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Autore: theStarbucksGirl    31/12/2011    3 recensioni
La delusione è uno dei sentimenti più potenti che Hermione Granger abbia mai provato, specialmente da quando il ragazzo di cui è innamorata bacia un'altra di fronte all'intero corpo studentesco di Grifondoro.
Ma quando alla delusione si uniscono il rimpianto, un pizzico di speranza, e uno di vendetta, come farà la studentessa più brillante di Hogwarts ad affrontare la situazione?
Lavanda ha il fidanzato, ed è andata a scegliersi l'unico ragazzo che io desideri.
Genere: Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Conoscete “Jessie's Girl”, una canzone di Rick Springfield del “lontano” 1981? Ha fatto da colonna sonora in vari film e serie TV (“30 anni in un secondo” e “Glee”, per esempio).

Bè, se la conoscete, questa fanfiction è liberamente ispirata alle sue parole... perché sembrano provenire direttamente dalla bocca di una strega dai capelli crespi e dai denti davanti un po' grandi di nostra conoscenza.





Il Ragazzo di Lavanda



Lavanda è sempre stata una buona amica e compagna di stanza; abbiamo sempre avuto un buon rapporto, se non di amicizia, almeno di rispetto reciproco. È altruista, generosa, si interessa ai problemi dei suoi amici, e devo dire che in svariate occasioni, ha dimostrato di possedere una dose di coraggio non indifferente. È fondamentalmente una brava ragazza.

Peccato per un piccolo particolare, un evento accaduto in questi giorni che ha cambiato tutto, qualcosa che ha acceso in me un odio improvviso verso Lavanda, qualcosa che non me ne fa neanche tollerare la presenza: Lavanda ha il fidanzato, ed è andata a scegliersi l'unico ragazzo che io desideri.

Desidero che quel ragazzo guardi me con i suoi occhi azzurri; desidero che stringa me tra le sue braccia; desidero che sfiori me con le sue labbra, voglio che baci me con trasporto, premendomi una mano sulla nuca come fa con lei.

Me. Io. Hermione Granger. Io e lui, Ron Weasley.


Era il mio migliore amico (e sottolineo, era); pensavo di sapere tutto di lui, pensavo di conoscerlo. So cosa gli piace, e cosa non; riconosco quando ha avuto una pessima giornata solo osservando la linea delle sue sopracciglia, e sicuramente, l'ho visto nei suoi momenti peggiori.

So tutte queste cose, eppure non sapevo minimamente che gli interessasse Lavanda Brown. Non hanno mai avuto una conversazione più lunga di tre parole, tuttavia, eccoli lì, tutte le sante sere, a tediare la Sala Comune con le loro “performances” amorose.

Mi viene una tale voglia di prenderli entrambi a schiaffi quando iniziano a chiamarsi Ron-Ron e Lav-Lav, che mi prudono letteralmente le mani. Sono addirittura spaventata da questa rabbia, non è da me; di norma, sono una persona controllata, matura, riflessiva, ma quando si tratta di lui, la mia razionalità si dissolve più in fretta di una bolla di sapone. Ronald farebbe perdere il controllo alla creatura più calma del mondo magico... oppure è solo con me che ha questo effetto?


In ogni caso, sto recitando molto bene la mia parte in questa farsa, specialmente da quando ho attuato i miei piani di vendetta.

Ron Weasley non mi vuole? Benissimo, mi avrà qualcun altro. Cormac, per esempio; mi ha fatto chiaramente capire che gli piaccio così come sono, quindi non ha nessun senso cambiare, tantomeno per Ronald.

Il fatto che lui abbia scelto una ragazza diametralmente l'opposto di me, la dice lunga su quello che cerca in una relazione: lingua e carne. Ecco, divento anche volgare, ma non riesco a pensare con lucidità. Perchè lui lo sa, lo sa che io sono la persona che lo conosce meglio al mondo, che lo capisce più a fondo.


E allora perché mi ha ignorata così? Ron non mi ha mai dato neanche l'ombra di una possibilità.

Ogni tanto mi ritrovo in bagno, a fissare il mio riflesso allo specchio, cercandovi il motivo del suo rifiuto; la ricerca non dura molto, anzi è perfettamente inutile, dato che la risposta è palese.

Io non sono bionda con gli occhi azzurri; non ho lunghi capelli setosi; non mi passo un velo di cipria sulle guance ogni mattina per farle sembrare di porcellana; non sono intraprendente, né mostro quella sicurezza e naturalezza di cui Lavanda fa sfoggio con i ragazzi. I miei capelli sono crespi e castani, i miei occhi sono ben lontani dall'avere il colore del cielo, e le uniche “creature” con cui riesco ad essere naturale e sentirmi a mio agio sono i libri.

Tuttavia sono convinta di meritare una chance.

Talvolta mi viene l'assurda tentazione di dirglielo... di dirgli che lo amo. Fantastico spesso su come potrebbe svolgersi la scena.

Per esempio, potrei aspettare in Sala Comune, nascosta dietro un grosso libro, il momento in cui Lavanda si ritira in dormitorio per la notte; sbucherei poi dal mio nascondiglio, e lo tratterrei davanti all'invitante fuoco del camino.

In caso ci fosse Harry, però, questo piano avrebbe parecchie possibilità di fallimento.

Allora, potrei attendere il termine degli allenamenti di Quidditch, chiudere la porta degli spogliatoi con un Colloportus -in modo da non venire interrotti-, e dichiararmi tra i vapori delle docce. Oppure, potrei formare le parole I LOVE YOU con fette di toast e bacon durante al colazione in Sala Grande...


Sciocchezze! Progetti sciocchi per un'eventualità ancora più improbabile.

Non glielo dirò mai; ingoierò questo boccone amaro.

Nonostante l'abbia sempre ascoltato quando aveva un problema, l'abbia incoraggiato quando perdeva fiducia in se stesso, nonostante io ci sia sempre stata, per Ron conto meno di una Lavanda Brown qualsiasi.

Ma è anche colpa mia; mi sono fatta troppe illusioni. Sono stata tratta in inganno dal cambiamento dei suoi modi nei miei confronti, dall'aumento delle sue attenzioni verso di me; da tutte quelle volte in cui mi sedeva accanto, e spostandosi inavvertitamente mi sfiorava le gambe; mi hanno ingannato la sua vicinanza che mi sembrava sempre più salda, le risate alla Tana d'estate, certe occhiate che qualche volta mi lanciava. Non è da questi particolari che si riconosce l'amore?

Ho notato tutti i dettagli, ma, al posto di chiarirmi la situazione, l'hanno peggiorata. Ron mi sorrideva, e la mia mente si bloccava, instupidita come un Troll di montagna. Avrei dovuto agire di conseguenza, avrei dovuto escogitare subito qualcosa che mi permettesse di far luce sulla faccenda.

Invece ho continuato a prendere tempo; aspettavo altri segni, altri indizi che confermassero la paradossale supposizione che io potessi piacergli.


Ora mi è chiaro, comunque. Mi sono immaginata tutto: Ron non ha mai avuto alcun interesse verso di me. Sono io che speravo che mi invitasse alla Tana per non dover aspettare tutta l'estate per rivederlo; solo io aspettavo con impazienza il turno delle ronde serali che dovevamo svolgere assieme per poter stare sola con lui; solo io avrei voluto avvicinarmi a lui quel tanto che sarebbe bastato a far sì che i nostri profumi si mescolassero.

Solo io mi sono innamorata.

E non voglio altri che il ragazzo di Lavanda, perché non troverò mai nessun altro come lui.

  
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