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Autore: BannedInEmptyness    05/01/2012    1 recensioni
"Amy corse di sopra, aprì ogni porta, ogni finestra nella speranza di trovare una via di fuga, ma non ne trovò. Erano in trappola.
Jack la raggiunse e si nascosero in un angolo del corridoio.
Tutto quello che potevano fare era rassegnarsi ed attendere la loro sorte, nient’altro.
Il rumore continuava ad aumentare e nessuno osava fiatare."
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’Incubo,

Cap. I

 

 

Il respiro iniziava a diventare affannoso, c'era fin troppo caldo e la paura peggiorava tutto.

"Jack dove siamo? " chiese Amy, era impaurita.

"Non lo so. Ma almeno siamo al sicuro... per ora". Si trovavano in una casa abbandonata nel bel mezzo di New York. Ma alla fine era come le altre case: un cumulo di polvere.

Piccoli raggi di sole filtravano attraverso le tapparelle guastate dal tempo. I mobili erano molto probabilmente francesi ed erano tutti accatastati l'uno contro l'altro. Nella cucina c'erano ancora i resti dell'ultimo pranzo della famiglia che ci abitava. Il tavolo era ornato da una tovaglia bianca ricamata con fili d'oro, i bicchieri ancora mezzi pieni attendevano di essere vuotati, lavati e riposti nella credenza. Ormai il mondo era tutto uno sfascio, rovinato da quegli orrendi mostri. 

"Amy, è quasi buio fuori, è meglio se prepariamo le armi e ce ne andiamo" disse Jack.

 "Cosa?! Sei impazzito! Se usciamo di qui non abbiamo la minima speranza di sopravvivere. Hai intenzione di suicidarti per caso?!"

"Cos'altro potremmo fare? Rimanere qui e aspettare che ci infettino? Vuoi finire come Tom, Matthew e Molly, sbranati e lasciati lì a morire nel dolore?". Amy abbassò lo sguardo rattristita al ricordo dei suoi amici. Anche loro, come Amy e Jack, si erano persi, giravano da settimane con loro, quando accadde ciò che sarebbe toccato a tutti, di morire.

"Scusa. Non volevo è solo che.. ecco... io... " 

"Non importa Jack, anch'io ho paura di morire".

All'improvviso i muri iniziarono a tremare, qualcuno stava spingendo la porta e le finestre. I mostri erano arrivati.

"Sali di corsa, cerca un’uscita, io cerco di fermarli" Le disse lui.

Amy corse di sopra, aprì ogni porta, ogni finestra nella speranza di trovare una via di fuga, ma non ne trovò. Erano in trappola. Jack la raggiunse e si nascosero in un angolo del corridoio. Tutto quello che potevano fare era rassegnarsi ed  attendere la loro sorte, nient’altro. Il rumore continuava ad aumentare e nessuno osava fiatare.

"Buona sera cibo". La voce roca proveniva da sopra le loro teste. Erano i demoni della morte, mandati sotto forma di mostri sulla terra per devastarla e uccidere ogni essere vivente.

Si sentirono due risate. Altri due demoni stavano seduti di fronte a loro. Avevano la pelle nera, lucida e appiccicosa, gli occhi grandi e bianchi con una piccolissima pupilla nera. Indossavano un orrendo sorriso da cui sporgevano i lunghi denti sporchi di sangue. Avevano appena iniziato a nutrirsi. In un un attimo si schiantarono contro Jack e lo trascinarono dall'altra parte del corridoio lasciando una scia di sangue. 

"Jack! Jack!" Amy, terrorizzata, cercò di sparare contro i demoni, ma era troppo buio. Un demone le si avvicinò, la prese e la trascinò via. "Aiuto! Aiutatemi! Jack, ti prego, dove sei? Jack! Aiuto!" Le urla si trasformarono in singhiozzi, le lacrime si mescolarono al sudore del suo viso. Sbatté contro qualcosa di rigido e finì con lo svenire.

Si risvegliò sdraiata su di un letto. "Era solo un incubo." disse tra se e se. L'idea di essersi risvegliata su di un letto le pareva alquanto strana, dato che da settimane dormiva sul terreno ghiacciato. Si alzò di colpo, ma sentì un forte dolore alla schiena e un gran malditesta. Non era un incubo, tutto era accaduto realmente. Si guardò intorno un po’ stordita, per poi sdraiarsi di nuovo. Quel luogo le sembrava familiare.

"Finalmente, pensavo non ti saresti più svegliata. E' da un po' che non ci si sente Amy". Quella voce, quella voce così melodiosa, l’aveva sempre rallegrata. Le sue labbra si piegarono in un sorriso. Dave. Era il dottore più giovane e strambo che avesse mai conosciuto. Sulla trentina, alto e moro. Molti loro amici morivano sorridendo grazie a lui.

Amy si alzò di colpo e si strinse forte a lui.

"Oh Dave, sono cosi felice di essere ancora qui. Come avete fatto a trovarci?" 

"E' una storia lunga, ma vedi Amy... ecco” il suo sguardo cominciò a vagare nel vuoto, non riusciva a guardarla negli occhi “Jack... non c'e l'ha fatta. Mi dispiace." 

"Oh." I suoi occhi si spensero ancora una volta. Sopravvivere era più difficile che morire. Tra tutte le persone che aveva perso, forse Jack era la perdita più dolorosa. Nonostante ora non se ne rendesse conto, più avanti si sarebbe accorta di quanto la sua presenza le avesse segnato la vita dopo la morte dei suoi genitori. Era stato come un fratello per lei. 

Si ricordò quando, per la prima volta dopo dieci anni dalla morte di sua madre e di suo padre, addobbò l’albero di natale a casa di Jack. I genitori di Amy morirono la vigilia di natale e quel tragico ricordo l’accompagnava ogni Dicembre. Un giorno di lutto, ogni anno. Ma quel natale era diverso, quell’anno aveva conosciuto Jack e sembrava quasi che il natale riprendesse un senso.

Amy quell’anno disse a Jack addobbando l’albero: “Sai, il natale non é stato il massimo per me negli ultimi anni...” ne seguì un sorriso malinconico. “Che senso ha festeggiare il natale senza una famiglia?”

Jack sorrise mentre stava tirando fuori altri addobbi da una vecchia scatola.

“La famiglia é fatta di quelle persone che ti fanno sentire protetta. E un giorno ti accorgerai di quali persone saranno la tua famiglia”.  Lei sorrise e sussurrò mentre Jack si allontanò per prendere altre decorazioni “Io con te mi sento protetta”. Probabilmente se lui fosse ancora vivo non si sarebbe nemmeno ricordato di questa frase, ma a Amy era rimasta impressa.

Non si rese conto che le lacrime le rigavano il viso. Il suo sguardo era perso nel suo passato, cosi come la sua mente.

Dave la abbracciò, Amy sembrava non percepirlo, lui non poteva comprendere il suo dolore.

“Amy, non piangere. So che é difficile.” Ma in fondo che ne poteva sapere lui? Era un dottore. Lui vedeva solo il lato razionale della morte - un corpo senza vita   -. Per riuscire nel suo lavoro doveva allontanarsi dal suo lato emotivo.

Tutto ciò lo aveva reso impassibile.

"Amy ho una sorpresa per te." disse Dave guardandola nei suoi occhi assenti.

Lei fece un cenno quasi impercettibile col capo.

Dave aggiunse: "Sono sicura che non ti pentirai di seguirmi." 

L’aiuto ad alzarsi prendendola per mano e la portò davanti ad un’altra stanza del corridoio. La porta era chiusa e Amy non ne capiva il senso.

"Che aspetti?” chiese Dave sorridendo “Bussa”.

 Bussò incerta. Aprì un ragazzo bellissimo, il quale non era altro che Kyle. Si stupì perché lo riteneva morto e anche lui la riteneva morta. Si guardarono esterrefatti, era passato davvero tanto tempo.

 

 

 

 

 

 

 

 N.d.A:

 

Grazie per aver letto J

E’ la prima volta che pubblico una delle mie storie su EFP, che comunque e’ davvero un bel sito. Spero di ricevere delle recensioni anche se il semplice fatto che l’abbiate letta mi rende molto felice... Se pero' avete consigli da darmi mi aiutereste a crescere.

 

P.S.: Spero di scrivere altre storie e di migliorare sempre di piu J

   
 
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