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Autore: AliceWonderland    31/12/2011    0 recensioni
E' giunto il momento per Valon, Alister e Raphael di riprendere in mano le proprie vite e di lasciarsi finalmente alle spalle la triste avventura vissuta alla Doma. Quale futuro attende i nostri tre baldi giovani? Riusciranno a coltivare la loro amicizia? E quali sentimenti sbocceranno ora che l'Orichalcos è svanito per sempre dalle loro vite? No Pro! Ad offrire loro aiuto ci penserà... (Pastshipping)
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Doma, Maximilian Pegasus, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: i personaggi presenti in questa fanfic appartengono al loro rispettivo creatore. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro. Buona lettura!



-06: L'armata Pegasus! Il destino di un'amicizia che brillerà nel firmamento!-



-Come sarebbe che non potete intervenire prima del trascorrere delle ventiquattrore?! Ma starete scherzando, spero! Avete idea di quante cose possono accadere nell'arco di ventiquattrore?!- ruggì Alister, furibondo, sbattendo la cornetta, sotto gli sguardi atterriti di Valon e dei dipendenti del ristorante.
-C-calmati, Ally, aspetta, non esagerare…-;
-Ragazzo, dì alla tua amica di abbassare la voce, o farà scappare tutti i clienti- lo ammonì il proprietario, facendo capolino dalla sala.
-Ci scusi, capo-;
-SONO UN RAGAZZO!- replicò Alister, battendosi un pugno sul petto, prima che il biondo gli posasse una mano sulla bocca, zittendolo.
-Calmati, non risolveremo la faccenda alzando la voce- gli bisbigliò -Su, sediamoci-;
-Bah! Non risolveremo nulla nemmeno affidandoci alla polizia, se è per questo-;
-Non fino a quando gli parlerai in toscano stretto, perlomeno- gli fece notare Valon, prendendo posto ad uno dei tavoli - Conoscendola, basterà limitarsi ad attendere. Se ci pensate, Charlotte è abbastanza appariscente come personalità. Non tarderà a darci un segno della sua presenza-;
-Fai lo spiritoso? Valon, è per colpa tua se siamo finiti in questo guaio- sibilò il rosso.
-Eh?- balbettò l'interessato -Ma io che ho fatto?-;
-Per prima cosa sei sparito dall'ospedale senza...-;
-Ospedale? Io non sono mai stato in ospedale in tutta la mia vita-.
I due compagni di viaggio lo fissarono, perplessi: -Eh?-;
-Ma non eri ricoverato al St. Jullian, a Los Angeles?- gli domandò il francese, stranito.
-Certo che no. Mi sono svegliato qui, a casa mia-;
-A casa tua?- ripeterono Alister e Raphael, colpiti.
-... ve l'ho già detto che siete inquietanti quando parlate all'unisono?-.
-Com'è possibile? Tu hai una casa?-;
-In effetti, la cosa è piuttosto strana, dato che non ricordo assolutamente di aver messo piede in alcuna agenzia immobiliare, nell'ultima settimana...-;
-Bella fregatura- disse Alister, invidioso -Lui si prende la casa a Barcellona e noi la mocciosa petulante e logorroica con la sindrome di Stoccolma- sbottò -Hai una spiegazione al riguardo? Questa storia comincia ad essere inquietante-;
-Non saprei, Alister- mormorò Raphael, meditabondo -Ma potrebbe esserci un nesso tra chi ha dato una casa a Valon, e chi ha rintracciato i soci dell'azienda di mio padre...-;
-Mh? L'azienda di tuo padre?-;
-A breve rientrerà in possesso dell'azienda di famiglia e di tutti i suoi beni- lo precedette il rosso -E siamo alla stranezza numero due- sottolineò torturando la cannuccia fra i denti.
-Sarai a capo di un'azienda?- esclamò Valon, sgranando gli occhi cerulei -Ma è incredibile, Raphael! Diventerai un pezzo grosso! Dimmi, Ally, è successo qualcosa di bizzarro anche a te? Non so: un attico alle Maldive, un santuario interamente d'oro alle pendici dei monti tibetani, o un'oasi super accessoriata nel deserto?-;
-No, Valon. A me non è successo nulla di particolarmente rilevante, escludendo tutto quello che hanno dovuto sopportare i miei poveri nervi dal giorno in cui mi sono risvegliato su quel letto d'ospedale, a questa parte- sibilò l'interessato, mentre il suo gelato si squagliava a vista d'occhio sotto gli sguardi sgranati dei due amici.
-Ehm... wow, capisco-.

Intanto, per i cieli...
-Insomma, questo aereo non può proprio andare più veloce?-;
-Signore, il concorde viaggia già a velocità supersonica. Se ancora non le basta, poteva noleggiare lo Space Shuttle- brontolò il pilota, annoiato dalle continue lamentele dell'ansioso principale.
Maximillian Pegasus sospirò affranto e rassegnato, riprendendo posto e tentando di scacciare dalla propria mente i suoi pessimi presentimenti...
Charlotte rapita. Ma com'era potuto accadere una seconda volta? Certo, soltanto un mese prima non avrebbe potuto fare granché per lei, dato che gli era stata sottratta l'anima da Mai Kujaku, ma 'consegnare' una seconda volta, da vivo e vegeto, la propria nipote in mano ai medesimi malfattori era proprio da idioti!
-Che dirò a suo padre e a sua madre, per Diana!-;
-Signore, non deve preoccuparsi. Sono sicuro che miss Charlotte gode di ottima salute-;
-Il signor Crokets ha ragione, Mr. Pegasus- asserì Saruwatari -Raggiungeremo Barcellona fra un'ora esatta- aggiunse fissando l'orologio da polso -Perché, nel frattempo, non degusta un buon vino e prova a rilassarsi?-.
Crokets diede man forte al collega, servendo prontamente una bottiglia ed un calice al multimiliardario.
-Ma come potete chiedermi di bere in un momento simile?!... S-solo un goccetto, magariUH? Buahahah! Oh, Charlotte!- latrò l'uomo, allontanando il vino e tornando a tirarsi i capelli, disperato.
Saruwatari prese la bottiglia, percorrendone l'etichetta con lo sguardo: -Signor Crokets, proprio un vino prodotto a Charlotte, North Carolina, doveva servirgli?-.
-Mi perdoni, signor Pegasus! Non ho prestato attenzione a... Signore!?-;
-CHARLOTTE-GIRL, RESISTI! STO ARRIVANDOOO!- urlò l'uomo, alle spalle dei due, indossando il paracadute e correndo verso il portellone, bloccato in tempo da hostess e personale -Lasciatemi! Perché vi mettete contro Maximillian Pegasus?! E' una congiura, forse? Siete anche voi d'accordo con quei dannati rapitori? Prendete me e risparmiate Charlotte!-;
-Ma no, signore, cosa vuole fare!? Si calmi! Non può paracadutarsi nel bel mezzo dell'oceano Atlantico, a cinquemila piedi da terra, ci pensi bene...!-;
-CHARLOOOOOTTEEEE! TRANQUILLA, TI SALVERO' DA QUELLE CANAGLIE!-.

-EEE-TCHUM!-.
Tre starnuti si levarono dal piazzale della Sagrada, facendo trasalire stormi di piccioni che tornarono, pochi attimi dopo, a rasentare terra con le ali bigie.
-E' come se qualcuno parlasse costantemente di noi, da quando siamo partiti...- disse Raphael, alzando lo sguardo verso il cielo coperto.
Alister lo seguì a ruota, stizzito: -Mi auguro in bene. Con tutto quello che stiamo passando, sicuramente, avremo già un posto riservato in paradiso- brontolò, mentre Valon ridacchiava divertito al loro fianco.
-Da come ne parlate, dev'essere stato un viaggio davvero movimentato. Quasi quasi vi invidio...-;
-Tzè! 'Movimentato' è un termine che sminuisce l'intera vicenda, Valon- replicò, secco, l'italiano, a braccia conserte -E' stato un inferno!-;
-Non è andata sempre così male- si intromise il compagno di viaggio, lanciandogli un'occhiata eloquente.
-S-sì, va bene. Diciamo che è stato un cinquanta e cinquanta-;
-E' sempre la solita, vero?- sospirò lo spagnolo -Però, se non ci avesse pensato lei, noi tre non ci saremmo mai più ritrovati-.
Alister inarcò le sopracciglia, scuotendo il capo, esasperato: -Possibile che tu debba sempre difenderla, Valon? Cresci un po', per favore-;
-E-ehi, ma no, è che lei è fatta così. A volte è un po' drastica, ma non è malvagia... Credo-;
-Ah! Ciao ragazzi!-;
-Ciao, Charlotte- salutarono, incuranti, i tre, per poi sobbalzare, -... CHARLOTTE!-.
La ragazzina sventolò le mani verso di loro, mentre un folto e rumoroso gruppo di persone la trasportava sulle spalle, lungo il centro.
-Ma cos’è questa bolgia?!- esclamò Alister, viola mirtillo, evitando a fatica le spallate dei corteo.
-Ehi, Charlotte!-;
-Valon-boy, ci hai trovati! Ma allora non sei cretino come pensavo!-;
-Cosa?! Ma come sei finita là sopra?-;
-Non ne ho idea! So solo che passeggiavo per il quartiere, quando dei tizi mi hanno riconosciuta e mi hanno chiesto una foto ricordo, e poi mi sono ritrovata inspiegabilmente quassù, circondata da tutte queste persone! Tedeschi, cinesi, finlandesi, spagnoli...!-;
-E NON POTEVI DIRGLI DI LASCIARTI SCENDERE?-;
-NON CONOSCO TUTTE QUELLE LINGUE, SAI?!- replicò l'americana -Pensavo di aspettare che si stancassero e mi lasciassero scendere per riprendere fiato, ma quando il gruppo si è ingrossato hanno cominciato a darsi il cambio e non sono più riuscita a toccare terra!-.
Alister si stava strappando tutti i capelli.
-AAAH! SE ERA QUESTO CIO' CHE CI ASPETTAVA DOPO LEVIATANI E SOVRANI IMPAZZITI, TANTO VALEVA RESTARSENE AL SERVIZIO DI DARTZ- SAMA!-;
-Dobbiamo tirarla giù da lì- disse Raphael, fermandosi e guardandola allontanarsi verso la piazza.
-Ma hai visto che schieramento? Sarebbe come cercare di fermare un carro armato a mani nude- replicò l'italiano.
Gli occhi di Valon, dopo aver seguito per qualche minuto la 'processione', si illuminarono sotto le occhiate perplesse dei due amici: -E che sarà mai? Fino a una settimana fa saltavamo giù dai jet in volo con le moto. Mi è venuta un' idea, seguitemi!-;
-Eh?-.
-Ehi, là sotto!- protestò, nel frattempo, Charlotte -E' possibile evitare le buche e i marciapiedi? Quassù si sobbalza! Bah! Queste cose, a Madonna e a Britney Spears, non sono mai successe! Nh?-.
Un assordante rombo di motori interruppe i suoi pensieri, ed echeggiò per il circondario, costringendo il corteo a rallentare; frastornata dai sobbalzi improvvisi, l'americana si sporse in avanti, riuscendo a scorgere due moto e i loro proprietari bloccare la strada e insinuarsi tra la folla, disperdendola velocemente fra grida e fragore di brusche frenate.
-Charlotte, resisti!-;
-Valon-boy, but... cosa fai sopra a quella statua con la moto?-;
-La uso come trampolino!-;
-Ah, sì? Ma dai...-;
-ALLY, RAPH! CI SIETE?- domandò, nel frattempo, il ragazzo, sistemandosi gli occhiali sul viso, mentre i due compagni frenavano a pochi metri di distanza, alzando i pollici.
-Ehi, voi!- esclamò la ragazzina, guardandoli inchiodare e ripartire tra la gente, oramai sparpagliata per le vie del centro - Avete di nuovo l'Orichalcos in corpo, forse?!- strepitò mentre il moro dava gas e si lanciava verso di lei e contro il minuscolo gruppo, rimasto a sostenerla -AAAH! VALON-BOY, SEI UN FOLLEEEE!-strillò quando il ragazzo l'afferrò per la vita, caricandola sul veicolo.
-WUUUHUUU! Pazzesco! Avete visto che roba? Quella bruttura è un trampolino eccezionale!- esclamò lui, toccando terra e frenando davanti ai due compagni, mentre il blocco di marmo levigato gli crollava alle spalle, alzando un gran polverone.
-Ops-;
-Bel lavoro, Eddie Lawson…- commentò Charlotte, sardonica.
-Andiamocene- disse Raphael, impennando e allontanandosi dalla piazza assieme ai compagni.
-Io dico, non sarebbe stato meglio ritornare in albergo? Sono affamata e vorrei farmi un bagno-;
-Affatto, mocciosa. Attenderemo che si calmino le acque. Con tutto il trambusto che hai suscitato, a quest'ora, là davanti, ci sarà il caos- replicò Alister.
-Almeno io non ho rubato due moto, attentando alla vita di un corteo di poveri innocenti e distrutto una preziosa (per quanto incomprensibile) opera d'arte contemporanea- lo rimbeccò l'americana.
-Le abbiamo restituite, le moto; quella statua era orrenda, e poi senti chi parla di attentati alla vita di innocenti-;
-Senza contare che, raccontato in questo modo, fai sembrare il mio geniale piano per salvarti qualcosa di estremamente diabolico- aggiunse Valon.
-Lo era. Due anziani hanno sfiorato l'infarto, vedendoti piovere da quella statua, sopra le loro teste- gli ricordò Raphael, inarcando le sopracciglia chiare.
-Ehm... Ecco! Siamo arrivati!- tergiversò l'interessato, indicando una piccola e sobria villetta di due piani, affacciata sul mare.
-Incredibile… E' casa tua?- esclamò il rosso, a bocca aperta.
-Mi ricorda la casa sull'albero a due piani che lo zio Tex Pegasus mi costruì quando avevo cinque anni- sospirò Charlotte, intenerita.
-Un briciolo di umiltà, una volta tanto, sarebbe gradita, sai?- la riprese Alister -Specie per chi deve starti a sentire-;
-Ha davvero una bella posizione- osservò il biondo, salendo la scalinata e fissando il vialetto di palme che la costeggiava, -Molto bella, Valon-.
-Sì, ed è un quartiere parecchio calmo... be’, quando io non sono in casa. Ma conto di risolvere il problema quando avrò imparato a usare la lavatrice- ammise Valon, aprendo la porta su di un piccolo corridoio, e facendogli strada verso la rampa di scale di legno -A dire il vero, metà della casa potrebbe tranquillamente diventare un secondo appartamento, quindi pensavo di affittarlo- spiegò girando le chiavi nella toppa e facendosi da parte -Qui staremo più tranquilli. Di spazio ce n'è finché volete, sopratutto perché non ho ancora trovato il tempo e i soldi per arredarla decentemente-;
-Potrei prestarti il divano Luigi XIV che tengo nella mia casa sull'albero- propose Charlotte -Ha delle graziose nuance sul rosso porpora e verde pistacchio...-;
Alister la superò, esasperato: -L'umiltà, ragazzina. Cercala meglio, per piacere-.

-Sei sicuro di non volere una mano, Valon?-;
-Avremmo potuto ordinare ad asporto-;
-No, non preoccupatevi- sorrise il ragazzo, alle prese coi preparativi per la cena -Penso a tutto io, voi rilassatevi. Siete miei ospiti, stasera-;
-Vedi di non avvelenarci, Valon-boy- disse Charlotte, dubbiosa, seduta al tavolo della cucina.
-Ehi, piccola, ti ricordo che ora lavoro in un ristorante-;
-Sì, come lavapiatti sottopagato-;
-Sei cattiva, Charlotte- piagnucolò, avvilito, il ragazzo, ingobbendosi e continuando a mescolare la salsa -Condirò questo cibo con le mie lacrime-;
-Eh? Che orrore. Non voglio mangiare le tue lacrime, io-;
-E' un modo di dire, Charlotte- le spiegò Alister, seduto sul divanetto del salotto, accanto al biondo.
-Questo non rende la cosa meno schifosaAAAAAH!- strillò l'americana, sollevando lo sguardo e scorgendo una sagoma semi trasparente comparire lentamente sulla vetrata.
-Che succede?- le domandò Valon, allarmato, voltandosi.
-Ehm... niente. Provavo i solfeggi. Ma se vi disturba esco in balcone! Valon-boy, guarda che il polpo sta uscendo dalla pentola- gli fece notare, uscendo in fretta e furia.
-Il polpo esce dalla pent...?- ripeté perplesso il ragazzo, voltandosi e scorgendo i tentacoli dell'invertebrato sollevare con circospezione il coperchio -AH! Sei ancora vivo, maledetto! Prendi questo!-;
-Ed ora veniamo alle ultime notizie: nel primo pomeriggio, all'orizzonte delle coste portoghesi, è stata avvistata una numerosa flotta di jet e aerei stranieri provenienti da oltreoceano che hanno sorvolato la penisola fino a...-;
Alister sollevò il telecomando, cambiando canale: -Ho un pessimo presentimento-;
-Sì, anche io- asserì il francese, oramai rassegnato a quei presagi -Facciamo finta di niente, questa volta- propose, restando seduto accanto a lui.

Charlotte si aggirava silenziosa per la balconata, quando dalla porta-finestra del salotto vide materializzarsi nuovamente la medesima sagoma, che la salutò cordialmente coi profondi occhi dorati.
-AAAH!-;
-Basta solfeggi, Charlotte! Non sentiamo nulla alla tv!- la rimproverò Alister, senza distogliere lo sguardo dallo schermo. La ragazzina si zittì, portandosi le mani alla bocca, e tornò a fissare il sovrano di Atlantide, in piedi davanti a lei, la lunga tunica blu e la corona d'oro fra i lunghi capelli.
-Mi ha fatto perdere un corpo- gli bisbigliò.
-Si dice 'prendere un colpo', Charlotte- la riprese pazientemente Dartz, portandosi le mani dietro la schiena -Ti conviene accostare il cellulare all'orecchio, o penseranno che parli da sola-.
L'americana fissò il telefonino e ubbidì, deglutendo.
-Volevo assicurarmi che tutto procedesse per il meglio-;
-Va tutto a meraviglia. Il piano ha funzionato alla perfezione- ammiccò lei -Anche se proprio non riesco a capire come sia possibile che qualche bizzarra e misteriosa agenzia immobiliare si sia presa la briga di restituire a tutti un posto dove far ritorno, da un giorno all'altro- sottolineò, rivolgendogli un'occhiata d'intesa.
L'uomo asserì, spostando le iridi dorate verso l'orizzonte.
-Ho scelto di farmi carico di tutte le responsabilità dovute a questa storia. Anche se le azioni spregevoli che ho compiuto sono state causate dalla simbiosi col Leviathan, mi sentivo comunque in dovere di restituire qualcosa a quei ragazzi, anche se si tratta solo di un dono materiale come una casa. Ma questo credo sia uno dei primi passi che potrà aiutarli a tornare presto alla normalità. Hanno bisogno l'uno dell'altro; ancora non sanno quanto sarà dura la vita, ora che sono tornati ad essere liberi-;
-Già. Basta soltanto vedere Valon alle prese con quel polipo- confermò l'americana, fissando il ragazzo in cucina, colpire la creatura a mestolate, mentre questa saltava fuori dalla pentola, avvinghiandosi al suo collo -Bleh-;
-Ti ringrazio per la collaborazione, Charlotte. Hai fatto un buon lavoro, rintracciandoli e riunendoli tutti quanti- tossicchiò Dartz, tornando a voltarsi verso di lei.
-Un momento, e Alister? Lui non avrà una casa come Valon-boy e Raphael?-.
L'uomo la guardò negli occhi, ed un tenue sorriso si dipinse sulle sue labbra sottili, mentre il trillo del telefono di casa echeggiava nel salotto, facendo trasalire i ragazzi.
-Riceverà buone notizie prima di quanto pensi- la rassicurò, scorgendo il rosso, oltre la vetrata, rispondere e svenire fra le braccia dei due amici -Ora devo andare. Il mio tempo qui sta per scadere-;
-Te ne andrai per sempre?-.
Il sovrano sgranò gli occhi, sorpreso: -Dopo quanto accaduto, chi mai vorrebbe rivedermi?-;
-Scherzi? Un affascinante business-man come te verrebbe accolto ovunque a braccia aperte. Hai un'esperienza... millenaria-;
-Ti ringrazio, ma non credo sia una cosa possibile. Vi auguro tutta la felicità possibile Charlotte, e che questa conversazione rimanga fra noi-;
-Ci penso io, maestà!- gli assicurò lei, portandosi la mano sulla fronte, in segno di saluto e scorgendo la figura del sovrano di Atlantide svanire.
-Addio-.
-Charlotte, è successa una cosa assurda! Ha chiamato un tizio dall'Italia e... Oh, parlavi con tuo zio?- le domandò Valon, raggiungendola.
-Una specie- asserì lei, poggiandosi alla balconata di legno -Allora, cos'è successo?-;
-Una cosa inspiegabile. Ho chiesto ad Ally di rispondere al telefono, e dopo un minuto si è trovato proprietario di un appartamento, nei pressi di Pisa- le spiegò lui -Non è che tu ne sai qualcosa, vero?-;
-Nah. Non crucciarti- disse lei, aggrottando la fronte, perplessa -Io, ad esempio, trovo molto più strano che la nostra cena stia per rituffarsi in mare...-;
-Cambio di menù: arrosto in salsa piccante- affermò lui, guardando il polpo procedere libero lungo la spiaggia -L'ho preso dalle cucine del nostro ristorante, basterà solo riscaldarlo. Ma che rimanga tra noi-.
-Valon-boy, fa davvero uno strano effetto vederti in modalità casalinga. Persino quella Kujaku potrebbe rivalutarti-.
Il ragazzo abbozzò un sorrisetto, mentre le sue iridi cerulee venivano attraversate da un velo di melanconia: -Già, lei... No. Nulla-.
Giusto. Charlotte non era a conoscenza del duello avvenuto tra lui e Jonouchi, dato che la sua anima venne catturata tempo prima dell'avvenimento...
-Lei, cosa? Eh? Eh? Cosa volevi dire?- esclamò lei, afferrandolo per il collo e scuotendolo con insistenza -Avanti, uomo della strada, tra noi non ci sono segreti. Dì a Charlotte qual'è il problema. Ti sentirai subito meglio, garantito-;
-Non... respiro! Okey, lo dico, lo dico!- cedette lui, paonazzo -Lasciami andare, però!-;
-Dire cosa?- domandarono i due compagni, raggiungendoli.
Al seguito delle spiegazioni, il ragazzo stette in silenzio e, dopo aver estratto la carta che da giorni lo accompagnava, volse lo sguardo celeste verso il mare, abbozzando un sorriso sereno, lasciando che la brezza gliela strappasse dalle mani, portandola lontano, oltre l'orizzonte.
-Non te ne pentirai, Valon?- domandò con discrezione Raphael, poggiandosi alla balconata.
-Fa male- ammise lui, alzando le spalle -Ma era l'ultimo pezzo che mi teneva legato al passato. Lei è andata avanti, e ora tocca a me. Adesso ricomincia tutto da zero-;
-Siamo fieri di te, Valon- disse Alister -E poi, a me, quella, non è mai piaciuta-;
-E come dico sempre io, Valon-boy: “L'orchestra è piena di strumenti”, ricordalo-;
-Il mare è pieno di pesci, Charlotte-;
-Be’, mi sembrava indelicato dirgli una cosa simile, dopo aver quasi perduto l'anima per mano di un serpente marino, ed essersele prese da un polipo-;
-Sei comunque di un'indelicatezza sovrumana, ragazzina- la riprese il rosso, scuotendo il capo, rassegnato.
Rimasero per qualche buon minuto in silenzio, osservando incantati la linea d'orizzonte tingersi di un romantico aranciato, che penetrava tra le nubi grigie, dissipandole e specchiandosi nell'acqua limpida, mentre una frizzante brezza salmastra andava danzando sulla spiaggia, raggiungendo le cime più alte delle palme e degli alberi del giardinetto.
Era davvero quello il mondo che avrebbero dovuto distruggere? Avevano sbagliato tutto sin dall'inizio; avevano sempre creduto di dover lottare contro un mondo grigio e crudele che gli aveva portato via i propri cari, che gli aveva causato solo sofferenze, un mondo pieno di guerre e ingiustizie, e non si erano mai soffermati a pensare a quante altre cose meravigliose quello stesso mondo avesse da offrirgli; e pensare che a tutti e tre sarebbe bastato davvero poco per accorgersene; in fondo erano cresciuti insieme come fratelli, senza mai, però, rendersi conto del profondo legame che avrebbe potuto renderli forti e uniti contro tutte le avversità. Ma ora avrebbero certamente rimediato. In fondo, avevano ancora una vita, davanti.
-Mah. Nonostante il lieto fine, continuo a sentire puzza di bruciato...-;
-AAH!- scattò Valon, fiondandosi in cucina, allarmato -L'ARROSTO!-;
-Questa non voglio perdermela!- sghignazzò la quindicenne, seguendolo con la fotocamera del telefono accesa -Chissà che riesca a farsi mettere KO anche dall'arrosto precotto!-;
-Io non intendevo l'arrosto...- sospirò Alister, abbozzando un sorrisetto e spostando l'attenzione verso il compagno - Cosa c'è?-;
-No, niente- trasalì il biondo -E' bello vederti sorridere. Ora sei più tranquillo, vero?-;
-Sì. Va molto meglio- ammise sereno, mentre il compagno lo accoglieva teneramente fra le proprie braccia -Però, com'è possibile che sia successa una cosa simile, Raphael?-.
-Su, non intestardirti sui particolari. Tutto si è concluso per il meglio. Questo è l'importante-.
Il più piccolo non poté dargli torto, eppure...
-Eppure, per qualche strano motivo, continuano a fischiarmi le orecchie- mormorò sospettoso, stringendosi al compagno e ricambiando timidamente il suo bacio.
-Sarà il mare-;
-Mh. Dici?-.
Ma prima che le loro labbra tornassero ad unirsi, il cielo sopra di loro si oscurò improvvisamente, ed un forte vento, accompagnato ad un assordante rumore di pale d'elicottero, li interruppero.
-INSOMMA! SOLTANTO DUE MINUTI DI PRIVACY! E' CHIEDERE TROPPO?!- latrò Alister, indispettito da quelle continue interruzioni, mentre Valon li raggiungeva col piatto dell'arrosto fumante ancora fra le mani guantate.
-Salvo per un soffio! Ma cos'è questo fracasso?-;
-AAAAH!- strillò l'americana, scorgendo la flotta aerea stazionare sopra la casa.
-Ferma lì. Tu ne sai qualcosa, ragazzina?- la bloccò Raphael, riportandola sul balconcino.
-Eccola, la cosa che puzzava di bruciato- disse Alister, cercando di opporsi alle forti correnti d'aria generate dei mezzi sospesi.
-E'... è l'Armata Pegasus!- biascicò Charlotte, in un soffio -Oh, my God!-;
-L'ARMATA PEGASUS?!- ripeterono i tre, all'unisono.
-E' terribile!- esclamò quest'ultima, le mani nei capelli -Era da un decennio che non interveniva! Era diventata una leggenda metropolitana, nel nostro paese! L'ultima volta che venne sguinzagliata fu quando una delle mie cugine perse il suo cucciolo per le strade di Manhattan!-;
-CoSa?! E PER SCEMENZE SIMILI LA TUA FAMIGLIA SCOMODA UN ESERCITO!?- gridò Alister, strabuzzando gli occhi.
-Era un cucciolo d'alligatore, Ally. Tu che avresti fatto?- replicò Charlotte, mentre dagli elicotteri calavano mucchi di scalette e militari al seguito.
-Fermi tutti, siete circondati!- intimò Maximillian Pegasus, aprendo il portellone e facendo capolino da uno dei mezzi, con un enorme megafono in mano -Non avete via di scampo, canaglie! Rilasciate l'ostaggio e, forse, eviterete la pena capitale!-;
-Ma di che sta parlando?- le chiese Valon.
-Ragazzina, l'hai avvisato di come procedeva il viaggio, vero?- mormorò Raphael.
-Macché!- pigolò lei -Avevo il telefono super scarico-;
-Scarico?!- ripeté il rosso -E invece di perder tempo a impostare la mia voce come suoneria o a girare stupidi filmati a Valon che lottava contro un invertebrato...-;
-Era un invertebrato particolarmente mordace- precisò l'interessato, arrossendo.
-...non potevi risparmiare batteria per far sapere a tuo zio che, qui, nessuno ti ha rapita?!-;
-Che posso dirvi? Ho solo quindici anni! Sono frivolezze che appartengono alla mia età!- si giustificò lei, parandosi dietro a Valon.
-Inutile opporre resistenza! Mani in alto e ben in vista! - ingiunse Maximillian, facendo segno ad alcuni militari in nero di circondare l'abitazione -Liberate immediatamente la ragazza, banda di malati mentali, rapitori di prole! Vi pentirete di avermi incontrato sulla vostra strada!-;
-CE NE SIAMO GIA' PENTITI, SE E' PER QUESTO! E POI, PROPRIO LEI PARLA DI MALATI MENTALI?!-;
-Ally, così non migliori la situazione, sai?- gli fece pacatamente notare Raphael -Ragazzina, sarebbe il caso che mettessi una buona parola, non ti pare?-;
-Impossibile. L'autorità sull'esercito speciale si acquisisce solo dopo il compimento dei ventuno anni- gli rivelò l'interessata, fissando gli uomini procedere minacciosi verso di loro -Posso consigliarvi di arrendervi senza troppe storie?-;
-Ma neanche morto! Io sono una vittima innocente delle tue bieche macchinazioni, e ho già chiesto scusa così tante volte, in quest'ultima settimana, da farmele bastare per tutta la vita!- la rimbeccò Alister.
-Non farti abbindolare, Charlotte! Quei tre non sono altro che dei malvagi rapitori al servizio di un sigillo maledetto ed io, in quanto tuo tutore legale, ho il compito di proteggerti da maniaci, sette sataniche, dubbi produttori discografici, vampiri e altre creature del folclore, lolitomani, assassini, attori sciupa-femmine e anche dai malvagi rapitori!- le elencò l'uomo.
-Ed è giusto, ma sulla lista che ti hanno lasciato mamma e papà non sono riportati gli “innocenti motociclisti”, dico bene? Perciò credo di potermi tranquillamente appellare al tuo buonsenso e alla tua spiccata onestà nel porre una conferma al riguardo-.
Il multimiliardario tacque, interdetto.
-B-be’, no. Quelli non ci sono, effettivamente. Charlotte-girl, non mi dirai che li consideri tuoi amici? Hai idea di cos'abbiano combinato, fino a sei giorni fa?!-;
-E tu hai scordato cosa accadde tre anni fa, durante il torneo sull'isola dei duellanti? E non dirmi che non tentasti di uccidere e rubare l'anima o l'azienda a qualcuno, perché ho diversi testimoni che affermerebbero il contrario!-.
Crockets e Saruwatari deglutirono, facendosi piccoli piccoli in un angolo dell'elicottero.
-Ma Charlotte, non è la stessa cosa! Non ti avrei mai fatto del male! Ero solo un pochino posseduto!-;
-Io non intendo muovermi da qui fino a quando non ti sarai reso conto di quanto vi accomunino le circostanze!- disse, categorica, la nipote.
-Charlotte-girl! Ti stai opponendo alla mia autorità! Questo non l'accetto! Torna subito a casa o ti vieterò il week-end di scalata del monte Rushmore assieme alle tue amiche!-; -CHE?! NON PUOI FARLO! NON PUOI PROPRIO FARLO! HO IMPIEGATO UN ANNO INTERO PER CONVINCERE LE AUTORITA' A FARMI SCALARE IL NASO DI LINCOLN!-;
-Non mi dirai che saresti disposta a rinunciare per i tuoi cosiddetti 'amici'?-;
-Questa è tutta una strategia, vero? Vogliono costringerci alla resa per esasperazione?-balbettò Valon, incredulo, mentre Charlotte si voltava verso di loro con occhi languidi e lucidi, colmi di indecisione.
-C-che faccio?- biascicò, facendogli accapponare la pelle –L-Lincoln…?-;
-RAGAZZINA, HAI UN KEBAB AL POSTO DEL CERVELLO?! E' ovvio che salterai il tuo stupido week-end per salvarci! Consideralo un risarcimento per quello che ci hai fatto passare fin'ora!- intervenne Alister, furibondo.
-Ma è il naso di Abraham Lincoln!-;
-Valon, fai qualcosa o darò un buon motivo a questi soldati per farci sbattere ad Alkatraz!-;
-Eh? Ma perché io?-;
-Perché sei tu quello che le faceva da baby-sitter alla Doma, sai come interagire con lei e perché, se questa storia andrà ancora avanti, Alister non risponderà più delle sue azioni- elencò il biondo -... e forse neanche io-;
Valon deglutì, inquieto, passando l’arrosto al compagno e avvicinandosi alla quindicenne: -Ehm, Charlotte?-;
-Che c'è? Non vedi che sono nel pieno delle trattative?-;
-Charlotte, devi tirarci fuori da questo pasticcio- la pregò il moro, fiducioso -Sai benissimo che è tutto un equivoco. Salvaci, e... e ti porteremo a scalare tutti i nasi che vorrai-;
-Come? Proprio tutti, intendi?-;
-TUTTI. Anche quello della Sfinge!- le promise il ragazzo.
-Ma la Sfinge non ha il naso...- bisbigliò Alister, immediatamente zittito da Raphael.
Gli occhi scuri dell'americana si illuminarono come stelle comete: -DAVVERO?-;
Il ragazzo ammiccò, sollevando il pollice: -Tutto, per te, baby!-;
-Ma tu sei proprio un grand'uomo! Splendida idea, Valon-boy!- esclamò Charlotte, voltandosi trionfante verso gli elicotteri –Hai sentito, zio? Non sono geniali? Vogliamo scendere a compromessi, dunque?-;
-Ma Charlotte!-;
-Sarai contento, ora. Ho appena acquistato una casa e già dovrò ipotecarla per pagare un viaggio a questa qua- sibilò Alister, incenerendo il moro con lo sguardo.

Il mattino dopo...
-Presto, o perderete l'aereo-;
-Ci sei, Alister?-;
-Sì, sì, eccomi. Ci sono-.
Valon alzò lo sguardo sui tabelloni, percorrendo velocemente gli orari con lo sguardo: -Non ci sono ritardi, per fortuna-;
-Non vedo l'ora di arrivare a casa- ammise Alister, sprofondando su una delle poltrone della sala d'attesa.
-Cosa cerchi, Valon?- domandò Raphael, perplesso.
-Una sorpresa da parte di Charlotte- spiegò lui, consegnandogli due scatole sigillate e mostrando il suo nuovo cellulare ai due amici -Sorridete, siamo in collegamento diretto col suo jet privato- annunciò, mentre dall'apparecchio si levava la voce dell'americana.
-Sorpresa!- li salutò la ragazzina, comparendogli davanti e facendoli sobbalzare -Volevo augurarvi buon viaggio! Mi spiace di non essere lì con voi, ma tra due settimane riprenderò scuola e devo ancora comporre l'inno alle matricole!- spiegò, civettuola -Avete visto che splendore? E ce ne sono anche per voi due! Valon-boy?-;
-Glieli ho appena consegnati-;
-Charlotte?! Ma che...! Ma è un ologramma tridimensionale?- esclamò Alister, meravigliato, chinandosi davanti al telefono e passando la mano attraverso la sagoma sospesa della ragazzina.
-Proprio così! Una piccola meraviglia tecnologica in anteprima. E' un progetto in sviluppo fra la Kaiba Corp. e l'I2. Permette lo svolgimento di duelli su piattaforma compatta e di seguire i combattimenti in qualunque parte del mondo si desideri e, cosa più importante, ha anche questa particolare funzione di chiamata. Si può optare fra 'primo piano', 'piano americano' e 'figura intera'. Supera di gran lunga la banale video chiamata. E' un regalo dello zio! Potremo tenerci in contatto e vederci in qualunque parte del mondo ci troviamo. Anche dal centro della terra, o dallo spazio, se mai ci andremo! Non è favoloso?-.
Raphael e Alister la osservarono a bocca aperta.
-E questi sono per noi?- domandò il rosso, alzando il suo pacchetto.
-Certo! E hanno un sacco di altre interessanti funzioni-;
-Dì un po', stai per caso invitandoci a testare il prodotto per conto di tuo zio?-;
-... unisco l'utile al dilettevole per arrotondare la paghetta. Il viaggio a Barcellona ha completamente prosciugato le mie carte di credito- ammise lei, arrossendo.
-Poverina- sospirarono i tre, all'unisono.
-“I passeggeri del volo '7243' diretto a Pisa sono pregati di raggiungere l'imbarco...”-;
-Ally, è il tuo- disse Valon, tornando a fissare i due amici -Ci si vede, allora!-;
-Sì, a presto, Valon. E non metterti nei guai-;
-Fai buon viaggio, Ally! Valon-boy, dobbiamo assolutamente programmare il nostro viaggio in Egitto per la scalata del naso della Sfinge!-;
-Roger!-;
-Dovranno trovarcisi proprio davanti per ricordare che la Sfinge non ha il naso?- sospirò l'italiano, avviandosi verso l'imbarco.
-Non farci caso- disse Raphael, accompagnandolo -Tutt'al più lo farà ricostruire appositamente per l'occasione-;
-Be’, se non altro, grazie a questa nuova trovata, ci rivedremo prima del previsto-;
-Sicuramente- asserì il biondo -Non appena avrò sistemato le cose in azienda, verrò a trovarti di persona-;
-Parli già come un vero uomo d'affari pieno di impegni- mormorò il più piccolo -Non fare promesse che non puoi mantenere-;
-Hai paura che mi dimentichi di te, Ally?-;
-Signore, l'aereo sta per partire- lo informò gentilmente la hostess.
-Sì, mi scusi- disse il ragazzo, avviandosi verso il portellone -Ciao, Raphael-;
-A presto, Alister-.
Il ragazzo restò immobile sul posto, seguendo con gli occhi acquamarina il compagno, fino a vederlo svanire dietro il portellone, mentre gli ultimi passeggeri lo superavano trafelati, consegnando frettolosi i loro biglietti all'hostess, e si avviò diretto alla sala d'attesa.
-Un momento! Dove va? Il volo sta per parti...!-;
-Solo un secondo! Raphael!-.
Raphael trasalì e, voltandosi, scorse il compagno raggiungerlo di corsa e strappargli un bacio frettoloso.
-Valon-boy, che succede?- chiese l'americana, interrogativa –Perché fai quella faccia?-;
-Ah!- esclamò lo spagnolo, paonazzo -Si stanno baciando!-;
-COSA?! CHI?!-;
-Raphael e Alister!-;
-AAAH! E cos'è questa novità?! Cosa aspetti?! Registra, registra tutto e inviamelo all'istante!-;
-Ma non so ancora come si registra, Charlotte! Il manuale d'istruzioni era un tomo di novecento pagine! Mi sono addormentato dopo aver capito come si rispondeva alle chiamate!-;
-Ma che asino...! Premi il tasto giallo! Il tasto giallo in basso, impiastro!-;
-Dov'è?! Dov'è?!-;
-Ma ti spicci, accidenti? Mi farai perdere tutta la scena!-.
Le labbra dei due ragazzi si distaccarono, nostalgiche, e Alister si ritrasse paonazzo, riprendendo fiato.
-Se... se ti dimentichi di me giuro c-che... che...! Hai capito?- esclamò, muovendo qualche passo all'indietro, mentre il ragazzo asseriva, sorridendogli dolcemente; poi, lo vide correre imbarazzato dentro l'aereo, sotto le occhiate sorprese del personale di volo.
-E pensare che volevo chiedergli il numero...- bisbigliò delusa una delle hostess, facendo spallucce.
-Hai registrato, sì?! Hai registrato?-;
-Non lo so! Credo di sì! Adesso controllo! Controllo!-.

“I passeggeri del volo diretto a Parigi, delle ore undici sono pregati di recarsi all'imbarco. Ripeto, i passeggeri del volo per Parigi sono pregati di affrettarsi all'imbarco. Ringraziamo i passeggeri per aver scelto la nostra compagnia di volo e vi auguriamo buon viaggio”.

FINE.

ALOHA! In questo istante sono le 23.55 del 30.12.2011 e ho appena tolto le dita (fumanti) dalla tastiera!
Vi informo che per terminare questo capitolo e riuscire a postarlo entro la fine del 2011, sono state infrante le leggi della fisica, della chimica, della dinamica e dello Spirito Santo, ed ho praticamente annullato la mia vita sociale, rifiutando contatti col mondo e col cibo, guadagnandoci un mal di schiena atroce, due occhi rossi come luminarie natalizie e, forse, un principio di tendinite agli indici (Ora capisco perché ai corsi di informatica ci insegnavano a utilizzare tutte le dita!g_g)!
Però sono riuscita a finire anche questa FF, e ciò mi rende particolarmente fiera! RIUSCIRO' A POSTARLA GIUSTO IN TEMPO, prima della mezzanotte del 31, dopodiché brinderò con succo di papaia e cipolla invecchiate duemila anni! (Dei cori di disgusto si sollevano tra lo staff) Ma la cosa più bella è che, ORA, oltre a prendermi una settimana di vacanza, potrò dedicarmi alla stesura delle altre FF a cui penso e ripenso da quest'estate, ossia quelle del periodo natalizio, (?!) perciò non stupitevi se, aggirandovi per la sezione, troverete delle Natalizie postate il giorno della Befana o di San Valentino.
Non fateci caso e, magari, leggetele pure, facendo finta che il Natale debba ancora giungere, okey??
Solo una cosa: se in questo capitolo troverete degli errorini, vi prego di soprassedere! I motivi li ho appena riportati, quindi conto sulla vostra discrezione e sul vostro buon cuore... a meno che, presa dal pathos, non abbia cominciato a scrivere in aramaico antico o in assiro-babilonese, allora vi invito cordialmente a segnalarmelo! (Alice comincia a domandarsi seriamente se mai qualche povero lettore riuscirà a giungere alla fine dei suoi sproloqui di fine capitolo...).
Anf, anf! Comunque, sparlando di quest'ultimo capitolo, devo ammettere di averlo scritto con la cautela di un artificiere intento a disattivare una bomba. Sul serio. A dire il vero, l'avevo già scritto da un po', ma molti punti non mi garbavano, perciò l'ho ripreso daccapo, scoprendo di aver soltanto due giorni di tempo per riscriverlo completamente, correggerlo e postarlo!
In più, è stato ancora più complesso e impegnativo di tutti i precedenti: l'arrivo improvviso di Valon nel gruppo, la sparizione e il ritrovamento di Charlotte, i dialoghi, le riflessioni e l'interazione del 'trio', la semi-comparsa di Dartz e l'arrivo chiassoso dell'Armata Pegasus, TUTTO senza però annullare la love-mode tra i due protagonisti (i miei adorati PAST- iccini!)...! E' Stata durissima! Spero tantissimo di essere riuscita a mantenere tutto se non bene, per lo meno, degnamente. Ho ancora una gran confusione in testa.
E con queste ultime parole vi lascio, cari lettori e recensori, e vi auguro un FELICE E GIOIOSO ANNO NUOVO!
Ci troveremo presto dall' ”altra parte”! ALOHAAAA!! <3 <3 <3

+Alice(Boom!)Wonderland+
  
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