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Autore: broken wings    03/01/2012    6 recensioni
{TERMINATA} « Spero di aver riempito quel vuoto nella tua anima », il titolo è tratto dal brano shout it out loud degli Oasis.
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Lyla lo amava per quel poco che sapeva di lui, perché con quel poco che sapeva, si era lasciato amare.
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« Stronzetto, mi sei un mancato un po', comunque. » disse Noel.
« A me non sei mancato affatto. » rispose l'altro, sorridendo.
Genere: Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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You need more time,
Because your thoughts and words won't last forever more.
But I'm not sure if it will ever work out right.
But it's ok,it's alright.
When you're lonely,
And you start to hear the little voices in your head at night,
You will only snip away the tears. 
So you can dance until the morning light, at what price?

Sunday Morning Call, una chiamata di domenica mattina, perché è di domenica mattina che cominciò tutto.. O meglio, per essere precisi cominciò tutto a Manchester nel 1991, quando Paul Arthurs, Paul McGuian, Tony McCarroll, Liam e Noel Gallagher fondarono il gruppo musicale degli Oasis. Una band destinata ad entrare nei cuori di tante, tante e ancora tante persone.

Furono stati soprannominati come i nuovi Beatles, ed effettivamente in Gran Bretagna non si vedeva un gruppo di tale successo da quando i Fab Four si divisero.
Ci sono ragazzi e ragazze che sono cresciuti con la loro musica nelle orecchie, gli ultimi vinili, i CD sempre meno comprati, eppure sempre con un intenso rapporto con questa forma di arte.
Tra queste persone troviamo lei, Laura, per gli amici Lyla (come la canzone appunto degli Oasis).
La mamma le ha raccontato che quando lei nacque si sentiva qualcuno in corridoio intonare Live Forever, e sembrava già un buon augurio per la vita della bambina.
Così, tornata a casa la madre comprò l'album Definitely Maybe e passarano mesi e mesi prima che la donna smettesse di ascoltarlo quotidianamente. La passione per quella band poi svanì, e il CD rimase impolverato in un cassetto del comodino.
Ma quando una persona è destinata ad avere qualcosa, che lo voglia o meno, riuscirà sempre ad appartenerle di nuovo.
Lyla apparteneva alla musica di Liam e Noel, era destinata alle loro parole perché quei testi erano scritti per lei, quelle voci erano come calamita per il suo udito e sopratutto per il suo cuore. Loro era tutto ciò che aveva sempre avuto accanto, e quando le ragazze della sua età facevano shopping comprando dieci tonalità diverse di smalti rosa, lei entrava nei pochi negozi di dischi rimasti in città e ci rimaneva per ore. La curiosità nei confronti della band era nata quando aveva soli otto anni, quando cominciò a rovistare il famoso cassetto, temendo che sua sorella le avesse nascosto lì la bambola Polly. Ma invece di trovare la sua amichetta d'infanzia, trovò i suoi compagni della vita.
Ancora era piccola, capiva poco se non niente d'inglese, ma aveva già deciso la sua strada: avrebbe imparato quella lingua il più approfonditamente possibile, l'avrebbe studiata anche da sola in camera se fosse stata costretta a farlo. Per le scuole superiori scelse il linguistico, e anche se alla fine tutto ciò che aveva bisogno di dire loro era un semplice «Grazie», acquisì una pronuncia davvero buona e anche durante i suoi viaggi in Inghilterra dimostrò di saper dialogare davvero bene.
Durante l'università proseguì gli studi nelle lingue, e quando gli Oasis si sciolsero le crollò il mondo addosso.
Tuttavia il suo obiettivo era sempre lo stesso, anzi, ora aveva una forza in più con se: la grinta, e forse anche la troppa autostima che la spingeva non solo a ringraziarli o a dirgli quanto li amasse. Voleva parlare con loro, voleva conoscerli, voleva sentirselo dire di fronte ai propri occhi «con gli Oasis ho chiuso per sempre».
Era una mattina di domenica quando decise di alzare il culo e farlo, farlo davvero.
Aveva parlato spesso dei suoi progetti, di cosa avrebbe fatto in futuro, dei suoi obiettivi; aveva immaginato spesso la sua vita da adulta, aveva immaginato un incontro con i suoi idoli e anche una loro riunione. Peccato che utilizzava sempre un verbo al condizionale, mai al futuro semplice, mai qualcosa di deciso e di stabilito.
Ma le idee non diventano realtà se non si fa qualcosa, e quella domenica mattina decise di farlo finalmente.
Prese i biglietti per un aereo che andava dritto dritto a Londra, prenotò una stanza per una persona in un Hotel da due giorni e una notte, fece la valigia, si prese dei soldi che custodiva in banca da tempo e partì, così, da un giorno all'altro.
Certo, si era informata su dei possibili tour, e Noel effettivamente doveva trovarsi in America in quel periodo. Ma lei puntava su Liam. Era da sempre stato il suo preferito, perché sotto quello sguardo da cane pronto a sbranarti con una sola parola, secondo lei, c'era un Liam che evitava di nascondere alla stampa, ai fans e probabilmente al mondo intero. C'era un Liam fragile, che si rifugiava nelle sigarette e nelle scopate con ragazze sconosciute. C'era un Liam stanco di tutto e di tutti, un Liam sincero e diretto, uno di quelli senza peli sulla lingua, che nonostante le mille telecamere puntate contro i suoi occhi, rimaneva lo stesso ragazzo di Manchester degli anni '80.
Lo amava per quel poco che sapeva di lui, perché con quel poco che sapeva di lui si era lasciato amare.


NB: Questa storia è assolutamente frutto della mia immaginazione, pertanto non si intende assolutamente offendere in alcun modo ogni personaggio davvero esistente in questo racconto (Liam Gallagher, Noel Gallagher, Nicole Appleton, Sara MacDonald e compagnia bella). Lyla è inoltre un personaggio puramente inventato, come il resto della storia.

   
 
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