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Autore: rei__    31/12/2011    3 recensioni
dalla storia: "Ciao.
Che altro devo dire in questi casi?
Ciao, perchè è quello che ti avrei detto se fossi qui...e quindi te lo dico anche ora che non ci sei...."
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ciao.

Che altro devo dire in questi casi?

Ciao, perchè è quello che ti avrei detto se fossi qui...e quindi te lo dico anche ora che non ci sei.

Dicono che ci ricordiamo delle persone quando queste non ci sono più, ed è vero.

Mai come in questi giorni ti ho pensata.

Prima nella mia mente restavano solo i ricordi tristi, quelli del tuo funerale, quelli che avevano dentro le immagini di fiori tristi e legno scuro.

Quelli con la foto di te stanca, con i capelli poco curati e gli occhi azzurri spenti.

Tu l'avresti odiata quella foto zia...lo so. Perchè ora mi vengono in mente ricordi più lontani, quelli di una te più giovane, coi capelli grigi e bianchi sistemanti dalla permanente, il rossetto rosso e quel profumo a cui mai ho saputo dare un nome.

E nei miei ricordi sei così, col filo di perle bianche attorno al collo, gli orecchini e un vestito blu.

Sono sicura che avresti preferito una foto del genere.

Magari con quel cipiglio da comandante che ti si attribuiva così bene.

Ora non ci sei, e io avrei solo voluto venirti a trovare più spesso. Ora e tardi, e non so quanto senso abbia a questo punto portare fiori a quella tomba grigia. Le tombe sono per i vivi, per illuderli che qualcosa rimanga.

Non è vero, lo so. Perchè fra pochi anni tu non ci sarai più, il tuo corpo sarà cenere,

e fra ancora più anni è possibile che nemmeno quella lapide grigia ci sia più.

E non è vero che continueremo ad esistere coi ricordi. Non ci credo più. Perchè io ti ricorderò zia, i miei figli ti ricorderanno tramite i miei racconti, ma quando anch'io non ci sarò più, presto verrai dimenticata, non esisterai più nemmeno nei ricordi. Così non esisterò più nemmeno io.

Ma sai una cosa zia?

Nel mio piccolo, io non ti dimenticherò.

Non dimenticherò le lamentele di me bambina quando non volevo venire da te a fare lezione.

Non dimenticherò il grande appartamento che dava sul mare, con quel salone immenso e pieno di oggetti intoccabili, per la me di allora.

Non dimenticherò la piccola cucina, inondata dalla luce arancione, dove passo per passo mi hai insegnato cosa fa di un uomo tale.

Leggere e scrivere.

Ricorderò le ore passate ad aggiustare le mie lettere storte, dei piccoli sgorbi dicevi...ci tenevi tanto che avessi una bella calligrafia!

E poi mi prendevi la mano e mi aiutavi a tracciare tutti quei bei segni.

Ricorderò quando mi intimorivi rimproverandomi ma anche le caramelle che mi davi prima che tornassi a casa.

Ora sorrido pensando a quelle ore passate fra dettati e copiati.

“devi imparare a leggere” dicevi “così potrai leggere da sola le favole”.

L'ho fatto zia, e tante favole e racconti mi hanno accompagnata fin'ora.

Chissà forse ora mi guardi scrivere, e sei contenta del fatto che ho imparato a mettere la “m” prima di ogni “p” e “b”, ma forse più probabilmente hai assunto il tuo cipiglio perchè proprio non sei riuscita a farmi avere una bella calligrafia.

Magari non mi guardi proprio, perchè non esisti più, e il paradiso di cui mi avevi tanto parlato era solo una fra le tante favole.

Forse mi sta bene comunque...magari aveva ragione Epicuro che diceva”siamo come una lanterna che se non soffriva prima di accedersi non soffrirà sopo essersi spenta”, e in tal caso non soffri più... ne vedi cosa ti sei lasciata alle spalle.

In ogni caso, non saprò mai quale delle due ipotesi è esatta.

Mi dispiace zia.

Mi dispiace per non esserti più venuta a trovare, e mi dispiace che tu te ne sia andata così...senza che ti potessi salutare.

Vorrei tornare indietro, lo giuro...

anche solo per venire un ultima volta a trovarti, a dari un bacio su quella guancia morbida e rugosa, per passare un po' di tempo con te...per ringraziarti e vederti mangiare quel plumcake che ti piacevano tanto.

Vorrei rivederti per ringraziarti e chiedere scusa.

Ma non si può, lo so.

Non mi resta altro che immaginarti com'eri nella mia infanzia.

Seduta su una sedia di plastica nel tuo terrazzo di mattoni rossi.

Circondata dalla rose magiche che coltivava lo zio...nessuno sa come ci riuscisse, ma erano sempre fiorite...sempre.

Ti immagino mentre tieni sulle gambe il telaio del punto-croce e provi ad insegnarlo a mia sorella. Poi arriverà lo zio, e tu gli dirai “perchè non porti le bambine alle giostre?”. Anche se sai che lo zio ci avrebbe portato in ogni caso.

Non è male ricordarti così.

Riesce a scacciare il freddo dei ricordi tristi.

Ciao zia.

Grazie, e scusami.

 

 

 

  
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