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Autore: butterfliesinnets    04/01/2012    1 recensioni
Breve one-shot inspirata a un incontro realmente avvenuto una mattina d'inverno. Il titolo è finlandese, significa "la morte crea l'artista" ed è il titolo di una canzone dei nightwish.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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kuolema tekee taiteilijan

Guarda l'orologio e sono solo le sette e venti. Alza il volume dell'mp3 e si siede sotto al portico, scocciata. E' presto, e ancora nessuno passa.
Guarda nella direzione che prende ogni mattina e passano solo pochi minuti quando, attraverso i gradini che lei avrebbe dovuto scendere, sale invece un uomo. Stanco, si fa scorgere continuando a mangiarsi passi. Va talmente lento da essere quasi soporifero a vedersi.
Alza il volume dell'mp3.
The Poet and the Pendulum ha appena finito di suonare quando l'uomo le si avvicina, si ferma e guardandola pronuncia qualcosa.
«Scusa? Non ho sentito» «A che ora comincia?» «Io? Otto e un quarto.» «Dove lavora?» «No, io studio. In un liceo, poco più giù di qua.» «Oh, quindi studia.»
Appoggia uno zainetto a terra e le mostra due album. «Li ho comprati da poco.» Magnasco e De Pisis. «Pittori che ormai nessuno conosce.» Ne sfoglia con delicatezza le pagine: paiono vissute. Che cos'è il poco tempo per quest'uomo?
«Sono un pittore anch'io, ho conosciuto Picasso», farnetica. Mostra un disegno, un foglio vagabondo fra le pagine dell'album di Magnasco. «L'ho fatto io.» Visibilmente stupita, cerca di guardare meglio. «Te lo spiego, questa è la civiltà. Macchinetta del caffè, computer e automobile. Qui c'è invece il mare, e la sua vita eterna.»
The Islander sta per finire, riecheggiano le ultime note. «Wow, è bellissimo!» è tutto ciò che gli riesce a dire.
Si chiede però, dentro di lei, perchè quell'uomo sconosciuto le abbia appena mostrato un tale pezzo di sè, senza farsi scrupoli.
Così, vedendo quanto le piace, domanda: «Se ti interessa, cinque euro o anche meno...» Ed è delusione. «Mi dispiace, ma noi studenti non abbiamo mai più soldi del necessario.» A questo punto è una doppia delusione.
«I soldi andrebbero tenuti, quando li si hanno.»
L'uomo torna ad aprire gli album, le mostra un quadro di De Pisis che le piace molto. Poi ritorna a Magnasco e lei intravede, tra le pagine sfogliate velocemente, un'opera che le sembra di conoscere. «Ma di che anni è?» «Magnasco? Del Settecento.» Non è esattamente quello che aveva in mente.
Per un po' l'uomo contempla in silenzio quel quadro, sulle sue.
Il suo sguardo rimane fisso sullo stesso punto, osserva l'opera distrattamente come se sapesse già com'è fatta in ogni minima parte che la compone, come se ogni pennellata fosse ormai scontata e lui fosse una setola di quel pennello che l'aveva stesa.
«Siamo in guerra con gli Arabi», sussurra «comandano tutto  loro perchè sanno come farlo: male.»
Le mostra infine il quadro su cui il suo sguardo riposava pigro. «Guarda, Magnasco pitturava monaci.» Lei ammira estasiata. «E' la vita in un convento.» Chiude quell'album, e riapre l'altro.
«Cinque miliardi, sai quanti sono cinque miliardi? E se non sono cinque, sono di più.» Lei non segue, ma finge di capire.
«Invece sai in quanti sono morti al Pentagono? Cinquecento. Cinquecento persone morte per nulla.» Mostra una fotocopia di un disegno, alcuni uccelli per soggetto. «Siamo in guerra con gli Arabi.»
Façade of Reality è finita, il suo mp3 adesso suona un'altra canzone.
Lei ammira il bellissimo disegno, mentre l'uomo le illustra le tecniche perfette con cui è stato realizzato. «Sono soltanto fotocopie di un libro, ma guarda com'è fatta bene la neve qui su questo ramo.» Dopo un po' che lo analizzano, chiude e sistema tutti i fogli com'erano prima. «Le banche hanno sbagliato davvero tutto», e mentre lei abbassa il volume su
Kinslayer con l'intenzione di seguire meglio il suo discorso, lui prende lo zainetto in spalla e se ne va.
«Buona giornata» e allontanandosi borbotta qualcosa, un qualcosa che ha a che fare col fatto che nella vita andrebbero fatte soltanto le cose che si vogliono fare, ma con il cuore e se non hai cuore per fare le cose non sei niente.
Che il cuore lo crei a mano a mano che campi, ma che la morte crea l'artista.

  
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