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Autore: _Murder_    03/01/2012    1 recensioni
Il tempo d'oro degli ebrei è finito nel 1940. Le leggi antisemitiche e i divieti scendevano dal cielo come soavi fiocchi di neve durante una bufera. [...] Ci era stato tolto il diritto di vivere già da prima che spirassimo realmente.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gerard POV:
Il primo giorno il quel luogo fu davvero stancante, una pantomima infinita, ma niente il confronto ai giorni che ne sarebbero seguiti. Dopo essere stato appioppato a Bob, un tizio biondo, burbero e abbastanza muscoloso, nella divisione delle cuccette che tappezzano il dormitorio poste su tre piani, ho barattato il mio rancio di tre giorni col compagno di cuccetta di Frank, Ray un tipo simpatico e alla mano, in modo che avessi potuto dormire con il mio Frankie.
I giorni qui sono tutti uguali e ugualmente faticosi: al mattino la sveglia frettolosa e caotica e in questi momenti non so cosa darei per trangugiare una semplice tazza di caffè nero e bollente, in seguito la conta sull’ampia piazza del campo e quindi lavoro, lavoro e lavoro. Logorante, monotono.
Il rancio pomeridiano è rappresentato da un brodino inconsistente e insipido come l’acqua, accompagnato da un pezzo di pane scuro e sicuramente non fresco di giornata. Meglio di niente. Dopo quei pochi minuti di tranquillità si torna a lavorare fino a sera.
La sera: l’unico momento che mi è concesso di passare in compagnia di Frank, parlando di tutto e niente, della giornata appena affrontata fino ad arrivare inevitabilmente al passato, ai giorni felici trascorsi con le nostre famiglie, con gli amici o semplicemente da soli. Ricordando una pace che non sarebbe tornata o lasciandoci sfuggire di bocca parole che narrano di timori, di argomenti che nessuno vuole affrontare per paura, perché bisogna mantenere un atteggiamento forte, per non abbandonarsi alla disperazione. Un’impresa difficile in cui non tutti riescono.
Durante questi momenti di intimità mi sento compreso, ascoltato. Frank è la mia sicurezza. Rappresenta una sorta di casa in quell’inferno fatto di stenti e dolore. Sto imparando a conoscerlo meglio, a capire quando non è il caso di insistere se lo vedo turbato o se invece devo farlo , perché ne ha seriamente bisogno, perché tutto quello che viviamo qui giornalmente è un peso troppo grande, opprimete, per lui. E lo capisco, è così anche per me. Ma non mi tiro mai indietro se il mio cucciolo ha bisogno di conforto. Durante le ‘nostre’ notti non mancano gli sguardi languidi, carichi di voglia l’uno dell’altro, non mancano le carezze e gli abbracci accoglienti. Sinceramente non so definire il nostro rapporto. Più che altro, forse, non voglio farlo. Di sicuro c’è attrazione ma non so cosa Frank sia per me e cosa io rappresenti per lui. E tutto questo per quale motivo?! Perché siamo entrambi dei codardi. Due uomini che non hanno il coraggio di esprimere i propri sentimenti, fino in fondo. O almeno che non hanno avuto il coraggio di farlo fino a questo preciso istante, in cui mi sembra che il mondo intorno a noi, la sofferenza, il dolore si siano fermati per fare spazio al nostro amore, al nostro bacio partito da uno sfiorarsi di labbra tiepide che pian piano si dischiudono, sfociando in un qualcosa di passionale e sentitamente voluto, atteso, bramato e sognato. In un bacio che sboccia come uno dei fiori più belli sulla faccia delle terra fino a diventare un intreccio di lingue umide, che si sfregano freneticamente. Fino a diventare sempre più spinto.
Quest’idillio viene fermato da una voce che rimbomba tra le cuccette e sembra arrivare da una di queste, un po’ distante da noi “Chiunque voi siate, smettetela immediatamente di fare qualsiasi cosa voi stiate facendo!”. Evidentemente i nostri mugolii sono stati sentiti dagli altri. Ci separiamo, di malavoglia ma comunque felici. Guardo le gote di Frank arrossire, risaltando più del dovuto sulla sua pelle nivea. Un sorriso grande e appagato spunta sui nostri volti. Non mi sembra neanche vero che tutto questo sia successo realmente. Chiudo gli occhi lentamente. Sono sicuro che gl’incubi che ogni notte mi tormentano per una volta almeno non verranno a farmi visita.

 
 
 
Murder’s corner: boh…ciao. Spero vi piaccia *si ritira*
  
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