La tristezza in uno sguardo
«PRIMAAAAA!!!»
Era la prima volta che Eis sentiva Lealia gridare a quel modo, mentre Reliance si era mossa appena, come se fosse ancora mezza addormentata dopo il riposino fatto in aula.
«Oh…»
«Uf… sono passato!»
«Dovresti impegnarti di più, sai!»
«La sufficienza mi basta.»
Lealia sorrise, poi spostò lo sguardo più in basso, sull’ultimo nome della bacheca.
«Sora è sparita di nuovo.»
Eis sospirò. «Non so cosa le passa per la testa in questi ultimi giorni, sarà per l’assenza… di Kid.»
Sora si era appostata nel corridoio, in attesa.
«Prima regola dell'assassino: confondersi nelle tenebre...celare il respiro...attendere che l'obiettivo abbassi la guardia.»
Eccolo il momento che aspettava, qualcuno si stava avvicinando.
«Seconda regola dell’assassino:sintonizzarsi con l'obiettivo e dedurre i suoi pensieri e le sue azioni.»
Solo un altro po’ più vicino…
«Terza regola dell'assassino: abbattere l'obiettivo prima che si accorga di voi.»
Kid stava aprendo la porta.
Lei si era messa le mani sul viso, arrossendo era sul punto di saltargli addosso. Oh Kid, fammi essere la madre dei tuoi figli!
Tuttavia, si fermò, vedendo lo shinigami estremamente serio e cupo in viso e, prima che la porta si chiudesse alle sue spalle, entrò.
Kid era di fronte al sommo Shinigami, restarono per un po’ a guardarsi in silenzio.
«Abbiamo avuto molte perdite.»
«Sid me ne aveva già parlato… Che mi dici del Kishin?»
Il ragazzo deglutì. «Temo sia più potente di Ashura.»
«Oh… È una vera tragedia… si preannuncia un’altra guerra con le streghe.»
«Inoltre la follia ha cominciato di nuovo ad espandersi...»
Kid si voltò, aveva la sensazione che qualcuno lo stesse osservando, ma non c’era nessuno.
Gli studenti si erano rientrati in classe, convocati dal Dottor Stain per una riunione. Sora era rimasta imperterrita seduta al suo posto, persino la presenza di Kid la lasciava del tutto indifferente.
Tutti i professori erano lì, compresa… Liz e anche tutti quelli che lavoravano alla Shibusen, ma c’erano anche la falce della morte con accanto la dottoressa della scuola, non più nel suo camice bianco.
Sora guardò tutti con sguardo indagatore, stava iniziando a comprendere, ed una folle paura le si stava insinuando nel petto e la invase completamente. Il cuore aveva iniziato a batterle forte.
Non attese neanche che Kid iniziasse a parlare che, sbattendo la porta con fragore, uscì dall’aula.
Lo shinigami, comprensivo, chiuse gli occhi per qualche istante, poi, mettendo da parte ogni sentimentalismo, iniziò a parlare.
Corse senza sosta, senza mai fermarsi per riprendere fiato, ignorava completamente il suo corpo, che la implorava di fermarsi, ascoltava solo la sua paura, la furia ed il caos che aveva dentro.
Era arrivata in cima alle scale, adesso, doveva solo aprire la porta…
«Cosa?!»
Fu il solo commento di Lealia, mentre l’amico si limitava ad osservare con i suoi occhi di ghiaccio, anche quando la sua arma aveva lasciato l’aula era rimasto impassibile.
«Eh?» Reliance, accucciata fra i due, passava prima lo sguardo su lei e poi su lui, in continuazione, come chiedendo spiegazioni. «Uh…»
Kid zittì i presenti. «Come dicevo, dalla recente missione, solo in pochi hanno fatto ritorno, ma, come sapete, il nostro dovere è mantenere la pace e dobbiamo fare tutto il necessario, tuttavia, per ora stiamo ancora studiando bene come agire.» Lo sguardo di Kid si incupì, ma si riprese all’istante. «È inoltre possibile che le streghe attacchino Death City. Prego tutti voi di fare attenzione. È tutto per il momento.»
Sora entrò nell’appartamento, la porta era aperta, ma non udì alcun rumore provenire dall’interno.
Mosse qualche passo incerto. «Mamma… Papà!»
Corse in cucina, di solito sua madre era lì. «Mamma!»
Andò nella stanza in cui dormivano, il bagno, il terrazzo, ma non trovò nulla.
Gli occhi iniziarono a pizzicare e si portò le mani alla bocca.
Lo aveva percepito nello sguardo di Kid, nella sua profonda tristezza, nel suo silenzioso dispiacere per lei… ma era impossibile, non poteva essere… suo padre non era morto… .
Fece qualche passo all’indietro ed inciampò nella tenda, cadendo di schiena sul pavimento, in lacrime.
Non uccidetemi, non sapete quanto male abbia fatto a me scrivere questo capitolo, ma state tranquilli... però non vorrei neanche aticiparvi nulla... oh Kami! Vabbè, vado a scrivere il prossimo capitolo, intanto aspetto con impazienza di capere che ne pensate
*Tsutsu*