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Autore: KikiWhiteFly    01/01/2012    0 recensioni
«Hai ragione, Rose», sospiro per l'ennesima volta, tirando insù il viso per trattenere le lacrime. «Sai qual è la cosa peggiore da accettare alla fine di un amore?», Rose fa un cenno di diniego con il capo, mi passa una mano sulle spalle per consolarmi. «Il fatto che non finisce mai davvero».
Silenzio, mare, onde, brezza frizzante, alcol, sigarette, sabbia, lacrime. In questo momento queste cose, che ci si voglia credere o meno, si fondono in un tutt'uno e danno vita a un profondo dissidio interiore.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tutto passa, nulla si dimentica





Capodanno 2011




«Auguri, Jen!», esclama festosa la mia amica Rose, schioccandomi un bacio sulla guancia.

Eccola là, è sempre lei: non ha il minimo senso della misura, a mezzanotte in punto è già ubriaca.

«Auguri», ribatto meno festosamente, approfittandone per rubarle la bottiglia di spumante.

Di questo passo, domani mattina finirà in ospedale – e, dèi, non riesco ad immaginare ipotesi peggiore.

Conosco Rose da una vita, all'incirca dalla prima elementare, so bene che non riesce a reggere l'alcol e, pur tuttavia, non riesce a 

darsi dei limiti – diamine, non sono 

la sua badante, non posso accudirla continuamente.

Per fortuna quest'anno ci sono James e Daniel, due compagni di università; beh, in tutta sincerità, Rose e James hanno quel che si può definire

una “relazione complicata”, resa tale dal fatto che nessuno dei due vuole impegnarsi seriamente.

Oh, beh, se a loro va bene così non ho proprio nulla da ridire.

Daniel mi fissa annoiato, a quanto pare la venuta del nuovo anno non lo emoziona particolarmente; lascio Rose nelle mani di James, 

allora, aprendo il palmo della mano.

Sa benissimo cosa voglio, gli è fin troppo chiaro: estrae un pacchetto dalla tasca destra dei jeans, poi sfila una sigaretta.

«E con questa... me ne devi cinque», ribatte freddamente, poi afferra l'accendino da un'altra tasca e mi risparmia una fatica.

«Che tirchio, Dan. E, poi, lo sai...», dibatto, leggermente stizzita, «... non mi piacciono nemmeno le Marlboro».

Lui sorride – ghigna, più che altro, sembra che voglia prendermi in giro –, poi ripone il pacchetto e l'accendino al proprio posto.

«Dovresti andarci piano, sai? È ancora presto».

Non sento queste raccomandazioni da almeno dieci anni, davvero. In ogni caso, poco importa, non mi sembra in condizioni di dettare paternali.

«Per una sera si può esagerare, no?».

Poi, apro la bocca e spiro una nuvola di fumo. Sì, proprio di fronte a lui, pur con il rischio di accecarlo.

«Te l'ho detto, no? Non mi piacciono le Marlboro».

La serata, poi, trascorre all'insegna della tranquillità: chiacchieriamo sino a notte fonda, Rose si addormenta profondamente – a causa dell'alcol,

ovviamente – ancor prima che siano le due di mattina, fumiamo, ci divertiamo e posso dire che, dopo qualche bicchierino, Daniel risulta persino simpatico.

Magari è una mia impressione, forse sono un po' brilla, ma gli sguardi di Daniel mi sembrano molto più profondi di quanto possa sembrare a primo acchito – non so, 

magari non fumeremo la stessa marca di sigarette ma abbiamo molte altre cose in comune.

Magari sono solo un po' brilla, mi ripeto, ma gli occhi di Daniel sembrano cercare i miei, questa notte, che sia realtà o immaginazione 

poco importa: il battito del mio cuore ha iniziato ad accelerare.

Non si ferma. E non si è fermato nemmeno il giorno dopo, né quello dopo ancora.





Capodanno 2012




Scoppia la stessa fragorosità, come ogni anno, qualche metro più in là si inizia a gioire con lo spumante. Quest'anno siamo in spiaggia, l'unica cosa che considero 

davvero rilassante a questo mondo: la marea si fa più aggressiva, da nord spira un soffio di vento che ci costringe a voltarci dalla parte opposta.

Siamo sempre noi: io, Rose, le nostre famiglie, lo spumante, il pandoro, le sigarette e le nostre storie. 

Non cambia nulla, eppure muta tutto: interessante contraddizione, no, è curioso come trecentosessantacinque giorni possano fare la differenza – in realtà, 

anche se non ce ne accorgiamo, ogni giorno fa la differenza, a modo suo.

«Quindi, con James... è finita così», borbotto d'un tratto, tirando su la zip del giubbotto.

Rose alza le spalle, quasi in segno di resa, non sembra averla presa troppo male.

Lei è fatta così, da una parte l'ammiro: è realista, sa per certo che nulla dura per sempre e non ha la pretesa di appartenere ad un uomo.

«Panta rei, tesoro», sorride lei, estraendo il fidato pacchetto di Lucky Strike dalla borsa.

Poi, fa per offrirmene una ma rifiuto garbatamente.

«Le Lucky Strike non renderebbero giustizia a questa notte, hanno un sapore agrodolce e ti restano addosso, come i ricordi», sospiro, iniziando a sentire l'aroma

del tabacco volare nell'aria.

Rose sa, Rose capisce perfettamente – non servono parole tra di noi, bastano gli sguardi.

«Certo che Daniel è stato proprio uno stronzo, eh? Ti ha scopata quella notte e... arrivederci, alla fine, chi si è visto si è visto. 

Non si vede più nemmeno all'università», sentenzia infine Rose, prima di poggiare nuovamente la sigaretta sulle labbra.

Ricordare quella notte mi fa male, tanti aghi acuminati feriscono il mio petto: sono fatta così, io, penso e ripenso al passato, vorrei tanto poter andare avanti come Rose.

Così, alzando le spalle, senza alcun ripensamento. Beh, è probabile che mi sia appena coperta di ridicolo, dopo aver fatto questa confessione.

«Hai ragione, Rose», sospiro per l'ennesima volta, tirando insù il viso per trattenere le lacrime. «Sai qual è la cosa peggiore da accettare alla fine di un amore?», Rose fa 

un cenno di diniego con il capo, mi passa una mano sulle spalle per consolarmi. «Il fatto che non finisce mai davvero».

Silenzio, mare, onde, brezza frizzante, alcol, sigarette, sabbia, lacrime. In questo momento queste cose, che ci si voglia credere o meno, si fondono in un tutt'uno

e danno vita a un profondo dissidio interiore.

Daniel, a quest'ora, sarà dall'altra parte del mondo – forse con un'altra –, non è minimamente consapevole di aver appena inflitto ad una ragazza delle pene

ben più grandi di quanto si aspettasse.

«Dai, tutto passa», sussurra Rose.

Mi abbraccia davvero stavolta, lascia che le mie lacrime scavino una fossa di modeste dimensioni sul suo costosissimo cappotto. Una sorella può, sì, con un paio di

parole può fare questo e altro.

Così, asciugandomi con la manica del cappotto le lacrime, afferro la borsetta e ne estraggo una Marlboro. Sì, esatto, le odiatissime sigarette.

Rose capisce, ancora una volta, accetta volentieri di farsi carico del mio dolore – il peso è più sopportabile, a questo punto.

«Questa, è una serata da Marlboro. Loro non ti restano appiccicate come i ricordi, Rose, loro solo l'illusione di un attimo e nulla più. 

Sono forti, aggressive, fanno male ma almeno sono realiste».

Ne accendo una, il sapore è forte sulle labbra e quasi rischia di farmi tossire – sono davvero troppo nocive, sanno far parlare di sé.

«Tutto passa», sussurra nuovamente Rose, lanciando uno sguardo in lontananza al mare.

«No, Rose. Tutto passa, nulla si dimentica».

Esalo un'altra boccata, poi di nuovo uno sguardo verso le onde increspate: va bene così, è inutile perdersi in sterili melodrammi, 

ora voglio solo spumante e risate frastornanti.







_________________________


Spero di non avervi depresso, davvero. Inoltre, volevo una narrazione leggera e quindi ho optato per il presento in ambedue i casi. 

Comunque, voleva essere una storia breve sin dall'inizio – anzi, doveva essere una flash. °W° –, non ho specificato troppe cose ma ho voluto concentrarmi sull'essenziale.

E non so come mi siano venute tutte queste metafore con le sigarette – fatto sta, non voglio incitare nessuno al fumo, anzi. XDD

Panta rei, inoltre, è un aforismo attribuito ad Eraclito, in greco significa: “Tutto scorre”.

Grazie a quanti hanno letto, spero che tutte voi “Jennifer” che siete state deluse in amore quest'anno, possiate trovare conforto nel 2012. E negli anni a venire, ovviamente. :)



Felice anno nuovo a tutti voi, lettori volenterosi!


Kì.

   
 
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