Anime & Manga > Death Note
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Autore: Nate__    05/01/2012    2 recensioni
Rieccomi, sono tornata per rompervi le scatole.
Mettetevi l'anima in pace, perchè non la smetterò.
Nuovi personaggi.
E dovreste anche ringraziare il Divino, perchè non ho toccato il fandom di Death Note per due mesi, o giù di lì.
Nel mio universo L non è mai morto, perciò non lo è neanche in questa storia. Tutta via, ha deciso di chiedere aiuto a Near e Mello.
Quarto capitolo.
Ma stai ancora leggendo la descrizione?
Ci saranno molti nuovi personaggi, ed emergeranno man mano che andremo avanti con la storia.
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Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Buio.





Il buio completo.
Poi d’un tratto la luce. Una fortissima luce bianca che si scagliava verso di lei. Sempre più vicina, sempre più veloce, sempre più accecante. Brillava; era molto più luminosa.
E poi un tonfo. Un tonfo secco, seguito da sgommate fuori controllo.
La macchina uscì fuori dalla strada; sì insomma andava circa a 100 km h. Mentre il suo corpo era pieno di sangue, un vetro le si era conficcato nella gamba già grondante di sangue. Probabilmente faceva parte del tergicristalli della macchina rossa fiammante. Non aveva il coraggio di aprire gli occhi. Non voleva osservare il suo corpo; il dolore già parlava da sé. Non riusciva ad essere forte quando si trattava di accettare il fatto che quando qualcosa di più forte si scagliava contro di lei era finita.
Era questa la sensazione che provava; ‘ E’ finita. Sapevo che sarei morta così, inaspettatamente. Non posso neanche dire di aver vissuto la mia vita al meglio; insomma, ho solo diciott’anni. ‘
Lentamente prese coraggio, e aprì gli occhi osservando il panorama che le si poneva davanti; il cielo.
Un cielo assente di stelle, e con uno strano riflesso arancione. Joy, sbatté le palpebre più volte  riosservò quel ‘manto’; sì non vi erano dubbi era arancione. Non riusciva a muoversi, il dolore glielo impediva.
Decise di osservare le ferite che quella macchina le aveva inferto; decise di raccogliere tutto il coraggio che aveva in corpo e osservare quello scempio.

Cominciò ad alzarsi lentamente, urlando dal dolore e poggiò le mani piene di sangue per terra dove la carne non era stata ferita. Alzò la schiena e tese le gambe; rimase inorridita da ciò che vide: la gamba destra squarciata esattamente a metà da quel vetro stava perdendo decisamente troppo sangue; il braccio era stato ferito gravemente dato che la gomma dell’auto l’aveva sfiorato; aveva fatto un volo di circa dieci metri. Il mento era leggermente insanguinato, forse non avrebbe necessitato di punti. Osservò un’ultima volta quel cielo così strano, privo di stelle e del suo colorito bluastro. Si lasciò cadere a terra, priva di forze per poi chiudere gli occhi e perdere i sensi.
" Porca puttana! " urlò Matt, cercando di liberarsi dalla macchina che ormai era schiacciata verso l’interno. Era caduto insieme ad essa in una buca e la macchina si era accartocciata nell’impatto. Troppe rocce. Ferito chiamò velocemente l’ambulanza e spiegò la situazione e dove si trovava, sperando che arrivasse nel minor tempo possibile.
Il ragazzo non avrebbe potuto evitare l’incidente; il freno era rotto. Si era bloccato, e ormai la macchina era in corsa; non avrebbe potuto far nulla. Solo evitare di uccidere qualcuno.

E forse aveva fallito. Forse non era riuscito ad evitare l’impatto, e a salvare la persona che innocentemente e senza colpa aveva attraversato la strada in quel millesimo di secondo. Forse una vita era andata persa grazie a lui. L’aria gli mancava; ed era incastrato. Presto sarebbe svenuto,  molto probabilmente sarebbe morto. Osservò il cielo e rimase stregato dall’alchimia di colori che vi era; arancione con sfumature bluastre. Impossibile, pensò. Non avrebbe dovuto premere così tanto sull’acceleratore.
O forse avrebbe dovuto?
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Un ambiente completamente bianco. Immacolato.
Aveva sempre odiato il bianco, per la sua monotonia, per la sua noiosità. Si sedette in una delle sedie d’aspetto dell’ospedale osservando con attenzione il tempo fuori. Sembrava essere una bella giornata, con non troppe nuvole; solo qualche spruzzo di bianco qua e là che rendeva il giorno meno monotona. Cominciò a picchiettare sulla sedia: Mello di certo non era un tipo paziente, specialmente se si trattava di sapere come stava il suo migliore amico che l’aveva accompagnato sempre e comunque anno per anno, mese per mese, giorno per giorno, ora per ora. Voleva molto bene a Matt, e lui questo lo sapeva bene anche se non glielo ripeteva mai; ed in quel momento l’ansia di Mihael stava schizzando alle stelle. Non riusciva a nascondere la preoccupazione, tanto che dovette rifiutare una camomilla dall’infermiera al bancone che gli aveva proibito l’accesso alla camera di Mail. Batteva i piedi, tenendo il ritmo di ogni secondo che passava, interminabile, lungo, stancante. Passava quelle ora pensando a come stava il suo migliore amico, se era grave, se invece aveva solo delle ferite superficiali e sarebbe tornato tutto come prima.
Il biondo l’aveva giurato; non l’avrebbe mai lasciato solo. Ed era per quella ragione che voleva entrare di tutta fretta in quella stanza. Osservò malevolmente l’infermiera che gli lanciava occhiatacce di tanto in tanto. Ma per cosa l’aveva preso? Un fenomeno da baraccone?
Poi squillò il telefono della signorina, e lei si allontanò velocemente guardandolo sempre pessimamente; sapeva che avrebbe approfittato di quel momento libero e sarebbe entrato nella stanza.
Infatti non aspettò altri minuti; il ragazzo si fiondò nella stanza, e quello che gli si parò davanti era davvero sconvolgente.
Mihael non poteva credere ai suoi occhi. Quella era davvero una ragazza?
 Il suo viso era completamente bianco, cadaverico; nel mento un cerotto enorme che lo ricopriva quasi interamente; il braccio circondato da una cicatrice enorme, viola e rossastra. Molto probabilmente le avevano dato minimo cinquanta punti per una ferita del genere; mentre le mani erano circondate da grosse cicatrici, ma non troppo evidenti. Molto probabilmente era superficiale, la cosa. I suoi occhi erano aperti, ed erano spenti, osservavano sempre un punto fisso della stanza, poi lentamente si spostarono su Mello.
Aveva dei capelli viola molto accesi, che contrastavano la carnagione della ragazza. Erano molto scombinati, ma legati. Poi il ragazzo osservò l’altro lettino che vi era accanto a quello della ragazza; vi era un giovane dai capelli rossi, molto scombinati. Gli occhi coperti dai soliti goggles; il braccio destro lievemente ferito, mentre la mano doveva avere necessitato di molti punti; una cicatrice enorme lo testimoniava. Nel braccio sinistro invece vi erano diverse ferite in diversi punti. La fronte invece era stata pericolosamente ferita; riportava infatti un segno che partiva dall’inizio di essa fino alla fine.

"Sta bene, l’hanno detto i medici. " sentì sussurrare lievemente il biondo. " Deve solo evitare di far pressione sul braccio, ma nel giro di oggi può andare, se ti interessa saperlo. "
" Grazie dell’informazione. " rispose Mello, senza far trasparire nemmeno un minimo di felicità nelle parole che diceva.
" Di nulla. Sono Joy. " disse lei atona, riprendendo ad osservare un punto fisso della stanza, stanca.
Poi d’un tratto, prima che Mello potesse rispondere, la porta si spalancò; entrò nella stanza una donna bionda, dalle iridi verdi, vestita di tutto punto. Mello la riconobbe immediatamente; Halle Lidner. Così come lei riconobbe lui. Appena lo vide divenne quasi immediatamente di un bel color porpora, ma mantenne la sua professionalità.
" Oh, oh. E così parlavi con lui l’altro giorno. " esclamò con un filo di certezza la giovane ragazza, soddisfatta. " Sei una pedofila, potrà avere la mia età, forse un po’ più grande. "
" Non dire sciocchezze Reyn, non lo conosco nemmeno. Mi ha mandato Near. Quand’è che ti rilasciano? " ribatté seccata la donna, attendendo una risposta.
" Anche oggi, ma starò sulla sedia a rotelle per un po’, così non vi farò più da schiavetta. " rispose ghignando la ragazza, soddisfatta delle sue stesse parole. " Beh Lidner, tutta la responsabilità ricade sulle tue spalle. Ora dovrai fare la spesa, dovrai prendere la colazione ad ognuno di noi, e dovrai svolgere quel lavoro extra che di solito rifili a me. "
" Colpa tua che ti fai investire, mocciosa. " sussurrò maligna Halle.
Dopo almeno un minuto e mezzo buono che Joy stette in silenzio guardando di traverso Halle, parlò: " Stai scherzando, vero? "
" Cosa succede? " domandò una voce piuttosto assonnata. Matt si era svegliato.
Con una mano spostò i suoi dannati capelli rossi, ancora più disordinati di come sono di solito e tolse i Goggles. La prima cosa, o meglio, persona che vide fu un ragazzo dai capelli biondi, vestito in maniera bizzarra; aveva un’enorme cicatrice che gli segnava il volto.
Mello, il suo migliore amico, colui con il quale ne aveva passate tante e che l’aveva accompagnato nella vita sempre.
Alla visione dell’amico sveglio Mello emise un sospiro di sollievo e sorrise, pian piano sempre più caldamente; il suo amico era salvo, almeno per quella volta gli era andata bene. Contava solo questo.
Anche Mail sorrise di rimando, e poi spostò lo sguardo su colei che si trovava alla sua destra, colei che aveva investito, inconsapevolmente ma l’aveva fatto.  La ragazza aveva dei folti, disordinati capelli viola; degli occhi scuri e profondi. L’iride si fondeva quasi con la pupilla. Il suo braccio sinistro era marchiato da un’enorme cicatrice viola-rossastra, il suo mento incerottato e nelle mani vi erano grosse cicatrici, ma erano poco visibili, probabilmente stavano già sparendo.
“ Non ci siamo già visti da qualche parte? “ domandò improvvisamente lei, scrutandolo sempre più a fondo.
‘ Merda ‘ pensò lui.
Prima guardò negli occhi Mello, che aveva già capito tutto, e poi Halle Lidner che gli faceva cenno di no con la testa.
 “ No, non ti ho mai vista in giro, mi ricorderei di una ragazza con un colore di capelli così particolare. “ sussurrò quasi il rosso, in preda al panico.
Se sbagliava qualcosa ne andava della missione. E soprattutto era finita per lui e per Mihael.
“ Sarà.. “ sibilò Joy; qualche secondo dopo tese la mano verso il ragazzo e disse “ Piacere, Joy. Non ti citerò, mi hanno riferito che l’incidente è stato tutta colpa del freno, che ha smesso di funzionare. “
I suoi occhi cercavano quelli di Matt che erano sempre sfuggenti. Un’abitudine di Joy era guardare negli occhi le persone con le quali sta parlando. L’ha sempre fatto.
Mail la strinse e si presentò a sua volta, incerto sulle parole che stava per dire. Avrebbe saputo comunque il suo nome, quindi meglio dirle quello vero.
“ Ma quando è successo quell’incidente? Ieri? E perché? “ domandò il giovane, che ricordava poco e niente.
“ Sì, ieri sera. Ero uscita a prendere una boccata d’aria quando ho visto la tua macchina scagliarsi contro di me e bla bla bla. “
Dopo la breve presentazione stettero tutti qualche secondo in silenzio, fino a che Joy non lo ruppe:
“ Lidner, passami il portatile. “ disse, cercando di nascondere un ghigno riferito al fatto che Halle sapeva che lei non poteva muoversi per via dell’incidente e avrebbe dovuto farle da balia per il tempo necessario.
Dopo qualche frecciatina da parte della donna, le passò il pc.
La ‘ viola ‘ lo accese velocemente e scrisse nella barra di ricerca del suo motore ‘ Sinergia ‘ . Cliccò sul primo risultato che le si era parato davanti.
“ La sinergia (dal greco συνεργός, che significa "lavorare insieme"), in generale, può essere definita come la reazione di due o più agenti che lavorano insieme per produrre un risultato non ottenibile singolarmente.
In un contesto organizzativo, considerato che un gruppo coeso ottiene risultati maggiori rispetto all'azione dei singoli, la sinergia può definirsi la maggiore capacità di resa di un gruppo grazie all'azione collettiva dei suoi membri. Queste conclusioni derivano da studi condotti da Jay Hall su una vasta casistica di elementi raccolti durante analisi delle attività di gruppo.
Il termine "sinergia" è stato raffinato da Richard Buckminster Fuller, che ha analizzato alcune delle sue implicazioni più pienamente e ha coniato il termine "sinergetico". La sinergia può essere intesa come l'opposto del concetto di entropia. Quindi fu forse più di una "scoperta", etimologicamente parlando. Essa infatti è:

  • Uno stato dinamico nel quale l'azione di gruppo è favorita rispetto a quella di un singolo
  • L'azione di cooperazione di due o più stimoli (o farmaci) che producono una reazione diversa o superiore a quella prodotta dagli stimoli individualmente. “
‘ La sinergia può essere quindi un legame ma anche un’azione fatta da molti individui. Che fossimo tutti legati da un fenomeno comune, in un modo o nell’altro? ‘rifletté la ragazza, mangiucchiandosi le unghie, un suo vecchio vizio tra i tanti che aveva.
‘ Lo scoprirò, lo giuro, fosse l’ultima cosa che faccio. Anche se non sono esattamente nelle condizioni di poter indagare.. ‘
Mentre Joy pensava, Matt accese la televisione che vi era in quella brutta stanza d’ospedale. A quell’ora c’era il TG.
“ Attenzione signori ascoltatori, ci hanno segnalato che Kira ha ripreso ad uccidere persone molto più frequentemente di come faceva in questo periodo. Molto probabilmente è un avviso, ci sta tenendo allerta, è per questo che dobbiamo comportarci come meglio possiamo, per non essere minacciati dall’inarrestabile fenomeno Kira. In media ogni giorno ne uccide almeno 15, tra scippi, furtarelli e abusi sessuali. “
 ‘ Quindi Kira ora si sta cominciando a darsi da fare.. ‘ pensò Joy, fissando il pavimento e riflettendo sempre di più. ‘ Non è da Kira I che ci si potrebbe aspettare tutto questo. E Kira II segue le istruzioni del primo. Quindi ci sono due possibilità; o il primo Kira sta impazzendo, o il secondo sta ribellandosi al padrone.

Effettivamente ci potrebbe essere anche un’altra opzione. Kira II è STATO SOSTITUITO. “
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“ James, non stiamo un po’ esagerando? “ chiese timidamente la sorella al fratello, scostandosi leggermente i capelli dalla faccia.
“ No, Ice. Dobbiamo punire le persone cattive come farebbe Kira al nostro posto e tu lo sai. Dobbiamo ripulire il mondo dalla feccia che lo infetta. “ rispose dolcemente James, guardandola negli occhi. “ Ci sono tante persone da punire nel mondo e noi le castigheremo. “
“ Credo comunque sia una cattiva idea, non avrei dovuto raccogliere il Death Note, da terra. “
“ Invece hai fatto la cosa giusta, se l’avesse trovato la polizia avrebbe avuto un indizio in più riguardo al caso Kira e il nostro paladino sarebbe stato scoperto e ucciso. “
“ Sei sicuro fratellone? E se Kira non fosse d’accordo su quello che stiamo facendo? “ domandò preoccupata lei, mangiandosi le unghie.

“ Daremo la colpa a quell’idiota che ce l’aveva prima. Infondo la calligrafia e perfettamente uguale non vedi? “
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“ Avevate chiamato? “ domandò una ragazza esile, bassina, dai capelli neri ed estremamente lisci.
“ Sì signorina. Abbiamo bisogno di lei, sappiamo che Ryuzaki non vorrà parlare con una psicologa, ma un tentativo lo dobbiamo fare. “ rispose Matsuda, raggiungendo l’approvazione di tutti gli uomini che erano presenti nella stanza. “ Lei è la signorina Jodie Gold, giusto? “

“ Hm, sì. “
" Bene, Ryuzaki è in quella stanza, bussi e attenda che le dica avanti. A volte ci vorrà un pò ti tempo ma glielo dirà. "
" Bene, ma perchè mi avete chiamata? Secondo voi è affetto da qualche patologia in particolare? "
" E' semplicemente anormale, nessuno si comporta come lui, è bizzarro strano, fuori da ogni schema. Speriamo possa aiutarlo. "
" Ci riuscirò. Guarisco tutti. "
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 Di tutta la gente che soffre, di tutte le persone ferite, di tutti gli esseri viventi e non che piangono per disperazione, amore, dolore.. ce n’è solo ¼ che soffre per davvero.
Jenny si svegliò di soprassalto, e realizzò che quell’incubo avrebbe potuto farle ritornare la voglia di alcolici. I suoi occhi lentamente si inumidirono, non sarebbe mai riuscita a togliersi dalla testa l’alcool, non ce l’avrebbe fatta mai. Era come una droga ormai, anche se non ne beveva più ne era ossessionata e tutto ciò l’avrebbe tormentata fino al giorno della sua morte. Decise di non fare uscire una sola lacrima e di godersi quella nuova giornata.
Poi improvvisamente si ricordò di quello che era successo il giorno prima, o meglio la sera prima.
Cosa voleva significare?
Il telefono prese a squillare con la sua vecchia suoneria, assillante, forte ma molto particolare.
“ Pronto? “ esclamò Jenny, ricacciando dentro le ultime lacrime di dolore.
“ Jenny, senti, sono Tota. Non è che potresti aiutarci con le indagini? So che hai fiuto per queste cose e ti pagheranno molto di più di quanto guadagni in quel misero negozietto. Allora, che ne dici? “
La bionda stette zitta per qualche secondo poi sussurrò:
“ E me lo chiedi anche? “

 








Nate__ si dispera e urla:


Okay, avete il permesso di uccidermi, ma tra scuola e ispirazione che non si faceva viva non ho proprio potuto scrivere un bel niente t_t
Ecco, qua vediamo come la vicenda di quella famosa sera comincia ad avere un senso; tutti e cinque cominciano ad essere coinvolti nel caso Kira.
Joy lo è sempre stata;
 Ice e James trovano il Death Note;
Jodie è coinvolta sia per Misa, sia per Ryuzaki.
Jenny ora fa parte della stretta cerchia di persone che indagheranno sul caso, quindi sarà a stretto contatto con L, non subito ma tra qualche capitolo già interagirà con lui.
Nello scorso capitolo abbiamo visto che è successo un gran casino; una situazione strana in cui tutti si comportavano come se avessero per un attimo perso il senno. Ed in effetti era così; quei cinque sono legati da questa vicenda e saranno ulteriormente legati da altri fattori che pian piano faranno capolino nella storia.
Vabbè è più corto ma almeno ho aggiornato t_t spero ve ne accorgerete, altrimenti manderò un messaggio ad ognuno di voi che recensiva <3
Sì sono una rompicazzo :3
Ringrazio 
 Rebl_fleur e  ShionBlueEyes !
Che hanno recensito lo scorso capitolo! Vi ringrazio infinitamente mie devote lettrici *o*
Sperando che vi piaccia.
Nate__
   
 
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