Si
trovava in un cimitero
abbandonato le cui tombe non si riuscivano a distinguere
tant’ era il buio che
vi troneggiava; si riusciva a mala pena a vedere una piccola chiesetta
non
molto lontana. Eppure a lui era tutto cosi familiare. A sinistra poteva
vedere
una collinetta e a destra una vecchia villa che sembrava abbandonata.
Ad
un tratto un lampo di luce
verde illuminò il paesaggio mostrando delle figure in
lontananza e lui senza
aspettare un solo istante si diresse verso quelle figure. Raggiunse il
punto da
dove era partita la luce e cominciò a guardarsi intorno.
D’ un tratto i suoi
piedi urtarono contro qualcosa.
Immediatamente portò la mano alla bacchetta e l’
accese sussurrando un debole “Lumos”.
Ai
suoi piedi c’era un
ragazzo. Aveva il viso contratto in una smorfia di dolore, un rivolo di
sangue
al lato della bocca e una ferita sulla fronte che quasi gli copriva la
cicatrice a forma di saetta. Quella cicatrice che lo aveva reso tanto
famoso,
quella cicatrice che sin da piccolo aveva significato che sarebbe
dovuto
morire. Harry Potter era morto.
“Finalmente”
senti udire
dalla sua stessa voce. Si girò e vide se stesso Voldemort,
il Signore Oscuro
che stringeva la bacchetta ancora in mano con fare esultante
“Io il vostro
maestro ho ucciso il bambino che ERA
sopravvissuto dimostrando a tutti chi è il più
forte.”
Urli
di esultanza e
acclamazione si alzarono nell’ aria e i suoi mangiamorte
iniziarono a comparire
dietro di lui.
“Tu
sei il migliore” “Tu sei
il più forte” sentiva dire dalle loro voci.
“Viva
il Signore Oscuro” “Viva
il nostro maestro” “Viva Voldemort”
“Voldemort,Voldemort,Voldemort,
Voldy, Voldy ”
“Voldy,
Voldy caro è ora”
Apri a fatica gli occhi, la luce che proveniva dall’ unica
striscia di finestra
che non era coperta dalla tenda gli finiva diritta in faccia.
“Era
ora Voldino ciccino.”Una
figura dai capelli neri si chinò su di lui e lo
baciò in fronte.
“Non
puoi immaginare com’ eri
carino mentre dormivi”
Voldemort
strinse gli occhi
per mettere a fuoco e vide Piton che stava sprimacciando un cuscino.
“Era
un’ adorabile
espressione malvagia da cucciolotto”
Era
un sogno penso con
rabbia, magari un sogno premonitore, ma solo un sogno.
“Allora
perché non mi
rispondi” senti dire dalla voce di Piton.
“Scusa
principino non ti ho
ascoltato, che dicevi?”
“Che
tazza vuoi oggi? Quella
con scritto “La cicatrice non fa l’ eroe”
o
“Rubare
le caramelle a un
bambino non è semplice come sembra”?
“Non
lo so caro, fai un po’
tu.”
Non
gli piaceva essere messo
di fronte a queste decisioni importanti fin dalla mattina. Si alzo
stiracchiandosi, un’ altra giornata stava cominciando per
Voldemort il più
grande mago oscuro di tutti i tempi.
“Non
potrei bere dal biberon oggi?”
FINE