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Autore: AlyssFleur12    17/08/2006    11 recensioni
-calmati, Weasley- disse Pansy alzando il sopracciglio munito di piercing –niente terzo grado, ti racconto brevemente. Sono scappata di casa…- Ginny sussultò. Questo voleva dire guai. Guai grossi. Ma Pansy continuò facendo finta di niente -…ormai è un anno e mezzo. I miei non mi cercano neanche più, tanto ho due fratelli. Ho vagato un po’ per Londra facendo uno stupido lavoretto babbano ma poi il mio capo mi voleva scopare…- Ginny sussultò di nuovo. Non era bigotta, ma nessuno di quelli che frequentava usava termini del genere con quella naturalezza. Non era neanche scandalizzata, solo sorpresa -…così gli ho fatto un incantesimo. Gli ho fatto crescere il cazzo talmente tanto che non riusciva più a camminare senza che strusciasse per terra. Oh, non fare quella faccia, i babbani glielo hanno tolto, ma il punto è che ora sono senza lavoro e senza soldi.- concluse Pansy sedendosi su una piccola poltroncina in modo molto poco composto.

Come al solito Pansy/Ginny e Draco/Harry. AU perchè sono adulti. Vi amo tutti.
Genere: Romantico, Commedia, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Ginny Weasley, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Harry, Ginny/Pansy, Ron/Hermione
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Ginny Weasley si passò con aria disperata una mano sulla faccia e sospirò.

Era successo ancora. Era di nuovo andata a letto con Pansy Parkinson.

Da quel maledetto giorno in cui le si era presentata sulla porta di casa…

 

Harry aveva ucciso Voldemort durante il sesto anno (il quinto per lei), poi era venuto l’ultimo per i suoi amici ed era trascorso in modo piacevole: la tensione tra grifondoro e serpeverde si era notevolmente allentata. Ginny durante il suo settimo anno aveva scoperto grazie a Hannah Abbott ed ad un paio di altre grifondoro di provare un certo interesse per le ragazze, nonostante continuasse a trovare attraenti i ragazzi. Era bisessuale, insomma. Appena dopo la scuola aveva preso una casetta nella parte più povera di Hogsmeade, un bilocale di 35 metri quadri, piccolo ma carino. Ginny aveva un piccolo lavoretto in un negozio di vestiti praticamente sotto casa e ogni sera andava a servire ai tavoli dell’unica piccola discoteca del paesino, per avere i soldi per l’affitto e gli studi per diventare una Medimaga. Aveva conosciuto un ragazzo che frequentava ancora il sesto anno a Hogwarts, che la veniva a trovare ogni qualvolta ci fosse una visita organizzata e a volte anche di nascosto con piccoli sotterfugi. Avevano fatto l’amore solo un paio di volte perché lui era molto giovane e c’era troppo poco tempo, ma Ginny poteva dirsi piuttosto felice della sua semplice vita. Finché non si era trovata davanti Pansy Parkinson…

 

Erano quasi due anni che non la vedeva, e in quei due anni entrambe erano cambiate. Ginny non molto, aveva fatto allungare i capelli, si era un po’ alzata di statura e il suo fisico era appena un po’ più femminile, ma Pansy era completamente diversa.

Quel giorno, sul suo metro e settantacinque di altezza indossava un corsetto rosso scuro e un paio di jeans neri strappati e bucati pieni di spille da balia, con sotto delle calze a rete nere e un decoltè nero con la punta rotonda e un piccolo tacco a spillo, anche se metà della scarpa era coperta dai lunghi pantaloni.

I suoi capelli neri ormai lunghissimi erano praticamente sempre i soliti, se non si contava una ciocca bianca sul lato destro della testa. Pansy aveva un piercing sulla lingua, uno al sopracciglio sinistro e uno sotto il labbro inferiore, leggermente verso destra. L’abbondante strato di trucco nero era un po’ colato sotto la palpebra e l’ombretto viola scuro aveva l’aria di essere un po’ vecchio, come se Pansy si fosse truccata tre giorni prima e non si fosse lavata. In effetti anche i capelli erano un po’ spettinati ma non puzzava, anche se aveva un profumo molto forte, simile a quello di una prostituta.

 

Ginny notò subito che con sé aveva un piccolo zainetto nero con dei teschi di una marca babbana, con sopra una spilla con una scritta che lei trovò un po’ di cattivo gusto.

-allora, non mi fai entrare?- aveva detto ridendo Pansy con voce un po’ roca, con in bocca una gomma da masticare azzurra.

Ginny non aveva detto niente ma aveva spalancato la porta e l’aveva accolta in casa sua, sentendosi a disagio nella sua maglietta color arancione pastello e la gonna al ginocchio azzurra che facevano molto prima comunione. Si ricordò di avere anche un cerchietto in testa, che tolse nascondendolo dietro il termosifone non appena Pansy si girò a guardare il soggiorno-cucina della sua casa.

Lo sguardo di Pansy si fermò su una bacheca con tutte le foto di Ginny.

-wow…- disse piano posando lo zainetto a terra, mentre Ginny si guardava intorno imbarazzata, sfregandosi le mani.

Pansy guardò molto distrattamente la foto di Ginny con Harry, quella con Ron e gli altri fratelli, quella dei suoi genitori, e una di Ron, Hermione e Ron insieme ma il suo sguardo si fermò su quella con Hannah Abbott. Ginny la aveva messa lì perché sapeva che i suoi genitori non la venivano mai a trovare (semmai era il contrario) e i suoi amici (anche Ron) sapevano che Ginny nutriva un certo interesse per le ragazze.

La foto era infatti un po’… dubbia. C’era Ginny con la divisa della scuola seduta su un muretto e Hannah Abbott, una tassorosso bionda e coi capelli un po’ crespi la stava abbracciando in modo un po’ troppo romantico perché qualcuno potesse pensare che fossero solo amiche.

Prima che Pansy potesse dire qualcosa Ginny parlò.

 

-allora, come mai sei qui? E come hai fatto a sapere che abitavo qui? E cosa vuoi da me?-

-calmati, Weasley- disse Pansy alzando il sopracciglio munito di piercing –niente terzo grado, ti racconto brevemente. Sono scappata di casa…- Ginny sussultò. Questo voleva dire guai. Guai grossi. Ma Pansy continuò facendo finta di niente -…ormai è un anno e mezzo. I miei non mi cercano neanche più, tanto ho due fratelli. Ho vagato un po’ per Londra facendo uno stupido lavoretto babbano ma poi il mio capo mi voleva scopare…- Ginny sussultò di nuovo. Non era bigotta, ma nessuno di quelli che frequentava usava termini del genere con quella naturalezza. Non era neanche scandalizzata, solo sorpresa -…così gli ho fatto un incantesimo. Gli ho fatto crescere il cazzo talmente tanto che non riusciva più a camminare senza che strusciasse per terra. Oh, non fare quella faccia, i babbani glielo hanno tolto, ma il punto è che ora sono senza lavoro e senza soldi.- concluse Pansy sedendosi su una piccola poltroncina in modo molto poco composto.

-e quindi? Perché…?- iniziò Ginny. Pansy fece roteare gli occhi.

-Draco è venuto ha comprare un regalo per sua madre nel negozio dove lavori, tu non lo hai visto perché stavi piegando dei vestiti ma lui ha visto te, e mi ha detto che probabilmente abitavi lì. Allora io ho chiesto in giro se sapevano dove abitava una ragazza con i capelli color carota, ed è stato piuttosto facile trovarti…- concluse ironica stuzzicandosi le unghie laccate di nero.

-cosa? Sei andata in giro a chiedere di me? Senza neanche una qualche scusa…?- chiese Ginny gesticolando come una pazza, mentre Pansy la guardava divertita.

-no, certo che no, cretina. Ho detto che eri la mia ragazza- disse in fretta Pansy come se avesse detto una cosa ovvia. Ginny era così incredula che le venne un attacco di tosse e tossì quasi strozzandosi per parecchi minuti, ma Pansy continuava il suo racconto –ho pensato di venire da te perché a scuola tutti sapevano che eri tanto “gentile e accogliente”- Pansy mimò le virgolette con le dita e pronunciò le parole in modo ironico –così, visto che non ho un posto dove andare, sono qui a umiliarmi chiedendoti di ospitarmi. È la pura verità.-

Ginny si riprese dal quasi soffocamento e, dopo una piccola serie di domande per verificare la sincerità di Pansy si mise d’accordo con lei che sarebbe potuta restare ma a delle condizioni.

1.” Scrisse Ginny sulla lavagnetta che aveva in cucina “non per sempre.” Pansy fece un gesto scocciato con la mano.

“2. non fai troppo rumore.” –lavoro e sto studiando- aggiunse a voce Ginny.

“3. non sporchi.” –e se lo fai PULISCI!-

“4. facciamo da mangiare una volta per uno” –quella che non prepara lava i piatti. Se devi stare qui di certo non lo farai come in albergo-.

“5. non dici bugie ai vicini” –cioè la smetti di andare a dire cose non vere alla gente che mi conosce. Ho un ragazzo, e qui la gente lo sa- disse Ginny severa. Pansy fischiò. –un ragazzo, non una ragazza?- chiese provocatoria. Ginny la ignorò.

“6. ti cerchi un lavoro” –voglio metà dell’affitto il prima possibile. È chiaro?- concluse Ginny posando il gesso.

-sì, professoressa McGrannit- rispose scocciata Pansy. Ginny pensò che se non fosse diretto a lei lo potrebbe anche trovare divertente. Forse.

-ma in questa camera c’è un letto solo…- disse maliziosa Pansy entrando in camera.

-tu dormi sul divano di là- ribattè stizzita Ginny. Si stava già pentendo della sua gentilezza.

Pansy non disse niente e lanciò il suo zainetto sul divano.

-allora, chi l’avrebbe mai detto che tu diventassi la ricca e io la stracciona?- disse Pansy con un’ironia pungente che Ginny non apprezzò molto.

-non sono ricca. Ho solo un piccolo appartamento in affitto e faccio due lavori per mettere dei soldi da parte.- disse cercando di mantenere la calma.

-beh, perlomeno hai dei soldi tuoi. Io no.- sospirò Pansy. Per la prima volta da quando era entrata in casa dell’altra un’ombra sembrò posarsi sul suo viso. Ginny distolse lo sguardo. Non aveva certo voglia di consolarla.

-ma perché non sei rimasta a casa? I tuoi sono ricchissimi…- chiese invece.

-beh, non ci crederai Weasley, ma ho scoperto che i purosangue non sono poi così fantastici come pensavamo. Mia madre voleva che mi sposassi. Un anno e mezzo fa! Ti rendi conto? Oh, e naturalmente puoi immaginarti anche con chi…- disse ironica Pansy.

-Malfoy…?- azzardò Ginny curiosa.

Pansy annuì.

-insomma, è il mio migliore amico!- sussurrò disgustata Pansy –cioè, non è brutto, ed ovviamente è veramente simpatico ma non sono minimamente attratta da lui. Come carattere sì, ma siamo troppo amici!-

Ginny si sedette sul divano. Pansy stava disdegnando quello che le ragazze sognavano di più. Draco Malfoy. Ma in fondo, pensò Ginny, se a lei non piace perché dovrebbe sposarselo?

-e quindi hai rinunciato alla tua enorme eredità perché i tuoi volevano che tu sposassi un purosangue?-

-esatto- sospirò Pansy malinconica –ma poi ho scoperto che i babbani non sono così idioti come pensavo. Hanno un gran senso dello stile, per esempio. Solo alcuni, ovviamente. E poi… la musica! Ti ricordi, hai tempi della scuola ascoltavamo giusto le Sorelle Stravagarie e le Beatty’s Tests… beh, i babbani hanno della musica fantastica! E poi hanno inventato dei cosette piccini così, non ci crederai, ci stanno più di mille canzoni!- disse Pansy esaltata come se stesse dicendo una cosa assurda –ne ho preso uno…- disse frugando dello zaino.

-cosa? Ma non hai detto che non avevi soldi?- chiese incredula Ginny sedendosi accanto a lei.

Pansy sogghignò.

-non ho avuto bisogno di soldi per questo. Il commesso è stato così gentile… sembrava quasi che fosse Incantato…- disse ironica lei estraendo un piccolo lettore mp3 dallo zaino.

Ginny fece roteare gli occhi.

-tanto per metterci la musica dentro hai bisogno di un computer-

Pansy sospirò e scosse la testa.

-Weasley, Weasley…- inizio con tono di rimprovero –studiare solo le cose che ti insegnano a scuola non fa bene…-

Ginny la interruppe.

-hai usato le Arti Oscure??- chiese incredula.

Pansy scoppiò a ridere e rise ancora di più vedendo la faccia scocciata di Ginny.

-Weasley, tu non hai proprio idea di cosa siano le Arti Oscure, vero? Per mettere della musica qui dentro basta andare in un negozio babbano dove vendono i CD, che sono delle cose strane con la musica dentro e con un semplice incantesimo di trasferimento… basta sapere come si chiama il cantante che ti piace.- concluse Pansy come se stesse spiegando a un bambino come mangiare senza usare le mani.

 

-puoi mettere la tua roba qui- disse Ginny indicando un piccolo mobiletto.

Pansy iniziò a svuotare lo zainetto senza dire niente. Ginny rimase a guardarla mentre piano piano veniva fuori il contenuto: due mutande rosse scure e un paio nere piccole come francobolli, tre o quattro magliette nere con delle scritte e disegni che Ginny non riuscì a vedere bene, una gonna con una fantasia scozzese sul verde scuro molto corta, un’agenda e delle piccole cianfrusaglie. Niente di apparentemente pericoloso o potenzialmente dannoso per la sua casa...

  
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