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Autore: londra555    01/01/2012    7 recensioni
Universo parallelo. Questa volta Santana non ha problemi ad accettarsi. Cosa succede se chi si nasconde è Brittany?
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Kurt Hummel, Santana Lopez
Note: AUOOC | Avvertimenti: nessuno
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Note: dunque nuova storia per il nuovo anno. Solo che questa volta è ambientata in un universo parallelo e per tanto i personaggi sono OOC, semplicemente perché hanno avuto uno sviluppo e delle situazioni diverse. L'idea nasce dal fatto che è sempre Santana quella che ha problemi nell'accettarsi, ho provato a cambiare le carte in tavola. Incredibilmente pubblico prima di aver finito di scrivere, non l'ho mai fatto ma sono molto avanti con la storia e sono fiduciosa! Speriamo! Fatemi sapere cosa ne pensate. Magari ne parlerò più avanti ma una parte è un omaggio a una storia fantastica! Insomma mi sono dilungata abbastanza.

 

CAPITOLO 1

Il suono insistente della sveglia sul comodino la fece voltare lentamente, allungò il braccio e, dopo un paio di tentativi andati a vuoto, riuscì a raggiungerla e spegnerla. Si passò una mano sul volto accorgendosi immediatamente che era sola nel letto. Lei era andata via. Non che si aspettasse nient’altro, in fondo non rimaneva mai tutta la notte. Per questo non sapeva spiegarsi quella sensazione fastidiosa che l’accompagnava ogni volta. Come una stretta nella bocca dello stomaco che le procurava un misto di dolore e nausea che le rimaneva addosso per tutto il giorno. Tirò via le lenzuola con un movimento deciso e si diresse verso il bagno per svegliarsi sotto un getto d’acqua calda. Mise la divisa prima di scendere per fare una veloce colazione. Scosse la testa mentre sorseggiava il caffè e cercava di ricordare dov’erano i suoi genitori. Un convegno a Columbus? No, quello era successo la scorsa settimana. Certo, la vacanza alle terme! Afferrò le chiavi della macchina e si diresse verso la sua scuola. Parcheggiò al solito posto dove l’aspettava un ragazzo comodamente appoggiato al muro dell’edificio con un sorriso che subito si trasformò in un espressione che lei conosceva benissimo. Sospirò prima di aprire lo sportello preparandosi mentalmente a quello che l’aspettava.

-Buongiorno Kurt!

-Hai delle occhiaie terribili Santana! Dimmi che non è successo di nuovo!

-Successo cosa?

-Non fare questi giochi! Non con me! E copriti quel succhiotto!

Santana si portò rapidamente una mano al collo e si guardò in uno degli specchietti della macchina. Si corrucciò quando non vide nessun segno e sollevò lo sguardo per fulminare l’amico che la guardava con un sopracciglio sollevato e una insopportabile espressione saccente in viso.

-Non è divertente Kurt!

-Oh sono d’accordo! Non è divertente che tu ti faccia del male in questo modo!

-Ho tutto sotto controllo!

-No, San! Non hai proprio niente sotto controllo! Sei una dannata masochista!

-Me l’hai già detto! Dimmi qualcosa di nuovo!

-Maledizione San! Non ti accorgi che sta giocando con te? Non ti rendi conto che ti sta usando?

Si fermarono di colpo guardandosi negli occhi. Non era certo la prima volta che le diceva quelle cose ma, di certo, era la prima volta che lo faceva con una tale violenza. Kurt addolcì lo sguardo e la voce prima di proseguire.

-Senti, mi dispiace. Ho esagerato. Ma lo sai che sono preoccupato per te. Questa situazione ti ferisce. Io non voglio che tu soffra.

-Lo so. Andiamo, siamo in ritardo.

-Non abbiamo finito!

-Non credi che potremmo parlarne da qualche altra parte? Magari evitiamo di far sapere i fatti miei all’intera scuola!

Kurt sospirò mentre l’accompagnava verso l’armadietto. Avevano cambiato argomento e adesso la ragazza sembrava rilassata e sorridente ma bastò solo un attimo perché si irrigidisse. Kurt sollevò lo sguardo seguendo quello dell’amica al suo fianco anche se sapeva benissimo cosa avrebbe visto. Una ragazza bionda stava appoggiata agli armadietti mentre sorrideva a uno dei giocatori di football che le stava addosso sorridendo felice. I due amici passarono al lato mormorando un saluto appena udibile e ricevendo un allegro “buongiorno” in cambio. Forse fu l’allegria di quel saluto che fece perdere le staffe a Kurt che si fermò di botto incrociando lo sguardo della ragazza bionda. Santana allungò la mano con disperazione stringendo il suo polso ma il ragazzo sembrò ignorarla. Incrociò due occhi azzurri che lo guardavano interrogativi.

-Brittany? – il tono era decisamente troppo elevato.

-Ti serve qualcosa Kurt?

Il ragazzo sentì il desiderio impellente di prenderla a schiaffi nel bel mezzo del corridoio, ma la stretta di Santana sempre più disperata lo fece desistere. Almeno per questa volta. Strinse i denti e pensò in fretta.

-Si, volevo ricordarti della riunione di domani del glee. A casa mia. Alle sei. Puoi portare anche il tuo ragazzo. – disse indicando il giocatore di football con un lieve movimento del capo.

-Si lo ricordavo. John non è il mio ragazzo, stiamo solo uscendo.

-Ehi Brittany mi chiamo Josh!

-Si tesoro è uguale! Non essere egocentrico.

Kurt assentì appena e si voltò di scatto per andare via mentre suonava la prima campanella della giornata.

-Cosa diavolo ti è passato per la testa? – gli chiese Santana appena furono lontani.

-La voglio uccidere! Ma l’hai vista? Non sa nemmeno il nome di quel tipo!

-Kurt, quasi muoio d’infarto!

-Lo so San! Ma hai sentito come ci ha salutati? Non posso credere che sia così allegra mentre ti spezza il cuore!

Santana lo guardò con un lieve sorriso, in fondo le piaceva quando era così protettivo con lei. Chiuse gli occhi pensando a come la loro amicizia era iniziata poco più di un anno prima.

 

La decisione di entrare in quel dannato club non era stata certo sua. Lei non l’avrebbe mai fatto di sua iniziativa. Non che la cosa le dispiacesse. Almeno sulla carta. Aveva una bella voce e ne era perfettamente consapevole e l’idea di stare su un palco al centro dell’attenzione l’attirava come una calamita attira il metallo. Quello che, fino a quel momento, l’aveva sempre fermata era la compagnia che avrebbe trovato in quell’aula. Insomma chi, in possesso di tutte le sue facoltà mentali, avrebbe mai scelto di passare delle ore con miss Rachel Berry? Ma quando Sue Sylvester ti chiede qualcosa non c’è modo di dirle di no. A essere sinceri non si poteva nemmeno dire che Sue Sylvester chiedesse. Lei semplicemente ordinava. Ovviamente nessun ordine dell’allenatrice della più forte squadra liceale di cheerleader di tutti i tempi poteva essere ignorato. Santana almeno non l’avrebbe mai fatto. Del resto le piaceva stare nella squadra. Sapeva di essere brava in quello che faceva e, se voleva avere possibilità per una borsa di studio per il college, doveva avere un curriculum impeccabile. Per questo, quando si trovò nell’ufficio della sua allenatrice, dopo un primo momento di stupore dovuto al fatto che era accompagnata dalle due perfette co-capitane delle Cheerios, era pronta a scattare in piedi per accettare qualunque cosa uscisse dalla bocca di quella donna con un perfetto “signorsì signora”. Lo stupore era aumentato ancora quando si rese conto che l’unica cosa che si voleva da lei era che entrasse a far parte del glee club. Niente di più facile! L’unica cosa che la lasciava perplessa era la compagnia. Guardava con la coda dell’occhio le altre due ragazze in quella stanza che ascoltavano gli ordini. Quinn era la ragazza perfetta. Andavano abbastanza d’accordo, uscivano spesso per andare alle feste organizzate dai ragazzi del football e, più o meno, si potevano definire amiche. Lei non era un problema, anzi, era contenta di sapere che sarebbe stata con lei anche nel glee. Quella che davvero la preoccupava era l’altra ragazza bionda che si trovava in quella stanza. Brittany Pierce, co-capitano della squadra di cheerleader. Alta, occhi azzurri, ballerina perfetta e bellissima. Inoltre era la persona più gentile che si potesse immaginare. Si, certe persone hanno proprio tutti i vantaggi! La vedeva muoversi nervosamente sulla sedia, come se non fosse assolutamente d’accordo con quello che stava ascoltando. Per un momento Santana pensò addirittura che si volesse rifiutare. Ma naturalmente non lo fece.

Quando uscirono dall’ufficio per dirigersi in sala canto dove avrebbero dovuto presentarsi per un’audizione con il professor Shuester, Brittany mostrò tutta la sua irritazione per la situazione.

-Non ci posso credere Quinn! Non abbiamo abbastanza cose da fare?

-Britt calmati, alla fine dobbiamo solo canticchiare e muovere un paio di passi a tempo. Non può essere così impegnativo. Perché ti da così fastidio? – le rispose cercando di farla ragionare.

La ragazza gettò uno sguardo storto a Santana che camminava un passo indietro seguendo quello scambio senza intervenire.

-Perché non mi piace la compagnia che ci ha assegnato! Non poteva mandare solo noi due?

Santana si fermò abbassando lo sguardo cercando di nascondere il dolore che quella frase e quello sguardo le avevano appena provocato. Perché si, Brittany Pierce era la persona più gentile ed amabile del mondo con tutti, meno che con lei. E lei non aveva la più pallida idea del perché. Sollevò lo sguardo sentendo la mano di Quinn sulla sua spalla e accorgendosi che l’altra si stava allontanando a passo di marcia.

-Quando mi dirai cosa le hai fatto?

-Io? Non ne ho idea! Credo che, semplicemente, non le piaccio a pelle?

Quinn piegò leggermente la testa mentre la fissava dritta negli occhi facendola sentire a disagio. Per un attimo sembrò che volesse aggiungere qualcosa ma poi scosse appena la testa e le diede una piccola spinta.

-Andiamo.

Come previsto l’audizione fu una semplice formalità. Ma del resto chi avrebbe rifiutato l’opportunità di aggiungere al proprio club tre cheerleader? Sarebbe stata una follia. Era bastato uno stupido coretto improvvisato per far apparire il sorriso di un bambino la mattina di natale nel viso del professore. Ma bastarono pochi minuti seduta in quelle scomode sedie di plastica, per far pensare a Santana che non sarebbe stata una passeggiata come pensava. Insomma come avrebbe fatto a resistere alla voglia di alzarsi in piedi e infilare un calzino sporco nella bocca di Rachel Berry per farla stare zitta?

-Sta tranquilla, dopo un paio di giorni ci fai l’abitudine.

La ragazza voltò appena la testa per guardare il ragazzo che si era seduto al suo fianco e che le aveva sussurrato quella frase con un sorriso divertito sulle labbra.

-Cosa?

-Ti abituerai a Rachel! Non è così male quando la conosci sai?

-Nemmeno l’herpes è così male tra le varie malattie, ma non per questo voglio averci a che fare.

-Carino da parte tua paragonare una compagna di club con l’herpes!

-Come facevi a sapere a cosa stavo pensando?

-Mi piacerebbe dire che so leggere nella mente! Risulterei una persona più interessante! Ma in realtà è la prima cosa che pensano tutti la prima volta che entrano qui dentro!

Santana si lasciò sfuggire una risata che ampliò il sorriso del ragazzo al suo lato, gli allungò la mano.

-Sono Santana.

-Si, lo so. Credimi è difficile non sapere come si chiama una delle migliori cheerleader della scuola! Inoltre abbiamo qualche lezione insieme anche se non abbiamo mai parlato. Io sono Kurt.

-Lo so. Credimi è difficile non sapere come si chiama l’unico gay della scuola!

Kurt rise, poi piegò la testa per guardarla in modo strano con un sorriso enigmatico sul volto.

-Dovresti dire l’unico gay dichiarato della scuola. Non so leggere nella mente ma ho un sesto senso per queste cose. Io non sbaglio mai.

Santana sostenne lo sguardo cercando di capire se quelle parole nascondessero un doppio senso. Non era possibile che lui sospettasse di lei. Insomma, non l’aveva mai detto a nessuno. Usciva con ragazzi, ogni tanto almeno. Poi un movimento nella fila superiore attirò la sua attenzione, sollevò lo sguardo e si scontrò con due occhi azzurri che la stavano fissando insistentemente. Fu solo un attimo poi Brittany spostò la sua attenzione verso il pianoforte con un movimento brusco. Santana si lasciò sfuggire un sospiro lieve e abbassò gli occhi che si erano velati di tristezza, non capiva perché la odiasse tanto.

-Bingo – sussurrò Kurt guardando davanti a se e riportandola sul pianeta terra.

-Maledizione! Posso offrirti un caffè dopo le prove?

-Ne sarei onorato.

  
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