The breath of butterflies

 Non raccontavo mai del mio passato, né davo informazioni personali... Quei ricordi erano                                                                    soltanto miei e avevo imparato che certe cose è meglio tenerle segrete.

                                                                                                                                                   Nicholas Sparks

Se chiudevo gli occhi e mi concentravo attentamente, riuscivo a sentire il suo profumo. 

Menta. Sentivo solo questo quando mi abbracciava: un intenso e avvolgente profumo di menta.
Mi perforava le narici e si imprimeva sulla pelle.
Ma non era spiacevole, tutt'altro. 

E se mi sforzavo ancor di più, riuscivo a vedere i suoi occhi verdi, che mi abbagliavano come fari nella notte.

E le sue braccia, struttura nella quale mi rifugiavo e trovavo conforto.

Non è durato molto.

Un giorno è sparito, è andato via, come l'autunno e come l'estate.

Si è dissolto nell'aria, il vento l'ha portato con sè. 

Di lui mi erano rimasti i ricordi. Li conservavo uno ad uno, e non erano sfocati o nebulosi, ma nitidi e potenti, perchè quando riaffioravano mi destabilzzavano ed era come se un grosso peso mi opprimesse l'anima. Un fugace groppo alla gola, nel mentre, nasceva davanti a quei ricordi, che scivolavano veloci tra le vecchie sensazioni.

Charles era il mio migliore amico, la mia fonte di luce, oltre Jenny. 

Ma con lui era diverso: non parlavamo di vestiti o appuntamenti, ma di cose veramente importanti.

A Jenny non l'ho mai detto. Si sarebbe scandalizzata e si sarebbe sentita offesa sapendo che stare con lui mi piaceva di più.

Non ho avuto il tempo di dirglielo.

"Ti va di uscire con me stasera?" alzai lo sguardo confusa, trovandomi Justin che sorrideva malizioso.

Rimasi a fissarlo per una manciata di secondi, e probabilmente fu il set cinematografico a ricordarmi che stava recitando.

Sbuffai, ci sapeva davvero fare.

"Ecco...io..." com'era la battuta? Mi ero persa al "ti va di uscire?".

Justin sorrise incoraggiante, e per un attimo pensai che mi stesse prendendo in giro.

"E' un appuntamento?! Andiamo non è così difficile da memorizzare!" il regista aveva ricominciato a sbraitare, e questo contribuiva solo ad aumentare il mio nervoso.

"Gli attori, gli attori! Chi li capisce è bravo!!! Pausa. Voglio un caffè macchiato. Margareth, mi hai sentito?!" avrei voluto tapparmi le orecchie ed uscire da quel manicomio.

Sbuffai per la seconda volta, e guardai il display del telefono. 21 ottobre. Non me lo ricordavo.

Ci volle un secondo, o forse un paio di minuti, fatto sta che mi accasciai a terra e tentai di reprimere le lacrime. 

Era passato un altro anno.

Justin si avvicinò con passo veloce, per poi pormi l'inevitabile domanda, quella che più di tutte odiavo e detestavo:"Tutto bene?" suonò quasi un insulto, chissà perchè.

Troppo scontata e troppo programmata. Sembra quasi che le persone la tirino fuori e la utilizzino a proprio piacimento.

"Ti interessa davvero come sto e cosa provo, oppure lo dici solo per gentilezza? Se è così sei come tutti gli altri" domandai qualche attimo dopo, con gli occhi che inevitabilmente cominciavano a gonfiarsi.

"Mi interessa davvero" rispose serio, accovacciandosi sul pavimento freddo del set.

"Non so se ti piacerà, sentire la mia storia intendo" asserì convinta, rivolgendogli un'occhiata fugace, che terminò non appena sentii la sua mano calda sulla mia.

La osservai scettica, per poi contorcere la bocca in un sorriso sghembo.

"Non deve piacermi. Non mi interessa una bella storia con tanto di lieto fine, voglio sapere la tua di storia" rispose prontamente, altrettanto convinto.

"Non aspettartelo" affermai scrutando la sua mano nella mia e scuotendo lentamente il capo.

"Che cosa?" chiese dubbioso, posando anche lui lo sguardo su quello che sembrava essere in tutto e per tutto un piacevole contatto.

"Il lieto fine" esclamai debolmente, sorridendo un'altra volta e promettendo a me stessa di non piangere.

Almeno per un po'.

lucrezia's corner

In questi mesi ho avuto paura che qualcuna di voi si mettesse sulle mie tracce e mi venisse a cercare nella soffitta della mia casa, con tanto di spada e pugnale.

So bene l'indecenza con la quale posto questo (tra l'altro corto e osceno) capitolo, ma sono stata così indaffarata da trascurare voi, e credeteci o no, da trascurare Justin.

Motivo di tutto ciò? Cinque ragazzi, un nuovo cd, e una nuova cotta.

Gli One direction hanno avuto la bizzarra idea di entrare nella mia vita.

Quindi, presa da una folle, ma letale, voglia di amore (?) ho scritto una nuova fan fiction su di loro, o meglio su Hazza.

Questa FF è passata in secondo piano per colpa loro, quindi prendetevela con quelle 5 carote, please.

Non so se continuare o meno questa storia, perchè mi sto legando moralmente all'altra.

Wicked è il titolo. 

Vi chiedo di farci un salto e leggerla, perchè ci sto mettendo il cuore. Inoltre potrete trovare Charles, ovvero lo stesso personaggio di questa storia. Anche lì interpreta la parte del morto :)

Vi voglio un mondo di bene e vi chiedo umilmente scusa.

Il futuro di questa fan fiction è nelle vostre mani: scrivetemi nei commenti se siete disposte a seguirmi ed a incoraggiarmi con l'altra, oppure se the breath of butterflies è troppo importante per poterla interrompere.

Un abbraccio a tutte voi, e un caloroso grazie per essere meravigliose.

Lucy