Storie originali > Generale
Ricorda la storia  |      
Autore: Guilty    04/01/2012    1 recensioni
Giulia deve affrontare gli esami di terza media ed ha mille paure, nessuna non risolvibile con un bel baci sulla spiaggia.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
IL MIO MARE ASPRO Muovo la testa su e giù, sentendo un pericoloso rumore provenire dalla mia nuca. Oltre che pericoloso, è anche molto doloroso. Fisso quel treno ormai da dieci minuti, con la testa inclinata verso sinistra. E' incredibile come un oggetto del genere riesca a far focalizzare l'attenzione su di lui. Ci dev'essere come un'onda magnetica che richiama i miei occhi nocciola verso quella fiancata velocissima, blu e verde. Oddio, verde non sono sicura, magari è giallo, non riesco a vedere bene. Sento la paura crescere in me, e cerco di scacciarla; non è semplice. Per fortuna qualcosa mi riporta indietro, nel mio fottuto mondo reale. - Ehi, Giuls, ci siamo!- esclama mio padre, rischiando seriamente di farmi cadere dalla moto. Se non lo conoscessi bene, direi che è più emozionato di me! Istintivamente, guardo alla mia sinistra: nulla, solo due alberi colmi di belle foglie verdi che sembrano divertirsi al ritmo del dolce vento di giugno. Beate loro, che si divertono. Il treno è passato, forse la mia unica speranza di scappare da qui; mi sfilo delicatamente il casco, per evitare urti o graffi. -Wow-, penso, -La mania di papà di prendere le cose attillate si ripercuote su ogni fronte, accidenti-. Eppure so, che sto soltanto cercando di distogliere l'attenzione da quella porta verde. La porta della mia morte. Ora, morte non esageriamo, anche perché molte persone staranno pensando che l'esame di terza sia una cavolata; beh, si, lo sarà sicuramente, eppure ho paura. Paura di entrare, di sentirmi oppressa, di non saper rispondere, paura che mi vada via la voce, paura che una prof mi faccia una domanda trabocchetto. Eppure ho paura del mondo che c'è là dentro. Mentre cammino con mio padre a fianco, tasto con isteria la tasca posteriore del mio zaino Napapijri: si, il quadretto di Monet dipinto da me è al suo posto. Avrei voglia di piantare i piedi per terra, di svuotare la cartella e controllare ogni cosa nei minimi dettagli, ma non c'è tempo. Purtroppo mi dovrò fidare delle TRE ore impiegate ieri per riempirlo. -Ehi, Giuls! Giuls? Giulia? Tutto bene?-. Mio padre mi scuote da una parte all'altra. -Tutto bene, Pà! Entro, a dopo!-. -In bocca al lupo, tesoro-. Non ho il coraggio di dire crepi. Ora che me ne rendo conto, non ho nemmeno più saliva in bocca. Oddio, come farò? Ok, ora basta pensarci, devo pensare solo che tra mezzora avrò tutta un'estate davanti e..BIIIP! Il mio telefono suona; a stento riesco a estrarlo dalla tasca dei jeans attillatissimi, premo il tasto leggi: - Tesoro mio bello, in bocca al lupo! Stracciali tutti, soprattutto la Begari! Baci.- Ahah, Lucia è sempre la stessa! Per questo l'ho scelta come migliore amica. E' giunta l'ora: con passo di chi sta raggiungendo il patibolo, apro la porta verde che cambierà almeno i miei prossimi due mesi. Scricchiola pesantemente. -Mmm, che Dio ce la mandi buona!-. Mezzora dopo.... Evvaii! Siii! Esco dal portone che fino a mezzora fa mi terrorizzava esultando. E' andato tutto bene, per fortuna! Perfino la Begari è stata meno stronza del solito! Tutta eccitata abbraccio papà, e senza bisogno di spiegare nulla, mi avvio verso la spiaggia vicina al parco. Vivere a Cagliari, talvolta, ha i suoi lati positivi. Arrivata all' imbocco, mi sfilo delicatamente le converse e immergo i piedi in quel soffice tappeto dorato. Aaaah, che bella sensazione. Comincio a saltellare come una scema, fino a che una voce mi distoglie dalle mie provezze di ballerina. - Giuls! Com'è andata?-. Oddio no. No, ti prego, non mi dire che è Luca. Oddio che figuraa! - Aehm, Lu, ciao! E' andata benissimooo!-Corro per abbracciarlo, forse con troppa foga. La sua faccia è viola. - Ne ero sicuro! Sei sempre stata un genio a scuola. Ahah! Allora stasera che si fa?-. - Beh, io pensavo ad una pizzetta e poi..-. - No, intendo noi due, soli. Quando ci decideremo, Giulia?-. O mamma, si avvicina. Che faccio? Che faccio? Accosta il suo viso al mio. Non vorrà mica? Vuole. E lo voglio anchio. Appoggia le sue labbra sulle mie, calde, appassionate, gonfie d'amore. Appena riprendiamo fiato, mi sussurra: - Che faremo?-. - Che faremo? Non so, per ora non conta, godiamoci la vita, e poi si vedrà -urlo, abbracciandolo. Mentre rido, strizzo gli occhi per guardare il cielo, diviso a metà dalla striscia bianca di un areoplano.
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Guilty