Titolo: “DICHIARARSI? UNA vera impresa!!”
Autrice: Mizuki
Parte: 1/?
Pairing: HanaRu
Rating: Credo PG
Desclaimers: I pg di Slam
appartengono tutti a Takehiko Inoue.
Dediche: Questa ficcina è per te,
Ise-chan! Tanti auguri di buon compleanno friend!! ^___^
episodio 1: -l’ascensore-
Driiin…. Driiin….. Driiiiiiin…. Driiiiiiiiiiin…
Era notte fonda, e tutto era
avvolto nel silenzio più assoluto, quando in casa Sakuragi prese a squillare
insistentemente il telefono…
“Pronto? - andò a rispondere
assonnato il rossino, svegliato dal suono acuto dell’apparecchio – Akagi?
Yawwn…! Ma lo sai che ore sono?! – sbadigliò con gli
occhi socchiusi – Il genio stava facendo un bellissimo sogno e tu lo hai… Uhn? Ehi, perché dovrei stare zitto brutto gorilla?!
Guarda che non si disturba la gente a quest’ora di notte, e…Cosa?! Oh mio Dio!!
In quale?? Dammi l’indirizzo!”– fece improvvisamente
desto con un’espressione seria dipinta in volto.
Dopo aver appuntato qualcosa su
un block-notes accanto al telefono ed aver strappato il foglietto da esso, prima di chiudere velocemente la comunicazione, disse
agitato: “Arrivo subito!”.
Poi compose un numero, e chiamò
un taxi. Il posto in cui doveva dirigersi era parecchio lontano dalla sua
abitazione…
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Il veicolo arrivò dopo poco
tempo. Hanamichi lo aveva aspettato in strada, stringendosi più volte nel
cappotto nero che lo ricopriva solo fino a metà delle sue lunghe gambe per il
freddo pungente di quell’inverno gelido.
Appena l’auto gialla si fermò
davanti a lui, il rossino vi salì, e la macchina partì a razzo verso la sua
destinazione, sollecitata dalla fretta del ragazzo…
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Arrivato alla sua meta,
l’ospedale Dokokano, e dopo aver pagato con foga il tassista, non curandosi
minimamente del resto che gli aveva lasciato per via dell’ansia che gli
attanagliava il cuore, Hanamichi entrò rapidamente all’interno dell’edificio
sanitario.
Comparse
all’improvviso davanti all’infermiera della reception, che fece come
prevedibile spaventare, e con urgenza nella voce, le chiese: “Il signor Ryu
Anzai è stato ricoverato qui per un malore poco fa. Sa dirmi in che
reparto è stato portato e il numero della sua stanza?”
Dando
un’occhiata svelta al computer, la giovane donna sulla trentina rispose:
“Terapia intensiva, quarto piano. Stanza 401”.
- “Grazie” – Dopo aver pronuciato
quest’unica parola, il rossino, corse come il vento verso l’ascensore, ma
trovandolo occupato, optò per le scale.
Senza fiato per aver fatto di
corsa quattro rampe di gradini, Sakuragi giunse nei pressi della camera del suo
allenatore, e vide tutti i suoi compagni di squadra
raggruppati lì intorno.
Si avvicinò a loro, e
preoccupato, domandò ancora ansante: “Come sta?”
Con voce spenta e capo chino
Ayako rispose: “Per ora è stazionario. Ma è stato
veramente un brutto colpo da reggere per il suo cuore. I medici non sanno se ce
la farà…”.
Il rossino, allarmato dall’ infausta notizia datogli dalla sua manager, si lasciò
cadere a peso morto su una sedia poco distante.
Serrando gli occhi, e portandosi
le mani giunte come in preghiera al centro della fronte con i pollici che
sorreggevano le due gote, ripensò ai bei momenti passati col suo allenatore, e al giorno della morte di suo padre, attraversato da angoscia
per quello che a breve sarebbe potuto accadere all’ex diavolo dai capelli
bianchi, e sensi di colpa per quello che era già successo nel suo passato, che
l’attacco di cuore di Anzai, gli aveva riportato alla memoria.
Kaede, un po’ in disparte dagli
altri, fissava Hanamichi pensieroso…
Lo Shohoku trascorse così le due
ore seguenti in corridoio, in religioso silenzio, aspettando novità sulle
condizioni del loro mister…
Il capitano della squadra era
stato chiamato dalla moglie del coach, ora in camera con lui e dei dottori,
perché suo marito le aveva sempre detto che prima di
morire, se ce ne fosse stato il tempo, avrebbe voluto vedere per un’ultima
volta i ragazzi che allenava e a cui tanto si era affezionato; e giacché il suo
stato di salute fosse molto grave e le avevano dato poche speranze di ripresa
del marito, la donna aveva deciso che fosse il caso di avvisarli.
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Persi nelle proprie affliggenti
riflessioni, Takenori e la sua squadra non si accorsero
del medico che stava andando loro incontro, finché questi, ormai a pochi passi
dal gruppo chiese: “Siete qui per il signor Anzai, vero?”
Tutti saltarono su come delle
molle quasi contemporaneamente: “Si” – risposero poi all’unisono
due o tre persone.
“Allora potete tranquillizzarvi
ragazzi. Anche se la sua crisi cardiaca è stata dura
da superare, adesso è fuori pericolo. Presto tornerà in forma. Naturalmente
dovrà stare più attento alla sua alimentazione ed a non affaticarsi, ma si
ristabilirà completamente”- affermò il dottore
abbozzando un sorriso.
I ragazzi dello Shohoku tirarono un sospiro di sollievo, alcuni piansero di gioia
per la buona ed insperata nuova, lasciando così emergere tutta la tensione
accumulata fino a quel momento.
Hanamichi tra
di loro fu quello che si rilassò e rallegrò più di tutti alla notizia
del medico.. E Rukawa, che lo aveva
osservato di sottecchi per tutto il tempo, domandandosi cosa potesse avere,
poiché era strano vedere un tipo solare come lui non riuscire a reagire e
tormentato, lo notò subito…
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Dopo essere entrati due alla
volta nella stanza del mister per non stancarlo, tutti, titolari e riserve,
andarono via per riposare e tornare a trovarlo il giorno dopo.
Per ultimi, nella visita
all’allenatore, rimasero solo Sakuragi ed il volpino.
I due, segretamente felici di
poter passare un po’ di tempo insieme, dopo un cenno d’intesa entrarono nella
camera di Anzai. E dopo averlo visto per qualche minuto, se ne
andarono col cuore più leggero, avendolo trovato colorito e già sulla
via della guarigione…
Uscirono dal reparto dove era
ricoverato il loro coach, e si avviarono verso l’ascensore…
Il rossino, accortosi che Kaede
camminava dietro di lui da un pezzo ormai, nonostante si fossero allontanati
dalla camera di Anzai, si bloccò di colpo facendolo sbattere contro la sua
schiena per la repentina fermata.
Il ragazzo moro lo guardò
sorpreso, e col cuore a mille per essergli finito involontariamente addosso e
averlo così sfiorato, si sentì domandare: “Kitsune, perché mi stai seguendo?”
Rukawa arrossì un attimo per la
sua ‘accusa’, poi alzò un sopracciglio e sbuffò: “Doa’ho… devo prendere lo
stesso ascensore anch’io”.
“Ah..” mormorò
Hanamichi imbarazzato per la gaffe appena fatta, con gli occhi ridotti a due
puntini e il viso di un rosso acceso.
“Ehi ma..
idiota a chi?!” si stizzì poi non appena recepì distintamente nel cervello
‘l’insulto’ del volpino.
“A te..”
rispose provocatorio guardando in un’altra direzione
il numero undici dello Shohoku.
Il rossino lo afferrò per il
colletto come in uno dei loro soliti battibecchi per fargli pagare ‘l’offesa’,
ma nessuno dei due provò a sferrare un pugno come sempre..
Anzi, i due ragazzi si incantarono e persero l’uno nello sguardo dell’altro,
incatenando i loro occhi…
I loro cuori battevano in petto furiosi per l’emozione…
Sakuragi però, resosi
improvvisamente conto di quello che stava facendo, non continuando con le
solite battute predefinite del suo copione, lasciandosi invece trasportare dai
suoi sentimenti, mollò il lembo del giubotto grigio ghiaccio di Kaede, e
sorridendo pacatamente inventò: “Non credo sia una buona idea
picchiarci qui. E’ un ospedale…”.
Poi si girò in avanti e il suo
volto divenne serio. Per l’agitazione goccie di sudore scendevano sul suo viso:
< Cosa stavo
per combinare? Se non fossi ritornato in tempo in me, io... Non voglio nemmeno
pensarci.. Rukawa deve essere rimasto molto sorpreso
per come ho agito prima.. Avrà concluso che sono matto, o forse più
semplicemente che so disporre anch'io del buonsenso di cui mi è stato fatto
dono, anche se non è così… >.
Il moretto, tornato anche lui
alla realtà, restò per qualche secondo immobile a guardare le spalle di
Hanamichi che fingeva di camminare come se niente fosse. E
deluso, perché credeva di avere come sempre ingrandito un semplice sguardo del
rossino nei suoi confronti, lo raggiunse silenziosamente, restando però qualche
passo distante da lui.
Dopo qualche istante, i due
arrivarono all’ascensore e vi entrarono imbarazzati. Non sapevano cosa dire
dopo lo strano fatto di prima.
Mentre
Hanamichi era tutto preso ad ammirare ogni piccolo dettaglio tecnico
dell’ascensore pur di non incrociare gli occhi di Rukawa, e quest’ultimo a
contemplare il suolo e le sue scarpe per lo stesso motivo, un forte scossone li
fece cadere a terra, uno sull’altro…
Il rossino, finito addosso a
Kaede, non potè più evitare di guardarlo negli occhi come stava accuratamente
cercando di fare, e rosso come un peperone, anche per essersi scontrato con i
suoi splendidi zaffiri, gli chiese scusa e si alzò piuttosto scosso,
lasciandolo lì in subbuglio per averlo toccato ancora accidentalmente..
Il volpino comunque
anche se invaso da un'enorme emozione per quello appena accaduto, imitò il suo
compagno di squadra. Si alzò, e si perse nei suoi pensieri…
Si risvegliò poco dopo, sentendo
la voce di Hanamichi: “Ma che diavolo è successo prima? Perché
siamo fermi? Non si sarà mica bloccato l’ascensore, vero? …………. Io voglio
andare a casa a dormire! - aggiunse dopo una breve pausa - Sono stanco…!
Cavoli!!”
A quella frase il moro spalancò
gli occhi sbiancando. Si avvicinò subito alla porta del mezzo, e tentò di
aprirla con i pulsanti forsennatamente sotto gli occhi stupiti del rossino per
quella reazione, ma nulla, non funzionavano…
Rukawa socchiuse le palpebre e
disse serio: “Maledizione.. deve esserci stato un
guasto… Siamo costretti a passare il resto della notte qui…”
Ad Hana
parve che il moretto fosse arrabbiato per il fatto di dover passare la notte lì
in sua compagnia e se ne dispiacque, ma spossato, tanto per parlare, disse: “Ci
mancava solo questa oggi!”
In verità, anche se era stremato,
era contento di poter stare un po’ da solo con Kaede, e lo rendeva triste
sapere che per lui era il contrario.
Il moro sembrava nervoso più che
arrabbiato, iniziò a notare Sakuragi - < Cosa avrà?
> si chiedeva nella sua mente.
Tra i due calò un pesante
silenzio carico di tensione, ma anche di qualcos’altro da parte di Rukawa che
il rossino non riusciva a comprendere…
Hanamichi, che si stava
annoiando, poggiandosi con le spalle ad una parete dell’ascensore, cominciò a
giocare con il portachiavi a cui erano attaccate le sue chiavi di casa,
facendolo roteare con l’indice della sua mano destra…
Lanciando qualche sguardo di
soppiatto a Kaede ogni tanto, lo vide aprire la cerniera del giubotto che indossava,
e poi allentare il collo alto del suo maglione dopo averlo tolto…
“Ehi, ma come fai ad avere caldo?
Qui dentro si gela!” commentò il rossino.
Ma non
ebbe alcuna risposta. Il volpino continuava solo ad allentare il collo del
pullover. Sembrava respirare a fatica, usava anche la
bocca. Annaspava vistosamente…
Osservandolo attentamente
finalmente Sakuragi capì: “T- tu… soffri di claustrofobia!! Ecco perché sei così strano da quando siamo rimasti chiusi qui dentro!”
constatò.
“Oddio, come ti senti??” gli si
avvicinò, e mettendogli una mano sulla spalla chiese ancora: “Stai bene?”
“Uhmf… mi manca l’aria…” rispose
flebilmente ansimando l'altro.
“Sediamoci. Forse aiuterà a
rilassarti.. Vedrai che presto ci tireranno fuori di
qui” cercò di rassicurarlo il rossino.
Rukawa seguì il consiglio, ma
stava sempre peggio, cominciava a sudare freddo…
Hanamichi lo guardava sempre più
preoccupato..
Anche se fino a quel momento non
l’aveva fatto perché si vergognava, costretto dalla sua asfissia, il moretto
tolse il maglione che portava davanti a Sakuragi, restando con solo una t-shirt
bianca.. Si sentiva davvero malissimo..
Adesso gli si era persino annebbiata
la vista…
“Rukawa? – chiamò il numero
undici dello Shohoku seduto di fianco a lui con gli occhi chiusi
il rossino – Ti senti un po’ meglio?”
“Uhmf..
uhmf.. No…” rispose il moro boccheggiando.
“Mi dispiace..”
disse il rossino triste per non sapere come aiutarlo.
Non poteva nemmeno abbracciarlo e accarezzarlo per alleviare i disturbi
provocatogli dalla sua fobia.
Kaede si stupì…
“Senti..
– aggiunse poi Hana avendo un’idea – se può aiutare a distrarti e a non pensare
al tuo malessere, potremmo parlare… Ti va?”
“Uhn...” il
moretto si mise la mano sinistra sulla tempia..
gli faceva male la testa…
Sakuragi prese quel suo sussurro
per un si, e iniziò a parlare di tutto quello che gli veniva in mente..
Però a
un certo punto, Rukawa, che cercava di concentrarsi sulle parole del rossino
per non ricordare continuamente la sua indisposizione lo interruppe, e
sorprendendolo gli domandò: “Come mai prima in sala d’aspetto eri così
pensieroso?”
“Eh? … Beh..
– mentì in parte – Per Anzai, no? Del resto anche tu..
“E cos’altro?..
uhmf..” chiese il moro con un certo sforzo nella voce.
“Cos’altro?
Nulla!” disse in tono bugiardo < Come
ha fatto ad accorgersi che stavo male per altro? Non
gli si può nascondere davvero niente… Cosa gli importerà poi? >
< So che sta mentendo. Ma se non vuole parlarmene non insisterò. Almeno non adesso.
>.
Hanamichi cambiò così discorso,
quello non era il momento più adatto per rattristrarsi e pensare negativamente,
e senza rendersene conto finì a parlare con il moro di quello che sentiva per
lui…
“Sai, io amo una persona, ma so
già che questa non mi ricambierà mai.. E’ davvero
deprimente sapere di non avere speranze fin dal principio…”
Il rossino disse questa frase
guardando intensamente Kaede, che ora aveva gli occhi aperti e stava un pochino
meglio, sperando che capisse, ma il volpino non voleva illudersi e scambiare
fischi per fiaschi, e si convinse che si stesse per forza riferendo ad Haruko iniziando a provare tanta tristezza…
Dopo le sue parole Sakuragi non aveva ricevuto nessuna risposta da Rukawa.. < D’altronde
cosa mi aspettavo? Non mi sono di certo sbilanciato, e poi lui non avrebbe
alcun interesse lo stesso verso di me.. > ponderava
nella sua mente.
Vedendolo con gli occhi di nuovo
chiusi, frustrato poi pensò
Ahh!! Ma se continuo di questo passo lui aprirà gli occhi e io finirò per non dirgli
niente! Devo decidere alla svelta!! Lo bacio... oppure no? Parlo o lo bacio?
................. Credo sia meglio farlo.. Adesso come
adesso non riuscirei proprio a spiccicare parola... Oddio, ho il cuore in
gola... >
Tu-tum, tu-tum, tu-tum...
Hanamichi si piegò su Kaede, e
con ancora gli occhi aperti stava pian piano arrivando
alle sue labbra, quando...
- Tlin! -
La porta dell'ascensore si era
aperta e Rukawa aveva spalancato gli occhi.
Trovandosi praticamente
addosso il rossino, sbalordito e imbarazzato arrossì fino alla punta dei
capelli.
Sakuragi non reagì molto
diversamente, divenne color pomodoro in un nano secondo, e per giustificare
quella strana posizione in cui era stato beccato,
disse: "C-cercavo una delle mie lenti a contatto... Cre-credevo fosse
finita sulla tua t-shirt.. Ehe.." sorrise
nervoso.
Poi si alzò fingendo di cercare
la lente che aveva detto di avere perduto per pochi attimi, e aggiunse:
"Pazienza....! Ne comprerò un'altra! Comunque grazie al cielo hanno riparato l'ascensore! -
Kaede sbigottito e confuso da
tutto quello appena accaduto, e anche un pò intontito per via del suo
malessere, si alzò da terra, e dopo aver preso la sua maglia e il suo giubotto
lo seguì fuori dall'ascensore rimettendoseli
stradafacendo.
Incamminatosi per le scale verso
l'uscita dell'ospedale, Hana, ripresosi un pò dall'imbarazzo, chiese alla super
matricola:
" Come stai ora? "
"Bene, grazie".
"Sicuro?"
"Si, ora va meglio. Sto male
solo nei luoghi chiusi"
"Ok... - aggiunse il rossino
sollevato per la risposta avuta - Beh, allora io vado alla stazione.. Sono già le otto e se non mi sbrigo rischio di perdere il
treno che passa tra un quarto d'ora! ..... Ciao!"
Ormai fuori
dall'ospedale, dopo aver salutato il volpino, Sakuragi si mise a correre
verso la sua meta sbadigliando. Solo dopo un pò il
moro si rese conto che anche lui doveva prendere un mezzo per andare a casa,
dato che nella fretta non si era portato dietro abbastanza soldi per prendere
di nuovo un taxi come la sera prima.
Velocemente iniziò
a correre alla stazione, e arrivatoci in un lampo poichè vicina al Dokokano,
vide Hana aspettare seduto su una panchina la metropolitana.
Lo guardò per degli attimi senza
che lui se ne accorgesse e poi gli si avvicinò.
Sentendo la presenza di qualcuno accanto a sè il rossino si voltò e lo vide.
Sorpreso disse: "Che ci fai qui? Ma allora mi
stai seguendo davvero!"
< Mi ha fatto prendere un
colpo! Trovarmelo davanti mentre pensavo a lui è poco salutare per il mio cuore
innamorato!>
Rukawa scambiò il suo tono e le
sue parole scherzose per una frase che tradotta significava che non lo voleva
avere più tra i piedi, per cui risentito rispose in
modo un pò scontroso: "Non avevo abbastanza soldi per il taxi, tutto
qui.."
Tiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii.....!!
Ta tran.........
I due si voltarono sentendo un
rumore stridulo...
"Il mio treno è arrivato.
Devo andare. Ciao" disse Kaede avviandosi verso il mezzo.
Hana lo seguì stupito, e
affiancandolo gli disse: "E' lo stesso che devo prendere io. Strana
coincidenza, vero?"
"Già" rispose felice e
triste allo stesso tempo il moretto per il fatto di poter passare ancora del
tempo con lui e per le parole di prima del rossino che aveva frainteso.
I ragazzi, scambiatosi uno
sguardo carico di emozioni che non seppero però
decifrare reciprocamente, salirono sul treno, che poco dopo partì...
Fine episodio uno…
CoNtinua…