La vita della
bellissima e
tristissima Narcissa Black
In Malfoy.
Che
strano uomo avevo io
con gli occhi dolci quanto basta
per farmi dire sempre
sono ancora tua.
Avevo
compiuto da poco quindici anni quando vidi per la
prima volta quello che solo due anni dopo sarebbe diventato mio marito.
Capelli
biondi, quasi albini e lunghi, più lunghi dei miei. Lucidi e
setosi alla vista,
morbidi al tatto, ma quello lo scoprii solo col tempo. Alto e fiero, ma
quello
che più mi colpì di quel ragazzo di
bell’aspetto, erano i suoi occhi.
Due
gemme ghiacciate che mostravano il suo cuore, la sua
anima, fredda, distaccata, cattiva, ma da ragazzina ingenua quale ero
non seppi
interpretare quello che i miei occhi mi mostravano. Lo vidi bello e me
ne
innamorai all’istante, fantasticando sulla prossima vita al
suo fianco.
Non
ebbi modo di avvicinarlo, il giorno in cui suo padre
e il mio, stipularono il contratto matrimoniale, lo vidi di sfuggita
nascosta
dietro una vecchia statua di pietra raffigurante un vecchio avo che
aveva
ricoperto il nome dei Black di lustro e riconoscimenti in tutto il
mondo magico
e che in quei giorni lontani abbelliva la villa in cui ero cresciuta,
lo
sfarzoso e inquietante Manor dei Black.
Mio
padre, m’ aveva offerto in sposa al giovane Lucius Malfoy
per compensare lo sgarbo che mia sorella Andromeda fece a tutti noi.
Andromeda,
era scappata con un babbano, Tonks era il suo nome, annullando con quel
gesto
folle il suo contratto matrimoniale con Lucius Malfoy, l’uomo
che io, Narcissa,
la più piccola delle Black avrebbe sposato.
Pensavo,
sbagliando, che quel ragazzo dovesse essere orrendo
per spingere mia sorella ha scappare per non sposarlo, ma sbagliavo da
ingenua
quale ero. Quello non era il motivo reale per cui Meda, questo era il
diminutivo con cui io e Bella la chiamavamo, era scappata.
No
lei scappò per amore, l’amore che provava per un
nato
babbano e che la mia famiglia, ancorata agli ideali di purezza di
sangue non
comprese.
Ideali che
segnarono la mia vita nel bene ma soprattutto nel male.
e mi mancava il terreno
quando si addormentava
sul mio seno
E lo scaldavo al fuoco umano
della gelosia.
Erano
passati due anni e quel ragazzo che un tempo vidi
nascosta dietro una grande statua nella vecchia casa di famiglia, era
diventato
mio marito.
L’avevo
sposato in una cerimonia ricca di sfarzo e gente
importante, avvolta in un abito bianco che fasciava il corpo
mostrandomi per la
prima volta come una donna e non più una bambina come Lucius
mi considerava
fino a quel momento. L’ingenua Narcissa.
Avevo sposato uno
dei rampolli più ambiti di tutto il mondo magico, un ragazzo
bello quanto
algido e fiero, che mi fece palpitare il cuore appena posò i
suoi occhi grigi
come il metallo su di me.
Sentivo
il mio corpo fremere, come scosso da piccoli
tremolii quando per la prima volta la sua mano si posò sulla
mia, ma il
contatto fu breve e mai più guardò il mio viso.
L’etichetta non prevedeva il
romanticismo e lui non contraddiceva mai la ligia etichetta dei
purosangue.
In
pubblico, teneva la mia mano con fare distaccato, mai
un sorriso o un ammiccamento complice tra di noi quando tutta
l’élite era
schierata davanti ai nostri occhi e solo in circostanze speciali
avvicinò la
sua bocca alla mia guancia per baciarmi. Un casto bacio per augurarmi
Buon
Natale.
Il
rigore e il suo buon nome venivano prima di tutto,
prima di una carezza che mostrasse affetto per quella che ora era sua
moglie.
Ma
non era solo delle carezze che Lucius mi privava,
vivevo in una villa immensa, circondata da servitù e dame
che veneravano il
suolo che i miei piedi calpestavano quando stavano davanti a me ed aspiravano ad una
notte di passione
con mio marito non appena giravo loro le spalle.
Lucius
era un don Giovanni della peggior specie, lo capii
fin dalla prima notte di nozze, quando incamminatami verso le mie
stanze per prepararmi
per la notte lo sentii ansimare tra le cosce di un’altra
donna, più matura ed esperta
di me. Quella scena per me, ingenua ragazzina fu un duro colpo.
Dividere
l’uomo che già amavo con altre donne, tantissime
alte donne mi fece male, ma ancora più male, mi fece
sentirmi irridere da mio
marito quando lo affrontai.
Per
lui, non ero niente, solo una che presto li avrebbe
dato un erede, una di cui non gli importava affatto, perché
a Lucius Malfoy non
importava niente di nessun essere umano fuorché se stesso.
Così
condividevo con quelle donne esperte tra le
lenzuola, mio marito e lo feci anche dopo la nascita di mio figlio.
Il
nostro unico figlio ed erede Draco.
che
strano uomo avevo io
mi teneva sotto braccio
E se cercavo di essere seria
per lui ero solo un pagliaccio
Lucius
dopo la nascita di Draco, non cambiò di una
virgola anzi peggiorò, il nostro rapporto divenne sempre
meno intimo e fui
rimpiazzata da diverse concubine che spesso si portava anche nei viaggi
di
lavoro, spacciandole per la signora Malfoy. Questo lo seppi per via
delle
malelingue che godevano nel ferirmi e deridermi alle spalle, temendo
però di
dichiarare queste cose a viso aperto.
Col tempo però
cambiai, la dolce Narcissa scomparve e affilò le unghie,
padroneggiando il
potere che solo una Lady Malfoy poteva avere. Riuscii a farmi
rispettare anche
da lui, costringendolo a considerami come donna e moglie, avevo dalla
mia parte
la cosa che più teneva al mondo il buon nome del suo casato
e se avesse continuato
a mancarmi di rispetto sarei andata senza riserbo alla Gazzetta del
profeta e lì,
avrei confessato a tutto il mondo magico con chi il
potente Lucius Malfoy passasse le sue belle
nottate.
Lo
minacciai e ne fui veramente soddisfatta.
Da
qualche tempo, infatti, aveva preso a frequentare una
donna che conoscevo molto bene, in quanto, la sua amante altro non era
che la
giovane moglie di un suo caro amico, questo mio affronto lo
toccò nel profondo
e quasi venimmo ad uno scontro di bacchette, ma alla fine vinsi.
Poiché
né quella donnaccia che temeva che rivelassi tutto
al marito né il caro Lucius, che non voleva far finire il
suo prezioso casato
nel fango, continuarono la torbida relazione.
Finalmente,
dopo anni di matrimonio e un figlio di quasi
tre anni ebbi mio marito.
E
poi mi diceva sempre
non vali che un po' più di niente
Il
nostro rapporto nel tempo non crebbe, vedevo nel suo
volto il disprezzo nei miei confronti. Per lui non valevo niente e il
suo
sguardo non faceva che ricordarmelo. Dopo che i suoi tradimenti
cessarono, era rimasto
solo il mio corpo a dargli appagamento, ma non riuscii mai
più a restare
incinta .
-Forse
è una cosa mentale-, disse il medimago a Lucius,
mentre stavo esanime, riversa nel letto dopo la perdita
dell’ennesimo bambino.
E
il suo sguardo non cambiò mai, fino a quando ci
portò
nel baratro più profondo.
Conducendo
me e suo figlio al cospetto con il male.
Conducendoci
al cospetto di Lord Voldemort, l’Oscuro
Signore, costringendoci così a servire
quell’essere ripugnante venerandolo come
un Dio.
Da
quel momento iniziò il nostro declino, iniziò il
declino dei Grande casato dei Malfoy che ancora oggi viene accompagnato
da
smorfie di disgusto in tutto il mondo magico.
Io mi
vestivo di ricordi
per affrontare il presente
Di
quella che un tempo, era una gioiosa ragazzina, ora
non vi era più traccia.
Aveva,
da qualche tempo, lasciato il posto ad una donna
matura che aveva vissuto una vita fatta di sofferenze, inganni e
dolore. L’unica
luce di quella tormentata esistenza era stata la nascita di suo figlio
Draco,
solo per lui aveva lottato, solo per lui continuava a lottare.
Riguardando
indietro, Narcissa Malfoy, non poté fare
altro che schifarsi del marciume in cui Lucius, L’uomo che un
tempo venerava li
aveva condotti e malediva il giorno in cui suo padre stipulò
quel contratto
matrimoniale.
Ricordava
alla perfezione gli anni dell’innocenza, quando
sognava attraverso i libri, il suo matrimonio da fiaba immaginandolo
come
quello romantico che era trascritto sulle pagine più volte
sfogliate. Ma nulla
dei suoi sogni si avverò, il suo matrimonio stava in piedi
solo grazie alle
leggi magiche, inscindibili e quell’uomo che un tempo era
alto, bello, fiero e
che la faceva rabbrividire al solo sguardo non c’era
più.
Ora
di Lucius Malfoy non era rimasto che un involucro vuoto,
privato della ragione a causa del male che aveva fatto, a causa della
sua
follia e venerazione per l’oscuro signore aveva ricevuto il
bacio del
dissennatore come pena massima.
Narcissa
non riusciva ad essere dispiaciuta per lui, non
poteva esserlo, quell’uomo le aveva rovinato la vita e se non
l’avesse fermato,
avrebbe rovinato anche l’esistenza di Draco.
Alla
fine, nella guerra in cui vennero coinvolti, lei
Narcissa giocò un ruolo importante passo con il nemico,
passò nelle file del
bene per salvare suo figlio infischiandosene di tutto il resto. Quella
ragazzina che un tempo cercava l’amore e sognava una vita
serena aveva cambiato
il destino del mondo magico ma in pochi la ricordavano per questo, per
tutti
era solo la bellissima e triste Moglie di Lucius Malfoy.