Pool of blood
Sembrava passata un’eternità da quando si eravamo
riavvicinati, forse lo era davvero era passato quasi un anno. Un anno in cui
lui, loro non avevano contatti così stretti, così intimi, così innamorati o
almeno lui lo credeva.
Credeva davvero di essere ritornato nel passato, di
poter toccare il cielo con un dito ancora. Lui credeva troppo cose.
Cose che per lui assumevano dipendenza per l’altro
occlusione.
Lui lo amava. L’altro si sentiva alla strette,
soffocato da quel sentimento che in realtà non stava provando.
Era stato uno sbaglio tornare da lui.
Era umiliante amarlo, era umiliante essere offeso
per lui, per una persona che davvero non la meritava. Frankie non era la
persona più bella del mondo e lo sapeva, lo ammetteva ma le offese fioccavano,
venivano lanciare contro di lui come frecce infuocate e cazzo se facevano male.
Di minchiate nella vita ne aveva fatte, si era
rovinato braccia, pancia, dita, continuava a farsi male per ammazzare il dolore
che ronzava attorno al cuore e nella mente. Lo ammazzava col dolore fisico e
funzionava. Eccome se funzionava.
Certo quello non era il modo migliore per uscirne
dal dolore, non era la via d’uscita di nulla ma era un affossarsi, un uccidersi
in modo volontario e ci stava riuscendo.
Si stava spegnendo pian piano, vedendo sempre più
sfocato.
Sentendo svuotarsi del proprio sangue, sentendosi
freddo, scomodo, molle.
Si stava lasciando morire nello scantinato di casa,
dove nessuno si sarebbe mai sprecato di andare a vedere. Voleva andare verso la
fine, e ci era quasi.
Era al limite.
Nero. Basta. La vita era finita.
Era arrivato alla fine. Morto.
La sua mossa era stata da idiota, lui era un idiota.
Lui era la vittima di se stesso.
Rimaneva quel silenzio tombale, quel vuoto immenso
delle persone che non si sprecavano ad andare a vedere come realmente stava. Con
quel odore stomachevole di sangue, che si asciugava all’aria.
Triste la vita a volte.
Note:
E’ una storia macabra, il
mio inconscio mi ispira a scrivere cose demenziali, orribile, rivoltanti e
tristi da morire. Credo proprio sia nel sangue.
Grazie a chi abbia letto
questa one-shot. Grazie a chi abbia avuto la forza di
leggere fin qua. Grazie a chi la recensirà.
Non sono una scrittrice
perfetta, scrivo per sfogarmi, scrivo per sfogarmi dai pensieri che mi
offuscano la giornata.
Xo xo Silvia.