Misaki stava dormendo, quando sognò una cosa successa anni prima, una cosa che prima non ricordava.
Nel sogno vide la madre e il padre uscire un attimo per parlare con il medico, mentre Takahiro rimase con lui, e lo sentì essclamare «Che febbre!» e accarezzandogli una guancia «Misaki, dove sei stato in questi giorni? Ci hai fatto preoccupare moltissimo»
ma Misaki aprì gli occhi, e guardandolo storto gli disse «Non lo toccare, traditore!» e gli tirò addosso il cuscino, dopodiché gli spaccò la lampada sulla tempia
«Che ti è preso?» gli domandò stupito Takahiro con la tempia sinistra ferita, ma Misaki gli colpì la spalla con la lampada rotta, e guardando il sangue scorrere disse, sorridendo «Il rosso...è davvero un bel colore» e i suoi occhi diventarono subito rosso cremisi.
Takahiro rimase sbalordito dal cambiamento di colore degli occhi del fratellino, oltre all'improvvisa voglia di questi di ucciderlo «Metti giù quella lampada, Misaki »
«Scordatelo! Non hai il diritto di vivere, bastardo! Lui gli ha fatto quelle cose a causa tua...mi fate schifo tutti e due!» e lo ferì alla gamba, quando Takahiro per autodifesa lo scaraventò contro il letto per poi chiedergli scusa, ma Misaki gli tirò la lampada addosso e ne approfittò per dargli un calcio nello stomaco e scappare a piedi nudi dall'ospedale, ritrovandosi disperso nella città, che non conosceva.
Dopo essere scappato in città Mizuki iniziò a guardarsi intorno, nella ricerca di un luogo in cui Takahiro non lo avrebbe trovato quando si sentì toccare la spalla da qualcuno, che ricevette subito un calcio nel ventre
«Ohi ohi, che dolore…!» esclamò quell'uomo piegandosi in due, che poi chiese a Mizuki «Non sei per caso Misaki-kun, il fratellino di Takahiro? Perché mi hai dato quel calcio?»
«Conosci Takahiro?» domandò Mizuki diffidente nei confronti del ragazzo dai corti capelli neri che aveva davanti, sospettando che Takahiro avesse mandato qualcuno a cercarlo
«Più o meno...sono Yuuji Tsumiya, il fratello maggiore di Shino, l'amico di tuo fratello» Mizuki rimase immobile e rifletté su quello che avrebbe dovuto fare, e quando Yuuji gli propose di venire a casa sua, lui accettò con un ghigno.
…
«Sono a casa» disse Yuuji entrando nell'appartamento, per poi spiegare al bambino «Non ti spaventare se vedi in giro molte persone. Sono alcuni miei parenti venuti a festeggiare il compleanno Anzu,la mia sorellina, che oggi compie sedici anni. Appena si libera il telefono chiamo a tuo fratello e gli dico che sei qui, ok?».
Poco dopo la sorella minore comparve in corridoio e gli chiese chi fosse il bambino, ma questi si diresse in cucina senza dire una parola
«Hey, Misaki-kun, dove vai?» gli domandò Yuuji seguendolo, che quando entrò in cucina vide Mizuki con il coltello per tagliare la carne grassa in mano«Posa quel coltello, è pericolo» gli consigliò gentile avvicinandosi a Mizuki, che sorridendo sadicamente gli tagliò la gola con un sol colpo, facendo schizzare il sangue sui mobili della cucina mentre lui cadde sul pavimento, e mentre esalava i suoi ultimi respiri, Mizuki gli disse «Sai, tuo fratello è morto, ma non mi sento meglio...lui ha distrutto Misaki...e io in cambio distruggerò la sua bella famigliola» e gli aprì la cassa toracica col coltello.
In quel momento venne un signore, molto probabilmente uno zio di Shino, che voleva controllare da dove venisse quella piccola pozza di colore rosso che usciva dalla cucina e vide Mizuki, con in mano il coltello insanguinato e i vestiti sporchi delle chiazze del sangue del nipote che gli aveva ammazzato, dire «Happy birthday and bad death!»
«Che cosa…?!» gridò l'uomo, ma Mizuki gli trapassò il cuore con il coltello e afferrandogli la testa per il cranio gliela girò di centottanta gradi per poi dirigersi nel soggiorno, dove erano tutti riuniti per festeggiare, e massacrarli tutti a partire da Anzu, che quando soffiò sulle candeline si ritrovò un coltello conficcato nella schiena, che Mizuki spinse fino a farne uscire la lama dalla parte opposta del corpo della ragazza.
L’unica cosa che poté fare la ragazza fu emettere un grido soffocato e cadere sul pavimento, ormai morta.
Iniziarono le grida e i tentativi di fermare quel piccolo demone dagli occhi rossi che li sterminò quasi tutti, lasciando in vita solo la madre di Shino, che zuppa del sangue del parenti si era rifugiata nella vasca da bagno, dove fu scovata da Mizuki.
Il bambino le disse, con tono allegro «Signora, lei oggi ha perso i suoi figli, suo marito, nonché i suoi fratelli e i genitori di suo marito, almeno credo...Sa, per me i vecchi sono tutti uguali» ma la donna gli gridò «Chi sei?! Perché li hai uccisi tutti?! Che ti avevano fatto di male?! Perché?!» e girandole intorno Mizuki le rispose, smettendo di sorridere
«Quelle persone di là non mi hanno fatto niente. L'unico che volevo uccidere veramente era suo figlio Shino, ma ormai è tardi. Non mi ha fatto divertire per niente, è morto così facilmente…per cui ho deciso di rifarmi sulla sua famiglia. Le basta come spiegazione?»
«Che vuoi dire, piccolo demonio? Il mio Shino è si fuori casa da qualche giorno, ma tornerà...!»
«Com'è ottimista, signora!» e guardandola negli occhi, le si avvicinò e le passò il coltello sulla gola ma lei rimase paralizzata dalla paura, mentre Mizuki le disse «Vedo che lei nutre molta fiducia in suo figlio…»
«Proprio perché è tale! E' una delle mie ragioni d'esistere!» disse la signora, ma Mizuki riprese a sorridere dicendo «Chissà come reagirà quando lo scoprirà...»
«Quando scoprirò cosa?».
Mizuki si alzò, buttò il coltello in una stanza qualsiasi e uscendo dall'appartamento aggiunse «Quando capirà di aver perso anche la sua ultima ragione di vita».
…
Camminava già da un po’ quando si fermò in un parco, e dopo essere salito su un'altalena pensò, mentre la muoveva «Dove posso andare? Qual è il posto in cui Misaki può stare? E se ci fosse…ci sarebbe spazio anche per me?».
All’improvviso si accorse di qualcuno sedersi nell'altalena accanto, e quando si voltò vide un bell'uomo sulla quarantina dai capelli neri, che guardandolo disse «Ti ho trovato...».