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Autore: Faddo    05/01/2012    1 recensioni
N.B. Questo racconto è il seguito di una mia precendete Fiction:
"La Vita Secondo Adam Navarro" Si prega di leggere prima quello per capirci di più della storia; ma tranquilli la storia è comunque strutturata per far capire a tutti tutto in qualche modo.
Navarro Adam è un 40enne insegnante di psicologia dalla vita travagliata che ha trovato una rapida ripresa verso il migloramento dopo la riapparsa della sua fiamma adolescenziale Railey.
Dopo la sua partenza però la vita di Adam ricade in uno stato peggiore di quello di partenza.
Tra Follia, Cinismo, Amore, Amicizie, Comicità e Quotidianità, Adam dovrà riprendere in mano per la seconda volta la sua vita e risistemare il casino che si è creato intorno a lui.
La Soluzione Secondo Adam Navarro.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 2: I Giorni della Merla

Erano passate due settimane da quando erano finite le vacanze di natale e ormai Gennaio giungeva al termine.
Eravamo giunti ai giorni della merla quelli più freddi dell'anno e nella mia stanza ovviamente il riscaldamento aveva smesso di funzionare per mia solita sfortuna.
Quello era il mio giorno libero e dopo pranzo era venuto Kirk a riparare il guasto, io me ne stavo sul divano a leggermi un libro mentre Kirk tentava di sistemare il termo, purtroppo per me una delle cose che gli riusciva peggio era riparare proprio questi.
Ad un certo punto Kirk stanco del lavoro, ovviamente non ancora concluso, mi chiese:
"Kirk: Adam, toglimi una curiosità"
Io ascoltandolo ma continuando a concentrarmi sulla lettura del libro dissi:
"Adam: sì, dimmi..."
"Kirk: durante questa settimana sei venuto poche volte a pranzare al Rinos"
"Adam: beh diciamo che ho deciso di cominciare a mangiare un po' più sano"
"Kirk: già forse, ma guarda caso ogni volta che c'è Layla te non ci sei mai e quando lei non c'è eccoti apparire"
Questa sua affermazione mi rese teso come non mai, aveva beccato un punto debole, nessuno sapeva ancora del bacio che Layla mi diede il giorno dopo che la mia relazione con Railey finì, e da quel giorno son sempre riuscito ad evitare Layla con uno stratagemma, ovvero io sapendo che per i suoi orari di lavoro arrivava sempre prima di me, appena io raggiungevo il bar mi affacciavo di nascosto alla porta in vetro che mi permetteva di vedere chi c'era dentro, anche se la porta aveva i vetri oscurati, un po' di natura e un po' per lo sporco intravedevo la lunga chioma bionda della figlia di Ronald ed ecco che quello era il momento opportuno per scappare e andare a mangiare a casa o da qualche altra parte.
Prontamente risposi chiedendogli:
"Adam: e questo che dovrebbe significare scusa?"
"Kirk: niente era una mia osservazione, anche se devo dire che mi ha molto insospettito"
"Adam: non dire cavolate, non è successo niente tra me e Layla, rilassati"
In quell'istante non mi ero accorto di cosa avevo detto, forse un uomo dal quoziente intellettivo come quello di Kirk non avrebbe mai notato questo mio errore, ma se fossi così sarei fregato e avrei dovuto vuotare il sacco visto che non sono bravo a improvvisare storie di finzione.
Dopo qualche secondo Kirk mi disse:
"Kirk: ok ho capito"
Quella risposta era un po' vuota e mi lasciava qualche dubbio, ma di per sè si mi fece capire che Kirk non aveva notato il mio errore, meno male non si era accorto che accennavo a un conflitto con Layla.
Kirk continuò il suo lavoro indisturbato, ad un certo punto il mio cellulare squillò svogliatamente lo presi e risposi alla chiamata, sapevo già chi era e quando lei chiamava ripensavo che avevo fatto uno degli errori più grandi che ogni psicologo possa fare, lasciare numeri di telefono o indirizzi e-mail o di casa a pazienti con certi di tipi di problemi.
Fiona Debelli è una mia alunna della classe 2^E, la ragazza più affiscinante della classe, corteggiata da molti, e abbastanza diligente nello studio, insomma una persona modello, però la sua vita è stata stravolta quando ha scoperto di esser incinta, ma non era solo incinta, essendo adolescente e ritrovandosi sulle spalle un carico ed un fardello troppo grande da portare per una come lei era diventata una insicura cronica a tal punto che avevo perso ogni spirito d'iniziativa ma appena io diventai qualcosa di simile al suo bastone da passeggio ecco che cominciò ad abusare dei miei consigli e della mia "pazienza".
Con calma premetti il bottone verde ed ecco che la voce preoccupata di Fiona mi arrivò all'orecchio:
"Fiona: professore, ho un problema"
"Adam: riguarda ciò che hanno detto i tuoi?"
"Fiona: no"
"Adam: ciò che ha detto il tuo ragazzo?"
"Fiona: nemmeno"
A quel punto sbuffando e mettendomi una mano sui capelli chiesi:
"Adam: che diavolo hai combinato?"
"Fiona: non voglio parlarne al telefono, la prego incontriamoci fuori"
"Adam: scusami ma non posso ho in casa il tecn..."
fui interrotto da Fiona che alzando un po' il tono e cominciando con le sue solite suppliche infinite disse:
"Fiona: la prego, lei mi deve aiutare mi sto cacciando in un mare di guai!"
"Adam: ho capito, arrivo, ci incontriamo al parco"
La cosa più irritante di tutto quello che stava succedendo non era tanto il fatto in sè o il supporto psicologico che dovevo dare, ma più che altro erano gli incontri esterni all'aria aperta di pomeriggio che mi chiedeva ogni settimana, mi faceva apparire come un pedofilo, almeno ai miei occhi, anche sè alla fine non credo che per forza un adulto e una ragazza insieme in una panchina debbano per forza esser legati da una relazione di tipo amorosa-sessuale, almeno spero che agli occhi degli altri non sia così.
Presi la mia giacca e ancora prima di poter uscire Kirk mi disse:
"Kirk: che succede?"
"Adam: un giorno ti racconterò diciamo che è una ragazza alla quale faccio terapia"
"Kirk: una ragazza? E vi incontrate fuori?"
"Adam: questo è quello che vuole lei"
"Kirk: terapia eh?...non pensavo che dopo l'addio a Railey tu potessi ridurti così"
"Adam: cosa vorresti dire?" dissi con un tono molto vicino all'ira
"Kirk: dico che non mi sarei mai immaginato che dopo esserti mollato con Railey ti risaresti tuffato nella mischia, con una minorenne oltretutto" concluse Kirk ridendo io invece un po' per l'ira e un po' per la giornata cominciata storta diedi un calcio nello stinco di Kirk e lui dopo essersi ripreso dalla botta mi disse:
"Kirk: ahià, perchè?"
"Adam: scherzare va bene, ma c'è un limite che non puoi passare; oltre quel limite c'è solo questo Kirk, pedate. Tante pedate!"
Uscì dalla porta guardando in faccia Kirk e dicendogli:
"Adam: spero per te che al mio ritorno il lavoro sia finito o ruberò la stufetta che hai nella tua stanza nel condominio, intesi?"
Kirk non emise un suono tornò solo a lavorare al mio termo.
Appena uscì fuori di casa il sole stava già quasi per tramontare, ero tutto ben imbottito tra giubbotto sciarpa e guanti, le temperature scendevano sotto lo zero di almeno cinque o sei gradi e ripeto che era solo pomeriggio, tutto questo freddo era dovuto probabilmente ai venti dal nord che arrivavano, anche se c'erano ferddi peggiori come quello dentro di me, fino ad un anno e mezzo sentivo freddo come oggi, ma da quando ho cominciato a riempirmi di cose belle attorno sentivo riscaldarmi, un po' come una stufa a legna, senza legna resta solo un pezzo di metallo freddoloso, ma appena ci butti la legna e gli dai fuoco ecco che comincia a sentire calore e a diffonderlo, ma poi quando qualcuno spegne quel fuoco anche se c'è la legna dentro la stufa torna dentro e anche se provi a riaccendere la legna capisci che l'acqua l'ha resa impossibile da accendere; a quel punto la legna va buttata e se ne mette di nuova per tornare a creare calore. Però, io non volevo buttare via questa legna, volevo asciugarla e poi riaccenderla.
Arrivato al parco i lampioni cominciarono ad accendersi in tutta la città creando un atmosfera molto notturna nonostante ci fosse ancora il tramonto.
Dopo qualche passo trovai la panchina dove Fiona stava seduta aspettandomi impazientemente.
 Appena mi vide subito alzò la mano un po' nervosa e io di rimando la guardai e sospirando mi avvicinai e le chiesi:
"Adam: cosa succede questa volta?"
"Fiona: ho bisogno assolutamente di parlare"
"Adam: questo me l'hai già detto ma se era una roba tanto lieve me l'avresti detta al telefono, sii chiara e dimmi tutto dai"
Fiona prese fiato e dopo meno di due secondi cominciò a parlare:
"Fiona: è già passato un mese si ricorda dei miei progressi, ho già parlato con i miei genitori, con il ragazzo e ho già fatto le visite?"
"Adam: si mi ricordo"
"Fiona: ecco diciamo che le ho mentito"
"Adam: ovvero?" cominciando a sentire il mio tipico alterarmi per ogni cosa sempre più vicino
"Fiona: per farla breve i miei genitori non lo sanno, al mio ragazzo gliel'ho nascosto nonostante lui stesso fosse preoccupato che mi sia successo qualcosa, soprattutto in classe anche se dimostra distacco appena ne trova l'occasione continuava a mandarmi bigliettini chiedendomi della mia situazione non reggevo più dopo meno di una settimana ed infine la visita non l'ho ancora fatta, non posso farla da sola!" concluse sconsolata
Stavo per dire qualcosa ma le sue parole ad una attenta analisi mentale mi fece saltare in mente qualcosa, c'era un dettaglio strano e una volta realizzato mi fu spontaneo chiedere:
"Adam: come? Aspetta! Bigliettini? Ma allora il padre è uno dei miei alunni della tua classe?"
Fiona si accorse di aver parlato troppo e a quel punto diventando completamente rossa disse:
"Fiona: beh...sì"
Stavo per chiedere chi fosse però ripensai a quando per la prima volta si confidò con qualcuno e mi disse di esser incinta, in quell'occasione però si rifiuto categoricamente di dirmi chi fosse, addirittura arrabbiandosi, forse già questa ammissione, seppur involontaria, poteva considerarsi un passo in avanti? Fatto sta che prendendo coscienza di quel giorno decisi che era meglio non chiederle chi fosse ma lasciare che il tempo facesse il suo corso.
Qualcosa dovevo pure dire a Fiona per convincerla a parlare con i suoi genitori e a quel punto mi venne in mente un metodo semplice e logico.
"Adam: ok capisco la tua situazione, ma ora, dimmi un po', così facendo cosa hai ottenuto?"
"Fiona: beh, che i miei non mi hanno sgridato e il padre non si è incazzato"
"Adam: ah quindi tu credi che se lo dicessi questo accadrebbe?"
"Fiona: sì..."
"Adam: cosa te lo fa pensare?"
"Fiona: non lo so" disse concludendo in maniera quasi rattristita
"Adam: non c'è motivo per la quale questo accada, ora supponi che questo non accada, cosa pensi possa accadere?"
"Fiona: che i miei genitori e il mio ragazzo facciano di tutto per portare avanti questa gravidanza forse?"
"Adam: giusto, e questo ti piacerebbe?"
"Fiona: beh, probabilmente sì"
"Adam: perfetto, ora immagina invece cosa accadrebbe se continuassi su questa strada"
Fiona ci riflette un attimo, ma io subito interrompendo il suo pensare le dissi:
"Adam: dillo di getto senza rimuginarci troppo sopra"
"Fiona: beh, arriverei ad un punto nella quale la mia gravidanza è ben visibile, i miei si arrabbierebbero, il mio fidanzato si arrabbierebbe"
"Adam: sbaglio o questo è proprio quello che volevi evitare?"
Fiona ripensò a tutto il ragionamento fatto e notò che non faceva una piega a quel punto spalancando gli occhi mi disse:
"Fiona: è vero, ma...come glielo dico?"
A quel punto mollai una risatina spontanea e risposi:
"Adam: credimi, non ci sarai mai un momento perfetto, dillo e basta, ti consiglio con i tuoi a tavola, mentre con il tuo ragazzo, chiamalo fuori come hai fatto oggi con me, ma devi farlo prima che sia troppo tardi, se lo fai il prima possibile ci sono molte probabilità che quello che vorresti ottenere ovvero la felicità di tutti e questi ultimi che ti aiutino a portar avanti questa gravidanza, Fiona, onestamente non so quanto queste parole possano averti colpito, ma se ho fatto centro son sicuro che entro due o tre giorni avrai qualcosa di nuovo da dirmi"
Fiona mi guardò e mi sorrise dicendo:
"Fiona: lo spero, professore"
"Adam: bene io ora devo andare, ho da fare la spesa ci vediamo Fiona, vedi di farti vedere domani a scuola che interrogo qualcuno e magari se hai fatto la brava potrei non chiamarti...o forse no...chissà..."
Mi lasciai dietro Fiona che andò dall'altra parte del parco mentre io dirigendomi di nuovo verso la via di casa feci un salto al supermercato dove lavorava Gaetano.
Gaetano è il gestore di un minimarket più che di un vero e proprio supermercato, però i suoi prezzi erano onesti e la qualità dei prodotti quasi sempre accertata; lui è di origini meridionali, è un uomo sulla quarantina non troppo sveglio ma nemmeno rimbecillito, molto gioviale con i clienti ed è uno alla quale piace trovare novità; affiancato a lui nella gestione di questo locale c'è un giovane sulla trentina di nome Robert, lui è molto serrato, non parla molto, ma quando parla si può catalogare come un pignolo che ti riempie di domande, serio e diligente nel suo lavoro, si occupa dei salumi e dei formaggi oltre alle pulizie in rare occasioni, rare perchè raramente il locale veniva pulito.
Entrato dentro, subito fui accolto dalla solita gioia di Gaetano:
"Gaetano: we signor Navarre"
Dettaglio relativamente importante, confondeva spesso Navarro con Navarre, non ho mai capito perchè
"Adam: si pronuncia Navarro...comunque come vanno qua le cose Gaetano?"
"Gaetano: bene bene, voi?"
"Adam: bene, non c'è male" ad un certo punto prima di avvicinarmi di un solo passo verso gli scaffali sentii una puzza strana, come di vernice e subito chiesi:
"Adam: cos'è questo odore?"
"Gaetano: cosa?"
"Adam: sembra vernice"
"Gateno: ah ma questo è perchè ho dipinto oggi"
"Adam: cosa i tristi muri verdi?"
"Gaetano: no no, ho fatto una insegna, ce l'ho dietro il bancone, volete vederla?"
Ero lì e ad esser onesto non avevo tanta fretta come avevo detto a Fiona di tornarmene a casa per farmi gli affari miei, quindi dissi molto gentilmente:
"Adam: perchè no, fa vedere son curioso"
Mentre camminavamo verso il bancone dove lo teneva Gaetano mi disse:
"Gaetano: ho cominciato a farlo perchè parlando con Robert ci siamo detti, che il nostro supermercato aveva solo il nome dell'azienda, ovvero"
Quando Gaetano disse il nome dell'azienda mi venne da starnutire e non sentì niente
"Gaetano: salute"
"Adam: grazie"
"Gaetano: comunque, dicevo, e quindi ci siamo detti, perchè non dare un nome anche al supermercato? Ed ecco che è venuta fuori questa fantastica insegna che ora ti mostro"
Arrivati al bancone andammo dietro e mi fece vedere il cartellone da mettere fuori in alto: era completamente verde con varie sfumature che facevano delle onde, c'era a destra in grande la scritta stampata dell'azienda, e poi la scritta "Supermercato Donati Gaetano"
Alla vista di quel cartellone abbastanza squallido ero indeciso se esser ipocrita e dirgli che era bellissimo o dirgli la verità e dire che non aveva molto senso, ma alla fine siccome non mi pareva giusto scatenare una guerra di opinioni per una roba del genere dissi a Gaetano dandogli una amichevole botta sulla spalla, cosa che non facevo mai:
"Adam: bel lavoro Gaetano"
"Gaetano: grazie Signor. Navarre"
"Adam: si dice Navarro"
"Gaetano: adesso basta aspettare che la vernice si asciughi"
"Adam: allora per domani sarà bello e pronto, beh ora vado a fare i miei acquisti"
Andai in giro per i vari scaffali e preso tutto l'occorrente, ovvero quel poco che mi serviva, andai a pagare il tutto in cassa.
Pagato e ottenuto il resto uscì dal minimarket salutai Gaetano che contraccambiò dandomi il solito saluto che riecheggiava per mezza via e con il nome sbagliato.
Appena uscì fuori incontrai Robert che trasportava su un carrello molte scatole, appena mi vide subito mi disse:
"Robert: ciao Adam"
"Adam: heilà Robert"
"Robert: tutto apposto?"
"Adam: sì dai, te?"
"Robert: io bene, ti vedo un po' stanco"
Sentivo che da qui partivano le domande, ma non si poteva non rispondere in quanto si sarebbe apparsi come dei maleducati, e farsi nemico Robert non era una buona idea.
"Adam: no, non sono molto stanco"
"Robert: ma quindi non sei molto stanco, ma sei comunque stanco?"
"Adam: no diciamo che sono tra l'attivo e l'addormentato"
"Robert: ma più attivo o più addormentato"
"Adam: tendo verso la stanchezza"
"Robert: cosa hai fatto per stancarti così tanto?"
"Adam: niente di che ho fatto una passeggiata al parco"
"Robert: da solo?"
"Adam: sì, camminato molto"
"Robert: capisco..." sembrava che il tornado di domande fosse finito, a quel punto Robert se ne tornò dentro con le scatole, ma proprio mentre lo stava facendo gli chiesi:
"Adam: hei, ma cosa c'è dentro quelle scatole?"
"Robert: un carico di latte che è arrivato in ritardo oggi, perchè ti interessa?"
"Adam: no niente era così tanto per chiedere"
"Robert: oh perchè hai voglia di fare quattro chiacchiere?"
"Adam: no ero solo curioso, ora devo andare, ci vediamo Robert"
Meno male che son riuscito a chiudere in fretta questa discussione si rischiava di degenerare in nuove infinite domande.
Tornato a casa subito misi in ordine gli alimenti che avevo comprato, notai che il frigo era come sempre vuoto e mi ero preso in ultima per fare la spesa, a volte ci rimanevo male quanto guardando il frigo capivo che se avessi fatto qualcosa da mangiare probabilmetne avrei mangiato mezzo etto di pasta quasi scaduta con tonno capperi e da bere una birra, però bene o male quando faceva quella poca spesa che mi bastava potevo almeno permettermi di aggiungerci il formaggio, un piatto di insalata e dell'acqua in bottiglia.
Appena finito di sistemare il tutto dal bango si sentì il rumore dello sciacquone e dal bagno uscì fuori Kirk che pulendosi le mani col suo canovaccio che si portava dietro da quando stava ancora lavorando al termo disse:
"Kirk: oh, sei tornato di già?"
"Adam: come sarebbe a dire di già, son stato via quasi due ore"
Kirk sorpreso disse:
"Kirk: ah sì? No è che quando fai dei lavori ben fatti il tempo tende a scorrere più in fretta del solito"
Subito mostrando un sorriso, seppure lieve dissi:
"Adam: oh, ma allora hai finito il lavoro, finalmente il termo funziona?"
"Kirk: io l'ho riparato, ho finito 2 minuti fa, non l'ho ancora provato a far partire, ma credimi ho la sensazione che va che è una meraviglia"
"Adam: beh scopriamolo"
Subito sia io che Kirk ci avvicinammo un po' ansiosi verso questo termo che mi aveva fatto dannare il freddo di questi ultimi due giorni di Gennaio e a Kirk aveva fatto perdere un pomeriggio.
Stavamo per farlo partire quando squillò il mio telefono.
"Kirk: no dai rispondi dopo!"
"Adam: so che c'è di mezzo l'emozione del lavoro finito, anche io son ansioso, ma e se fosse importante?"
"Kirk: beh, chi è?"
Guardai il numero sullo schermo del telefono e vidi che era Paul
"Adam: è Paul..."
"Kirk: dai rispondi che così apriamo sto termo"
Premetti il tasto verde e appoggiai l'appercchio vicino all'orecchio e dissi:
"Adam: sì pronto!"
"Paul: Auguri Adam, buon compleanno!"
Ci fu un attimo di silenzio, non sapevo cosa dire, qualcuno si era ricordato che oggi era il mio compleanno, se non fosse per un dettaglio lieve:
"Adam: guarda che io compio gli anni in Ottobre"
"Paul: ah...scusa, che figura di merda, scusa Adam, non volevo comunque...beh auguri nel senso che spero ti vada tutto bene"
Lui fu il primo a interrompere la chiamata.
Kirk curioso mi chiese:
"Kirk: che cosa voleva?"
"Adam: niente, è solo il solito imbecille, apriamo sto ter..."
Le mie parole furono interrotte da un'altra chiamata, questa volta era Eric, furioso premettei il tasto verde e dissi:
"Adam: Pronto sono Adam"
"Eric: sì salve, vorrei ordinare una pizza viennese, d'asporto, se la portate voi come al solito è meglio"
A quel punto alzando la voce dissi:
"Adam: Eric ma sei impazzito?! Ho detto pronto sono Adam come faccio a essere una pizzeria"
"Eric: oh scusa è che nella rubrica dopo il tuo numero c'è quello della pizzeria dove di solito ordino la pizza, ho sbagliato numero scusa"
"Adam: deficente" misi giù la chiamata, ma subito dopo il telefono suonò di nuovo
"Adam: eh no! Ma questa è una congiura o cosa?" presi il cellulare ma vidi che non c'era nessuna chiamata in arrivo.
"Kirk: oh scusa è il mio"
Prima che potesse rispondere, presi il telefono di Kirk e staccai la batteria buttando il tutto sul divano.
"Kirk: hey ma che cazzo fai?" disse Kirk un po' arrabbiato
"Adam: ok, ora basta distrazioni, vediamo sto gran lavoro e poi vediamo se ti sei meritato la mancia!"
Girai la valvola per regolare la temperatura, ma era bloccata immisi un po' di forza
"Adam questa cazzo di manovella non vuole girarsi, porca vacca!"
Continuai a usare un po' di forza, non troppa, quella giusta via per sbloccarla, ma a gran sorpresa si staccò non solo la valvola ma pure il tappo dietro e l'acqua del termo mi schizzò addosso sulla mia camicia.
Subito Kirk chiuse il flusso d'acqua e un po' imbarazzato disse:
"Kirk: mi sà che ho sbagliato qualcosa"
"Adam: no tranquillo fa niente dai"
"Kirk: sul serio?"
"Adam: sì è tutto a posto, alla fine è colpa mia no?"
"Kirk: già forse lo è, non ho fatto niente di sbagliato"
Ci fu un attimo di silenzio e io guardando con occhi molto fermi e decisi Kirk dissi:
"Adam: dammi la tua stufa prima che la smetta di esser sarcastico"
"Kirk: sì te la vado a prendere subito"
Mi distesi sul divano mentre aspettavo il ritorno di Kirk e mi accorsi che in quel giorno non avevo ancora fumato un solo cigarillos, così ne presi uno e me lo accesi.
"Adam: e pensare che alla fine non sento nemmeno molto il freddo che fa in casa"
conclusi ridendo mentre facevo il primo tiro del cigarillos.


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"Note dell'Autore:
Dopo più di un mese mi faccio vivo con un altro capitolo del seguito di Adam, perchè così tanto tempo? beh mi son accorto che ho cominciato una seconda serie con poche idee ancora in piedi, e siccome non mi andava di partire con idee iniziali che poi mi avrebbero solo complicato mi son detto: "Caro Faddo, rallenta, prenditi il tempo che ti serve e scriviti ogni idea per guidare la storia come vuoi tu senza intoppi" infatti è quello che ho fatto quindi sappiate che PROBABILMENTE (sottolineate questa parola) ora i capitoli si accelereranno di un po' però i primi per me son sempre i più lenti perchè son decisivi per i capitoli successivi.
Ho già in mente cosa far accadere, vi assicuro scene molto belle, ma il problema sono i primi capitoli che van lenti per me, mi spiace non so cos'altro dirvi.
Beh anche se in ritardo auguri di Natale e buon 2012, sempre se vi interessano sti auguri fatti da un autore squattrinato che scrive per passione verso un personaggio che rappresenta le sue frustrazioni per il futuro!"
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