I'm
not a perfect person
There's many things I wish I didn't do
But I continue learning
I never meant to do those things to you
(Hoobastank
– The reason)
Joe
sospirò osservando la figura di
Allie che a braccia conserte fissava il vuoto di fronte a se con uno
sguardo
che la diceva lunga.
L’aveva
esortata ad entrare un paio
di volte almeno –nonostante stessero
in
California, era ormai Dicembre e persino lì l’aria
cominciava a farsi più
fresca- ma la ragazza aveva declinato il gentile invito
dicendo che voleva
schiarirsi le idee fuori, mentre aspettava che Nick facesse ritorno a
casa.
Inutili
erano state le telefonate di
Joe al fratello che non aveva risposto, impegnato a fare
chissà cosa. Alla fine
aveva deciso di inviargli un sms che sperava avrebbe letto prima di
tornare a
casa.
Si
scostò dalla finestra sbuffando,
aveva già abbastanza problemi per se, non era il caso di
preoccuparsi
eccessivamente anche di quelli degli altri.
Il
fatto che Lexus fosse andata fin
casa sua per esortarlo a fare qualcosa, era
un chiaro segno che fosse nella merda fino al collo.
Voleva
chiamare Kate, ma ogni volta
che provava a formulare un discorso nella sua mente, questa si svuotava
completamente. C’erano troppe
cose nella
sua testa che cozzavano disordinatamente, troppe contraddizioni, troppi
dubbi,
troppa confusione.
Da
un lato Joe era ancora arrabbiato
per il comportamento di Kate a New York. Gli aveva detto di essere
troppo stanca
persino per passare cinque minuti a telefono con lui, poi era uscita a
divertirsi con i suoi “amici”.
Dall’altro
lato però, il pensiero che
in qualche modo lui aveva fatto star male Kate lo tormentava giorno e
notte.
Lexus aveva ragione, lui aveva le sue motivazioni per essere
arrabbiato, ma
portando Samantha a quella festa aveva esagerato, passando quindi dalla
parte
del torto.
Chiuse
gli occhi, pensando per un
istante se la situazione fosse stata inversa, se Kate fosse andata ad
una festa
con un altro, lasciandolo da solo.
Un
brivido gli corse dietro la nuca
al solo pensiero.
Si,
decise, era
decisamente lui quello che doveva scusarsi ora. Doveva mettere da parte
il suo
orgoglio e, come aveva suggerito Lexus, strisciare da lei chiedendole
di
perdonarlo.
E,
soprattutto, doveva sperare
ardentemente che lei l’avrebbe fatto.
Yesterday, love
was such an easy game to play.
Now I need a place to hide away.
Oh, I believe in yesterday.
(The Beatless – Yesterday)
“Se
sei costretto ad
avvicinarti più di 100 metri a casa nostra, ti consiglio di
indossare il
giubbotto anti-proiettile. Ragazza incazzata nera ti attende sul
portico.
Probabilmente per ucciderti.”
Nick
rilesse per la decima volta quel
sms, cercando di capirne il senso, ma non ci riuscì.
D'altronde,
pensò con un’alzata di
spalle, erano anni che cercava di dare un senso alle parole di Joe,
senza
trovarlo.
Chi
l’aspettava sul portico di casa?
Allie? E perché era incazzata nera?
Qualcosa
si smosse nel suo stomaco,
era impossibile che Allie sapesse della serata che aveva trascorso con
Ronnie
ed ancora più improbabile che sapesse cosa era successo quel
mattino.
Quel
pensiero avrebbe dovuto
turbarlo, o quanto meno innervosirlo, invece inevitabilmente un sorriso
si
formò sulle sue labbra mentre ripensava a quella mattina.
Erano
anni che aspettava quel
momento, aveva sognato di baciarla anche di giorno, quando si perdeva
con lo
sguardo nel vuoto e mentiva, dicendo di essere stanco. Aveva sognato di
passarle le dita tra i capelli castani e perdersi respirando forte il
suo
profumo.
Era
stato del tutto naturale per lui quella
mattina attirarla verso di se e baciarla, dopo che lei aveva provato ad
allontanarsi.
Quello
che aveva provato quando lei
timidamente gli aveva poggiato le labbra sulle sue per qualche breve
istante
era indescrivibile. Era come se il suo corpo fosse stato scosso
così forte da
svegliarlo dal sonno in cui era caduto da troppo tempo ormai. Le sue
mani erano
tornate a bruciare sulla sua pelle, le sue labbra rivendicavano quelle
di lei,
ristudiandone con accurata premura la morbidezza, il suo cuore tornava
a
battere forte e prepotente nel suo petto ribellandosi ed urlando che
lui era
sempre appartenuto e lei.
Prese
un respiro profondo, entrando
nel vialetto di casa.
Il
suo cuore era folle però, come
poteva dirgli di essere di Ronnie, quando lui l’aveva
già promesso ad un’altra?
A
quella stessa persona che Nick
vedeva sulla veranda, a braccia conserte ed un piede che tamburellava
nervosamente a terra.
-buongiorno-
la salutò lui,
ostentando tranquillità, mentre saliva gli scalini della
casa.
Allie
non si mosse di un millimetro,
guardando Nick con aria accigliata. Il ragazzo le si
avvicinò dandole un
leggero bacio sulla guancia, solo allora si accorse che la bionda
stringeva
qualcosa al petto, sotto le braccia incrociate.
-come
mai qui? Va tutto bene?- chiese
gentile studiando l’espressione della ragazza di fronte a se.
-dove
sei stato stamattina?- chiese a
sua volta, in tono piatto
Nick
deglutì –sono passato in studio,
dovevamo registrare delle ultime cose prima di Natale-
Allie
annuì con aria assente.
-cos’è
successo, Allie?- provò ancora
Nick
La
ragazza sospirò, muovendosi da
quella posa che sembrava aver assunto da ore e voltandosi completamente
verso
Nick. Staccò le braccia dal petto facendo penzolare da una
mano quella che
aveva tutta l’aria di essere una rivista, e con un gesto
secco, la voltò verso
Nick.
Il
ragazzo rimase immobile, fissando
la copertina del magazine su qui era spiattellata la sua faccia insieme
a
quella di Ronnie.
Sapeva
esattamente quando e dove era
stata scattata quella foto: i due erano seduti su quella panchina del
parco
dove erano stati qualche giorno prima.
Sapeva
che non avrebbe dovuto
portarla lì, sapeva che prima o poi quella storia sarebbe
venuta a galla,
quello che non sapeva però, era come spiegare tutto ad Allie.
-Allie-
sospirò –io poss…-
-no!-
sbottò lei, uscendo dal suo
ermetico silenzio, stringendo forte il giornale tra le mani, al punto
di
sgualcire la copertina –non voglio sentire una parola, non
voglio sentire le
tue stupide ed inutili scuse- fece un passo verso di lui –ti
sembro stupida
Nick?-
Nick
rimase al suo posto contemplando
tutte le sfumature di rosso che si accendevano sul volto della ragazza.
-da
quanto tempo va avanti?- ringhiò
–da quanto vi incontrate alle mie spalle?-
Non
sapeva cosa dire, così rimase in
silenzio, cercando di non peggiorare la situazione.
-ho
fatto finta di niente per tre mesi
Nick, anzi- si corresse –faccio
finta di niente da un anno ormai, ma ora sono stanca-
-lo
capisco Allie, hai ragione-
sussurrò
-non
me ne faccio nulla della
ragione- rispose amara –voglio che tu scelga Nick, me o lei-
Il
ragazzo deglutì.
-E
se scegli me, non dovrai rivederla
mai più-
Gli
occhi di Nick si spalancarono
quasi automaticamente. La richiesta di Allie non era per niente
assurda, anzi,
Nick avrebbe dovuto scegliere dall’inizio senza che si
venisse a creare
quest’assurda situazione, ma ora si sentiva più
confuso che mai.
-io…-
cominciò incerto –io…non sono
pronto a non rivederla mai più, Allie-
Le
labbra della ragazza tremarono
visibilmente, mentre un velo trasparente le copriva gli occhi, allora
Nick si
affrettò ad aggiungere –ma non sono pronto nemmeno
a lasciar andare te- sospirò
Allie
scosse la testa –devi scegliere
Nick, non puoi stare con me e correre da lei ogni volta che ne hai
voglia-
-lo
so- sospirò Nick annuendo –posso
solo chiederti di lasciarmi un po’ di tempo, per schiarirmi
le idee-
La
ragazza si morse il labbro
inferiore, mentre una lacrima solitaria le cadeva lungo la guancia
–va bene-
sussurrò
Fece
un passo verso di lui,
poggiandogli la rivista tra le mani –lei non ti
amerà mai quanto ti amo io-
sussurrò prima di superarlo e correre via, lasciando Nick
con lo sguardo perso
nel vuoto.
Nick
prese il giornale tra le mani,
passando le dita affusolate sull’immagine di lui e Ronnie
che, seduti su una panchina
del parco, ridevano a pochi centimetri l’uno
dall’altro con le guancia rosse
per il freddo.
-ed
io non ti amerò mai quanto amo
lei- sospirò, rivolto più a se stesso forse, che
ad Allie.
Hey there it's
good to see you again
It never felt right calling this
just friends
(All Time Low – Walls)
-CHE
COSA?!-
Ronnie
allontanò per l’ennesima volta
il cellulare dall’orecchio mettendo il suo timpano al sicuro.
A quanto pare
Kate era intenzionata a farle perdere l’udito quel pomeriggio.
-non
urlare, Kate!- la pregò, sapendo
già che l’altra non le avrebbe dato ascolto.
-tu
mi stai dicendo che Nick, quel
Nick, è venuto in tuo soccorso ieri
sera in stile superman, è rimasto con te tutta la notte per
assicurarsi che
stessi bene, ed io non dovrei urlare?-
Ronnie
alzò gli occhi al cielo,
mordendosi poi un labbro. E doveva ancora raccontarle di quella mattina.
-non
è tutto- sussurrò timorosa
-oh
mio Dio. Cosa?- sbottò, ma non le diede il tempo
di rispondere –cosa, per
amor del cielo dimmi cosa!-
-sta
calma, ti verrà un infarto!-
prese un respiro profondò poi parlò tutto
d’un fiato –stamattinal’hobaciato-
Ronnie
allontanò il cellulare
dall’orecchio con un riflesso automatico ma, stranamente, non
sentì alcun suono
provenire da esso.
Lo
riavvicinò titubante, accigliandosi
mentre un profondo silenzio proveniva dall’altro lato.
Forse
aveva parlato così veloce che
Kate non aveva capito?
Aprì
la bocca per ripetere quello che
aveva detto, ma un urlo assordante degno della più grande
attrice di film
horror di tutti i tempi, le arrivò improvvisamente
all’orecchio cogliendola
impreparata e quando scostò il telefono, aveva ormai perso
il settanta per
cento del suo udito.
-non
posso credere che finalmente
abbia ritrovato le palle!- urlò ancora
-guarda
che l’ho baciato io, non lui-
rispose confusa
-infatti
parlavo di te! Non pensavo
avessi mai avuto il coraggio di farlo- disse con voce eccitata
–sono fiera di
te! E lui? Cos’ha fatto?-
-ha
ricambiato- sorrise estasiata
Quando
l’urlò arrivò, questa volta
Ronnie aveva già allontanato il cellulare.
-quindi?-
chiese Kate su di giri
-quindi,
cosa?- ribatté accigliata
-quindi
quando lascerà Allie!- disse ovvia
Ronnie
rimase in silenzio, non lo
sapeva. Non sapeva quando l’avrebbe lasciata e non sapeva
nemmeno se l’avrebbe
lasciata, a dire il vero.
Sospirò.
In quel momento era così
felice che aveva persino dimenticato l’esistenza di Allie.
-non
abbiamo parlato di questo-
rispose sbrigativa
-come
no?- chiese dubbiosa l’altra –e
di cosa avete parlato allora?
-di
nulla- sbuffò –eravamo lì, poi
gli è arrivato uno strano sms da Joe ed è dovuto
correre a casa-
-oh-
rispose semplicemente Kate e
Ronnie si morse il labbro inferiore
-come
vanno le cose con Joe?- chiese
incerta
-come
sempre- rispose mentre il suo
tono si faceva più duro –non lo vedo da quella
sera-
-non
si è fatto sentire?- sospirò
-no-
rispose semplicemente Kate
-vedrai
che sistemerete tutto- le
disse speranzosa
-non
lo so Ron- rispose l’altra –ha
sbagliato troppo, mi ha ferito-
-questo
non vuol dire che non ti
voglia bene, tutti facciamo degli sbagli-
-lo
so- sospirò mentre Ronnie sentì
il campanello squillare
-sono
sicura che farete pace- disse
alzandosi dal divano –siete fatti l’uno per
l’altra voi due!-
Kate
ridacchiò –potrei dirti le
stesse identiche parole-
-vedremo!-
rispose l’altra mentre si
avviava verso la porta –ora devo lasciarti,
c’è qualcuno che bussa alla porta-
-sarà
lui?- chiese eccitata Kate
-non
lo so- ridacchiò –ti richiamo
dopo!- e riagganciò arrivando alla porta
Si
voltò alla sua sinistra dove
appeso al muro c’era un grande specchio ovale. Non aveva un
bell’aspetto. Le
guance erano rosse ed i capelli scompigliati, senza contare che quella
vecchia
tuta nera era di almeno due taglie più grandi.
Alzò
le spalle e cercò di aggiustarsi
i capelli alla meglio prima di voltarsi ed aprire la porta.
L’ultima
persona che si sarebbe
aspettata di vedere in quel momento era proprio lì, di
fronte a lei che la
guardava con quegli occhi color muschio che le trasmettevano
un’innata
tranquillità.
Spalancò
la bocca portandosi la mano
alle labbra, prima che un sorriso a trentadue denti prendesse posto sul
suo
volto.
-Hola
bichita, sei felice di vedermi?- sorrise a sua volta il
ragazzo di fronte a
lei, prima che Ronnie gli si buttasse tra le braccia con un grido,
contenta.
* *
*
Io
sono senza parole *-* VENTI, e dico
V E N T I,
recensioni al capitolo scorso *-*
Cosa
posso dirvi se non GRAZIE di cuore
a tutte? So quanto può essere noioso scrivere una
recensione e per farlo significa che quello che scrivo vi piace tanto
*-*
(almeno credo LOL)
Quindi,
sono terrorizzata! Ho sempre paura di scrivere
qualcosa di così tremendamente noioso ed orribile da
deludervi ç_ç
Vi
ho fatto aspettare un po’ per questo capitolo, che non
è
neanche uno dei più interessanti, ma tra le feste(e vi
assicuro che qui a
Napoli a Natale non si capisce nulla tra parenti e gente varia) ed il
resto non
riuscivo proprio a scrivere!
Ma
ora sono qui, con l’ultimo capitolo del 2011 e spero vi
sia piaciuto :D
AH!
Mancano otto
capitoli più epilogo alla fine, poi diremo addio a
Ronnie e Nick ç____ç
Grazie
ancora per le recensioni, a chi mette la storia tre
preferite, seguite e ricordate e chi mi ha messa tra le autrici
preferite.
Spero
che il 2012 vi porti tutto quello che desiderate,
buon anno a tutte mie dolci pallette di lardo!
Vi
amo <3