02/01/2012
3 recensioniGraffi sotto la pelle.
Prologo.
Sei sola in casa, mamma è uscita per fare la spesa e non tornerà che fra due ore. Guardi fuori dalla finestra. Giù in strada non si vede anima viva, nemmeno un cane passeggerebbe sotto la canicola di questo Agosto da inferno. Con fare distratto prendi il telecomando e accendi il condizionatore. Il ronzio delle pale riempie la stanza e pensi che almeno quel suono ti farà compagnia fino al ritorno di tua madre.
Sospirando ti allontani dalla finestra. Non sai cosa fare, ti guardi intorno e l’occhio ti cade sulla tua scrivania.
Come al solito è in disordine e sai benissimo che se non metterai tutto a posto saranno urla.
Il quaderno è aperto, le biro sparse intorno, gli appunti buttati in un angolo, i post it dove hai scritto numeri di telefono, sbucano da sotto il cellulare e infine i libri che dovresti studiare fanno da contorno a tutto quel caos.
Osservi il quaderno.
Ora sai cosa fare.
Ti siedi.
Prendi fra le dita la biro.
Quella blu con il tappo giallo. La tua preferita.
Respiri profondamente.
Ci vuole coraggio per mettersi a nudo.
Per scavare nell’anima.
Dicono che per risalire, bisogna prima aver toccato il fondo.
Senti che sei pronta.
Ora la penna scorre veloce sul foglio bianco.
I pensieri hanno fretta di mettersi in fila.
Ti agiti un poco. Ma in fondo non è nulla... stai solo scrivendo un racconto. Il tuo.
Le parole sotto la pelle sono graffi che fanno male. Da morire.
E' una vita che non escono . Adesso è venuto il momento.