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Autore: Iuvenia    31/12/2011    3 recensioni
Darren ha una missione, uccidere. Questa volta però la vittima diventerà il suo salvatore, colei che gli ruberà il cuore. Il titolo è ancora provvisorio.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3


Guardai la ragazza allontanarsi, finché non scomparve dietro un vicolo. Scesi le scale e superando il negozio di quadri raggiunsi la libreria, vicina al mio appartamento. Morivo dal sonno, mi cambiai in fretta e infine a letto. Il mattino seguente mi svegliai presto per prepararmi, il capo aveva provveduto a prendermi uno zaino e tutti i libri che mi servivano, inoltre avevo anche l’orario che per fortuna non era molto pesante. Non sapevo dove si trovasse l’edificio scolastico ma dopo svariate indicazioni lo raggiunsi e per fortuna in orario. La mia classe era al primo piano, il 5 C, un aula spaziosa e ancora vuota. Occupai l’ultimo posto e aspettai l’arrivo di altri ragazzi, chi sarebbe stato il mio compagno di banco?
 
Non entravo in una scuola da 3 anni; le aule, i banchi, i ragazzi, ricordi lontani di una pessima infanzia. Rammentavo ogni attimo di allora, quando rimanevo isolato dagli altri, le ingiustizie che subivo e le faticose ore di allenamento che mi aspettavano al mio ritorno. Non avevo i genitori, o almeno così il mio capo mi aveva riferito: trovò il mio corpo davanti al cancello di casa sua, avevo solo alcuni mesi e lui mi aveva accolto sfamandomi e mandandomi a scuola. In cambio io lavoravo per lui; trovavo persone che lo avevano imbrogliato e gliela facevo pagare oppure uccidevo direttamente i suoi nemici. Già a 4 anni pagò un insegnante privato per permettermi si avere un’istruzione, voleva l’eccellenza in tutte le materie ed io cercavo di fare del mio meglio per non deluderlo. A 16 anni ero già molto intelligente, sapevo bene 3 lingue: inglese, francese e spagnolo, eccellevo nelle materie scientifiche ed ero abile nel combattimento, infine, compiuti gli anni, assieme a dei suoi scagnozzi incominciai anche io ad andare in missione.                                      
< Buongiorno ragazzi >
Al saluto della professoressa ci alzammo tutti in piedi, ricambiando il buongiorno per poi iniziare l’appello.
< Vedo che c’è un nuovo studente, Darren. Mi chiamo Sandra Damiani e insegno latino. Dopo verrai con me nell’aula docenti e mi dirai che argomenti hai fatto precedentemente così almeno non avrai problemi con la mia materia va bene? >
< Certo, professoressa >
Mentre la Damiani spiegava gli argomenti che avremmo trattato quel anno, osservai bene i ragazzi nella stanza, fino ad arrivare al primo banco, occupato dalla sorella della vittima. Accanto a me c’era un ragazzo alto, moro dagli occhi chiari che indossava una maglietta bianca e celeste e con la scritta Lazio, di sicuro amava il calcio. Suonata l’ora la professoressa uscì avertendomi che mi avrebbe chiamata lei fuori, prima voleva avvertire il professore che doveva arrivare.
L’insegnante che seguì era quello di Fisica, un uomo di meria statura, calvo con indosso una camicia verde fluo:
< Buongiorno ragazzi >
Come accaduto nell’ora prima, anche con questo professore feci lo stesso discorso e poi fui chiamato dalla Damiani fuori.
< Qui troverai gli argomenti che faremo, e quelli dell’anno scorso, tu dove eri arrivato? >
Bene o male ricordavo tutti gli argomenti ma preferii dirle che degli argomenti del 5° non sapevo nulla.
Terminato l’incontro con la professoressa, decisi di prendermi un caffè alla macchinetta, il corridoio era vuoto e di sicuro a nessuno avrebbe dato fastidio. In classe c’era molta confusione, il professore leggeva una rivista mentre gli altri stavano in giro per l’aula aspettando la campanella. Tornai al mio posto, tutti si erano riuniti a gruppi ed io ero l’unico a stare solo; presi il telefono e cominciai ad ascoltare la radio finché non suonò la ricreazione. La mensa era una stanza enorme e ospitava tutti gli alunni nella scuola. Il piatto del giorno era pasta e insalata; a servire c’erano 2 donne di mezza età molto gentili con tutti, a differenza di quelle che si vedevano nei film. Mi sedetti in un tavolo vicino alla finestra e cominciai a mangiare guardandomi un po’ intorno, cercando la mia vittima. Sedeva a tre tavoli di distanza dal mio assieme ad alcune ragazze, la prima di media statura dalla capigliatura rossa e stava di spalle, la seconda era castana, con un viso veramente perfetto, mai visto prima. La terza, alzatasi in piedi quando un ragazzo l’aveva chiamata per nome, Doriana, era mora con gli occhi verdi. Sarebbe stato difficile avvicinarmi a lei senza dare nell’occhio, dovevo trovare un modo e alla svelta.
< Posso sedermi? > Chiese un ragazzo che, se la memoria non mi ingannava, si trovava nella mia classe.
< Si >
< Come al solito tutto pieno qui >
< Ho notato >
Mangiammo in silenzio fino alla fine della ricreazione, avevo sempre odiato i primi giorni di scuola e di sicuro non avrei cambiato idea. Le ore successive trascorsero subito, le materie erano leggere e non mi annoiai molto. All’uscita, il capo mi chiamò:
< Come è andato questo primo giorno? >
< Bene, sono stato fortunato nel trovarla subito, devo solo scoprire il modo di avvicinarmici, ha 3 buone amiche, dovrò tenerle d’occhio se mi daranno problemi >
< Ho capito, ti manderò una lista con tutte le alunne della sua classe assieme a delle foto >
< Si, perfetto! >
< Ti richiamerò tra qualche giorno, se ci sono novità o ti serve qualcosa mandami una mail >
< Si capo >
Arrivato a casa trovai il finimondo, giocattoli ovunque, i giornali, messi apposta per i suoi bisogni, erano ridotti a pezzi, l’acqua della ciotola rovesciata a terra:
< O mio Dio > Furono le uniche parole che seppi dire. Quella furia di Lucifero mi saltò tra le braccia contento del mio arrivo e io non sapevo se prenderlo a calci nel sedere o lasciarlo fuori. Gli urlai contro, gli dissi che era stato cattivo e lo rinchiusi in bagno, dove pianse per una buona mezz’ora mentre io sistemavo. Quando lo lasciai uscire sgattaiolò fuori con la coda tra le gambe, sdraiandosi nella sua cuccia e osservando ogni mio movimento. Dopo pranzo controllai la mia mail, trovando il documento con la lista degli alunni della classe di Azzurra e anche della mia. Il ragazzo con cui avevo parlato oggi era un giocatore di calcio, come l’altra metà degli alunni, il resto preferiva il basket. Le due ragazza che stavano con lei a mensa, oltre a Doriana, erano Lea, una ragazza oltre che bella, intelligente e Rachel, normale studentessa liceale. Come potevo avvicinarmi a loro senza dare nell’occhio? La risposta giunse subito dopo; il mio compagno di banco era il fratello maggiore di Doriana, avvicinandomi a lui mi sarei avvicinato alla sorella e di conseguenza a colei che mi interessava. Lui era il capitano della squadra di calcio ed io avrei dovuto fare in modo di entrarvi in qualche modo. Erano le 3 del pomeriggio quando decisi di uscire con Lucifero, mi ero stancato di stare a casa e anche lui. Fuori c’era il sole e un’oretta fuori non avrebbe fatto male a nessuno. Non c’erano molte persone per strada, i negozi erano ancora chiusi, solo alcuni bar avevano dei clienti. Mentre camminavo vidi in lontananza Jane assieme a un ragazzo. Da come si comportavano dovevano stare insieme e non seppi in quel momento se quello fosse un punto a mio favore o no. Lucifero, vedendoli arrivare corse verso di lei saltandole sulle ginocchia:
< Ma che carino che sei > Disse lei abbassandosi e accarezzandolo.
< Scusalo >
< Tranquillo, ho anche io un cane a casa! Ah, ma tu sei quello nuovo, come va? >
< Tutto bene grazie, tu? >
< Bene, ci vediamo domani a scuola, ciao! >
< Ciao, a domani >
Il ragazzo, che non aveva spiccicato parola, mi scrutava attentamente, molto serio e solo alla fine sorrise lievemente, non gli stavo molto simpatico. Ritornando a casa trovai Giacomo ad aspettarmi:
< Ma guarda che bella coppietta felice >
< Chiudi il becco >
< Scusa, volevo essere gentile >
< Vedo, cosa ci fai qui? >
< Mah, nulla… dai raccontami come è andata questo primo giorno! >
< Prima entriamo! Voglio bere qualcosa e credo anche lui >
Gli offrii una birra e sedendoci sul divano, cominciai a raccontargli quello che era successo. Narrando quegli avvenimenti mi sembrò di ritornare indietro nel passato, al mio primo giorno di scuola quando avevo 4 anni. Nella mia classe c’erano pochi bambini, se non ricordo male 7, per lo più maschi. Giacomo era uno di loro, l’unico che si avvicinò a me e mi trattò come un essere umano. Con lui avevo imparato a capire cosa volesse dire avere un amico; litigavamo spesso, lui era molto orgoglioso e io ancora di più ma l’amicizia conta di più e riuscivamo sempre a risolvere le nostre divergenze. Lui era il fratello che mi mancava, col quale mi cacciavo nei guai e anche se avevo torto mi difendeva sempre. Dopo 9 anni ci separarono, io rimasi nello stesso posto mentre lui cambiò città; solo quando cominciai le missioni ci rincontrammo, lavorammo anche insieme qualche volta e quando potevamo uscivamo insieme ricordando i vecchi tempi. Era tutto cambiato però, lui era diverso e anche io.
< Bhe dai, non è andata malissimo! Comunque il capo mi ha mandato per darti una mano. >
< Non è tanto semplice la situazione… >
< Lo so, ma ricorda che a calcio sono sempre stato migliore di te, avremo più possibilità e comunque in caso non riusciamo a risolvere nulla il capo chiamerà Kassy >
< Scherzi vero? Ci manca solo lei, no dovremo farcela insieme. >
< L’iscrizione l’ho già fatta, starò nella tua stessa classe >.
< Perfetto, diciamo di essere parenti? >
< Bhe se diciamo di essere fratelli credo sia meglio, in caso chiedano perché non sono venuto oggi gli diremo semplicemente che stavo in viaggio e sono tornato oggi >
< Va benissimo! Dove dormi? >
< Di sicuro non sul divano… mi sembra che hai un letto abbastanza grande > Disse sorridendo.
< Ok, ok ma visto che vivrai qui sarai tu a portare il cane fuori la mattina, io a pranzo quando torniamo, tu il pomeriggio e infine la sera io >.
< Come vuoi! >
La sua macchina era già parcheggiata accanto alla mia con le valigie all’interno, per fortuna l’armadio era abbastanza grande per entrambi. Quello che più interessava a me era il fatto che Giacomo sapeva cucinare benissimo mentre io ero una frana ai fornelli.
< Porto Luc fuori, ho messo tutti i piatti nel lavandino, questa settimana tocca a te a lavarli >
< Non mi avevi informato anche di questa cosa… >
< Adesso lo sai! >
Erano le 10, gironzolai da quelle parti sperando di incontrare Azzurra. Questa volta faceva veramente più freddo e io già mi ero stufato di aspettare, ma dovevo. Dopo un ora le mie preghiere furono accolte, la vidi correre da un vicolo e fermarsi appena il suo animale aveva visto il mio. Si avvicinarono entrambi cautamente, si annusarono e cominciarono a rincorrersi:
< Luc, smettila! >
< Gabe, basta! > Disse lei tirando il guinzaglio. < Scusalo, di solito non da molta confidenza agli altri cani, è la prima volta che fa così >
< Ah, il mio l’ho avuto appena ieri quindi non so bene come si comporta con gli altri cani >.
< Vedo > Disse ridendo < non ti da molto retta >
< Eh già… >
< Vado, ci vediamo! >
< Ciao >
A casa Giacomo stava guardando la TV e mangiava delle patatine, sdraiato sul divano:
< E’ un ora che sei uscito, ti sei perso? >
< No, ho aspettato Azzurra! >
< La prossima volta esci più tardi almeno non rimani fuori come un idiota. >
< Lo farò di sicuro, io vado a letto che sono stanco >.
< Tra poco vengo anche io >
Non mi allettava molto dormire con lui ma di certo non sarei stato io quello a dormire sul divano, mi sarei abituato anche a questo. 


Angolo dell'autore
Sera a tutti, ecco il terzo capitolo... non avvengono cose molto importanti, e c'è di nuovo il cane che so non sta molto simpatico ma che è importante a mio parere. L'ho riletto più volte e la punteggiatura mi sembra messa bene, non dovrebbero esserci errori di battitura, a meno che non mi siano sfuggiti. Non ci sono molte descrizioni questa volta quindi spero che la lettura sia più fluida. Il capitolo inizia quando lei se ne va e lui torna a casa... l'ho scritto perchè vorrei che i capitoli più compatti, sperando che non venga una cosa brutta. Spero che vi piaccia, un bacione e visto che oggi è l'ultimo, vi auguro un buon anno a tutti =)

  
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