'idea... mia madre si fece finalmente viva a mezzogiorno. Le sorrisi quando la vidi quasi euforica...!

 

Non ebbi nemmeno il coraggio di chiederle il perchè di un simile ritardo. Non sarebbe stato educato chiedere ad una donna perchè arriva tardi.

 

"Andiamo" sorrise, prese la polvere da una ciotola vicino al camino, e me la diede. "Vai prima tu."

 

Feci un passo nel camino, scandii bane le parole "Diagon Alley!" e un minuto dopo mi trovavo la, un po'strapazzato, ma sano, e nel posto giusto. Poco dopo mi seguì anche lei. Trovammo una stanza singola al Paiolo Magico, visto che lei non voleva dormire da sola. Pranzammo, e ci dedicammo a disfare i bagagli. Arrivò presto sera. Mentre ci stavamo silenziosamente preparando per la notte, lei disse

 

"Non posso crederci...alla fine l'ho fatto...!" Lasciai che il silenzio aleggiasse per qualche secondo, poi "E ne sei felice?"

 

"Si." sorrise ancora. Non la vidi mai sorridere tanto come in quei giorni. Un po' per la felicità vera e propria, un po' per l'isteria del momento. Doveva essere tutto nuovo per lei. Non aveva mai vissuto con le sue forze, si era sempre dovuta affidare prima ai suoi genitori, poi a suo marito. Mi faceva perfino tenerezza!

 

Una volta nel letto, lei mi strinse a se, come quando ero piccolo. Passarono i minuti e nessuno dei due dormiva, io mi lasciavo cullare dal battito del suo cuore che, notai, a volte accellerava probabilmente al pensiero della giornata trascorsa. All'improvviso disse piano col cuore che batteva a mille

 

"Ho riempito la casa di incantesimi-trappola prima di andarcene..." Rise un po' nervosamente, e per l'ennesima volta nella giornata disse "Non ci posso credere."

 

Io sorrisi divertito al pensiero delle trappole che mia madre aveva seminato in giro. E dovevano essere tante, considerata la quantità di tempo che ci ha impiegato a seminarle...!

 

"Hai fatto bene." La incoraggiai , e ridemmo per un po'. Poi lei disse ancora, ma con un tono cauto

"Si arrabbierà molto..."

"Già..."

 

Silenzio. Parlai ancora solo quando la sentii tremare leggermente.

 

"Ma non potrà farci più nulla, ormai." Lei mi strinse un po'di più, poi sussurrò

"Grazie -mi baciò la fronte- buona notte piccolo vampiro."

 

Questa sarebbe potuto essere il perfetto finale per una storia strappalacrime, ma in tutta sincerità quella notte non andò a finire così.

 

Per quanto mi sarebbe piaciuto addormentarmi, qualche ora più tardi, la fame tornò ad invadermi in tutta la sua potenza, tenendomi sveglio, e non nego che stare così vicino ad un corpo umano era una tortura. I miei sensi mi tentavano da tutte le direzioni, e le mie viscere erano in fiamme...

 

Mi alzai dal letto senza svegliare mia madre, e feci quella che ritenni la cosa più elettrizzante della mia vita fino a quel momento... uscii nel mondo babbano.

 

Vagai per ore, ascoltando i pensieri dei babbani che camminavano per le strade...dovevo sembrare poco più di un fantasma... i suoni della città mi assordavano, e gli odori nauseabondi dei gas di scarico mi facevano venire voglia di buttarmi per terra e rotolare come un cane in preda all'esaurimento nervoso! Comunque cercai di ignorare tutte queste cose. Ero concentrato solo sui pensieri delle persone.

 

Solo inconsciamente sapevo cosa stavo cercando, ma quando lo trovai, qualcosa dentro di me gridò, e divenni immediatamente cosciente della mia natura. Era uno stupratore. Mi sembrava di stare per esplodere, sentivo l'eccitazione montare dentro di me, sentivo di volerlo! Volevo MODERLO!

 

Lo feci.

 

E cosa vi aspettate che sia per un vampiro bere del sangue da una persona? Qualcosa come consumare un normale pasto? Ammetto che anche io lo pensavo... prima di provarlo.

 

Mentre tenevo le labbra sul suo collo, insieme al suo sangue, bevvi tutti i suoi ricordi, uno per uno in una corrente d'estasi. Non mi ero mai sentito meglio! Quello che provai posso definirlo solo come PURO PIACERE. Pura lussuria per il suo sangue, per la sua cattiveria, per tutto ciò che aveva da darmi. E mi diede tutto.

 

L'ho odiato, l'ho amato come un figlio, e mi sono commosso quando l'ho avuto tra le braccia, sentivo il suo sangue pompare a mille, il suo cuore pulsare come un pazzo, per poi rallentare fino a fermarsi inevitabilmente. Sentii il suo sangue scivolarmi dentro e nutrire ogni singola cellula del mio corpo non-morto.

 

E fui invaso dal potere, sia fisico che mentale. Ed ebbi la certezza che da quel momento nessuno avrebbe più potuto farmi quello che QUELL'UOMO mi aveva fatto.

 

Per la prima volta ero completamente sazio. Mi ero nutrito come si deve, finalmente! L'udito non mi feriva più, l'olfatto mi infastidiva appena, e non mi sembrava possibile che fino a poche ore prima, mi riducevo ad una massa di sofferenza se non bevevo litri di pozioni calmanti.

 

Tutti i ricordi del mio dolore erano lontani al punto da sembrarmi irreali. I momenti in cui mi rotolavo sul pavimento della mia stanza con le mani sulle orecchie perchè di sotto qualcuno aveva rotto un bicchiere, o per le lezioni di piano della vicina di casa.

 

E per la prima volta, riuscii a vederlo come un DONO. Non mi sentivo più un mostro. Quell'uomo...quella feccia. Lo strinsi a me, e presi la sua vita, gliela strappai senza pietà, gli diedi quello che si meritava, lo feci disperare prima di ucciderlo! Lo punii col gusto di chi mangia un dolce.

 

E diventai forte. Mi fortificai.

 

Tornando indietro verso il Paiolo Magico, non pensai a nulla...camminavo in estasi, come in sogno, o sotto l'effetto di una droga. Tornato alla stanza che dividevo con mia madre, la trovai seduta a letto, completamente sveglia. Mi guardò, ma io non le dissi nulla. Chiusi la porta, e restai appoggiato a quest'ultima. Dopo un po', lei parlò.

 

"Stasera è stata la tua prima volta, vero?"

"Si."

"Hai preso... uno come lui?"

 

Annuii, ma non potei guardarla negli occhi.

 

"Severus... tu... tu sei... sei arrabbiato con me...? Per... per non averglielo impedito...?"

 

Restai scioccato. Come poteva pensare una cosa simile? Perchè avrei dovuto biasimare lei?

 

"No. Tu non lo sapevi."

 

"Già... ma... ci ho pensato tutta la notte, sai...? Era... tutto li, davanti a me. Io non ho mai... visto. Non mi sono mai... non mi sono mai accorta di nulla..."

 

"Ma nemmeno io ti ho mai detto nulla."

 

"Io credevo di conoscerti. Credevo di riuscire a capirti meglio. Se... se avessi saputo prima di tutto questo... probabilmente sarebbe tutto diverso... credo che non avrei esitato. Lo avrei ucciso con le mie mani."

 

Sorrisi. "Saresti ad Azkaban, ora. Ed io da solo. Probabilmente in uno di quegli orfanotrofi babbani dove i bambini vengono molestati continuamente e venduti ai trafficanti di organi."

 

"Io...sono molto arrabbiata con me stessa... e con lui... non l'ho mai odiato come adesso."

 

"E' finita, ora. Ed io non voglio che lui continui a condizionarci la vita più di così. Certo... sono stati brutti momenti, ma il tempo non si ferma solo perchè lo vogliamo noi. Và avanti e il tempo per riprenderci dobbiamo farcelo bastare, o getteremmo via la vita a rimuginare sul passato. E poi ora siamo liberi, il che mi fa ben sperare."

 

Le sorrisi dolcemente, wow, avevo fatto il discorso più lungo della mia vita! Lei contraccambiò il sorriso.

 

"Liberi?" Chiese quasi come se avesse veramente bisogno di un'ultima conferma per poterci credere.

 

"Liberi." Confermai.

"Per sempre?"

"Per sempre. Te lo giuro."

 

Detto questo, lei mi invitò di nuovo a letto. "Vieni. Torna a dormire." Annuii, e stavolta, dormii per tutto il resto della notte, fino al pomeriggio seguente. Libero da paure o incubi. Tutti e due lo eravamo ormai. Così è andata.

 

Anche questa potrebbe sembrare la fine della mia storia, ma non lo era. Questo era solo l'inizio. Tutto cominciò così...

 

Non avevamo più nulla, eccetto la nostra libertà. Ci era tornata spesanza nell'avvenire, ed a me personalmente veniva da sorridere... in fondo... la scuola stava per ricominciare...

 

 

                                                                       

FINE PRIMA PARTE.

 

 

*La canzone all’inizio del testo è ‘Bulletproof’ dei Radiohead.

  
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