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Autore: JeffMG    31/12/2011    1 recensioni
Ecco un nuovo modo di vedere le rockstar del ventunesimo millennio.
Genere: Satirico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mike Rocking you!

Capitolo I.

Questo sarebbe stato un giorno semplice, lineare e banale;
almeno secondo le mie aspettative.
In realtà non sapevo che nelle prossime quarantotto ore la mia vita sarebbe cambiata. 
 
"O mi fai un'intervista che sia la fine del mondo o ti licenzio"
"Licenziarmi?"
 
Il mio capo - Tommy il lunatico per noi dell'ufficio- era di fronte a me, 
con i suoi bermuda arancioni in pieno inverno.
Mi stava mettendo alle strette ed il mio nervosismo cresceva ad ogni parola che usciva dalle sue labbra sottili.
Mi allentai il nodo della cravatta

"Faccio sempre buone interviste"
"Esatto, buone. Questa dev'essere portentosa, Josh. Dobbiamo evolvere"
"Andiamo Tom...Si tratta solo di un altro stupido ragazzino
che si crede il prossimo Kurt Cobain, non stiamo parlando di Martin Luther King" 


Mi ricordai le parole del mio collega, quando solo un'ora prima,
ricevuto l'incarico dalla segretaria Tina, gli annunciai che dovevo intervistare 
Mike rocking you, la nuova promessa della musica rock.

"Scherzi, amico? Cazzo, una rockstar! Poteva andarti meglio..." 
"Che vuoi dire Fred?"

Prese la sua solita barretta dietetica dalla valigetta ventiquattro ore,
sua madre gli metteva in testa che 
era cibo sano ma chissà
quali minestroni chimici ci dormivano dentro.

"Voglio dire che quelli non dicono mai niente di serio.  
Ti guardano, dicono due stronzate campate in aria e ne esci fregato"      

Un ragazzino di ventisei anni, che affermava di entrare nel circolo dei maledetti 
tra due anni, mi avrebbe rovinato la vita portandomi via l'unica fonte di guadagno, 
con le sue cazzate. 
Mi vedevo sotto i ponti di New York ad elemosinare pasti alla mensa dei poveri 
e quando un vecchio pedofilo prossimo alla morte per alcolismo 
mi avrebbe chiesto

"Come sei arrivato qui, amico?"
io gli avrei risposto
"Oh niente, ho fatto un'intervista di merda a Mike rocking you" 

Non potevo buttare all'aria dieci anni di carriera e cinque di apprendistato spesi in un ufficio di sessanta metri quadri a fare fotocopie e ad assecondare le molestie psicologiche di un direttore insano mentalmente. 
Dovevo reagire, in fondo sapevo di essere un leone,
ce l'avrei fatta e tutto sarebbe andato per il meglio, dovevo solo oppormi.

 
"Tom, avanti non puoi farmi questo!"
 
Ogni cinque anni se ne usciva con potenti forze distruttrici,
cercando di fare il guru innovativo. 
Per il 2009 ci aveva riservato una particolare sorpresa, che per poco non spedì Tina all'altro mondo - è debole di cuore e ha già rischiato due infarti-.
Quel giorno Tommy il lunatico entrò con indosso una camicia awaiana ed un cocktail in mano: un mojito, aveva scommesso Fred.    
Alzò le braccia, racchiudendo tra loro  la sua grande testa incorniciata
da una criniera di capelli grigi spettinati.
Urlò come il prossimo personaggio di una commedia shackspiriana 

"Via tutti! Siete licenziati!"  

 
In ufficio calò il silenzio e il neon difettoso accompagnò vari tic nervosi. 
 
"Vi licenzio! Me ne vado alle Maldive!"
 
Io e Fred lo prendemmo di forza e lo portammo nel suo ufficio,  
dove si mise seduto sulla scrivania come un bambino si mette seduto sul lettino del dottore dando calci a vuoto ( tranne uno che centrò le parti basse di Fred). 
Dal 2004 non ci giocava brutti scherzi e gli apprendisti che non sapevano chi fosse realmente Tommy il lunatico e perché venisse chiamato così, stavano già chiamando le mamme per avvertirle che erano senza lavoro. 
Dall'alto della sua ingenuità, ci mostrò un sorriso e la folta peluria sulle gambe.

"Che c'è ragazzi?"  
"Tom, non puoi lasciare a casa trenta persone 
solo perché vuoi andare alle Maldive"
"Dici che ho sbagliato?"  
disse preoccupato e visibilmente turbato dalla sua azione dettata da una testa ormai andata. 

"Direi di si, Tom"
"Bhe, allora a lavoro!"  

Tornai al presente e guardai fuori dalla finestra, cercando un appiglio con un mondo esterno che mi sembrava equilibrato, in confronto al caos che regnava nell'ufficio del Lunatico. 
Gli regalai lo sguardo dei miei occhi infuocati e circondati da occhiaie;
da giorni mi tenevo su a caffè per terminare un articolo di sport che lui
stesso mi aveva assegnato. 

"Senti Tom, mi avevi assegnato un articolo su un calciatore..."
"Harold Austin!"
"Esattamente... Che mi dici di quello? Lo sto finendo, sai che mi sta prendendo molto?" "Davvero?"
"Si, è un personaggio dannatamente interessante...
Non pensi che potrei lasciar stare questa presunta rockstar
e dedicarmi completamente al calciatore?"
"No! Ma direi che puoi fare entrambi gli articoli!"  

Mi ero messo nella merda con le mie stesse mani e il tranello 
che pensavo avrebbe funzionato, aveva fallito.  

"Fuori dal mio ufficio!" urlò, mostrandomi le vene adirate sul collo e un color peperoncino che mi spaventò, facendomi credere ad un imminente collasso.
Fuggii dal pazzo e mi poggiai alla macchinetta del caffè, prendendo un lungo respiro,
ma anche in questa semplice azione non riuscii.
Fred apparve dalla sala fotocopie, con una pila di fogli tra le braccia.
Feci un passo avanti senza vederlo e lo urtai. 
Una pioggia di fogli mi fece maledire la mia misera vita.

"Ora li raccogli tu!" mi disse.

Mi inginocchiai a terra e riparai al danno, sperando che quella giornata in ufficio terminasse prima del mio crollo di nervi. 

 
  
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