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Autore: Niniel Virgo    03/01/2012    5 recensioni
[Ispirato a Alice: Madness Returns]
La piccola Rose era una bambina come le altre, prima di scoprire di dividere il corpo con Alice Liddell. Da allora la sua vita è cambiata, se in bene o in meglio, questo è da scoprire..
[Dal 3°capitolo.]
Morte. Non ho mai sentito nessuno dei miei coetanei parlare di morte. Ma beh, credo di essere l'unica ad avere nella testa una morta con cui parlare, no?
Genere: Azione, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'We are all mad here.'
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Dopo “l'incidente”, se così possiamo chiamarlo, non è successo più nulla. Alice si è meravigliata del fatto che nessuno ci avesse ancora attaccato, io invece ero solamente annoiata e impaziente. Non vedevo l'ora di mettere all'opera il coltello che mi aveva donato lo Stregatto prima di sparire, questa volta definitivamente.

“Si chiama Lama Vorpale.” Mi ha detto, leccandosi una zampa. Mi sono rigirata l'arma tra le mani, sorridendo entusiasta. Cavolo, se mamma mi avesse vista le sarebbe venuto un infarto!

“Maneggiala con cura, non è un giocattolo.” Mi ha ammonito Alice, osservandomi preoccupata. Oh giusto, non avevo bisogno dei rimproveri di mia madre. Nel mondo reale c'erano i suoi, nel Paese delle Meraviglie quelli di Alice. E sai diario, non sono entusiasta della cosa.

Pian piano sono riuscita a perfezionare la mia tecnica di “salto con le farfalle”. Almeno adesso cadevo di sedere e non di faccia, e lo Stregatto non poteva più prendermi in giro!

“Alice, come mai le mie farfalle sono viola?” Le ho chiesto dopo un po', atterrando sull'ennesima piattaforma.

Lei ha fatto spallucce. “Non ne ho idea. Forse il colore delle farfalle è diverso per ognuno.”

Ho annuito lievemente, non del tutto convinta; ma dovevo accontentarmi, era l'unica spiegazione al momento.

Alice si è guardata intorno, la fronte corrugata e gli occhi persi in non so quali pensieri, forse si stava concentrando per ricordare dove si trovava il Cappellaio.

Dopo qualche istante, le ho sfiorato una spalla con la mano. E' davvero strano poterla toccare, ma è piacevole. Mi fa sentire più tranquilla averla vicino anche fisicamente. “Va tutto bene?”

Lei ha annuito, voltando il viso verso di me. Ci siamo guardate negli occhi per qualche istante.

Ora diario, lascia che ti spieghi quanto sia sconvolgente guardarla negli occhi. Ogni volta che succede, rimango per diversi minuti intontita, perché sono talmente pieni di angoscia e dolore da spaventarmi. Secondo me lei non se ne accorge nemmeno, ma guardarla negli occhi è destabilizzante.

“Sì, tutto bene. Sono solo un po' preoccupata, non ho ancora visto un mostro da quando siamo arrivate.”

Io mi sono imbronciata. Ecco, non doveva proprio parlare di questo! Mi irritava sapere che c'erano mostri nascosti da qualche parte e io non li avevo ancora visti. “Peccato.” Ho borbottato, lanciando un'occhiata alla Lama Vorpale, assicurata alla mia cintura.

“Peccato?” Ha ripetuto, lanciandomi un'occhiata perplessa. “Sei sicura di quello che dici?”

Ho annuito vigorosamente. “Certo! Se non appare qualche mostro ad attaccarci, che me ne faccio di questa?” Ho indicato l'arma, alzando un sopracciglio.

“Rosie, hai la minima idea di quanto sia orribile uccidere?” Ha sussurrato flebilmente, guardando a sua volta la propria lama. “Hai solo nove anni.”

Ho roteato lo sguardo, seccata. Ah, sempre con questi complessi! A volte è davvero impossibile starle vicino. “Non ci pensare, riprendiamo a cercare il Cappellaio.”

Ecco, mi è sembrata più tranquilla. Le basta ricordare la nostra missione per riprendersi.

“Non dovremmo essere lontane. Cerca un uomo con un enorme cappello che sta prendendo il tè.” Dovevo avere una faccia davvero buffa, perché ha ridacchiato. Ma insomma, a sentire Alice e lo Stregatto c'erano un sacco di mostri, e quello prendeva il tè?

La nostra ricerca non è durata molto. Siamo finite su una piattaforma più grande delle altre, che ospitava un tavolo lunghissimo. A capotavola vi era seduto un uomo, anche se chiamarlo così è offensivo per gli uomini dato il suo aspetto orrendo, con un enorme cappello a scacchi bianco e nero. Indossava una camicia di forza tutta sbrindellata e insanguinata, ed era composto da diverse parti metalliche. Una specie di robot, secondo me.

Ai lati del tavolo, due creature erano praticamente sdraiate su di esso. Uno doveva essere un ghiro, sempre robotico, e l'altro una lepre. Mi sono avvicinata a quest'ultima timorosamente, e le ho toccato una spalla. Il corpo, o meglio quello che ne restava, è caduto dalla sedia.

Era morta. Ho lanciato uno sguardo al ghiro. Morto anche lui.

Devo essere sbiancata. Alice mi ha presa per un braccio, allontanandomi dalle carcasse. “Non guardare.” Mi ha sussurrato, stringendomi. Ho nascosto il viso contro il suo petto, soffocando a stento un grido. Il sangue rappreso, la puzza di morto, gli occhi vitrei..non potrò mai dimenticare il mio primo contatto con la morte.

“Oh, Alice!” E' intervenuto il Cappellaio. La sua voce aveva un qualcosa di strano, sembrava ubriaco. Siamo sicuri che quello che stava nella sua tazzina fosse solo tè? “Sei tornata!”

Non lo capivo. Come faceva a rimanere impassibile di fronte ai cadaveri di quelli che, secondo Alice, erano i suoi migliori amici? Forse tutti in quel posto prendevano la morte come un gioco.

“Sì, sono tornata.” Ha risposto lei, senza accennare a lasciarmi. Ho voltato il viso per guardare l'uomo, cercando di ignorare i due cadaveri. Sembrava allegro.

“Sono felice di vederti, ragazzina. Siediti, prendiamo il tè!”

Alice ha allentato la presa di malavoglia, sedendosi al suo fianco. Il Cappellaio ha spostato lo sguardo su di me, curioso. “E tu chi sei?”

Sono rimasta qualche istante in silenzio, paralizzata. Non volevo rispondergli, non mi piaceva. La mia amica, di nascosto, mi fece segno di parlare. Dovevo fidarmi di lei.

“Mi chiamo Rose.” Ho pigolato in risposta, rimanendo immobile. “Sono un'amica di Alice.”

Lui ha sorriso entusiasta, indicandomi la sedia alla sua destra, di fronte ad Alice. “Vieni, vieni! C'è sempre spazio per un'amica di Alice!”

Ho fatto come richiesto, spostando furtivamente la sedia per allontanarmi da lui. Non volevo stargli vicino, puzzava di morte, come i due..Ho represso a stento un brivido, ripensando ai due cadaveri che giacevano lì vicino.

L'uomo ci ha offerto due tazze di tè, che ho accettato con un “grazie” appena mormorato. Quando vi ho guardato dentro, sono quasi svenuta. Era colmo di sangue.

Alice mi ha letteralmente strappato la tazza dalle mani, gettandola il più lontano possibile, insieme alla sua. Il Cappellaio sembrava non capire.

Lei ha cercato di fare finta di nulla, rivolgendogli un sorriso tanto cortese quanto finto. Ha i nervi più saldi di me, la invidio tantissimo. Mentre lei ha mantenuto la calma, io ho preso a tremare come una foglia.

“Siamo qui per avere delle informazioni sul Carpentiere, non possiamo fermarci oltre.”

Lui ha annuito, prendendo un lungo sorso dalla sua tazza. Come riusciva a bere così tranquillamente del sangue?! Sì, erano tutti completamente matti lì dentro.

“Beh, non ne so molto.” Ha detto, dopo un lungo silenzio. “Potreste chiedere al Tricheco, ho saputo che lo ha abbandonato non appena si è messo a capo dei ribelli.”

Non vedevo l'ora di andarmene da lì. Tra i cadaveri e il sangue che stavo per bere, non sapevo quanto avrei resistito ancora. Eppure avevamo bisogno di quelle informazioni, e non dovevo lasciarmi prendere dal panico.

Alice ha annuito, seria. “Va bene. Grazie per avercelo detto, ci andremo il prima possibile.” Ha detto, alzandosi in piedi. Ho seguito il suo esempio, cercando di tirarmi su in piedi con la sua stessa calma e lentezza.

Il Cappellaio ha fatto una smorfia, deluso. “Non volete prendere il tè con me?”

“Oh no, non fraintendermi.” Ha risposto velocemente la mia amica, sorridendogli dolcemente. Come ha fatto a sorridergli in quel modo, mi chiedo io? “Ma abbiamo molta fretta. Torneremo però, non preoccuparti.” Detto ciò, ha aggirato il tavolo e mi ha presa per mano, tirandomi via.

Mentre ci allontanavamo il più possibile da quel luogo colmo di orrore, ho sentito la voce del Cappellaio. “Oh, lo spero tanto Alice.” Ha gridato, prima di scoppiare in una risata puramente folle.

Diario, inizio ad avere paura.

L'angolo delle meraviglie di Niniel.

Eccoci qui, al capitolo che la mia adorata mamma aspettava da tempo! Oggi non volevo pubblicarlo, perché non ho pronto l'ottavo capitolo, ma lei ci teneva tanto, quindi...
Solo una cosa: le farfalle di Rose sono viola perché il colore viola indica la metamorfosi, il cambiamento.
Scritto la notte di Capodanno, dato che mi stavo annoiando e mi sentivo piuttosto macabra. Non ho nulla da dirvi, se non che nel prossimo capitolo si torna nella vita reale, per analizzare i cambiamenti del comportamento di Rose!
Baci, Niniel.

   
 
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