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Autore: toastandhoney    05/01/2012    2 recensioni
Cccieeo bellezze (?) vorrei dirvi che sono nuova qui su EFP,e che questa è la mia prima FF,quindi vi prego,siate buone con me çç Anyway,se recensite mi fate taaaanto felice,quindi recensite :3 La FF parla di Emily (detta Amy) Smith,una sedicenne Californiana costretta a trasferirsi a Londra con la madre a causa del suo nuovo compagno (della madre eh) all'inizio potrebbe essere un pò noiosa,ma vi assicuro che dopo il primo capitolo inizierà a prendervi (?) Soprattutto quando interverranno i cinque carotoni pornostar uù Quindi,buona lettura èwé recensiteeeee :3 lot's of love,Vale
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-I'm louder,would you see me? Goodbye USA.- "Amy,vuoi muoverti o no?!" Disse isterica mia madre. "Non voglio perdere l'aereo,quindi butta via quella fottuta sigaretta e alza il culo." aggiunse. "Sì mamma."Sbuffai,buttando fuori il fumo dalle narici e spegnendo la sigaretta a terra. "Che schifo Amy,la devi smettere di fumare,ti fa male e poi puzzi." Salii in macchina ormai esasperata,non ce la facevo più,da quando mia madre aveva incontrato Jim,quello 'pseudo-avvocato' londinese palestrato e pieno di soldi era cambiata,non era più la dolce ma determinata Christine Smith,quella che ha cresciuto la sua unica figlia completamente da sola,quella Christine così bella anche in pigiama;adesso era la futura signora White,che non usciva di casa senza la sua Chanel e il suo tailleur Armani,e a cui sembrava non importare più nulla della sua Amy. Ci saremmo dovute trasferire a Londra,perchè Jim aveva chiesto a mia madre di sposarlo e di andare a vivere con lui e i suoi due figli,bene,perfetto. Odiavo il fatto di dover 'convivere' in una casa che non era la mia con tre perfetti sconosciuti,odiavo Jim,ma odiavo ancora di più il fatto che lui avesse completamente cambiato mia madre e sconvolto la mia vita,come se non fosse già abbastanza incesinata : sono cresciuta senza un padre,ho avuto problemi di droga ed anoressia,legati ad un periodo di depressione totale. Grazie all'aiuto di alcuni medici sono riuscita a risolvere i miei problemi di droga,peso e depressione,durante una lunghissima ed intermilabile terapia in una rinomata clinica privata di Miami. Già,Miami,la mia Miami,quella che avrei dovuto lasciare da lì a pochi minuti,avevo tutte le mie amicizie alla Majestic High School,tutti i miei ricordi più belli,la mia casa.. Una lacrima rigò il mio viso mentre appoggiai una mano al finestrino,per dare un'ultimo sguardo alla mia casa. Mia madre mise in moto e partimmo per l'areoporto,mi strinsi nel cardigan mentre mi piangeva il cuore vedendo il mio amato quartiere diventare una macchiolina sempre più piccola e lontana.. Arrivammo all'aeroporto dopo circa tre quarti d'ora di tragitto,parcheggiammo e scaricammo tutti i bagagli,che non so come sarebbero arrivati dentro l'aeroporto,dato che pesavano circa tre quintali l'uno. Fortunatamente non c'era molta fila al ceck-in,così in poco tempo riuscimmo ad imbarcarci,dato che eravamo arrivate in ritardo,ma fortunatamente l'aereo non era ancora decollato. Mi sedetti sui comodi sedili dei posti riservati in prima classe -che ovviamente aveva pagato Jim per fare bella figura,almeno una cosa buona l'aveva fatta- reclinando tutto lo schienale all'indietro per poter dormire,col cazzo che mi sarei sorbita dieci ore di viaggio con mia madre che continuava a ripetermi "Miraccomando Amy,comportati bene,sii gentile con Jim e i suoi figli,non metterti nei casini come al tuo solito,e bla bla bla..." mi stiracchiai e di lì a poco mi addormentai profondamente,cercando di immaginare che quello fosse soltanto un orribile incubo.. Fui risvegliata dalla voce gracchiante dell'hostess che dall'altoparlante annunciava che saremmo atterrati nell aeroporto di Heatrhow nel giro di dieci minuti,invitandoci ad allacciare le cinture. "Che palle questa troia deve sempre rompere i coglioni,non poteva lasciarmi dormire?!" "Amy,perfavore avevo detto 'niente parolacce',evita." "Lo sai che la finezza non è il mio forte." Dissi io lanciandole un'occhiataccia capace di uccidere un toro,sono fatta così,scorbutica acida e testarda,lo sono sempre stata,e nessuno è mai stato capace di farmi cambiare idea o di tenermi testa,e se qualcuno provava ad opporsi alle mie idee,beh le prendeva,come Billy Wilson in quarta elementare. Nessuno da ordini ad Amy Smith. Scese dall'aereo recuperammo tutti i nostri bagagli e ci dirigemmo verso l'uscita : appena le porte scorrevoli si aprirono,notai che fuori stava pratcamente diluviando,mentre fui travolta da un vento tagliente che si scontrò con il mio viso,rabbrividii,cazzo che bell'accoglienza. Sia io che mia madre cercammo di attirare l'attenzione di un taxi-sembravamo due cretine,preferivo morire che stare ancora lì a sbraitare- oltretutto i nostri sforzi furono del tutto vani,perchè nessuno si fermò,quando ad un tratto un enorme suv dai finestrini oscurati si fermò davanti a noi : gli occhi di mia madre si illuminarono quando il finestrino si abbassò e comparve l'espressione ebete di Jim,che aprì lo sportello per raggiungere mia mamma e stamparle uno sbavoso bacio. Bleah. Con lo stesso sorriso inebetito si avvicinò a me dicendo "Ah tu devi essere la dolce Emily,come già saprai io sono Jim,piacere" mi porse la mano,ero troppo schifata per stringergliela,ma a lui non sembrò importare molto. Il tragitto proseguì con una conversazione fra mia madre e Jim,che qualche volta mi domandava qualcosa,io mi limitavo ad annuire,poi disse "Scommetto che non vedi l'ora di conoscere i tuoi nuovi fratelli! Vedrai ti piaceranno.." "Ah già,i miei nuovi 'fratelli',certo.." Risposi io cercando di sembrare entusiasta. Dopo un'oretta arrivammo a casa di Jim,aprii lo sportello,e alla vista di quella 'casa',rimasi esterrefatta...

-I'm louder,would you see me?

Goodbye USA.-

"Amy,vuoi muoverti o no?!" Disse isterica mia madre. "Non voglio perdere l'aereo,quindi butta via quella fottuta sigaretta e alza il culo." aggiunse. "Sì mamma."Sbuffai,buttando fuori il fumo dalle narici e spegnendo la sigaretta a terra. "Che schifo Amy,la devi smettere di fumare,ti fa male e poi puzzi." Salii in macchina ormai esasperata,non ce la facevo più,da quando mia madre aveva incontrato Jim,quello 'pseudo-avvocato' londinese palestrato e pieno di soldi era cambiata,non era più la dolce ma determinata Christine Smith,quella che ha cresciuto la sua unica figlia completamente da sola,quella Christine così bella anche in pigiama;adesso era la futura signora White,che non usciva di casa senza la sua Chanel e il suo tailleur Armani,e a cui sembrava non importare più nulla della sua Amy.

Ci saremmo dovute trasferire a Londra,perchè Jim aveva chiesto a mia madre di sposarlo e di andare a vivere con lui e i suoi due figli,bene,perfetto. Odiavo il fatto di dover 'convivere' in una casa che non era la mia con tre perfetti sconosciuti,odiavo Jim,ma odiavo ancora di più il fatto che lui avesse completamente cambiato mia madre e sconvolto la mia vita,come se non fosse già abbastanza incesinata : sono cresciuta senza un padre,ho avuto problemi di droga ed anoressia,legati ad un periodo di depressione totale. Grazie all'aiuto di alcuni medici sono riuscita a risolvere i miei problemi di droga,peso e depressione,durante una lunghissima ed intermilabile terapia in una rinomata clinica privata di Miami. Già,Miami,la mia Miami,quella che avrei dovuto lasciare da lì a pochi minuti,avevo tutte le mie amicizie alla Majestic High School,tutti i miei ricordi più belli,la mia casa.. Una lacrima rigò il mio viso mentre appoggiai una mano al finestrino,per dare un'ultimo sguardo alla mia casa. Mia madre mise in moto e partimmo per l'areoporto,mi strinsi nel cardigan mentre mi piangeva il cuore vedendo il mio amato quartiere diventare una macchiolina sempre più piccola e lontana..

Arrivammo all'aeroporto dopo circa tre quarti d'ora di tragitto,parcheggiammo e scaricammo tutti i bagagli,che non so come sarebbero arrivati dentro l'aeroporto,dato che pesavano circa tre quintali l'uno. Fortunatamente non c'era molta fila al ceck-in,così in poco tempo riuscimmo ad imbarcarci,dato che eravamo arrivate in ritardo,ma fortunatamente l'aereo non era ancora decollato.

Mi sedetti sui comodi sedili dei posti riservati in prima classe -che ovviamente aveva pagato Jim per fare bella figura,almeno una cosa buona l'aveva fatta- reclinando tutto lo schienale all'indietro per poter dormire,col cazzo che mi sarei sorbita dieci ore di viaggio con mia madre che continuava a ripetermi "Miraccomando Amy,comportati bene,sii gentile con Jim e i suoi figli,non metterti nei casini come al tuo solito,e bla bla bla..." mi stiracchiai e di lì a poco mi addormentai profondamente,cercando di immaginare che quello fosse soltanto un orribile incubo..

Fui risvegliata dalla voce gracchiante dell'hostess che dall'altoparlante annunciava che saremmo atterrati nell aeroporto di Heatrhow nel giro di dieci minuti,invitandoci ad allacciare le cinture. "Che palle questa troia deve sempre rompere i coglioni,non poteva lasciarmi dormire?!" "Amy,perfavore avevo detto 'niente parolacce',evita." "Lo sai che la finezza non è il mio forte." Dissi io lanciandole un'occhiataccia capace di uccidere un toro,sono fatta così,scorbutica acida e testarda,lo sono sempre stata,e nessuno è mai stato capace di farmi cambiare idea o di tenermi testa,e se qualcuno provava ad opporsi alle mie idee,beh le prendeva,come Billy Wilson in quarta elementare. Nessuno da ordini ad Amy Smith.

Scese dall'aereo recuperammo tutti i nostri bagagli e ci dirigemmo verso l'uscita : appena le porte scorrevoli si aprirono,notai che fuori stava pratcamente diluviando,mentre fui travolta da un vento tagliente che si scontrò con il mio viso,rabbrividii,cazzo che bell'accoglienza.

Sia io che mia madre cercammo di attirare l'attenzione di un taxi-sembravamo due cretine,preferivo morire che stare ancora lì a sbraitare- oltretutto i nostri sforzi furono del tutto vani,perchè nessuno si fermò,quando ad un tratto un enorme suv dai finestrini oscurati si fermò davanti a noi : gli occhi di mia madre si illuminarono quando il finestrino si abbassò e comparve l'espressione ebete di Jim,che aprì lo sportello per raggiungere mia mamma e stamparle uno sbavoso bacio. Bleah. Con lo stesso sorriso inebetito si avvicinò a me dicendo "Ah tu devi essere la dolce Emily,come già saprai io sono Jim,piacere" mi porse la mano,ero troppo schifata per stringergliela,ma a lui non sembrò importare molto.

Il tragitto proseguì con una conversazione fra mia madre e Jim,che qualche volta mi domandava qualcosa,io mi limitavo ad annuire,poi disse "Scommetto che non vedi l'ora di conoscere i tuoi nuovi fratelli! Vedrai ti piaceranno.." "Ah già,i miei nuovi 'fratelli',certo.." Risposi io cercando di sembrare entusiasta. Dopo un'oretta arrivammo a casa di Jim,aprii lo sportello,e alla vista di quella 'casa',rimasi esterrefatta... 

  
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