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Autore: Amelie Malfoy    02/01/2012    2 recensioni
Quando un piccolo marziano invade il pianeta Leto-Milicevic i pianeti si allineano e danno inizio al Caos Planetario...quello con la C maiuscola.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Tomo, quindi dici che dobbiamo dargli del latte,giusto?"
Domandò il minore dei Leto,  dopo che il chitarrista finì di parlare dell'adorabile discorso che è la maternità. Il bimbo,tra le braccia di Jared, non smetteva di piangere.
"Ovviamente. E' un bambino, non un elefante,caro J."
 "Ah no?" Sorrise poi lui, lanciandogli un cuscino,che gli scompigliò i Santi Capelli.
"Mi sono sempre piaciuti i bambini, infondo..."
"Certo Jay..." 'Già Shannon gli da alla testa, già è divah di suo, adesso con questo bambino in casa si rincoglionirà totalmente!' pensava intanto il povero Tomo.
"NON ABBIAMO LATTE" Annunciò Shannon gridando dalla cucina,distogliendo la testa dal frigo. Era quasi ora di pranzo, e adesso il batterista era bello sveglio,
dopo essersi pizzicato un paio di volte il braccio per assicurarsi che quello non fosse soltanto un'invenzione della sua testolina matta..e ci aveva sperato.
Diciamo che non è facile trovarsi tra i piedi un bimbo di pochi mesi così,da un giorno all'altro.
"Dobbiamo comprarlo." disse Jared, sottolineando l'ovvio.
"Chi...va?Io ho delle cose da fare."
"Va Shannon. Io ho da fare con Vicky."Si giustificò Tomo. In questo modo se ne sarebbe lavato le mani e avrebbe lasciato il casino ai fratelli Leto..
in quel momento si sentiva una persona malvagia,perciò si ripromise di aiutarli con il bambino a sera fatta.
"Iniziamo ad essere gelosi di Vicky!" Disse Shannon, tornando in salotto con un borsone in spalla. (*Shomo mode: on :3*) Tomo e Jared lo guardarono in interrogativo.
"Dove stai andando, muddafugga?"Chiese poi Tomo, che aveva preso in braccio il bambino, finalmente aveva smesso di piangere e si era addormentato.
"A comprare il cibo per il piccolo marmo...emh,marziano." Rispose Shannon. "E vuoi andarci in pigiama?"  Effettivamente era ancora in vestaglia e pantofole, era stato tutta la mattina a crogiolarsi qua e là rigorosamente con i vestiti da notte, e vederlo sbucare dalla cucina in giubbotto e boxer con tanto di borsone,era una scena esilarante,nonostante i suoi soliti abiti non fossero particolarmente diversi da come era "vestito" in quel momento.
"...Vado a rendermi..umh, presentabile." Borbottò Shannon distrattamente, e sparì al piano di sopra. 


 

**
Jared,per prima cosa dopo pranzo, si diresse in fretta e furia al distretto di polizia. Era andato a piedi, sotto consiglio di Tomo. Non sapeva a chi rivolgersi. Portò con sè la culla,ovviamente il bambino,e il biglietto della loro sfegatata-e soprattutto completamente fuori di senno- fan. Premette l'unico tasto che c'era sul citofono dorato.
"Salve, si identifichi." disse una voce femminile resa metallica dall'apparecchio per mezzo del quale parlava.
"Salve,sono Jared Leto...avrei una questione della quale parlarvi...piuttosto importante."
E mostrò i propri documenti alla telecamera. Ci furono dieci secondi di silenzio.
"Entri." Il portone si aprì, e ,appena varcata la soglia, una donna in divisa lo accolse con un gran sorriso.
"Signor Leto, cosa la porta qui da noi?..Oh,ma che bel bambino..."
Disse poi avvicinandosi a toccare i capelli  del bambino. Jared scansò la mano della donna,tentando di sembrare comunque infinitamente adorabile.
"A dire il vero è proprio lui il motivo per cui sono qui. Se possiamo parlarne in privato..."
La poliziotta aveva lunghi capelli biondi raccolti in una treccia, pelle chiara ed occhi scuri. Sorrise.
"Non aggiunga altro. Mi segua."  Si ritrovò seduto in un ufficio,di fronte alla donna con cui un attimo prima aveva parlato.
"Qualcosa da bere?" 
"Niente,grazie." 
"Il bambino?" 
"Ha...mangiato poco fa. Preferirei passare subito al dunque. E' una situazione particolarmente....insolita."
"Ok. Mi spieghi tutto,anche se immagino di sapere già che cosa succede."
Jared spiegò ,non tralasciando particolari, la situazione. Tirò fuori dallo zaino il biglietto,e posò sul tavolo la culla in cui aveva trovato il bambino. Tutto poteva essere utile per riuscire a risolvere la situazione. La donna, dopo aver finito di ascoltare,era seriamente impressionata. Si morse il labbro e poi disse: "Aspetti qui, ci vorrà mezzora massimo."
E lasciò l'uomo e il bimbo- che dormiva paciosamente tra le sue braccia- nell'ufficio. Fu di ritorno piuttosto in anticipo. 
"La donna che ha scritto questo biglietto si chiamava Catherine Crow. Era psicologicamente instabile,in seguito al trauma della perdita di suo marito.Abitava con il bambino dall'altro lato della città. E' stata portata però in una clinica,dove però è morta. Si è uccisa. La cosa buffa è che ha scritto una lettera,trovata affianco al suo corpo, dove ha detto che voleva assegnare la custodia del bambino a...voi.  Lei, suo fratello, e il suo collega. Nella lettera precisa che però aveva nascosto il bambino da qualche parte.
Oltretutto le calligrafie coincidono. Non ha parenti. Abbiamo perciò chiamato a casa sua, ma non c'è stata risposta.
Alcuni colleghi di un altro distretto sarebbero venuti a casa vostra a parlarvi di questo avvenimento soltanto nel tardo pomeriggio... ma a quanto pare non ce ne sarà bisogno... " 
La donna parlava,parlava,parlava,parlava,ma il povero Jared era rimasto completamente disorientato. Troppe informazioni. Sperava che non fosse successo nulla di realmente grave,invece... oh cavolocavolo se lo era.
Una donna completamente matta aveva affidato la custodia del suo bambino orfano a loro, in 30 Seconds to Mars,una rockband costantemente impegnata con il loro lavoro, con i loro fans,con la loro musica.
La preoccupazione lo invase fino alla punta del capello più lungo. Possibile che capitassero tutte a loro tre? 
"Cosa l'ha portata,secondo lei, ad affidare a lei il bambino?" 
"Beh, era un'echelon, cioè una nostra fan, penso che questo l'abbia portata a... insomma, non lo so, non la conoscevo, non conoscevo nessuna Catherine Crow. Nè tantomeno Shannon o Tomo, almeno credo. Non l'hanno mai nominata,non in mia presenza,almeno..."
Ci fu un attimo di vuoto, che venne squarciato da un verso gutturale del bimbo. 
"..Cosa dobbiamo fare?"
"Siete le uniche persone che ha nominato. Evidentemente si fidava di voi, anche se eravate soltanto i suoi idoli musicali. Perciò vedremo...se decidete di tenerlo bene, altrimenti andrà in un orfanotrofio. Naturalmente non dovete sentirvi obbligati."
"Mi sta dicendo che se non lo prenderemo in custodia noi...andrà in un orfanotrofio...? Non posso non sentirmi obbligato, porca puttana. Non so nemmeno come si chiama questa creatura e mi tocca educarla, crescerla?"
"Non si agiti. So che è una situazione difficile, ma il trucco è non perdere la calma.."
e posò la mano sulla spalla di Jared. Come se poi potesse essere facile non perdere la calma in un momento del genere. Non servivano parole di conforto, in quel momento serviva soltanto una fonte di salvezza,di qualunque tipo.
"Non dovete dirci subito cosa volete fare." Aggiunse poi. "Pensateci su, lei e la tua band. Avete una settimana di tempo,per questo arco di tempo terrete il bambino.Sempre se non è un problema." 
"Nessun problema. Grazie mille, a presto."
Si alzò dalla sedia, strinse la mano alla donna, e iniziò a camminare verso casa. Ma la strada gli sembrava diversa, la città più piccola, soffocante, invadente, con quel piccolo marziano in mano.
Quando tornò a casa trovò Shannon,Vicky e Tomo già a casa. Aspettavano trepidanti il suo arrivo. Salutò svogliatamente i tre, poi mise il bimbo tra le braccia di Vicky e si buttò letteralmente distrutto sul divano. 
"...Allora?" domandò Shannon, timidamente.
Spiegò per filo e per segno la situazione,ripetendo le stesse parole della poliziotta.
L'unica cosa che uscì dalla bocca del fratello fu "Cazzo."
Vicky,nervosa più che mai, era abbracciata con una stretta a Tomo, che era letteralmente senza parole. Cercò di buttarla sull'umoristico.
"Tutte a noi eh..."
Ma venne guardato male sia da Jared che da Shannon, perciò non disse più una parola a riguardo.
L'argomento venne sollevato soltanto dopo cena, quando il piccolo era già stato lavato e messo a dormire dalle pazienti mani di Vicky. Fu il batterista,a parlare.
"Prima sono stato in quel negozio per bambini in piazza... ho comprato dei vestiti e dei,umh, giocattoli..."
Jared sorrise, tuttavia domandò: "Perché l'hai fatto?"
"Perché so come sono fatti gli orfanotrofi, anche se non ci sono mai stato. E poi pensavo avrebbe potuto...non so, gradire..anche se è piccolo,umh,i vestiti servono..no?"
Ma sul suo volto si era formato un sorrisetto, il sorrisetto di chi ottiene quello che vuole.
Shannon-ci-riesce-sempre
  
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