03/01/2012
6 recensioni
I come home, in the morning lights
my mother says "when you gonna live your life right?"
oh mother dear we're not the fortunate ones,
and girls, they wanna have fun.
-cindy lauper: girls just wanna have fun
Avevo sempre amato l’odore della terra bagnata dopo la pioggia. Non sapevo bene il perché, semplicemente l’amavo. Amavo come mi entrava nelle narici ad ogni respiro, come quando vi entrava il fumo delle canne o di quelle benedettissime Chesterfield.
Spensi la sigaretta sul prato bagnato nello stesso istante in cui Amy spuntò dall’enorme porta di legno dell’atrio, per venirsi a sedere sulla panca di legno accanto a me.
«Pronta per tornare?»
«Mai stata così pronta.» Risposi decisa, guardando un punto fisso davanti a me.
«Bene, perché devono prepararsi.» Disse lei con fare piuttosto teatrale, per poi sorridere maliziosamente, insieme a me. «Le stronze stanno tornando.»
«I signori passeggeri sono pregati di allacciare le cinture di sicurezza» annunciava l’altoparlante, mentre noi ancora prendevamo posto. Io, ovviamente, scelsi il posto accanto al finestrino. Se dovevo vomitare, preferivo farlo su di esso piuttosto che sul completo di Armani che avevo appena regalato ad Amy.
Mi sporsi un poco dal sedile per poter guardare le mie quattro amiche, di cui tre sedevano nel corridoio opposto.
«Allora, che volete fare appena arriviamo?» Chiesi eccitata.
«Sicuramente non un giro per la città» Rispose Jaz, portandosi una mano sullo stomaco. «Ho ancora i postumi della sbornia di ieri.»
«Beh ma sapevi che saremmo dovute partire, potevi bere di meno, o semplicemente non bere e basta.» Replicò Emma, col suo solito tono da brava ragazza, nonostante si fosse data anche lei alla pazza gioia la notte precedente.
Quel che pensai arrivò immediatamente alla mia bocca, e quando risi, le altre mi seguirono. «Non che tu non te la sia spassata ragazzina, ti ho vista mentre infilavi la lingua in bocca a quel tipo.. com’è che si chiamava? Girolamo?»
«Ma no, che dici, era Geppetto!» Esclamò Amy, seguita poi dalle altre.
«Nono, sono sicura che si chiamasse Giustino» annuì Care decisa.
«Stronzate, si chiamava…» stavolta fu il turno di Jaz.
«Dio se siete rompi! Si chiamava Geremy, okay?» Sbottò Emma, sbuffando.
Noi quattro ridemmo in coro, per poi esser seguite da lei.
«Lo ammetto, lo conoscevo da un po’ e mi è piaciuto.. infilargli la lingua in bocca. Contente?»
«Eccome!» Strillammo all’unisono.
Era bello vedere come la dolce ed ingenua Emma sapesse divertirsi a modo suo, che alla fin fine non era poi tanto diverso dal nostro. Solo con qualche ragazzo e qualche drink in meno.
«Okay, ora che la principessa sul pisello l’ha ammesso, ho bisogno di dormire» disse Jaz, poggiando delicatamente la testa sul cuscino gonfiabile che si era poggiata sulle spalle poco prima, chiudendo gli occhi e allungando le mani sui braccioli del sedile.
Noi altre facemmo più o meno lo stesso; chi si sbragava l’intero sedile per starci a mo’ di letto, chi si sdraiava tra il suo sedile e quello dell’amica accanto, e chi, come me, accese semplicemente l’iPod, allungando i piedi sull’appoggino sotto il sedile. Anche se ci toccava soltanto un’ora e quindici minuti di viaggio, era sempre meglio di niente, dato che la notte precedente avevamo dormito si e no due ore.
“Chissà se sono cambiati” pensai, ripensando alle parole dei miei il giorno della mia partenza.
“Te lo prometto, al tuo ritorno, troverai tutto come lo hai lasciato”, aveva detto mia madre. Io non mi ero fidata più di tanto, dopotutto, non era mai stata brava a mantenere le promesse. E dopotutto, erano passati ben sei anni, era praticamente impossibile che fosse rimasto tutto com’era prima.
“Chissà se anche lui..” interruppi subito quei pensieri. “Per forza è cambiato, sono passati sei anni. Non è un soprammobile, ma un essere umano; cambierebbe anche solo in un anno”.
Mi ero ripromessa di non pensare a lui durante il viaggio di ritorno, dato che in quei sei anni non lo avevo mai fatto più di tanto, e invece me ne stavo lì, accovacciata nel mio sedile, a ripensare a quel ragazzo di sei anni fa.
Per fortuna, i miei pensieri furono interrotti quanto pigiai il pulsante “play” sull’iPod, che fece partire “Fireflies” degli Owl City; mi tranquillizzò, come solo quella canzone riusciva a fare. Chiusi gli occhi e mi abbandonai sul sedile morbido, lasciandomi andare completamente a quel che si presentava essere un volo in pura tranquillità.
Myspace: buondì, anzi buonasera °-° so che questo capitolo fa abbastanza schifo, ma al contrario di quelli delle altre FF, l’ho riletto, quindi spero di non aver saltato degli errori o che non faccia così schifo çç ad ogni modo, so che ho appena iniziato pure un’altra FF (“can i be your cinderella?”) e che non ho ancora finito l’altra (“he’s what makes world beautiful”) ma ieri sera mentre portavo fuori il cane (?) mi è venuta in mente questa nuova FF, e ho dovuto scriverla per forza, altrimenti la scordavo ahahah D: comunque, è piuttosto corto come primo capitolo, ma lo è perché non volevo spiegare tutto in un solo capitolo, e poi diciamo che questa è solo una specie di introduzione, infatti non so perché lo metto come primo capitolo anziché come prologo e.e ma okay, comunque, se questo primo capitolo avrà almeno cinque recensioni (lo so, pretendo troppo D:) continuerò con la FF e la pubblicherò, dato che ho appena iniziato il secondo capitolo. beh, fatemi sapere che ne pensate :)