Natsu si
risvegliò in un luogo
completamente diverso dalla camera dove aveva trascorso la prima notte
in
quella casa: era freddo e umido, sporco, e qualcosa di viscido
ricopriva a
tratti il pavimento. Almeno, potè constatare, non era buio e
riusciva a
guardarsi intorno senza problemi. Il suo sguardo percorse lentamente il
profilo
del letto sul quale giaceva, fino a posarsi sulla persona addormentata
ai piedi
di esso.
Lucy. Era lei,
su questo non
c’erano dubbi. Ma la sua mente? Era ancora vittima di Angĕlus o era
libera? Si era trattato
di un orribile incubo?
“Lu…?”,
provò a chiamarla, la voce
poco più che un sussurro. A fatica, per via delle ferite che
aveva un po’ su
tutto il corpo e limitavano i suoi movimenti, riuscì a
mettersi seduto,
allungando una mano verso di lei.
La guancia che
aveva colpito era
ancora arrossata per le ustioni e vi posò la mano,
delicatamente, come a voler
lenire il dolore che doveva aver causato. Poteva quasi sentirlo sulla
propria
pelle quel colpo, vibrare nel cuore al solo ricordo. La mano di Lucy
raggiunse
la sua mentre lei socchiudeva gli occhi e si sollevava, guardandolo
negli
occhi.
“Natsu…
ti sei svegliato
finalmente”, disse in un soffio mentre lo abbracciava, piano,
per non fargli
male. “Credevo… temevo che Lucifer ti avesse
ucciso, non volevi saperne di
riaprire gli occhi!”.
Natsu
ricambiò l’abbraccio,
tuffando il viso nei capelli biondi di Lucy, inspirandone il profumo
che sapeva
di casa; forse alla fine, ne erano davvero usciti in qualche modo,
perché tra
le braccia teneva la sua Lucy,
quella
che lui stesso aveva trascinato alla gilda e nella propria vita. E,
inevitabilmente, anche nel suo cuore.
“Lucy,
ce l’abbiamo fatta? Lucifer
è morta?”.
La maga
lasciò andare un sospiro,
sollevandosi leggermente per poterlo guardare in viso; solo allora,
Natsu si
rese conto delle fasciature che si intravedevano sotto i vestiti.
“No,
purtroppo no. E dire che l’abbiamo fatta arrabbiare non
renderebbe nemmeno
lontanamente l’idea di quanto sia infuriata. Mi ha lasciata
andare, dicendo che
mi ribello anche troppo per i suoi gusti e che, con te
morto…”. Fece una pausa
e chiuse gli occhi, come a voler scacciare un triste pensiero.
“Con te morto,
io non gli servivo più. Quando si è resa conto
che eri ancora vivo ha deciso di
gettarci quaggiù, tutti e due, con l’intento di
costringerci a fare ciò che
vuole prendendoci per stanchezza. Ha detto che siamo fortunati a
servirle
altrimenti ci avrebbe già uccisi”.
Natsu prese il
viso di Lucy fra le
mani e la baciò delicatamente. “Io voglio
riportarti a casa, Lu. Queste ferite
non sono niente per me, sconfiggerò quel mostro e torneremo
tutti e due a Fairy
Tail, devi credermi!”.
Lucy mise le
mani sulle sue,
guardandolo dritto negli occhi e gli sorrise, liberandosi della stretta
per
poterlo abbracciare. “Mi sei mancato Natsu. Anche se ero
certa che prima o poi
saresti venuto a prendermi, quelle fiamme mi facevano troppa paura, non
sono
come le tue… quelle le conosco, mi fido di loro”.
Il mago sorrise,
scoprendo i canini
affilati e rafforzò la stretta attorno a lei. “Mi
sei mancata moltissimo anche
tu, Lu… ma se non fosse stato per Loke non avrei mai saputo
che sei ancora
viva, non ho molti meriti in questa faccenda, mi sono fatto addirittura
catturare!”.
Lei scosse
lievemente la testa, in
segno di diniego. “Se non ci fossi stato tu davanti a me
forse non sarei
riuscita a trattenere Angĕlus e
quell’attacco avrebbe ucciso chiunque si trovasse al tuo
posto… era quello che
voleva in quel momento, era talmente livida di rabbia che non intendeva
lasciarti in vita. Sei stato molto fortunato, potrebbe radere al suolo
l’intero
continente di Fiore se rilasciasse quell’incantesimo al
massimo delle sue
forze”.
“Per
quanto tempo sono stato
incosciente?”.
“Oggi
è il sesto giorno da quando
sei arrivato qui… stanotte avrei dovuto consegnare il mio
corpo a Lucifer”.
“Tu
non consegnerai niente a
nessuno Lucy!”, esclamò Natsu, stringendola con
fare possessivo. “A proposito…
perché proprio stanotte?”.
“Stanotte
saranno trascorsi sei
mesi dai funerali che avete celebrato per me, credendomi morta. Non so
bene in
che modo ma pare che le cose siano collegate, perché dovevo
perdere ogni legame
con la mia vita: sei giorni dopo il mio funerale hai abbandonato la
tomba
rassegnandoti alla mia morte. Sei settimane dopo, Loke e gli altri
spiriti sono
venuti a conoscenza della mia dipartita, immagino che Lucifer sapesse
esattamente che i loro contratti sarebbero serviti a dare invece
conferma del
mio essere ancora in vita: questa notizia avrebbe dovuto generare in
voi, in te, una speranza intrisa di
disperazione, perché non avrebbe lasciato comunque che mi
trovaste prima
dell’approssimarsi di questa notte”.
Natsu aveva
sbarrato gli occhi man
mano che la spiegazione di Lucy procedeva, turbato da ogni rivelazione
che gli
stava facendo. “Mi stai dicendo che lei ha manovrato
l’intera Fairy Tail per
tutto questo tempo?”.
“E’
così”.
“E
perché proprio questa notte?
Perché dovevano essere trascorsi sei mesi?”.
“Sei
giorni. Sei settimane. Sei
mesi. 666, il Numero Bestiae, il
simbolo di Pravus. Stanotte, col giungere dell’ultima cifra,
tu avresti dovuto…
unirti a me, e trarne piacere mentre io avrei sofferto. Questo avrebbe
garantito che la mia anima si distaccasse completamente dal suo
involucro
terreno, lasciando che Lucifer lo occupasse senza più
impedimenti. E la mia
capacità di aprire i Portali del Piano Stellare, amplificata
dai suoi immensi
poteri, le avrebbe garantito di aprire la via per il suo
signore”.
“Tutto
questo è folle…”, disse
Natsu incatenando lo sguardo a quello di Lucy. “Non avrei mai
potuto Lu, tu sei
bellissima e ti desidero ma…”, arrossì
a quella confessione. “Io voglio che
avvenga soltanto se tu lo vuoi quanto me”.
Lucy sorrise,
accarezzandogli
delicatamente il viso. “Lo so, non temere Natsu. Ti conosco
troppo bene per
pensare che avresti mai potuto compiere un’azione tanto
terribile. Mi dispiace
soltanto averti trascinato qui, non ne usciremo
più”.
Natsu
sogghignò, lasciando Lucy e
si alzò dal letto, dirigendosi spedito verso la piccola
finestra che dava luce
alla cella. “Non hai notato che mancava qualcuno quando ci
siamo rivisti?”.
La maga
aggrottò le sopracciglia,
concentrata nello sforzo di ricordare, quando improvvisamente il suo
viso si
illuminò. “Happy!”.
“Esatto
Lu! Non sarò un genio ma il
mio istinto non sbaglia mai ed ero certo che quella Succuba mi stesse
trascinando in una trappola… però sapeva che
avevi perso le chiavi e che volevi
me al tuo fianco… gli altri non hanno capito, non sapevano
cosa mi avevi
confessato prima di scomparire, ma io ero certo che parlasse di te, non
potevo
restare a Magnolia! Happy ci ha seguiti da lontano per un tratto, poi
quando
abbiamo imboccato la strada che conduce a Wisteria è tornato
alla gilda”.
Lucy si
alzò per raggiungere Natsu
quando un colpo tremendo risuonò nell’aria,
andando a colpire le mura
dell’edificio. “Che succede?!”,
esclamò mentre finiva lunga distesa sul letto.
“Erza
e Mira sono arrivate”.
Erza e Mirajane
avevano preparato i
loro bagagli ed erano partite alla volta di Wisteria, muovendosi il
più in
fretta possibile. Il piccolo villaggio si raggiungeva in una sola
giornata di
cammino ma raccogliere informazioni sui loro nemici e decidere come
agire per
limitare al minimo i danni a loro stesse e a Natsu e Lucy, aveva
preteso più
tempo del previsto, così non avevano potuto lasciare la
gilda prima della sesta
mattina dalla partenza del loro compagno.
“Erza,
tu pensi che davvero quella
Succuba non si sia accorta che Happy la stava seguendo?”.
“Stai
tranquilla Mira. Happy ha
seguito le tracce di Natsu grazie al suo olfatto, non si è
mai avvicinato tanto
da farsi vedere né percepire con la magia”.
“Aye!”,
esclamò l’exceed azzurro
alle loro spalle.
“E tu
cosa fai qui?!”, esclamò
Erza, alquanto irritata. “Mi sembrava che fossimo
d’accordo che ci avresti
raggiunto più tardi assieme agli altri”.
“Natsu
non può combattere come
dovrebbe senza di me, devo venire con voi, adesso!”.
Mirajane sorrise
intenerita e
annuì. “Happy ha ragione, Erza. Portiamolo con
noi, sono sicura che Natsu le
stia prendendo senza di lui”.
Erza
sbuffò seccata, incrociando le
braccia al petto. “E va bene! Spero solo che non dovremo
pentircene, lo
metteremo nei guai!”.
Happy strinse le
zampette come se
avesse potuto stringere i pugni, e fissò Erza dritto negli
occhi. “Non sono
debole come pensi tu, vedrai!”.
Erza
sollevò un sopracciglio,
guardandolo stupita; una volta tornati tutti a Magnolia avrebbe dovuto
ripristinare un minimo di disciplina, Natsu e il suo exceed si
ribellavano
troppo da quando Lucy era scomparsa.
“E va
bene”, cedette. “Vieni con
noi”.
Titania riprese
il cammino, la
mente occupata da ciò che le aveva detto Makarov:
l’ordine era di lasciare che
Lucifer prendesse il corpo di Lucy, l’unico modo
perché fosse esiliata da
Earthland era che fosse la stessa maga degli Spiriti Stellari a
scacciarla
nella dimensione in cui si trovava anche Pravus; tuttavia, il rischio
che Lucy
perdesse per sempre coscienza di sé era alto ed Erza non
osava immaginare quale
avrebbe potuto essere la reazione di Natsu se l’avesse persa
di nuovo.
‘Possiamo solo sperare che Lucy sia forte
abbastanza’.
Le porte del
villaggio di Wisteria
la riscossero dai suoi pensieri e la desolazione che regnava
all’interno
dell’abitato li scacciò del tutto. “Cosa
succede qui?! Ero sicura che Wisteria
fosse un villaggio abitato”.
“Temo
che tutto questo sia opera di
Lucifer”, disse Mirajane mentre assumeva la forma del Satan
Soul. “Forse gli
abitanti sono stati scacciati oppure non sono riusciti a resistere al
suo
potere, ormai manifesto”.
Erza
equipaggiò l’Armatura del
Purgatorio, preparandosi a distruggere chiunque la ostacolasse.
“Cerchiamo
Natsu e Lucy”.
Mirajane
annuì incamminandosi
assieme a lei lungo la strada principale. Tutto era immobile, persino
il vento
evitava di soffiare; sembrava che il tempo si fosse congelato su
Wisteria. Man
mano che si avvicinavano alla casa in cui dimorava Lucifer, il potere
oscuro
che emanava si faceva più forte, tracciando come una pista
che le conducesse
dritte da lei.
Erza
impugnò l’enorme spada che
portava con sé, fissando le porte dell’edificio.
“Non credo che ci basterà
presentarci per essere accolte, Mira”. Disse scagliandovisi
contro nel
tentativo di abbatterle. ‘Il master aveva ragione sui nostri
poteri!’.
“Perché
cerchi di aprire quelle
porte, creiamone delle altre”, disse Mirajane serafica,
apprestandosi ad
attaccare. “Darkness Stream!”.
Le mura
tremavano sotto i colpi
tremendi delle maghe di Fairy Tail e non passarono che pochi minuti
prima che Succuba
e Incŭbo
uscissero per affrontarle.
“Bene,
bene”, disse Succuba
incrociando le braccia al petto. “Sembra che qui abbiamo
qualcuno che desidera
lasciare questo mondo prima dell’arrivo di Pravus”.
Incŭbo non disse una
sola parola,
limitandosi ad armarsi dell’enorme spadone che portava con
sé. “Non perdiamo
tempo Succuba. Lucifer non deve essere disturbata questa
notte”.
Mirajane
tornò con i piedi a terra,
avvicinandosi ad Erza. “Lei è mia, tu occupati del
bestione”.
“Sei
sicura?”.
“Sono
una maga di classe S di Fairy
Tail, Erza. Mi offendi se credi che non possa batterla”,
disse Mira mentre si
scagliava contro Succuba, impegnandola in una lotta che si
rivelò da subito
violenta e senza esclusione di colpi. “Soul
Extinction!”.
“Obscura
Clades!”.
I colpi delle
due si scontravano
sopra le teste di Erza e Incŭbo che non
avevano certo atteso prima di iniziare a combattere a loro volta,
facendo
cozzare le armi una contro l’altra, ognuno nel tentativo di
abbattere l’avversario.
Lucy aveva
raggiunto Natsu alla
finestra e osservava assieme a lui il combattimento. Era in ansia per
le sorti
delle sue nakama ma allo stesso tempo era stupita da quanto sembrassero
forti
in quel momento. ‘In fondo sono passati già sei
mesi da quando li ho visti l’ultima
volta… chissà quante cose sono
cambiate’, si disse voltandosi a guardare Natsu.
‘No, lui non è cambiato proprio!’.
“Natsu!”.
La voce di Happy li
raggiunse all’interno mentre l’exceed si librava in
volo davanti alle sbarre. “State
bene?”.
Il mago strinse
le sbarre
avvicinandosi il più possibile. “Stiamo bene Happy
ma tirateci fuori da qui, io
voglio combattere!”, esclamò eccitato come non
mai. “Quei due sembrano forti, li
voglio battere!”.
“Natsu…”,
sospirò sconsolata Lucy, il
movimento della testa a sottolineare la sua disapprovazione.
“Non è proprio
possibile, sei stato ferito gravemente e quei due potrebbero
ucciderti”.
“Il
master dice che Erza e Mira sono
le uniche che possono sconfiggerli, perché usano la Magia
Oscura”.
“Non
mi interessa!”. Natsu
strepitava, il corpo in fiamme alla sola idea di combattere contro
Succuba e
Incŭbo.
“Ho un
conto in sospeso con loro, hanno tenuto prigioniera Lucy per tutto
questo
tempo!”.
“Il
master ti ha mandato un
messaggio”, disse Happy come se non lo avesse proprio
sentito. Tirò fuori dalla
propria borsa un foglio, ripiegato su se stesso, e lo porse a Natsu
prima che l’onda
d’urto dell’ennesima esplosione lo scagliasse
lontano.
“Happy!”,
strillò Lucy tentando di
vedere dove fosse finito ma con scarsi risultati. “Happy!
Happy rispondi!”,
provò a chiamare, inutilmente.
Natsu le
prestò attenzione solo per
un momento prima di leggere il messaggio di Makarov; le mani gli
tremavano di
rabbia trattenuta quando giunse all’ultima parola. Non poteva
credere a quello
che il master gli stava chiedendo, lasciare che Lucifer prendesse il
corpo di
Lucy nella speranza che lei fosse abbastanza forte da scacciarla. E se
non
fosse stato così? Se Lucy, troppo provata dopo sei mesi di
prigionia, non fosse
riuscita nell’intento?
“Natsu…
ehi Natsu, mi rispondi?!”,
sbottò Lucy dopo averlo chiamato inutilmente per diversi
minuti. “Cosa dice il
messaggio?”.
Natsu si
voltò a guardare Lucy e l’abbracciò,
facendo bruciare il foglio fra le proprie mani. “Nulla di
importante”.
“Dimmi
la verità”, disse lei,
sorpresa dalla sua improvvisa tranquillità. “Cosa
c’era scritto di così
terribile?”.
“Ho
detto che non era importante!”,
sbuffò Natsu, stringendola più forte. Rifiutava
decisamente di ricorrere alla
soluzione proposta da Makarov. “Piuttosto dimmi, Lucifer ha
usato il tuo corpo
per diverso tempo, sai se esiste un modo per scacciarla da questo
mondo?”.
Lucy
annuì, scostandosi leggermente
dall’abbraccio per guardare in viso Natsu. “Esiste.
In questo momento non ha un
corpo, aleggia tra le mura di questa casa sotto forma di una
volontà maligna. Se
dopo questa fatidica notte la luce del mattino illuminasse la sua
sconfitta, si
dissolverebbe come neve al sole. Oppure…”,
abbassò gli occhi per qualche
istante. “Oppure dovrai uccidere il corpo
dell’ospite, Dragon Slayer”, disse
mostrando nuovamente a Natsu il suo sguardo cremisi.
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Buongiorno ^^
So di essere in
mostruoso ritardo e
non posso che chiedervi perdono per questa assenza prolungata
ç_ç Purtroppo, se
da un lato le cose in famiglia si stanno aggiustando, il che
è positivissimo,
dall’altro ci sono le operazioni di fine anno da compiere a
lavoro, quindi il
tempo a mia disposizione è sempre meno, scusate se ci metto
una vita ad
aggiornare ç_ç
Tornando al
capitolo, cosa ne
pensate? Siete abbastanza disperati per le sorti della nostra coppia di
maghi
preferita? Sappiate che il finale non è ancora scritto,
potrebbe finire in
molti modi… a ogni modo, questo capitolo mi convince anche
meno del precedente,
quindi… siate sincere se c’è qualcosa
che non vi torna oppure semplicemente non
vi piace, le critiche costruttive non mi offendono!
Beh, grazie come
sempre se avete
letto fin qui e retto i miei deliri, e grazie doppiamente se avrete
avuto la
bontà di lasciarmi un commentino!