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Autore: Niniel Virgo    02/01/2012    3 recensioni
[Ispirato a Alice: Madness Returns]
La piccola Rose era una bambina come le altre, prima di scoprire di dividere il corpo con Alice Liddell. Da allora la sua vita è cambiata, se in bene o in meglio, questo è da scoprire..
[Dal 3°capitolo.]
Morte. Non ho mai sentito nessuno dei miei coetanei parlare di morte. Ma beh, credo di essere l'unica ad avere nella testa una morta con cui parlare, no?
Genere: Azione, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'We are all mad here.'
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Come ci aveva promesso, lo Stregatto è venuto a prenderci il giorno dopo. Certo, poteva scegliere un altro orario invece che l'alba! Stavo ancora dormendo quando ho sentito la sua irritante voce chiamarmi. Quando ho aperto gli occhi, l'ho individuato al buio solo grazie ai suoi occhi, che sembrano quasi brillare. Era seduto ai piedi del letto, in attesa. Quando ho acceso la luce (Che fastidio, mi ha quasi accecata!) mi ha fatto cenno di seguirlo, senza dire nulla. Mi sono alzata in piedi e ho preso i vestiti con l'intenzione di indossarli, ma il gatto mi ha fermata.

“Non c'è bisogno di cambiarsi.”

Ho aggrottato le sopracciglia, perplessa. Se dovevamo uscire, perché non avrei dovuto mettermi dei vestiti più pesanti? In pigiama mi sarei beccata un malanno, e mia madre mi avrebbe uccisa!

Lui ha roteato gli occhi, con fare scocciato, cosa che mi ha irritata terribilmente. Odio, odio dover avere a che fare con lui, da sempre tutto per scontato, come se io sapessi tutto! Mi fa sentire stupida, quando è normale che io abbia bisogno di risposte.

“Ci arriveremo allo stesso modo in cui ci sei andata tu con Alice.”

“Questo l'ho capito anche io.” Ho risposto seccata, incrociando le braccia al petto. Si può essere più odiosi di lui? “Ma non credi che dovrei cambiarmi lo stesso?”

Ho sentito Alice che sospirava. Sembrava parecchio annoiata. “Fa' come dice, tranquilla Rosie. Fidati di me.”

Fidarsi. E' quello che faccio da quando ho conosciuto Alice. Ma siamo sicuri che sia la cosa giusta da fare? Tutti parlavano di lei come di una pazza psicopatica, l'avevano definita persino piromane. Chi mi dice che sia lei a raccontarmi la verità, e non il resto del mondo?

“Sai, la maggior parte delle persone non vede oltre al proprio naso. Alice vede lontano, invece.”

Ho alzato lo sguardo sullo Stregatto. Ah, perché ho pensato cose del genere mentre sono davanti a lui? E poi, che cosa c'entra quella frase? Significa che dovrei fidarmi di lei perché vede cose che gli altri non vedono?

Alice era più confusa di me, perché non sapeva quello che avevo appena pensato. Ho sperato che il gatto non le dicesse niente, e così è stato.

“Allora? Andiamo?” Ci ha spronati Alice, che a quanto pare aveva deciso di lasciar perdere le parole del suo “amico”.

Dovevo decidere in fretta. Fidarmi o meno? La prima volta che ero stata nel Paese delle Meraviglie avevo rischiato la vita dopo cinque minuti.

Ho pensato al volto di Alice. Non mi era sembrata pazza, solo una normalissima ragazza. Inoltre, non mi sembrava giusto impedirle di salvare quello a cui teneva di più.

Ho annuito con vigore, decisa. “Sì, andiamo. Stregatto, portaci nel Paese delle Meraviglie.”

Lui ha ghignato. “Non aspettavo altro.”

Subito, la sensazione di vuoto che mi aveva colta l'altra volta tornò forte e chiara. Ho fatto di tutto per trattenere le urla, ma non è servito a niente, e ciò non ha fatto che incrementare il divertimento di quello stupido gatto. Dannazione!

Mentre cadevo, ho sentito di nuovo la mente di Alice allontanarsi dalla mia. Ricordandomi il cambiamento di aspetto dell'ultima volta, mi sono guardata le mani. Non erano più quelle di una bambina di nove anni, ma di un'adulta. Erano perfettamente curate, non vi era nemmeno un'imperfezione e le unghie erano perfette. Strano per una come me, che quando è nervosa non fa che mangiucchiarle.

Ho abbassato lo sguardo; anche il mio abbigliamento stava cambiando. Il pigiama blu stava lasciando spazio a un vestito sul verde, con una specie di corpetto nero e un grembiule, dello stesso colore. Il colletto era invece bianco a frappe. Ai piedi avevo un paio di stivali neri dal tacco fin troppo alto per i miei gusti, e delle calze a righe bianche e nere.

Questa volta non mi sono fatta cogliere impreparata. Quando ho visto il terreno avvicinarsi, mi sono preparata e sono riuscita a non cadere a terra. Ho lanciato un'occhiata allo Stregatto, che a quanto pare era piuttosto deluso di non avermi visto cadere. Uno a zero per Rose!

Mi sono guardata intorno. Non eravamo più nello stesso posto in cui mi ero trovata l'ultima volta, ma in un luogo meccanico e composto da diverse piattaforme, per di più a diversa altezza tra loro.

“Dove siamo?” Ho chiesto curiosa, avvicinandomi al bordo della piattaforma su cui eravamo per vedere meglio.

Alice si è messa al mio fianco, indossava il mio stesso abito. Eravamo identiche, sembravamo sorelle gemelle. “Siamo nel dominio del Cappellaio Matto. Dobbiamo metterci a cercarlo, svelta.”

Ho aggrottato le sopracciglia, perplessa. “Perfetto ma..come facciamo? Insomma, a meno che tu o lo Stregatto non abbiate qualche aggeggio in grado di farci volare..” Mentre parlavo, mi sono voltata per cercare con lo sguardo il gatto. Immagina, diario, il mio stupore quando non l'ho visto.

“A proposito, dov'è finito?”

La mia amica ha alzato le spalle. “Scompare e ricompare ogni volta che vuole. Durante tutte le mie visite mi ha lasciata quasi sempre da sola. In risposta alla tua prima domanda, comunque, non abbiamo bisogno di niente. Salta e basta.”

Le ho rivolto un'occhiata sconvolta. Mi voleva morta, forse? “Ma è impossibile arrivare su un'altra piattaforma con un solo salto!”

Alice mi ha guardata come se fossi pazza. Ma non era lei, quella considerata tale? “Siamo nel Paese delle Meraviglie, Rosie. Qui niente è impossibile.” E, come a dimostrarmelo, si è lanciata nel vuoto.

Ho lanciato un urlo, sporgendomi per guardare la mia amica che si sfracellava..o meglio, era impossibile vederlo, dato che c'era una coltre di nebbia che copriva tutto.

Invece, sconvolgendo del tutto la mia mente già abbastanza confusa, sembrò quasi spiccare un altro balzo. Ma era impossibile, non aveva toccato terra! Mentre risaliva, ho notato uno splendido stormo di farfalle azzurre girarle intorno. Era uno spettacolo magnifico.

E poi ha ripreso a scendere, ma non velocemente come prima, sembrava quasi che le farfalle rallentassero la sua discesa. E' atterrata con grazia sulla seconda piattaforma, e mi ha rivolto un enorme sorriso. “Prova tu!”

Ho guardato prima lei, poi la piattaforma sulla quale mi trovavo, e infine il vuoto che ci separava. Ho deglutito rumorosamente, cercando di non pensare che, se non avessi capito subito come fare, mi sarei sfracellata a terra.

“Come..come faccio?”

“Tu lanciati! Non preoccuparti, pensa solo di volare!”

Perfetto, dovevo di nuovo fidarmi di lei. Ma beh, non può volere il mio male dato che senza di me non può vivere, o sbaglio? Ho chiuso gli occhi e preso un respiro profondo. Non volevo vedere se mi sarei uccisa o meno.

Un passo, due, tre. Il bordo si avvicinava sempre di più. E quando il mio piede ha incontrato il vuoto, ho lanciato un grido. Ma solo uno, perché mi sono imposta di mantenere la calma. Pensa di volare, pensa di avere delle ali come quelle delle farfalle. E mi sono lasciata cadere.

All'inizio è andato tutto come andrebbe nel mio mondo. Ho iniziato a scendere a grande velocità, e per un attimo ho temuto che dare fiducia ad Alice non fosse la cosa migliore da fare.

Poi invece, ho come sentito una forza spingere contro i piedi. Così forte da risollevarmi.

“Apri gli occhi, Rosie!”

Ho fatto come mi ha detto, e sono rimasta sbalordita. Ero parecchi metri più in alto di lei, e uno stormo di farfalle viola mi circondava. Le ho guardate sorpresa, abbassando poi lo sguardo su Alice. Mi sorrideva, e devo averle sorriso anche io inconsciamente.

“Ora cerca di spostarti verso di me.”

Ho seguito il suo consiglio, immaginando di andarle incontro. Iniziai a planare dolcemente, avvicinandomi sempre di più alla piattaforma.

E poi..beh diario, mi vergogno di raccontartelo. Non so perché, ma ho iniziato a scendere più velocemente. Le farfalle sono sparite, e mi sono ritrovata con la faccia spiaccicata contro il pavimento.

Ho alzato lo sguardo su Alice, che mi guardava perplessa. “E'..è successo anche a te la prima volta?” Le ho chiesto, supplice.

Lei ha scosso la testa. “No..ma non importa, imparerai con il tempo.”

Fortuna che non era presente lo Stregatto, o allora sì che mi sarei sentita imbarazzata!

“E chi ti dice che io non ci sia?” Ho intravisto i suoi denti al mio fianco, che formavano un sorriso di scherno.

Dannazione. Uno a uno, lurido gattaccio.

L'angolo delle meraviglie di Niniel.

Okaaaaay, questo è un capitolo di transizione. Ho provato ad unirlo con l'incontro con il Cappellaio, ma diventava davvero troppo lungo, quindi dovrete aspettare. u.u
Questo capitolo serve più che altro per introdurre la storia delle farfalle (Cosa molto poetica per me, se avete tempo date un'occhiata ai gameplay del videogioco, Alice quando plana assieme alle farfalle è uno splendido spettacolo.) e per strapparvi un sorriso con la sfida tra Rose e lo Stregatto. Vi attendo nel prossimo capitolo, e finalmente questa volta vedrete sul serio il Cappellaio!
Bacioni, Niniel.

   
 
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