Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
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Autore: xjonaswhore    02/01/2012    0 recensioni
sentirsi persi, non sapere più chi si è.
Accorgersi che tutto quello in cui si ha creduto fin lì è una completa e totale stronzata. Toccare il fondo, ed avere un disperato bisogno di qualcuno, qualcuno che ci dia una buona ragione,per continuare a lottare.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Nick Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Occhei, in una lampata di genio ho trovato una soluzione fighissima, ma non dico qual è AHAHAH
penserete di sapere quale sia, ma all'improvviso..... O.O
occhei, mi calmo u.u
no, mi sto affezzionando da morire a sta storia
e spero davvero che piaccia anche a voi!
i lov iu <3













Lost and insecure,
You found me, you found me.
Lying on the floor,
surrounded, surrounded.
why’d you have to wait?
Where were you? Where were you?
Just a little late,
You found me, you found me.
{ You Found Me - The Fray.

 
 


Di non essere perfettamente etero, bhè, questo Nick lo sapeva già da un po’. Lo sapeva più o meno da quando si era accorto che squadrava i bei ragazzi come avrebbe dovuto squadrare le ragazze fighe.
 Si soffermava sulle braccia, suoi pettorali allenati e qualche volta anche sul fondoschiena. Sapeva di essere un po’ Gay, ma non aveva mai affrontato apertamente la questione. Lasciava che quegli apprezzamenti gli scivolassero addosso, mentre si convinceva che era normale, che ogni persona era portata a giudicare quella che si trovava davanti.
Era di sicuro per quello che da almeno 10 minuti fissava il culo del ragazzo che gli aveva preso l’ordinazione. Aveva bisogno di farsi un’idea di lui. Sbuffò, dandosi mentalmente dell’idiota e constatando con sollievo che il ragazzo era sparito dietro al bancone. Il suo i-phone vibrò nella tasca del giubbotto, e prendendolo la sua espressione si incupì.
-          Amore? Quando hai intenzione di tornare? Mi manchi

Poteva benissimo figurarsi l’immagine di Delta, la sua ragazza, che, seduta sul diavano a gambe incrociate sbuffava irritata perché lui non era ancora tornato a casa. Lui era innamorato di lei, davvero, ma il fatto che lo trattasse come un bambino lo irritava. E non c’entrava la differenza d’età. Il problema stava proprio nel fatto che il maggior difetto della donna fosse quello del controllo. Delta era una donna che esigeva di avere il controllo, su tutto e tutti. Sapeva benissimo che dietro quel messaggio c’era un rimprovero malcelato, e la donna aveva espresso tutta la sua irritazione per il fatto che lui avesse deciso di non prendere l’aereo con lei ma di fare il viaggio in macchina.
Spense il cellulare, sbuffando e prendendosi la testa fra le mani. Quando avrebbero smesso di trattarlo come se non valesse un cazzo?
< scusa, il tuo caffè >
Nicholas alzò lo sguardo e trovò il ragazzo di prima con in mano una tazzina di caffè, e uno sguardo preoccupato sul viso.
Sorrise leggermente per ringraziarlo, per poi riportare la sua attenzione sul caffè. Dopo due minuti però, si accorse che il ragazzo era ancora li. Alzò lo sguardo, confuso.
< scusa, ti serve qualcosa? > forse in quel posto doveva pagare subito, pensò noncurante.
Il ragazzo esitò qualche secondo, poi sospirò e si abbandonò sulla sedia davanti alla sua.
< no è che.. tu sei Nick Jonas, no? > chiese, guardandolo negli occhi.
Nicholas sospirò internamente. Si, era Nick Jonas. si, poteva farsi una foto con lui. Si, i Jonas Brothes sarebbero tornati insieme.
Annuì lentamente, e il ragazzo si aprì in un sorriso < figo. Ma che ci fai in un posto del genere? >
Nonostante la sorpresa, Nicholas rispose < ero in macchina ed ero stanco, così ho visto questo bar e mi sono fermato >
Il ragazzo annuì pensieroso, voltandosi poi a guardare fuori dalla finestra. Nicholas, per quanto stranito dal comportamento del ragazzo, era felice che lui si fosse fermato a parlare con lui.
< comunque piacere, io sono Luke > disse l’altro, allungando una mano verso di lui.
Nicholas fece un sorriso sghembo, per poi prendergli la mano e stringerla. Luke, gli piaceva come suonava.
Storse il naso, accorgendosi di aver appena formulato un pensiero degno di una quattordicenne in preda agli ormoni.
 
Sorseggiò il suo caffè, piano. Non gli andava di finirlo, avrebbe dovuto alzarsi, tornare a casa e affrontare le mille lamentele di Delta.
< come mai sbuffavi prima? >
Nicholas alzò la testa verso il ragazzo. Non sembrava rendersi conto che quelli probabilmente erano cazzi suoi, infatti sul viso aveva un espressione di totale, ma innocente, curiosità. Nicholas si disse che d’altra parte era stufo di essere considerato come quello riservato e monotono, quindi con un sospirò si lasciò cadere sulla sedia, abbandonando le braccia lungo il corpo.
< la mia ragazza mi stressa > biasicò, mentre tutta l’irritazione per come veniva trattato dalla sua famiglia in generale tornava a galla.
Luke scoppiò a ridere < la stangona bionda, no? >
Nicholas gli rivolse un’occhiataccia, per poi annuire. < credimi, se conoscessi il suo caratterino la parte  ‘ stangona bionda ‘ passerebbe in secondo piano > disse, facendo di nuovo ridere Luke.
< ma non è un po’ troppo grande per te? > chiese serio.
 Nicholas alzò le spalle < non penso. Insomma, all’inizio non era ciò a cui facevo caso. Facevo caso al fatto che mi faceva stare bene >
Luke si fece serio < ma..? >
< ma io sono cambiato adesso, e boh, è tutto troppo opprimente, per me >
Luke annuì, come se davvero lo capisse. Nicholas era abituato a vedere i suoi fratelli fare lo stesso, quando gli spiegava quello che sentiva dentro. Li vedeva annuire senza che avessero capito, solo per farlo smettere di parlare. Alla fine, ci aveva rinunciato.
Ma, con sua sorpresa, Luke continuò < sai, anche io mi sentivo così qualche anno fa >
Nicholas alzò lo sguardo verso di lui, sorpreso. Quando il ragazzo vide che il riccio non diceva nulla, continuò < se vuoi sentirti libero, anche solo per una notte, fatti trovare venerdì prossimo, alle 21 in punto, qui davanti. Ti porto in un posto da urlo. Ah, e il caffè lo offro io , sai, sono il proprietario > e, con un sorriso mesto, si alzò dal tavolo sparendo di nuovo dietro al bancone, lasciando Nicholas di stucco.
Si guardò in girò per altri cinque minuti, per poi alzarsi ed avviarsi alla macchina.
Chissà, magari un salto in ‘ quel posto da urlo ‘ ce lo avrebbe fatto davvero.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
< quindi spiegami, che cosa ti costava venire con noi? Ci hai fatto stare in pensiero >
Fu quest’ultima affermazione di Delta a mandare Nicholas fuori di testa. Non aveva fatto in tempo a chiudere la porta di casa che la sua ragazza, sua madre e i suoi fratelli si erano fiondati su di lui per sapere se stesse bene, dicendo che era arrivato in ritardo e gli aveva fatti preoccupare. Facendo un veloce paragone con le volte in cui erano stati Kevin e Joe ad arrivare in ritardo, si accorse che non era mai successa una cosa del genere. Sentì scorrere nelle vene la rabbia che ultimamente si impossessava di lui un po’ troppo spesso, ma fece un respiro profondo per calmarsi.
< Delta ha ragione Nick, insomma, almeno potevi avvisare > asserì Kevin, con un tono infinitamente serio.
Nicholas, a quel punto, aveva talmente tante cose da dire che stette zitto.
Voleva urlare. Alzarsi e dire che sapeva badare a se stesso. Che non era un bambino.
Voleva dire quanto lo trovasse ingiusto, quanto lo trovasse soffocante.
Voleva dire quanto li stava odiando, in quel momento, uno per uno.
L’unico che non aveva aperto bocca era Joe, e Nicholas gli era grato per quello. Non avrebbe sopportato di venire trattato come un undicenne ribelle anche da lui.
Aveva talmente tante cose da dire che  si alzò dal divano senza guardare in faccia nessuno, e salite le scale sbattè la porta della camera alle sue spalle. Quella sera Delta avrebbe dormito sul divano, o per terra. Non gli importava. Di certo non avrebbe dormito con lui.
Si buttò sul letto a pancia in giù, e per poco non cedette alla tentazione di urlare nel cuscino. Si sentiva esattamete come una tredicenne ribelle. Con troppo cose da dire che nessuno sarebbe riuscito a capire.
Si sentiva confuso e incompreso, si sentiva perso.
 





Perso ed insicuro
Mi hai trovato, mi hai trovato
Sdraiato sul pavimento
Circondato, circondato
Perché hai dovuto aspettare?
Dov'eri? Dov'eri?
Solo un po' in ritardo
Mi hai trovato, mi hai trovato 

 
 
 
  
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