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Autore: __emma    04/01/2012    0 recensioni
Gli Intoccabili. Un gruppo tanto amato quanto temuto , una cerchia di elite, di ragazzi che se volevano potevano raggiungere la perfezione, di maghi e streghe ai quali tutto era concesso.
E lei faceva parte di questo gruppo. Nel quale aveva condiviso fino all'ultima lacrima. Ma la felicità fu portata al termine da un tragico "incidente" in cui rimane coinvolta, distruggendo così la vita che si era costruita
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio, Remus Lupin
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
- Questa storia fa parte della serie 'You Can't Hide From What You Are'
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Prologo


And death is at your doorstep
And it will steal your innocence
But it will not steal your substance

Timshel- Mumford And Sons.


 

 

Gli Intoccabili. Un soprannome inventato da un primino Tassorosso per indicare quei  ragazzi. Un gruppo tanto amato quanto temuto , una cerchia di elite, di ragazzi che se volevano potevano raggiungere la perfezione, di maghi e streghe ai quali tutto era concesso. Non c’è da stupirsi che i membri , rigorosamente tutti purosangue, si potevano contare con le dita della mano sinistra. Stavano  per i fatti loro ma perché? Questo i loro coetanei proprio non riuscivano a capire. Non potevano capire. C’era qualcosa di oscuro.
Chi sono io? Solo uno spettatore passivo con il compito di raccontare di quegli occhi nocciola, affinché la sua storia non venga dimenticata. Affinché anche lei sia conosciuta come un eroe, poiché senza di lei ora non potrei essere qui, ventiquattro anni dopo la caduta del Signore Oscuro.
 
 
 

*

7 gennaio 1976
 

Odiava l’inverno, questo era risaputo. Tutto quel freddo che faceva tremare, quei fiocchi di neve che, cadendo sui suoi lisci capelli delicatamente legati in una treccia, le rovinavano la pettinatura. Per non parlare che per colpa di questa stagione, era costretta a restare in dormitorio vicino al camino senza far altro che studiare. Studiare. Cose da matti.
Tutti questi pensieri furono bruscamente dal rumore della porta dello scompartimento che si apriva.
«Hill, amore mio, ti sono mancato?» disse una voce maschile mentre il suo proprietario l’abbracciava. Lei non si mosse di un millimetro, anzi era ancora più rigida.
«Certo, come a un palloncino manca uno spillo ben appuntito, Black» rispose la ragazza.
«Oh ma in questa estate sei diventata più intelligente, mia dolce Emily?»
Sirius Orion Black era il classico ragazzo di cui o sopporti o che odi a pelle. Emily rappresentava il secondo caso. Probabilmente le sarebbe anche piaciuto se il suo compagno di Casa non era un infantile dongiovanni arrogante.
«Primo non hai il diritto di chiamarmi Emily e secondo, te lo dirò nel modo più calmo possibile, esci subito da qui se non vuoi ritrovarti privato dell’unica cosa che differenzia un uomo da una donna» sputò irritata indicando la porta dello scompartimento. La gentilezza non era proprio il suo forte.
«Oh, ma ci siamo addolcite»
«Black esci se no tra poco andremo tutti al tuo funerare» Gli prese la mano e lo spinse , letteralmente, fuori dallo scompartimento.
«Non mi laverò più la mano, sappilo» disse il moro mentre una porta si chiuedeva a pochi millimetri dal su naso.
Emily sospirò soddisfatta di non aver perso ancora la calma. Il problema Black si era già esposto, quindi non l’avrebbe più visto per l’intero giorno. La giornata si presentava meravigliosa. Non appena ritornò a sedersi, un uragano dai capelli rossi entrò infuriata nello scompartimento.
«Infantile,stupido, egocentrico, ignorante, arrogante, sbruffone…» imbronciata Lily si sedette di fronte alla compagna di stanza.
«Aspetta fammi indovinar. Potter, no?» Emily interruppe la lista di aggettivi sul Cercatore di Grifondoro , probabilmente che sarebbe durata all’infinito. James Potter? Un Sirius Black con gli occhiali.
La purosangue rimase ad ascoltare l’altra fingendo interesse fino a quando il suo sguardo fu catturato al di là della vetrata della porta. Vanessa Singh , una Tassorosso del suo stesso anno, stava animatamente discutendo con un suo compagno di casa.
«Che ne dici di far amicizia con quella ragazza, la Singh?» Interruppe bruscamente la rossa , indicandola.
Ma il suo scopo andava oltre il far amicizia. Non le importava niente di quella Vanessa. Mica le cambiava la vita essere amica con quella Mezzosangue. L’unica eccezione era proprio Lily. Probabilmente se non fosse nella suo stesso dormitorio, non le mai avrebbe rivolto la parola.  

Tre mesi prima

«Sei sicuro?»
Lui annuì. I suoi occhi si solito di un gioioso verde sbiadito, ora avevano una leggera venatura di crudeltà.
«Voglio lei. Tu sai quello che devi fare. Hai tempo fino a fine maggio. Fallo o vuoi deludermi di nuovo» Dopo aver detto ciò sorrise. Non era un sorriso beffardo ma sincero. Badley odiava essere duro con Emily. E ogni volta che si arrabbiava con lei, si sentiva in colpa, male. Perché anche il cuore di pietra del Serpeverde si era sciolto davanti a quella Grifondoro. Era difficile dire se verso di lei, provava un semplice sentimento di amicizia o qualcosa di più profondo, ma quello che sapeva era che non voleva perdere quel minimo rapporto, perdere lei. Ma non interessava quello che importava a Badley ma solo quello che voleva Lui.

*

21 maggio 1977, 11 p.m.
 

Doveva improvvisare ma Emily sapeva di non essere una brava attrice. Una cosa trovò. «Oh, povera piccola illusa Sighn. Veramente hai creduto di far parte del gruppo. Una stupida Tassorosso che di più è una lurida Mezzosangue» queste parole furono concluse da una risata agghiacciante. C’erano solo loro due in quel bagno del terzo piano. Emily sapeva che se Beea e Badley non fossero arrivati nel giro di pochi minuti, non sarebbe più riuscita a tenere la ragazza in quel bagno. Quasi come se li avesse chiamati, una porta si aprì. Ma i suoi due amici non erano soli. C’era quel noioso tirapiedi, Marcus. Si avvicino a loro due e spinse Emily di lato , facendola cadere. Quell’idiota che l’aveva fatta cadere , ora cercava di tener ferma Emily. Badley stava puntava la bacchetta contro Vanessa. Questi ultimi due incominciarono a duellare. La ragazza si era dimostrata un difficile avversario. Emily voleva aiutare la Tassorosso, poiché , nonostante la sua immensa bravura,  era in svantaggio. Tutto cessò.
I due Serpeverde aiutarono Emily ad alzarsi. Si voltò verso Beea, la Corvonero del gruppo, che era rimasta tutto il tempo a limarsi le unghie , impassibile. Uno dei due ragazzi le stava parlando ma lei non sentiva, non le interessava. Cercava con gli occhi Vanessa. Abbassò lo sguardo, il pavimento era pieno d’acqua. Un’acqua limpida. Le ricordava il laghetto dove andava quando era piccola, quando i suoi genitori erano ancora con lei. Ma quella sua purezza era destinata a cessare. Si perché quell’acqua era stata infettata, da quel rosso. Rosso come il sangue. Un sangue innocente. Sangue di qualcuno non colpevole, versato per compiacere un pazzo omicida. E fu allora che capì, finalmente. Loro non erano altro che predatori. Marionette nelle mani di uno svitato. Gli Intoccabili non erano altro che futuri Mangiamorte, perfetti assassini. Vanessa era solo l’inizio. Ma è l’ultima.
E corse. Corse via da quell’inferno. Anche la natura sapeva della sua colpa. Violenta pioggia colpiva le fredde mura di pietra del castello. Ma a Emily non importava. Aveva perso la sua innocenza, quella notte. E ora la voleva indietro. Si spinse fino alla Foresta Nera, dove l’oscurità la inghiottì e stremata cadde a terra.

22 maggio 1977 3 a.m.
 

Stavano tornando nel dormitorio , un quartetto allegro quanto assonnato. Fortunatamente era sabato e avrebbero dormito quanto potevano. Ma il più paffuto dei quattro, Peter, annunciava che si sarebbe svegliato presto per godersi una bella colazione. Specifichiamo il “presto” per i Malandrini. L’alba era verso le undici.
«Fermi, ho dimenticato il mio libro» gridò all’improvviso Remus. Prima che gli altri obbiettassero aggiunse un «Faccio subito, voi andate » e corse nella Foresta. Non si sa dove trovava l’energia, visto che aveva appena passato una notte nei panni di un lupo. In effetti era la prima volta che si sentì stranamente … bene. Nel tragitto di ritorno, la vide. Bagnata da capo a piedi da acqua e sangue. Quest’ultima, forse sentendolo arrivare, alzò lo sguardo e mostrò i suoi occhi gonfi. «Non guardarmi. Sono un mostro» balbettò a bassa voce. Il ragazzo accorse ad assisterla senza dire una parola e quando cercò di metterla in piedi, quella riparlò «Ho bisogno… ho bisogno di stare da sola.» Cercò di allontanarsi dalla presa del ragazzo ma tutto quello che ottenne fu cadere di nuovo sul mucchio di foglie. Remus sorrise ma non fiatava. Emily lo guardò e avvicinò le gambe al petto «Lei è morta. Vanessa è morta» poi tutto
intorno a lei si fece nero.
 


Degli Intoccabili ora non rimane che piccoli ricordi sbiaditi dei supertiti.


 

N.d.A
 Buona sera. Dopo una lunga scomparsa dal mondo delle fanfiction sono ritornata. Beh come si dice? Chi non muore si rivede. Volevo precisare solo alcune cose. Il Narratore NON sono io ma un altro personaggio. Ovviamente si presenterà solo alla fine della storia, tutto quello che posso dire è che spero che arriverete alla fine per capire chi sia questo "Innominato" .  Solo questa volta metterò le date, le ho usate solo ora per far capire meglio la collocazione del tempo. Se questo capitolo sembra un po' crudo, posso assicurarvi che gli altri non saranno così. Ora vi lascio, scusate per mie eventuali errori o sviste. 
Alla prossima

   
 
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