SAKURA 桜
Sembrava un fiore di ciliegio: le palpebre pallide celavano le iridi d'onice del ragazzo, le labbra sottili e delicate come petali erano schiuse appena, imperlate come di rugiada mattutina, le guance, tinte di quel rosato delizioso che arrossiva la carnagione chiara, le ciocche nivee, che incorniciavano scomposte il volto dai tratti fini, sparse sulla federa linda del cuscino, le mani che si intrecciavano dolcemente alla chioma dorata dell'amante.
Nella camera vuota gli ansimi dei due giovani rieccheggiavano come in un sogno, qualcosa di surreale e soffuso, sfumate dal buio che li circondava, dallo scarlatto broccato del copriletto e dalle cortine con le frangie auree che pendevano ed oscillavano, sospese dalla struttura di mogano del baldacchino.
Le dita esploravano il corpo del compagno, curiose, timide, provocando brividi leggeri come battiti d'ali d'un colibrì e scariche elettriche lungo la spina dorsale, che stordivano, confondevano e ammaliavano.
Labbra incontrarono labbra, vogliose, esitanti, memorizzandone la consistenza, la forma, il sapore e si schiusero inconsciamente, desiderose di un nuovo contatto più dolce, più intenso.
Lingue si intrecciarono in una danza sensuale, senza fretta, stuzzicando, rincorrendo, accompagnando la gemella in un ballo eccitante.
Occhi si incatenarono senza possibilità di distogliere lo sguardo, famelici, amorosi, liquidi come il riflesso umido dell'acqua cristallina su una pietra preziosa, levigata, splendenti come un cielo sereno, come una notte stellata.
E voci, appassionate, basse come una ninna nanna sussurrata all'orecchio si scambiavano parole, sentimenti, senza timore, ricambiate.
Di nuovo, labbra incontrarono labbra perché di parlare non v'era più bisogno, perché si stavano già dicendo tutto con i gesti, con gli sguardi.
Come un fiore di ciliegio nel pieno della fioritura, appassionato e delicato. Spinto dal vento come fosse un tutt'uno con esso.
Nel parco, il fiore di ciliegio volteggiò nell'aria gemmea, lanciando uno sguardo ai due ragazzi che camminavano mano nella mano lungo il viale. Un guanto di nera e lucida pelle si mosse verso il bocciolo, accogliendolo nel palmo per un istante, prima che un altro alito lo sospingesse via.