Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
Segui la storia  |       
Autore: 31luglio    04/01/2012    6 recensioni
Quella bambina era tutta la mia vita. Sì, lei era l’errore, ma era l’unica cosa che mi rendeva felice, oltre a mia madre. Il suo sorriso era stupendo, ti metteva allegria; i suoi occhi erano azzurrissimi e i capelli rossi, come i miei. Era la mia fotocopia. Non aveva preso niente dal padre, se non le labbra, grazie a Dio. Era la bambina più bella del mondo. Era sempre stata allegra, vivace ed intelligente.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
         yellow diamonds in the light.
 
Arrivammo ad Atlanta il giorno dopo, verso l’ora di pranzo. Non appena fummo scese dall’aereo presi Hope in braccio, perché avevo paura si perdesse. Probabilmente era un motivo stupido, ma io preferivo stare sicura. Lei continuò ad indicare ogni singola cosa: gelati, pupazzi, braccialetti, bambole, succhi di frutta. Le comprai un lecca-lecca a forma di cuore, tutto colorato.
Mentre il taxi ci portava a casa, passammo di fianco a un parco. Era pieno di giochi: scivoli, altalene, giostre, di tutto e di più. Come mi aspettavo, Hope lo indicò ed io le promisi che ci saremmo andate. Volevo renderla felice a tutti i costi, perché lei rendeva felice me, anche se non lo sapeva.
«Quando ci andiamo?», mi chiese, una volta arrivate a casa, due minuti dopo. Era talmente impaziente, mi faceva sorridere. Per me, lei era un totale mistero. Ogni giorno scoprivo qualcosa di nuovo.
Guardai la casa, prima di risponderle: era enorme. Tre piani, una piscina, un’altalena, una decina di alberi. La amavo già. «Non so Hope, ci andremo più tardi…».
«No! Adesso! Ti prego!».
«Tesoro, mi hai appiccicato tutti i capelli con quel lecca-lecca, vado a lavarmi due minuti e andiamo, okay?».
La bambina annuì e io mi precipitai in bagno, infilandomi sotto la doccia, per fare presto. Non volevo fare aspettare Hope, avevo paura di deluderla. E non potevo permettermelo, perché lei era la mia vita.
Mi lavai in dieci minuti e mi asciugai i capelli in meno di un quarto d’ora, lasciandoli umidi. Indossai un paio di jeans neri con sfumature più chiare, una canottiera rossa con scritto ‘keep calm and party on’ in bianco, delle Converse rosse, un paio di occhiali da nerd neri e una collana con il ciondolo a forma di baffi. La amavo.
Scesi in sala, chiedendomi se avrei dovuto portare o meno il passeggino di Hope. Ma no, dai, l’avrei presa in braccio, se necessario. La bambina era in cucina con mia madre e aveva finito di fare merenda con un budino al cioccolato. Si era sporcata tutta la faccia. La portai in bagno e la pulii, rimproverandola leggermente. Non l’avevo mai sgridata veramente, non me l’ero mai sentita. Comunque, nemmeno mia madre l’aveva mai fatto. Sia io che lei pensavamo che fosse meglio educare insegnando, e non urlando.
Prima di uscire di casa, per mia grandissima fortuna, Hope afferrò nuovamente il lecca-lecca. Dopodiché, mi trotterellò di fianco, finché non arrivammo al parco. Lì, cominciò a correre di qua e di là, andando sullo scivolo, poi dentro la vasca con la sabbia, a giocare con altri bambini, poi su un cavallino che ciondolava avanti e indietro. Ad un certo punto, la vidi parlare con una bambina bionda, che avrà avuto all’incirca la sua età. Le due mi vennero incontro, mano nella mano.
«Mamma!», mi chiamò Hope. «Questa è Jazzy», mi spiegò. «È qui con suo fratello per le vacanze».
Io sorrisi all’altra bambina. «Che bel nome che hai!». Lei sorrise timidamente, poi venne trascinata via da Hope. Cominciarono a giocare a qualcosa di strano, poi presero una palla, poi andarono sullo scivolo. Infine, decisi di non badare più a quello che facevano loro.
«Hey». Una voce maschile mi stava chiamando. Non alzai il viso. «la bambina che sta giocando con mia sorella è con te?». Annuii, presupponendo che fosse il fratello di Jazzy. «Sono carine, non è vero?». Strinsi gli occhi per vederle, poi le adocchiai nei pressi di un altro scivolo. Annuii nuovamente, abbozzando un sorriso. «Come ti chiami?», mi chiese infine.
«Destiny», risposi, sussurrando. «Tu?».
«Justin».
«Sì, Bieber».
«Esatto».
Alzai lo sguardo d’un colpo e lo guardai. Justin Bieber. Lo stesso Justin Bieber che non sopportavo, e che Hope amava. Lo stesso Justin Bieber che ero stata costretta ad ascoltare in aereo. Lo stesso Justin Bieber di cui sapevo tutte le canzoni a memoria. Incrociai il suo sguardo per un secondo, poi lo squadrai dalla testa ai piedi: portava una maglia nera aderente, che faceva vedere i suoi muscoli; un paio di jeans neri gli arrivavano sotto il sedere, scoprendo i boxer viola; non potei fare a meno di guardarli per qualche secondo. Okay, dovevo calmarmi. Era Justin Bieber, era montato, lo ricordavo ancora?
«Hai intenzione di guardarmi i boxer ancora per molto? Tra poco mi eccito», mi disse, con un sorriso malizioso sul viso.
Lo fulminai con gli occhi. «Ma vaffanculo, montato».
«Scherzavo, Destiny, dai».
«Vaffanculo Bieber, se non fosse per Hope ti odierei a morte».
La mia frase sembrò smontarlo, infatti il suo bellissimo sorriso scomparve. Cazzo. «Oh», disse solamente. Perché respingevo le persone? Perché ero così cogliona? Merda, lui era stato gentile da subito con me. Tirai fuori dalla tasca l’ultimo pacchetto di sigarette che mi era rimasto e lo aprii: ce n’era solo una. La presi, la misi tra le labbra e la accesi.
«Tu… tu fumi?», mi chiese, con voce tremante.
Feci un tiro. «A te che sembra?».
Lui me la prese, la buttò in terra e la spense. «Ecco, da oggi non fumi più. Hai altri pacchetti?».
Lo guardai incredula. «No, ma… ma che cazzo fai? E poi, se io voglio fumare posso comprarmele, le sigarette, sai?».
«No, Destiny. Fumare fa…»
Lo interruppi. «male», continuai, «lo so. Ma è stato più forte di me fino ad ora, okay? Tu non sai nulla della mia vita».
«E perché non me la racconti?».
«Perché tu sei uno sconosciuto, Justin. Sì, sei famoso, e sì, conosco tutte le tue canzoni a memoria, alcune le amo, quando sono sola immagino di raccontare a te, oltre che a mio padre, quello che mi succede, ma io non ti conosco realmente!».
«Ora mi conosci, però».
Annuii.
«Senti, ti leggo negli occhi che non hai nessuno, oltre ad Hope, e che hai bisogno di qualcuno che ti stia vicino. Ebbene, tu mi affascini, sei misteriosa, io adoro il mistero, quindi… vabbè, penso che diventeremo amici, se vuoi. Che dici, ti va?».
Annuii nuovamente.
«E poi Jazzy ed Hope sembrano già unite, vedrai che vorranno presto andare a casa l’una dell’altra».
«Oppure sembrano unite. Non sappiamo nemmeno se ci rivedremo ancora».
«Io sono sicuro di sì, Destiny», sorrise.
Mi venne spontaneo sorridere di rimando.
«E poi…»
«La smetti di parlare?».
«Okay».
Restammo qualche secondo in silenzio, poi ricominciò a parlare: «Destiny?».
Alzai gli occhi al cielo, con l’umore a metà tra l’esasperato e il divertito. «Sì?».
I nostri occhi si incrociarono. I suoi sembravano dei diamanti, tanto splendenti erano. Trattenni il respiro. «Hai degli occhi bellissimi».
Gli sorrisi. Mai quanto i tuoi, credimi.
Merda. L’avevo veramente pensato? No, no, no. Era il primo sintomo, merda.
































buongiorno!
ho finito di scrivere il capitolo ieri sera,
però non mi andava di postarlo.
stamattina l'ho riguardato e ci ho aggiunto un pezzo uu
beh, vabbè, non vi interessa :o
vorrei ringraziare acciohermione_, xbelouder e RebeccaOlga
per le recensioni, e grazie anche a chi già l'ha messa
tra le seguite o le preferite :')
sono fiera di me jkhdkshfa
vi amo tantotanto,
andreah.

   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber / Vai alla pagina dell'autore: 31luglio