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Autore: Androgynous    04/01/2012    0 recensioni
Sono Marianna , ed ho una Polaroid appesa al collo , come una sorta di cartellino di riconoscimento . Pensano tutti che sia una sorta di fotografa pazza , ma non penso di esserlo . Semplicemente imprimo su carta tutto ciò che accade alla stazione , e gli artisti di strada penso siano la cosa migliore . Ho un quaderno dove scrivo di me stessa e del mondo intero , in silenzio , nel mio silenzio assordante . Mi piacciono le piccole cose quanto mi piace cogliere ciò che la gente pensa stia al buio . Brilla ciò che non si vede , dunque io che sto sempre al buio brillo ?
Il mio nome significa anche '' Amata dal dio Amon '' , il dio Amon era quella divinità egizia che veniva paragonata al vento , gli egizi lo percepivano ma non riuscivano a vederlo . Credo che stia accadendo al ragazzo che mi sta davanti in questo momento , che suona impassibile il suo violino davanti ai miei occhi . Cerco un suo sguardo affermativo e trovandolo metto in funzione la mia Polaroid .
Uno scatto , ho quasi paura che la carta che esce dalla Polaroid rimanga bianca , ma questa improvvisamente si anima , eccolo.
Ora ne sono sicura , sono l'unica che è riuscita a vedere il dio del vento.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Chapter 2 :


Sono nel secondo vagone , i Three Days Grace attraverso le mie cuffie mi filtrano la loro rabbia attraverso le loro note . 
Se c'è una cosa che sono brava a fare , questa è cambiare umore in un quarto di secondo . Riesco ad essere me stessa solamente davanti alle persone che mi vedono per ciò che sono realmente . Quindi , riesco ad essere me stessa solamente davanti a Jack ? Sorrido al ricordo del mio amico pazzo e porto fuori dalla mia borsa il mio ritratto . Un ritratto a carboncino . La mia mente riesce comunque a vagare e vedo il foglio come una sorta di specchio . Due anonimi occhi castani mi fissano con un velo di tristezza che fa capolino da uno sguardo severo , uno sguardo severo dedicato esclusivamenta a me stessa . Marianna Bridge è una ragazza quindi troppo severa con sè e troppo benevola con l'intero genere umano .
- Male , è un male - penso tra me e me . E penso di aver ragione .
Cerco sempre di consolarmi con il tempo , continuo a ripetere a me stessa sempre la stessa frase , come se la avessi imparata a memoria e non fosse appicicata con lo sputo come quelle poesiole che ci facevano imparare alle elementari ; quelle le avevo scordate . Riecheggiava nella mia mente una sola frase , ed era '' Il tempo . Questo questo guaridà tutto '' . 
Dall'oscurità emergeva però la mia coscienza , malvagia e sempre pronta a ribattere che sussurrava '' Il tempo non guarisce , il tempo se preso troppo sul serio non è altro che una malattia '' . Lei aveva sempre una ragione del diavolo , ma ricordatevi che anche se una persona ha ragione , non significa che questa sia nel giusto . Se la mia coscienza potesse essere una persona evidentemente sarebbe in cima alla lista delle persone che detesto . 
- Ma quale cima ! - penso - Io non odio un accidenti di nessuno ! 
Altro particolare della vita di Marianne Bridge . 
La VITA di Marianna Bridge ? Può essere considerata VIVA una ragazza che viaggia sempre nel vagone numero 2 , alla stessa ora , mentre sorseggia una latina di Coca Cola come se 
questa potesse rendere frizzante la sua intera esistenza ? 
Il quaderno della mia vita è aperto , aperto come il finestrino alla mia destra , che fa svolazzare i fogli facendo scorrere velocemente ciò che avevo scritto per i precedenti giorni della mia vita .
Afferrai la mia penna e scrissi in stampatello maiuscolo le parole che Jack mi urlò prima che potessi varcare la soglia del treno : 
Giorno 536 : AMON E' QUI' . 
Il mio mp4 aveva automaticamente cambiato canzone , questa era di Nesli , unico rapper che ascoltavo , rapper che non consideravo tale . '' Poeta '' , lo chiamavo .
- L'amore è quì .
Sussurrò attraverso le mie cuffie .

Dicotto e trenta minuti , non ero scesa a nessuna fermata , come sempre , aspettavo semplicemente il ritorno . 
Ero riuscita attraverso la Polaroid a fermare nella carta tre soggetti diversi fra loro , tanto diversi fra loro , e molto curiosi da un certo punto di vista .
Il primo era un padre che trascinava un bambino che voleva fermarsi a vedere degli elfi di Natale , il secondo era una ragazza che esperta nella musica della sfere , le muoveva con un tale grazie e sicurezza che non poteva non essere immortalata e il terzo .. 
- NO ! - urlai come una pazza .
- Signorina , c'è qualche problema ? - un anziano signore , poggiato al suo bastone mi guardava con aria preoccupata . Io ero pià preoccupata per il fatto che ancora non avevo trovato il mio terzo soggetto giornaliero .
Ogni giorno fotografavo tre soggetti diversi , ognuno di loro aveva qualcosa che mi colpiva . Il giorno 536 , nell'album dentro la mia borsa aveva solamente 2 foto .
Rassicurai il signore balbettando un poco per l'imbarazzo e fissai il finestrino per tutto il tempo cercando di non pensare alla figura cretina che avevo fatto . Pensai per un attimo che forse avrei dovuto fotografare l'anziano signore , ma la voce di Jack mi rimbombava in testa , come una stupida palla che va da una parete all'altra in modo incessante . 
Sentivo che quel giorno , avrei scattato la mia terza foto . Non so come , ma ci sarei riuscita .

18.59 e 50 secondi .
Ero arrivata a destinazione , appena scesi dal treno barcollai un attimo , mi aveva colto una strana sensazione . Stavo per svenire o roba del genere , dovevo controllarmi , non andare al bagno e vomitare . Dovevo semplicemente controllarmi .
Presi un respiro profondo , mi guardai intorno e di Jack non c'era neanche l'ombra . Il mio vecchio filosofo che mi prendeva in giro ? Non era da lui .
5 , 4 , 3 , 2 , 1 .
Il suono di uno strumento mi colpì come un fulimine al centro del petto . Ciò che stava dentro la mia scatola cranica non era assolutamente connesso a ciò che mi batteva incessantemente dentro al petto in questo momento .
- Violino - pensai .
Feci un attenta analisi , cercando di dare ossigeno al mio cervello :
Sono Marianna , ed ho una Polaroid appesa al collo , come una sorta di cartellino di riconoscimento . Pensano tutti che io sia una sorta fotografa pazza , ma io non penso di esserlo . Semplicemente imprimo su carta tutto ciò che accade quì alla stazione , e gli artisti di strada penso siano la cosa migliore . Ho un quaderno dove scrivo di me stessa e del mondo intero , in silenzio , nel mio silenzio assordante . Mi piacciono le piccole cose quanto piace cogliere ciò che la genta pensa stia al buio . Brilla ciò che non si vede , dunque io che sto sempre al buio brillo ?
Il mio nome significa anche '' amata dal dio Amon '' , il dio Amon era quella divinità egizia che veniva paragonata al vento , gli egizi lo percepivano ma non riuscivano a vederlo . Credo che stia accadendo al ragazzo che mi sta davanti in questo momento , che suona impassibile il suo violino davanti ai miei occhi. Cerco un suo sguardo affermativo e trovandolo metto in funzione la mia Polaroid . 
Uno scatto . Ho quasi paura che la carta che esca dalla Polaroid rimanga bianca , ma questa improvvisamente si anima : eccolo .
Ora ne sono sicura : sono l'unica che è riuscita a vedere il dio del vento.
Il soggetto più bello che avessi mai fotografato mi osserva con i suoi occhi scuri , scuri come la pece , dello stesso colore dei suoi capelli che arrivano a sfiorare l'incavo tra le sue spalle e il collo . 
E' la prima volta che riesco ad osservare una persona dritto neglio occhi , ma questa , questa è LA persona . Un brivido mi attraversa tutta la spina dorsale e quel suono malinconico quanto estremamente stupendo continua ad alleggiare nell'aria , nella mia testa e dritto nel mio cuore , che ora ha perso un battito .
Osservo ammaliata quelle labbra che ora si estendono in un sorriso sghembo , una piccolo cerchietto di acciaio contorno il suo labbro inferiore . Credo che oggi lo chiamino ... Labret ? Mio Dio , ma che senso aveva ora a pensare ad uno stramaledetto piercing ? Finii per abassare lo sguardo e osservare i miei anfibi . Avevo la netta convinzione che anche quel giorno , l'ennesimo individuo maschile mi avrebbe completamente ignorata . Poi ricordai però quel sorriso e sobbalzai sul posto , nello stesso istante in cui lo strumento cessò di suonare . Le mie labbra , dello stesso colore della ciliegia si aprirono in un ampio sorriso , mi stinsi al mio cappotto nero e mi coprii automaticamente il naso eccessivamente rosso per il freddo con la mano sinistra , protetta dal solito guanto a mezze dita , nero . Quando mi sarei decisa a vestire come una normale ragazza ? Mai . Non potevo essere eticchettata in nessun modo , ero semplicemente me stessa , e questo sembrò bastare al dio del vento , che dopo avermi osservato dritto negli occhi prese la foto dalla mia mano , la analizzò , sorrise e mi porse la sua mano .
- Deam - disse semplicemente . Nome di origine greca , significa esattamente ... Dono.
- Marianna - dissi tenendo lo sguardo verso il basso.

Angolo autrice :

Buonasera a tutti voi .
Questa è una storia che mi è saltata in mente esattamente oggi alle 18.37 , mi succede sempre così , con qualunque cosa io scriva . Le cose non le cerco , sono loro a cercare me e chiedermi umilmente di essere impresse nella carta .
Volevo semplicemente chiedervi un parere , perché per me il vostro giudizio è molto importante . Accetto le critiche , quelle soprattutto , servono sempre a migliorare , no ? Mi sono iscritta questa sera e ho deciso di pubblicare , molto velocemente .
Perdonate eventuali orrori di ortografia , mi scuso in anticipo , ma ho voluto pubblicare al più presto e non ho letto il tutto prima di farlo.
Vostra Androgynous <3 













  
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