Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Astoria
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Il piccolo Draco Lucius Malfoy, stanco delle continue chiacchiere dei suoi
genitori e dei Signori Greengrass, corre in salotto, dove una volta seduto
sul divano comodo e accogliente di casa Malfoy, comincia a giocare con la
sua piccola bacchetta.
Era annoiato di ascoltare sempre le stesse solite conversazioni, politica ed
economia e a volte tra i loro argomenti prefriti c'era anche la
'rinascita' del loro fedele Oscuro Signore. Quella sera però a cena, da loro
c'era anche la famiglia Greengrass,famosa e rispettata non solo nel
mondo magico ovviamente solo dopo i Malfoy, quindi era palese che c'erano
anche le due bellissime figlie, Daphne e Astoria.
Draco trovava le due sorelline identiche, anche se due anni di differenza
le dividevano, entrambe minute, della stessa altezza e l'unico
inchippo era la differenza dei capelli: la maggiore, Daphne aveva capelli
lunghi, lisci di un castano chiaro, mentre la minore, Astoria aveva i capelli
lunghi, mossi e scuri, avevano anche il colore degli occhi identico,
ovviamente verde, come vuole la tradizione dei Greengrass.
Daphne e Astoria inoltre erano diverse anche nel comportamento, nel parlare,
nel carattere. Daphne chiusa, altezzosa e fiera di sè; mentre Astoria
altrettando timida, ma sapeva dove,quando e come poter parlare, ragionava
velocemente, furba come una volpe ma una vera dolcezza. Entrambe delle vere
e proprie Serpi, i genitori oltre allo sperare, credevano e miravano le
figlie a comportarsi come delle perfette Serpeverdi.
Il piccolo biondo, Draco non era da meno. Racciudeva, forse tutte queste
caratteristiche e inoltre sapeva essere garbato e innocente, ma anche
copevole e astuto. Era dolcissimo, forse anche per la tenera età, di soli
sette anni, ma sapeva conquistare il cuore delle donne, infatti ci
riusciva benissimo con la sua mamma, Narcissa, la donna matura lo amava
follemente.
Astoria veloce come una gazzella, corre in salotto, stufa e annoiata anche
lei riesce finalmente a sfuggire dalle grinfe di suo padre, con una
delicatezza mai vista, Draco la vede sedersi di fianco e rivolgergli un
sorriso altrettanto dolce. Era una bambina e normalmente voleva divertirsi,
distrarsi e svagarsi un po, e sperava tanto in quel momento di poter
giocare proprio con il piccolo biondino. Però, terrorrizzata dai suoi occhi
grigi, non osava parlare, era spaventata da lui, nonostante fosse solo
un bambino. Nel frattempo arriva Daphne, felice di poter andare anche lei via,
si siede di fronte, sul divano opposto a dove erano seduti Draco e
Astoria e li guarda sorridendo, come sempre. "Come sono noiosi e come siete
noiosi, credevo che qui si giocasse e invece state zitti."
Astoria ovviamente non osa parlare, lei avrebbe detto qualcosa solo al
momento giusto. Mentre Draco che le rivolge uno sguardo assassino la
guarda con fare minaccioso e altezzoso si rivolge a lei. "Ti stai annoiando?
Puoi andartene se vuoi."
Daphne convinta di essere condivisa in fatto a pensieri rimane delusa,
infatti cerca un conforto e un aiuto dalla sorella che invece non le
rivolge alcuno sguardo,la piccola era intenta a guardare delle interessati foto di
famiglia. Silenziosamente mentre Draco e Daphne stavano battibeccando, lei
si era alzata e si era avvicinata al camino dove c'erano un paio di foto
della Famiglia Malfoy. Daphne la guardava curiosa e non aveva osato più
rispondere al suo coetaneo. Draco, invece, aveva rivolto lo sguardo verso
Astoria, solo dopo che lo aveva fatto Daphne, la guardava anche lui con
interesse, soprattutto si chiedeva come mai non era interessata alla
conversazione tra lui e sua sorella, tanto credeva che l'avrebbe difesa
e invece era stata in silenzio, addirittura era andata via.
Astoria con eleganza continuava a guardare le foto senza nemmeno accorgersi
del silenzio che la circondava. Lei era fatta così, viveva in un mondo
tutto suo e quando c'entrava non sapeva più cosa significasse la parola
'realtà', amava la sua mente, la sua fantasia, i suoi sogni, la sua realtà,
non osava più pensare a nessuno e a niente. Viene richiamata dalla
vicina voce di Draco, che affascinato dall'interesse della bambina, s'era
avvicinato e le aveva mostrato ua foto di lui di quando salì per la
prima volta su una scopa con suo padre. "Ti piace? Guarda la mia prima
volta sulla scopa volante, sono salito da solo, mio padre mi guardava solo
da lontano e mia madre piangeva, forse aveva paura. Ma io non ne avevo. T-tu
sai volare?" Quel continuo e veloce parlare di Draco, l'aveva portata
nella realtà, di nuovo era lì con loro. Si volta verso il bambino e le
sorride come da brava ospite, ordini dati direttamente da sua madre, Jacline.
"No non so volare, mia madre dice che è pericoloso alla mia età salire
su una scopa volante vera e mio padre non c'è quasi mai, non ci sono mai
salita su. Tu sembri..s-sei bravo!". Draco attratto dal piccolo
racconto della ragazza si dimentica completamente della presenza di Daphne,
che per tutto il periodo in cui s'era allontanato non aveva osato aprire
bocca. Le sorride anche lui ingenuamente e ritira la foto poggiandola
di nuovo sul camino. "Non è pericoloso, è bello invece. Impari a volare.
Io sono bravo, lo so, lo dice anche mio padre. Lui dice 'Sono fiero di te',
lo dice soprattutto quando sono sulla scopa".
Astoria non fa in tempo a rispondergli che viene distratta dal vociare
dei loro genitori. Stavano anche loro diriggendosi nel salone dove i
piccoli erano rimasti. Si voltono entrambi verso il padrone di casa,
Lucius Malfoy, che con eleganza va verso i due bambini all'
in piedi vicino al camino, da un pizzicotto dolce al figlio e alla
piccola Astoria."Entrambi avete degli occhi bellissimi, lo sapete?"
Dice quasi in un sussurro e va a sedersi invitando anche loro.
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Il sesto anno di scuola ad Hogwarts per il rampollo di casa Malfoy non è
stato uno dei migliori. Diventato Mangiamorte grazie all'aiuto dei genitori
e inoltre scelto per un ruolo difficilissimo e importantissimo.
Draco passava le intere giornate a scuola a pensare, doveva pur sempre
trovare una soluzioe per il suo compito, doveva farlo per il bene della
sua famiglia ma particolarmente per il suo bene. Non aveva più tempo per
studiare, per pensare alle amicizie e addirittura non pensava nemmeno più
alle ragazze. Tanto che la madre ogni tanto, per tirarlo un po su di morale
organizzava cene con famiglie Purosangue di quel periodo per far tornare
il biondino nella società, ma lui ostentatamente non osava intrufolarsi più
di tanto, se ne stava in silenzio in disparte con la testa tra le nuvole,
lasciando perdere quello che c'era intorno a lui in quel momento.
Di solito trascorreva i pomeriggi invernali al settimo piano, specialmente
nel bagno dei prefetti. Spesso era in compagnia di Mirtilla Malcontenta, ma
lui cominciava ad odiare anche la sua voce, tanto che ogni volta che la
sentiva avvicinarsi, la trattava male, tutto solo per rimanere in solitudine.
Quella sera del 18 Dicembre, Draco stava piangendo, finalmente era scoppiato
in lacrime anche lui, come un essere umano, di fronte a quello specchio
vedeva riflessa la sua anima sporca e viziata. Voleva cambiare
assolutamente e per nessuna ragione al mondo voleva obbedire al Signore
Oscuro, voleva agire di testa sua, ma se l'avesse fatto sarebbe morto.
Velocemente si sfila il maglione e lo lancia per terra, con gesti nervosi.
Solo dopo essersi calmato un po, cercando di vagare con la mente
si accorse che non era da solo nel bagno dei prefetti.
Non era Mirtilla Malcontenta, lo sapeva e lo sentiva, il fantasma
che aggirava nei bagni da anni, non piangeva in quel modo. Era una ragazza
perchè si sentiva dal tono di voce, apparentemente calmo e soave.
Non pensò alla ragazza che piangeva, pensò a lui. Che figura c'avrebbe fatto
con lei? Draco Malfoy che piange? Un colpo doloroso per la sua figura.
"Chi c'è?" Urla come un matto, corre a chiudere la porta con la quale si
accedeva ai bagni e lento, con passo felpato si avvicina ai bagni, aprendo
con delicatezza ogni porta, sperando di trovare qualcuno prima o poi. Il
problema però sorge quando la ragazza sentendo una voce maschile zittisce.
"Allora, mh?" La ragazza sentendo sbattere le porte capisce cosa stava per
andare in contro, lei fiera Serpeverde non si sarebbe mai fatta veder piangere.
Silenziosamente sale con i piedi sul bordo del water e aspetta lì paziente
e ancora muta.
Senza gusto scopre il mantello della ragazza a terra fuori dal bagno. Era
serpeverde, ancora peggio. Si sarebbe sparsa la notizia prima nella sua
amabile casata e poi nell'intera scuola. Apre come un pazzo la porta del
bagno dove c'era la ragazza. Furioso la guarda scendere
e raccogliere il suo mantello pronta ad andare via.
Uno sguardo intenso unisce i due ragazzi entrambi con gli occhi rossi
colmi di lacrime, quelle goccioline salate nascondevano i magnifici
colori dei loro occhi. Verdi e grigio. I colori fondamentali della loro
amata Casata 'Serpeverde'. Era Astoria Greengrass quella che si parava di
fronte a Draco Malfoy. L'amicizia che si era formata anni prima tra loro, in
quel momento parve sparire. Come perfetti estranei. Però non era così per
entrambi. Astoria a volta si soffermava a guarda Draco pensando a quanto
fosse bello e maturo a volte, ma altre volte sentiva un sentimento di paura
e pure di odio nei suoi confronti. Ma comunque era attratta da lui. Mentre
Draco da quando aveva sette anni, non aveva più parlato con lei. Gli occhi
verde smeraldo lo incuriosivano parecchio, tanto che a volta quando lei gli
passava davanti si incantava a guardare i suoi modi di fare fini ed eleganti.
Ma mai aveva pensato di toccarla o addirittura passare una vita con lei. Lei
gli piaceva e a lei piaceva lui, ma mai c'era un occasione per rimanere soli
e parlare e magari conoscersi.
"Non andrai via spero. Non così!" Draco sbotta all'improvviso mentre
blocca l'uscita.
"Volevo e voglio solo andarmene di qui." Astoria replica, senza guardarlo
più negli occhi.
"Solo per poterlo rinfacciare alle tue amiche oche e rendermi ridicolo
ulteriormente di fronte a tutta Hogwarts?" Draco sapeva che una Serpe doc
si sarebbe comportata così, non avrebbe certo pensato che Astoria non era
una Serpe vera e propria nel cuore. Inoltre lui era già un bel po rovinato in
quanto a reputazione. Era un vigliacco e ora sarebbe diventato anche una
femminuccia e debole.
"N-non lo dirò a n-nessuno!" Un singhiozzo esce furtivo insieme alle sue
parole, tanto da far pensare a Draco che stesse raccontando delle bugie solo
per svignarsela. La mano del biondo con compassione riesce ad alzare il mento della mora
facendo incontrare di nuovo i loro occhi rossi come il fuoco.
"Giuramelo." Aveva usato una dolcezza infinita in quella sola parola, che
nemmeno se n'era accorto. Era una supplica o peggio un ordine, ma vederla
in quello stato lo faceva cambiare totalmente dentro, il cuore era caldo con lei.
Gli occhi della piccola ragazza erano grandi almeno quanto quelli del
ragazzo che aveva di fronte, un balzo al petto lo averte solo quando lo
sente pronunciare quella parolina dolcemente. Annuisce con la testa senza
riuscire ad aprire bocca. "Posso andare ora, vero?" Astoria continuava a
guardarlo.
"Sì. Puoi andare!" Di nuovo la fredezza faceva da padrone nel suo cuore,
forse non era tanto perchè era lui ad essere freddo, ma solo perchè a
quella frase, voleva tanto rispondere di 'No, non andare. Sto bene qui con
te'. Ma l'aveva lasciata andare, com'era giusto che fosse.
La ragazza corre verso la porta anche se portava ai piedi dei tacchi
vertiginosi della sorella maggiore, la porta era chiusa e la chiave non c'era.
"H-hai la chiave?" Urla dall'altra parte della stanza senza
voltarsi indietro.
Il ragazzo che era rimasto immobile a guardare l'orecchino a terra color
verde smeralando come gli occhi di lei, non ascoltò le sue parole.
"Draco?" La ragazza fu costretta a ripete sempre con tono calmo e dolce.
"Sì? Che altro c'è?" Sgarbato chiedea ancora, mentre tra le mani stringeva
forte l'orecchino. Tornò al centro del bagno e notò subito gli occhi di lei
che lo attendevano con frenesia. Un sorrisino comparse sulle sue labbra.
"Cosa c'è?" Chiese ancora Draco.
La ragazza era rimasta muta alla scena di lui che sorrideva, forse per il suo
aspetto, infatti aveva un viso orribile, gli occhi rossi, la guancia
macchiata dalla matita degli occhi, la camicia bianca con le riga verde e
argento, fuori dalla corta connellina e il mantello retto dalle braccia.
"Si ecco, la chiave, è chiusa la porta. Lo s-sapevi?" Astoria all'
improvviso ricomincia a parlare rivolgendosi a lui incurante forse del
suo aspetto disordinato.
"Si, ma prima dovresti darti una sciacquata e dovresti sistmarti.." Si porta
la mano con la quale stringeva la chiave in un pugno alla bocca e inghioia
cercando di trovare un modo carino per dirglielo. Non voleva mica offenderla,
voleva solo avvertirla, che molto probabilmente aggiustandosi sarebbe
stata ancora più bella e spettacolare. La indica con la chiave"..la camicia."
Vide subito il viso della ragazza arrossire, un altro sorrisino uscì sul
suo volto fine.
Mentre lei tornava verso i lavandini, lui tornò indietro e nascose
l'orecchino nella tasca dei suoi pantaloni neri ed eleganti.
Raccolse a terra il maglioncino di lana e cominciò a sistemarsi.
Prima chiuse alcuni bottoni della camicia bianca e
si aggiustò la cravatta e poi indossò il maglione. Prese il mantello e lo
appoggiò su quello di Astoria; che nel frattempo aveva sciacquato il viso
e cominciava a sistemarsi la camicia nella gonnellina. La ragazza non si
accorse nè di aver perso l'orecchino e nemmeno che Lui la stava guardando
già da parecchio.
"Perchè piangevi?" Una domanda diretta, spontanea e quasi innocente uscì
dalle labbra di Draco. Anche lui si meravigliò del suo così tanto interesse
verso Astoria. Vederla piangere e prima anche singhiozzare gli faceva
male.
Astoria alzò lo sguardo interrompendo tutto quello che stava per fare o
iniziare a fare, gli sorride in modo abituale quasi per gentilezza.
"Sto bene." Solo queste due paroline riescono ad uscire dalle labbra della
ragazza.
Draco annuì con la testa senza aggiungere altro. Aveva capito che quella
risposta era fredda e per di più doveva zittire, era una faccenda troppo
riservata per poterla dire a lui.
"Tu perchè stavi..insomma..piangendo?" Astoria era rimasto a fissarlo mentre
lui si stava sistemando i capelli con dell'acqua.
Draco alzò di nuovo lo sguardo su Astoria e restò in silenzio per un po,
pensando a quale risposta darle. Una parte del suo cervello e del suo cuore
stavano ammirando solo Lei, in tutta la sua bellezza, quasi si stava perdendo
in quegli occhi, mentre l'altra parte rimanente stava pensando a cosa dirle.
Mica poteva dirle che stava per uccidere Silente e quindi stava piangendo
perchè doveva assolutamente farlo? Era difficile e poi anche molto
pericoloso non solo per lui ma per lei. Draco non si decideva a rispondere
e Astoria pensava di averlo turbato un po troppo, quindi abbassò lo sguardo
dal suo e riprese a mettersi in ordine. Nessuno dei due parlava e l'
imbarazzo stava facendo capolineo.
"M-mio padre è stato m-minacciato, da Lui e dice che presto dovrò diventare
una di loro, una come lui.. una.." Astoria aveva cominciato a parlare da sola
sicurissima che Draco la stesse ascoltando, e infatti così fu.
"Mangiamorte?" Draco alzò lo sguardo su di lei rimanendo alquanto scosso,
le andò in aiuto, aveva capito la parola che lei non riusciva a dire per
paura e per rabbia. Anche Lui lo era, era già un Mangiamorte; ma lui se
lo meritava in parte, ma lei no. Era così ingenua e così delicata che
vederle in futuro quel tatuaggio sul braccio sinistro sarebbe stato un colpo
per lui. "Anche io lo sono.." Draco lo sputò fuori senza esitare, mentre i
suoi occhi grigi incontravano quelli verdi. "Tu..tu non vuoi vero?" Draco
continuava a parlarle, forse se lo avrebbe detto a qualcuno sarebbe stato
meglio, con lui funzioava, rinfacciava qualunque cosa a Blaise Zabini, suo
amico da sempre. "Nemmeno io Astoria, ma se così ci impongono..non
possiamo fare altro, temo." Quando lei alzò di nuovo lo sguardo su Draco,
lui le sorrise sinceramente.
"Ho paura.." Astoria aveva ripreso a parlare e lui la guarda teneramente.
Si avvicinava sempre di più ad Astoria con passo lento, le sorride prima di
parlare di nuovo. "Andrà tutto bene, quello che ti ho appena detto non
dirlo a nessuno, te ne prego." La guarda un'ultima volta negli occhi prima
di sentirsi catapultare a terra, era Astoria che lo aveva spinto per la
troppa forza impegnata per abbracciarlo. Era ancora una ragazza innocente,
ora capiva cosa sua madre Narcissa, pensava. E capiva anche come si sentiva.
Non si era mai visto Draco abbracciare qualcuno, a lui non piacevano, erano
troppo mielosi, ma con lei, gli piaceva.