“Mamma credi di riuscirti a preparare entro due giorni? Sai com'è, sono le nove e dobbiamo essere lì alle nove e mezza” urlò la bionda quattordicenne che aspettava la madre ormai da un quarto d'ora.
Da sopra si sentì un 'arrivo' e il rumore dei tacchi che si muovevano velocemente sul pavimento.
“Andiamo” disse la donna.
Le due entrarono in macchina.
“Mi raccomando Destiny, comportati bene, okay?” disse Grace, indicando all'autista la via del posto dove dovevano dirigersi.
La biondina sbuffò.
“Mamma, me lo ripeti tutte le volte, dai” disse, girando la testa verso il finestrino.
“Ti ricordo che l'ultima volta abbiamo dovuto pagare cinquecento dollari di cauzione per aver rotto il vetro di una macchina”
Destiny rise.
“Era solo uno scherzo, dai”
Grace scosse la testa, arrendendosi alla noncuranza delle regole della figlia.
Proprio come il padre.
Si somigliavano più di quanto Grace pensasse.
Erano simili in tutto.
“Fatto sta che non voglio più avere discussioni con un tizio ubriaco solo per un tuo scherzo” disse Grace.
Era piuttosto severa con la figlia.
Voleva che crescesse bene, ma il suo lato selvaggio e la sua voglia di essere giovane e vivere prendevano sempre il sopravvento.
“Va bene” disse la figlia rassegnata.
Erano arrivate al posto stabilito.
Era pieno di gente.
Quel locale era uno dei più nominati di tutta New York.
Scesero dall'auto.
Milioni di flash le investirono.
Si misero in posa per qualche foto.
“Oh, le mie donne” disse una voce maschile fin troppo familiare.
L'uomo circondò le spalle delle due bionde con le braccia e posò con loro.
'Justin qui', 'Da questa parte Justin', 'Un sorriso qui'.
Ormai si erano tutte e due abituate a quella vita.
Feste, interviste, appuntamenti, registrazioni.
Destiny adorava quella vita.
Le piaceva stare in mezzo alla gente, conoscere nuove persone, proprio come il padre.
I tre entrarono nel locale.
Destiny non ci mise né uno, né due ad allontanarsi dai genitori ed entrare nel pieno della festa.
“Sai, a volte penso che potrebbe essere solo figlia tua” disse Grace, ridendo e andando a sedersi nel privé con Justin.
Il biondo le cinse la spalla con il braccio.
“Dai, non ti abbattere. I capelli li ha presi da te”
Grace lo fulminò con lo sguardo.
“Grazie, mi aiuti molto” disse, mettendo il broncio.
Spesso, quando erano soli, sembravano ancora i ragazzini del parco.
Ridevano, giocavano, spesso si picchiavano anche.
Non sembravano per niente dei trentenni.
Avevano un carattere fin troppo vivace.
“Una cosa l'ha presa da te però” disse Justin, ridendo per il broncio della bionda.
“Siete due orgogliose..” disse, scuotendo la testa e ridacchiando.
Grace lo colpì al braccio.
“Dai, lo sai che è vero”
La bionda alzò gli occhi al cielo.
“Vogliamo constatare i fatti? Allora..quanto ci hai messo a baciarmi quando avevamo diciassette anni, solo perchè non volevi darmela vinta? E soprattutto, quanto ci hai messo a dirmi che Destiny era mia figlia?”
Justin aveva uno sguardo accusatore, ma nel frattempo divertito.
Le diceva quelle cose quasi tutti i giorni.
Grace fece per parlare ma lui continuò: “Ah no..l'ho scoperto da solo che era mia figlia. Se fosse stato per te, non me l'avresti mai detto”
Il biondo rise.
Grace sbuffò.
“Non te la dimenticherai mai questa storia eh?”
Justin scosse la testa in tutta risposta.
“Comunque non te l'ho detto perchè non volevo rovinarti la vita” disse Grace, cercando di giustificarsi.
Justin disse qualcosa come un 'certo, certo' prima di concentrarsi sul suo drink.
Erano passati quattordici anni da quando era nata Destiny.
Justin scoprì tutto non appena fu tornato dal tour.
Le somiglianze tra di loro e il fatto che la bambina fosse sempre a casa di Grace lo insospettirono molto.
Non ci mise molto a capirlo, ma Grace cercò comunque di tenerlo alla larga dalla bambina.
Non voleva rovinargli la carriera o la vita, come aveva già fatto fin troppe volte.
Eppure dopo aver discusso per l'ennesima volta, in quella notte primaverile, su quanto fosse importante stare insieme per il bene della figlia, i due, allora diciottenni, si erano ritrovati nel letto, ancora una volta.
E l'avevano fatto per il loro bene, non per quello della figlia.
“Che ore sono?” chiese Justin, più a sé stesso che a Grace, guardandosi l'orologio.
“Perfetto” sussurrò, in modo che la bionda non lo sentisse.
Prese la mano di Grace e la trascinò in mezzo a tutta la folla.
“Justin fermati. Che stai facendo?” continuava a chiedere la bionda.
Justin non la ascoltava minimamente.
Continuava a camminare.
Superò tutta la marmaglia di gente ed entrambi si ritrovarono su un palco.
Il biondo prese in mano un microfono.
La musica si stoppò.
Tutti i presenti si girarono verso i due sul palco.
“Vi state divertendo?” chiese Justin, urlando nel microfono.
La gente nel locale applaudì.
“Bene, essendo l'organizzatore di questa festa, mi sono preso la libertà di fare un annuncio” disse, schiarendosi la voce.
Grace si avvicinò all'orecchio di Justin e sussurrò: “Justin, non credevo di essere incinta”
Justin trattenne la risata e continuò il suo discorso.
“In realtà non so nemmeno da dove iniziare, sarà meglio che vada subito al punto” disse, parlando sempre nel microfono.
Tirò fuori una scatolina dalla tasca.
Le sue intenzioni ormai erano ovvie a tutta la sala.
Aprì la scatola davanti agli occhi sognanti di Grace.
“Hey baby, I think I wanna marry you” disse, canticchiando il ritornello di una canzone di molti anni prima.
Nella stanza calò un silenzio tombale.
Grace si avvicinò a un Justin decisamente impacciato.
Gli prese il microfono dalle mani e lo appoggiò a terra.
Justin seguiva tutti i suoi movimenti, cercando di decifrarne una risposta.
La bionda tornò a guardarlo negli occhi.
Brividi gli percorsero la schiena.
Lei gli prese il viso tra le mani.
“Perchè dovrebbero sentire tutte queste persone?” chiese.
Annullò la distanza tra i loro visi e lo baciò.
Tutta la stanza applaudì, ancora.
Justin cercava di capire, nonostante quel bacio stesse controllando tutti i suoi pensieri.
Si staccò.
“E questo cosa vuol dire?” chiese Justin.
La bionda gli sorrise maliziosamente: “Che parli troppo, Bieber, ma questa volta, non è più una specie di 'relazione segreta'”
Grace stava vivendo la sua favola ora e Justin..beh..aveva tutto quello che avrebbe potuto desiderare, e forse anche di più.
Sembravano proprio dei diciassettenni a volte e forse, ogni tanto, lo erano ancora.
Fine.
SPAZIO AUTRICE
è bruttissimo scrivere la parola fine
non volevo nemmeno scriverlo questo capitolo D:
mi sembra così..triste finire qui la storia, ma lo vedo necessario.
All'inizio non ero molto convinta di un lieto fine, ma credo che se l'avessi fatta finire male mi sarei trovata 2758349 pistole puntate alla testa lol
quindi, per la vostra gioia un bel LIETO FINE. YEEEEAH.
io..vi ringrazio davvero.
Non mi sarei mai aspettata un così grande 'successo'.
Ricevo sempre vostri complimenti e mi rendete felici.
Ci tengo a ringraziare Neverletyougo, mrsmutanda, cyrusboobs (cambiato nickname eh? lol), ShesSimo e Giulyy_Belieber97 per avermi sostenuto particolarmente durante la scrittura di questa storia.
E poi ovviamente tutte voi.
CHI HA RECENSITO ANCHE SOLO UNA VOLTA, CHI RECENSISCE IN GENERALE E ANCHE CHI LEGGE E BASTA.
CHI MI HA TRA I PREFERITI, SEGUITI O RICORDATI.
Spero che mi lascerete una recensione almeno a quest'ultimo capitolo. Anche chi legge e basta può scrivermi su twitter o sulla mia pagina di facebook -> http://www.facebook.com/pages/Bieber-Fever-/114006725284586 ←
vi risponderò. Prometto di rispondere alle vostre recensione (se mai ci saranno ovvio)
grazie per avermi seguito fino a questo punto.
Siete tutte fantastiche.
Ah..e vi avevo promesso (?) che avrei scritto una nuova FF.
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=911098&i=1 eccola qui. Spero vi piaccia anche quella. La continuerò presto lol
vabbè. Grazie ancora di tutto.
With love,
-Arianna, @acciobieber_ on twitter.