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Autore: AntoThunderbolted_    03/01/2012    5 recensioni
Talvolta la vita ci riserva delle sorprese che ci aiutano a rafforzare la nostra corazza, o meglio, non dicendo stronzate, ad indebolirci.
Poi, c'è chi riesce a superare quel baratro che cerca di travolgerlo, chi no.
Loro sono giovani e disperati. E' un dolore struggente, veemente, impetuoso, che sorride beffardo alla vista dei loro visi distorti dal dolore.
Il peggio avrà mai fine? E l'amore vince sempre, come dicono tutti? Tutto da vedere.
Dal nono capitolo:
[...]"Un urlo simile a quello che ho appena sentito aveva irrotto tutta l'aria circostante.
Era strozzato, soffocato, glaciale.
Era un lamento, contrito, angosciante.
Era la voce della disperazione.
Robert e io ci eravamo alzati di fretta, e varcata la soglia di casa, l'immagine era spasmodica e talmente violenta che avevo sentito la terra venirmi a mancare sotto i piedi, e tutto si era fatto buio." [...]
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buonciao a tuurututti! :3
Rieccomi con il nuovo capitolo, non è troppo lungo, ma solo perchè le cose cominceranno a essere più complicate nei prossimi -ah, ho già detto troppo? Stop.
Ad ogni modo, vi ringrazio di cuore perchè avete "accolto" il primo capitolo così bene che siete carinissime anche nei messaggi e nelle recensioni! 
Spero di non deludere le vostre aspettative e quindi nientee.. buona lettura!
Ci sentiamo alla fine del capitolo. xD

-Anto. 


POV Kris.

Stamattina la strada per arrivare a scuola sembra più lunga, fredda, un angoscia per il mio stomaco che sta fremendo pensando lui. Ieri non si è presentato.

Davvero, cosa mi aspetto? Non posso permettermi sperare in qualcosa, no.

Ho passato dieci minuti alla macchinetta e lui non c'era.

E' il mio terzo giorno di scuola e già sembro essermi abituata alla sua presenza, una presenza non scontata, una presenza di cui non conosco nient'altro se non il suo nome, Robert.

Mh, un nome figo per una persona figa, ovvio. Un nome semplice ma non troppo. Mi piace, come lui.

Sono riuscita a scoprirlo ieri, due ragazze del terzo anno mormoravano di lui, l'ho capito quando hanno chiesto al ragazzo che era con lui alla macchinetta il primo giorno se era presente, ovviamente non lo era.

Non capisco, davvero m'importa? Una bambina, ecco cosa mi sento, una bambina alla prima cotta che si fidanza con un bambino senza che quest'ultimo sappia di essere fidanzato.

Probabilmente non ci sarà nemmeno oggi ed è meglio per me, non lo voglio vedere.

Cazzate Kristen, cazzate. Tu lo vuoi rivedere più di quanto è lecito.

Heeei Kris!” una voce mi chiama e una mano mi tocca di dietro, ma..?

Ciao Nichi, e tu come mai qui?”

Ero dietro di te quando ti ho riconosciuta, ti ho chiamato ma non mi hai risposto, credo che tu non mi abbia sentito, così mi sono fatta una corsa ed eccomi..”

Meglio evitare di dirle che stavo per litigare con la mia coscienza e di star facendo un monologo con me stessa, optiamo per 'ragazza sana di mente'.

Umh, si ero piuttosto pensierosa.”

Avevo notato” ride.

Allora, fatti tutti i compiti?” complimenti Kristen, sei molto argomentativa.

Si si tutti, erano molti ma ne sono uscita viva, tu?”

Aprire i libri e richiuderli dopo cinque secondi vale lo stesso?” le sorrido e scoppia a ridere.

Sono i primi giorni, magari ti salvi il culo, per adesso. Casomai ti aiuto io, dai.”
Mi piace Nichi, è brava e in tre giorni sta imparando il mio carattere, capisce quando mi va di parlare e quando no, quindi è okay, ma meglio di ogni cosa: si fa i cazzi suoi.

Oh, grazie.. grazie davvero.”
“Figurati”

Il resto del percorso è stato sovrastato da silenzio, un silenzio che non ha avuto bisogno di essere riempito, un silenzio che probabilmente è derivato dalla mia poca voglia di parlare.

Deve abituarsi se vuole essermi amica, anche se non è facile. Ma sembra che non abbia troppi problemi a farlo.

Arrivata a scuola i miei occhi si focalizzano su un punto ben preciso, Nichi è passata avanti e non posso chiederle niente per essere sicura ma.. sembra lui.

E' lui, ne sono certa. Forse è meglio che io tenga il cuore fermo prima che esca dal mio petto.

Non mi sto sbagliando, no. Quelli sono i suoi capelli, ed è terribilmente alto. Mi sono bastati tre minuti per segnarlo a fuoco dentro me.

Seconda campanella. Cazzo, devo sbrigarmi ad entrare in classe non voglio che mi etichettino 'ritardataria' già dal terzo giorno.

E poi.. io lo devo evitare, no? Così sembrerebbe.

Devo imparare a convivere con l'idea che sono una cogliona.

Busso. Uno, due, tre.. “Avanti”

Buongiorno, professoressa. Scusi il ritardo, non succederà più”

Tranquilla, Kristen, l'importante è che non si ripeta, vai a sederti”

Annuisco e così faccio.

Nichi mi guarda con uno sguardo interrogativo, ma non sono riuscita a trattenermi ad aspettare per vederlo entrare in classe. Altro punto per me, è di quinto anno e si chiama Robert. Bene.

Le ore passano mentre io scarabocchio sul mio quaderno, dove ogni pasticcio ricorda un suo tratto e dove ogni richiamo delle professoressa che mi vede distratta è dovuto a un pensiero rivolto a lui.

La prima, la seconda, la terza. La quarta, è ora della macchinetta.

Prof, posso uscire 10 minuti?”

Non mi degna di uno sguardo la vipera di matematica ma mi fa cenno con la testa di si, meglio per lei.

Vado in bagno, oh non avevo notato che fosse così spazioso il primo giorno, ero accecata dal maleducato.

Mi guardo allo specchio.. ma perchè decido sempre di guardarmi nei momenti meno opportuni per torturami con complessi che devo abolire? Passo una mano tra i capelli e un sospiro.
'Vai lì fuori Kristen, hai bisogno di vederlo. No. Anzi, si.'

Posso urlare contro la mia coscienza o mi prendono per pazza? Mh, meglio in un altro momento.

Esco dal bagno velocemente prima che spacchi lo specchio e mi dirigo verso la macchinetta.

Non capisco se sto pregando in aramaico antico perché ci sia o per il contrario.

Chi mi capisce? Io non di certo.

Non c'è.

Ok, infondo ho detto alla professoressa che sarei stata fuori 10 minuti e ne sono passati solo la metà, quindi meglio che io mi sieda. Non lo sto di certo aspettando, no.

 

 

 

POV Rob.

Prof, posso uscire? Ho mal di testa forte.”

Si, vai Rob”

Da come mi guardano i miei compagni sembra che io abbia appena chiesto di far un omicidio.
Ma che vogliono? Nessuno ha detto loro di non saltarsi filosofia stando fuori.

E poi io sono uscito solo per il mal di testa, no? No, è questo il problema.

Meglio prendere un tè alla macchinetta.. cazzo, e se c'è lei? Se c'è un cavolo Robert, la ignori come fai sempre con le altre, facile no? No. Perché anche se non la conosco ancora.. lei non è come le altre, lei non è le altre.

Mentre cammino lungo il corridoio una ragazza mi saluta e io mi volto semplicemente facendo un cenno con la testa. Non ricordo nemmeno come si chiama.

Scorgo una figura minuta seduta vicino la macchinetta, nello scalino che porta al balcone che affaccia sul cortile. Mi piacerebbe tanto sapere perché il mio cuore ha preso il volo.

Arrivo e non mi giro, ho già verificato che sia lei. Sento i suoi occhi trafiggermi la schiena, vorrei tanto voltarmi ma mi sono ripromesso di ignorarla.

Il tè è pronto così lo afferro e lo comincio a sorseggiare, ma non posso farlo fissando la macchinetta, così mi giro verso la vetrata della porta e guardo verso il cortile, passo sistematicamente una mano tra i miei capelli.

In quel momento momento il mio telefono inizia a vibrare, così con la mano libera lo prendo e guardo il numero: Kate.

Se le rispondo la mia sconosciuta potrebbe pensare di tutto, anche che questa Kate sia la mia fidanzata, e cazzo, si lo è. Meglio rispondere, così faccio perdere tutte le speranze a quegli occhioni verdi.

Robert? Secondo me sei tu che hai speranze, non lei.

Se potessi fare qualcosa in questo momento prenderei a pugni la mia coscienza, ecco.

Pronto?”

Amore, sei a scuola?”

Si.. Kate, perchè?”
“Oh su, chiamami amore! O è troppo imbarazzante per te chiamarmi amore davanti i tuoi compagni?”

Sospiro. Avrà capito qualcosa? Di solito non si lamenta di niente.

S..no, non è nulla di troppo imbarazzante, scusami. ”

Tranquillo, comunque ho chiamato per dirti una cosetta” cambia tono di voce, è contenta.

Dimmi”

Oggi ti aspetto all'uscita della scuola così poi andiamo a casa o mia o tua insieme, è un po' che non passiamo del tempo come si deve insieme..” Non posso dirle 'vaffanculo' quindi opto per un secco “ok. Allora.. a dopo, all'uscita.” Riattacco.

Automaticamente mi volto a vedere che espressione ha lei e i nostri sguardi s'incontrano per la prima vera volta.

Non riesco a leggere nessuna emozione nel suo viso, magari mi sto facendo film solo io e lei non mi ha nemmeno notato, però a quest'ora avrebbe distolto subito lo sguardo dopo avermi visto osservarla e invece no, i nostri sguardi rimangono incatenati,mare e smeraldo fusi alla stessa temperatura, vorrei essere tanto forte da sussurrarle un 'ciao' ma lei sposta il suo sguardo prima che io posso semplicemente fare un piccolo cenno con la testa, guarda l'orologio così si alza e va subito in classe.

E'.. bella come nessuno che io abbia visto prima. E' davvero molto magra e non è nemmeno altra e la sua belle bianca color latte fa si che sembra ancora più fragile di quanto si potrebbe pensare.

E' così minuta eppure ha un suo fascino.

Il suo viso è fin dalla prima volta illeggibile per me, si potrebbe dire un momento dolce un altro aggressivo, un altro ancora apatico.

La sua classe è proprio davanti la macchinetta così sento la professoressa dirle appena entra:

Stewart, lascia la porta aperta, meglio far cambiare l'aria” , vedo lei far cenno di si con la testa e rivenire alla porta per aprirla ancora di più. Si sta mordendo il labbro e ciò la rende davvero sexy e amabile allo stesso tempo, quindi è timida e non lo dimostra.

Robert, ricordati di respirare. Giusto.

Okay, meglio per me se la porta è aperta, voglio provar a vedere una cosa.

Salgo sullo scalino della porta e riprendo a sorseggiare il tè ormai freddo che stavo tenendo in mano senza pensarci nemmeno, per fortuna non me lo sono riversato addosso.

Fissando l'interno della classe mi metto alla ricerca del banco dove lei è seduta.

Prima fila, no. Seconda, neanche. Terza, nemmeno. Ultima, il suo banco è il primo a sinistra, quindi subito dopo la porta, così che io riesco a vederla tanto quanto lei può fare con me.

Sta scarabocchiando sul suo quaderno, chissà cosa.

Adesso invece è in una posizione di scazzamento per la lezione allo stato puro, regge il suo mento con la mano destra e i suoi occhi sono puntati in un punto astratto della stanza.

Passa così circa cinque minuti quando si gira per sussurrare una cosa alla sua compagnia di banco che le passa un fazzoletto.

Sto a fissarla per un po' quando improvvisamente, come se avesse intuito qualcosa alza il viso verso me e di nuovo i miei occhi nei suoi.

Un altro colpo al cuore, un altro colpo da incassare da quegli occhi maledettamente attraenti. Mi condizionano, e anche tanto.

Ma..questa volta devo essere io a fargliela pagare così mi volto e mi sposto dalla mia postazione per cominciare a passeggiare nel corridoio.
I suoi occhi mi tormentano così come il resto del suo visto, le sue labbra.. avere il cervello libero fa si solo che la mia fantasia cammini a briglia sciolta, meglio tenermi occupato fino alla fine dell'ultima campanella, così ritorno in classe, mi siedo e comincio ad ascoltare la lezione, o meglio faccio finta di ascoltarla. La mia testa rimane comunque altrove e mi riporta a una frase della professoressa che mi fa notare una parola in particolare: 'Stewart'.

Così questo dovrebbe essere il suo cognome, non penso che una di nome si chiami Stewart, quindi si.. cognome.

Bè, non che m'interessi da morire - cazzata, Robert - ma a questo punto è più facile scoprire il suo nome. Devo trovare un modo per saperlo. Anche se non dovrebbe interessarmi, so bene che non è così.

 

 

POV Kris.

Da quando l'ho rivisto alla macchinetta non riesco a visualizzare nient'altro che non sia il suo viso, della lezione non riesco a seguire più niente e sembra che il mio corpo non risponda ai miei ordini che sarebbero di stare attenta per tenermi occupata per non pensare.

Vederlo ha scatenato in me sensazioni che non provavo da tempo, un emozione allo stomaco di cui non ricordo più il nome, una confusione in testa quasi sconosciuta e una voglia matta di sfiorarlo.

Mi sento ancora una volta infantile, puerile, perchè so che sono sensazioni irrazionali verso uno sconosciuto di cui adesso so a malapena il nome e la classe che frequenta.

Mi sento impazzire.

Devo conoscerlo, capire com'è, sentire ancora una volta la sua voce vellutata e la sua sonora risata. Ne ho bisogno per torturarmi ancora, per sentirmi ancora in colpa nel provare qualcosa di indefinibile per uno sconosciuto.

Kate, Kate, Kate. Non mi dovrebbe interessare chi è, eppure il mio cervello si sta dando tante scuse plausibili per farmi credere che lei non sia la sua ragazza, anche se una parte di me sa già che è così.

 

Campanella. Penultima ora, palestra della scuola.

Oggi non ho voglia di far educazione fisica con quel cazzone del mio professore che ci allena come se fossimo in un campo d'addestramento e poi sto male, fisicamente e psicologicamente, quindi meglio stare in panchina.

Prof, oggi non me la sento di allenarmi, credo di aver la febbre, posso stare in panchina?”

so perfettamente che non mi crede ma me ne frega meno di zero quindi attendo una risposta senza pentirmi della domanda.

Alla fine sospira e mi fa cenno di si con la testa, così vado a sedermi nella parte più remota della palestra proprio sopra la panchina e sono seguita a ruota dal mio nuovo compagno, Conrad.

Non lo avevo sentito chiedere al professore di star in panchina anche lui oggi, sarà la mia distrazione.

Mi si siede accanto e così dico addio ai miei propositi di starmene bella tranquilla a pensare i cavoli miei, anzi, a pensare lui.

Allora, mh, che impressione hai dei tuoi nuovi compagni?” Perchè ho l'impressione che gli interessi sapere solo i compagni maschi?

Per adesso è tutto così.. tranquillo. Mi sembrate tutti abbastanza simpatici, certo, ancora dobbiamo conoscerci meglio, comunque.” è deluso dalla mia risposta? Peggio per lui, vuol dire che non ha ancora capito che si deve armare con pinzette per farmi parlare.

Capisco.”

Passiamo più di quindici minuti senza degnarci di uno sguardo, poi la curiosità ha la meglio su di lui e .. “E senti, Kris, dei ragazzi che te ne pare? C'è qualcuno che ha già attirato la tua curiosità?”
Non penso che rispondere che c'è qualcuno che mi ha completamente fatto andare fuori testa senza nemmeno conoscerlo sia nella liste delle mie possibili risposte così opto per una mezza verità.

Non conosco nessuno molto bene..”

Mh, io ho molti amici qui dentro che ne dici se ti presento qualche mio amico o amica?”
..conosce anche lui?
“Oh ahm, perchè no. Okay.” Non so nemmeno perché rispondo senza nemmeno pernsarci su un secondo, credo sia stato il mio cervello ad aver deciso di farmi aprire la bocca.

Perfetto! Allora, domani a ricreazione ti presenterò qualcuno.”

Bene.” e mi alzo di fretta improvvisamente seccata con me stessa per aver accettato una proposta senza senso, in fondo sono solo passati pochi giorni e gli amici dovrei riuscire a farmeli da sola con il tempo, ma ormai non posso dirgli di no anche perché il mio sesto senso mi dice che se ho accettato è perché dentro me sento nascere una speranza, una speranza a cui posso dare un nome: Robert.

Ah Kris! Una cosa..” ma che vuole ancora? Kris? Ma questa confidenza?

Che c'è?” chiedo visibilmente scocciata.

Ti presenterò anche Robert, quello del quinto anno che fissi in continuazione. E' un mio buonissimo amico, passiamo molto tempo insieme”.

Sbam. E' davvero così visibile che sono attratta da quello sconosciuto, o meglio, da Robert?

E' normale che il mio cervello lo chiami così facilmente Robert come se lui facesse parte di me già da tempo?
Comincio a pensare che niente di me è normale da un paio di giorni, o semplicemente, non lo è mai stato e adesso ho solo la prova di ciò che sono.

Ma no, devo convincermi che fissarmi su uno che nemmeno sa il mio nome non mi farà bene, non dopo quello.

E pensando a quei ricordi una lacrima riga il viso e le mani cominciano a tremare. Tanti ricordi nella mente, ricordi che fanno schifo che mi fanno sentire tremendamente sporca dentro, ricordi che mi hanno segnato a vita e che nessuno potrà mai cancellare o sovrastare.

In fondo, non permetterò a nessuno mai di potermi stare accanto, l'amore non esiste, non se si parla di me, una fragile umana che nessuno potrà amare se non provare sdegno. Si, perchè è questo quello che faccio.. sdegno.

E consapevole che non è colpa mia non posso far altro che richiudermi in me stessa e continuare la solita e straziante vita di sempre.

Perché dovrei infatuarmi di qualcuno? Per poi fare soffrire anche quest'ultimo come negli ultimi anni ho fatto con le persone che mi sono state accanto nella speranza di vedermi sorridere?

No, mi dispiace, preferisco il lungo tormento delle notti in bianco da sola con me stessa, rannicchiata e tremante a rivivere quelle scene.

Mi accorgo che Conrad sta ancora aspettando che io dica qualcosa solo quando è lui stesso a sbattermi la realtà in faccia e a svegliarmi da quel mio momento estraniata dal mondo.

Kristen, scusami.. ho detto qualcosa che non va? Non volevo farti piangere, era un..un modo per scherzare.. davvero, scusami..cr..credimi.”
E' completamente andato in confusione per via del mio pianto, che sciocca che sono stata a farmi vedere così da uno che conosco a malapena e che nemmeno promette bene.

Tran..tranquillo, non è niente, stavo ripensando dei momenti e ho ceduto, ma non accadrà più. Ad ogni modo, del tuo amico non me ne frega un cazzo, okay? Niente. Lo conoscerò come qualsiasi altro tuo amico e basta, tanto meglio se non lo conoscerò.”
Lo sforzo di essere carina con tutti nella nuova scuola è andato allegramente a farsi fottere.

Ed ecco Kristen, la cattiva, sola e vecchia Kristen che non ha nessuno con sé se non se stessa.

Abbandono la palestra insieme agli altri che stanno risalendo le scale, con l'unica differenza che io non parlo e rido con nessuno, semplicemente me ne sto per i fatti miei, quando Conrad mi raggiunge e mi guarda ancora scosso per come il mio umore è cambiato radicalmente da una discussione che ha fatto uscire fuori la vera me, quella che stavo inutilmente cercando di reprimere per cominciare una nuova vita, con nuovi amici, senza più niente di quello che avevo fatto e subito prima.

Una vita dove la mia famiglia non doveva più vedermi soffrire maledettamente e dove nemmeno loro dovevano farlo.

Evidentemente non sono destinata ad avere pace.

Conrad si mette accanto a me senza dire parola, e quando stiamo per entrare in classe mi strattona, mi sorride e mi presenta a qualcuno, mettendo in atto prima del dovuto il suo piano che doveva avere inizio l'indomani.

Non mi accorgo chi sia distratta per come sono quando mentre mi presenta..

Robert, lei è Kristen la nuova arrivata..”

Robert? Cazzo, cazzo, cazzo.

Non è possibile che dopo la reazione di prima non gliene freghi niente e che abbia continuato nel suo intendo.

Cazzo! Ma che faccio? Che dico? Non doveva prendermi così allo sprovvista! Vuole solo danneggiarmi, lo sento, quando saremo da soli di certo non sfuggirà a una bella sfuriata.

Forse devo ancora presentarmi per bene a lui stesso.

Nel frattempo Robert si concede un'occhiata veloce verso me e poi con una risatina abbastanza irritante: “Dovrebbe importarmi qualcosa? Bè, auguri amico” e con questa frase se ne va lasciandomi completamente impietrita davanti lo stipite della porta a cui ero appoggiata poco prima di questa bella figura di merda.

Automaticamente mi giro verso Conrad a cui scompare il suo bel ghigno in faccia appena mi giro con uno sguardo a dir poco assassino.

Sei solo uno stronzo, tu lo sapevi!” dico mentre fuggo in bagno non curante della professoressa che sta appena entrando in classe.

Lui mi segue e prendendomi da un polso mi gira verso lui, cerco di dimenarmi ma è tutto inutile, così lo sto a sentire mentre le parole gli escono a raffica.
“Senti Kristen, non credevo se ne uscisse così te lo assicuro, so che è la seconda volta nel giro di un un paio d'ore che ti faccio del male anche solo a parole ma davvero..scusami”

Un impeto di rabbia sta per arrivare e quelle parole non fanno altro che accrescere la voglia che c'è dentro me di sputargli in faccia parole velenose.

Ti conosco da circa tre giorni e già mi stai sulle palle, okay? Non me ne fotte un cazzo se tu non sapevi cosa avrebbe fatto, anche perché non mi avevi detto che era un tuo buonissimo amico? Sai a casa mia si dice che i buonissimi amici si conoscono per bene e tu invece non hai fatto altro che farmi fare una bella figura di merda senza nemmeno chiedermi il consenso!

Te lo ripeterò una volta sola e poi scompari, mh? Lasciami stare e non voglio più avere a che fare con te, intesi? Vaffanculo”.

Mi guarda sorpreso, so che è rimasto male ma ci conosciamo a malapena non soffrirà mica la mia mancanza. Nessuno l'ha mai sofferta, nemmeno le persone che dicono di volermi bene.

Mima un flebile 'scusa' con le labbra prima di andarsene, io vado in bagno, mi chiudo e subito scoppio in un pianto accompagnato da singhiozzi.

Passo interi minuti così a pensare a quello che era appena successo a come mi ero sentita rifiutata come mai prima, al mio primo errore commesso nella nuova scuola.

Sento che sto semplicemente ricominciando a sbagliare, di nuovo, a trascinarmi a fondo io stessa senza che ci sia un motivo concreto ai miei occhi, perché uno sconosciuto di cui so solo il nome non può essere un buon motivo. Non deve esserlo, soprattutto.

Rientro in classe consapevole di avere due occhi paragonabili a fiamme e zitta mi siedo accanto a Nicole che mi accarezza una spalla per poi ritornare a prendere appunti.

Apprezzo il suo gesto e il suo star in silenzio, perché anche se mi avesse chiesto di raccontarle cosa c'è che non va non glielo avrei comunque detto, quindi meglio così.

L'ultima ora passa com'è passata gli altri giorni, noiosa per tutti cupa e stancanti per me come tutte le altre ore, con la sola differenza che oggi so di avere lo sguardo di Conrad puntato addosso che non fa altro che peggiorare il momento.

Vorrei stare sola con me stessa, estraniarmi da quella fottuta classe ma con lui a trafiggermi con lo sguardo non mi è possibile, così l'unica cosa che posso fare è incrociare le braccia sul banco e poggiare sopra la mia testa in modo che nessuno possa rompere lo scudo protettivo che sto costruendo intorno a me.

Sono arrivata quasi a sentire quel torpore di quando si sta troppo tempo in una posizione, sono quasi arrivata a chiudere gli occhi e a lasciarmi andare in un lungo sonno pieno di incubi, peccato che la campanella suona e mi ricorda anche questo infernale giorno di scuola è finito mi ridesta dai miei pensieri contorti così automaticamente mi alzo e senza salutare nessuno, con lo zaino in spalla, esco dalla classe.

Intravedo i suoi capelli nel corridoio e un altro impeto di rabbia sale e mi fa scoppiare la testa.

Vorrei dirgli che è un gran maleducato, proprio come avevo pensato il primo giorno e che non si merita nemmeno un piccolo pensiero da parte mia.

Purtroppo per me, però, di piccoli pensieri negli ultimi giorni mi ero permessa di dedicargliene fin troppi.

Poi un ricordo stampato in fronte e che avevo quasi dimenticato.

La chiamata che avevo sentito stamattina.

Doveva vedersi all'uscita della scuola con questa Kate, mi è parso di capire, così decido di seguirlo per vedere chi è questa e soprattutto che ruolo ha nella sua vita.

So che sto sbagliando doppiamente anche perché dopo la bella figura di oggi dovrei mandarlo a fanculo con tutte le grazie e invece sono qui a seguire un deficiente che so già mi porterà solo tanto dolore. Mi porterà nelle strade buie in cui sono già passata e di cui ho troppa paura per riaffrontarle.

Ho camminato sopra troppe strade di dolore, inerte e senza poter fare niente per lungo tempo eppure adesso sono io stessa a dirigermi verso esse. Come se mi piacesse farmi del male. Comincio a pensare che forse è proprio così.



Okaaaay, finito! mmh, piaciuto? Fatemi sapere, oh! LOL.
Mh, allora.. Conrad è un personaggio ancora poco chiaro anche se penso che qualcuna di voi ha già capito il suo comportamento che sarà più chiaro nei prossimi capitoli.. quel ghigno. D:
Niente 'sti due sono già incasinati e ancora di devono conoscere! Lo faranno presto? Ah, io lo so! AHAHAH. Okay basta, mi diverto troppo così.
Alla prossima settimana e grazie se siete arrivate a leggere fino a questo punto. 
Baci, Anto. :)

  
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