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Autore: ViolaNera    05/01/2012    6 recensioni
Il Trio.
Un trio che esiste ancora, senza più la sincerità di un tempo, soltanto grazie a Matt che fa da collante (inconsapevole) tra lui e Tino.
Non che si odino, ma crescere e ritrovarsi con una cotta per lo stesso ragazzo non li ha aiutati.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Danimarca, Finlandia/ Tino Väinämöinen, Norvegia, Svezia/Berwald Oxenstierna
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Come ogni giorno, dopo la scuola, si incamminano insieme tutti e quattro.

Sì, quattro. Lukas si unisce a loro soltanto quando non ha lezione di violino.

È più amico di Matt che suo, è un tipo di poche parole e piuttosto riservato (motivo per il quale lo trova un ottimo compagno di banco), ma sembra trovi piacevole la loro compagnia.

È un ragazzo bello e popolare, di famiglia benestante, educato, serio ed intelligente. A volte si chiede se non debba temere più lui come rivale in amore, anche perché Matt sembra letteralmente pendere dalle sue labbra quando spiega qualcosa che loro tre non sanno.

Osserva Matt e Lukas fermarsi ad un chiosco a prendere dei caffè ed annuisce quando gli chiedono se gli sta bene fermarsi un po' al parco prima di dividersi per tornare a casa.

Mentre si perde nei propri pensieri, qualcosa gli preme sull'avambraccio e lo strattona indietro. Si volta, trovandosi contro il bicipite uno sguardo viola di cattiveria inaudita.

«Tu. Con me», sibila Tino.

«Mh?»

«Muoviti. Dobbiamo parlare», bisbiglia, trascinandolo fino a sparire dietro alcuni cespugli del parco giochi.

Tino si accuccia ed emette un buffo verso di impazienza nel non vedersi imitato, quindi lo tira verso il basso per farlo finire in ginocchio davanti a lui. Lo fissa per qualche istante e si mette più comodo, incrociando le gambe.

«Berwald», comincia, estremamente serio. «Non credere che non sappia a cosa stai pensando», prosegue in tono cospiratorio.

«Ovvero», ribatte neutro.

«Parlo delle docce. So esattamente che razza di pensieri fai mentre lo guardi e lui non si accorge di niente», afferma, puntandogli l'indice al centro della fronte e guardandolo storto.

Berwald sogghigna. Non può trattenersi.

«Già, Mister “non sono capace a fare canestro come sei bravo Matt meno male che ho un amico come te”», lo punzecchia.

Vede Tino arrossire e cercare di balbettare qualcosa, ma lo zittisce con un gesto della mano e lo afferra per il polso ancora sospeso a mezz'aria tra loro, levandosi il dito dalla faccia. «Immagino che anche tu abbia delle fantasie, no?»

«N-n-non significa niente! Non voglio che tu faccia dei pensieri su Matt!», gli ribatte avvicinandosi.

Sono occhi negli occhi e dopo uno staring contest di qualche secondo, entrambi si rilassano e sospirano pesantemente, come svuotati dalla tensione.

«Ci diamo tanto da fare per farci notare, Tino, ma hai mai pensato che potrebbe voler stare con Lukas?»

Il finlandese soppesa quella considerazione osservando con interesse una farfalla sulla sua testa. «Non lo so. Credo che a Lukas piacciano le ragazze, ne ha sempre tantissime intorno.»

Avvicina la mano ai capelli biondi dell'altro, riesce a far posare la farfalla sul proprio indice e se la porta vicino al naso per guardarla da vicino.

Non significa molto, anche tu hai diverse ragazze che ti corrono dietro. E non distrarti con le farfalle.

«Non conosco i sentimenti di Lukas, ma i tuoi», esala infine, dopo averci riflettuto, liberando l'insetto con un gesto e guardandolo brevemente andare via, per poi riconcentrarsi sullo sguardo fisso dell'altro. «E ti ripeto che i tuoi pensieri porno mi infastidiscono.»

«Come se mi leggessi nella mente», puntualizza greve, sbottonandosi un po' la camicia.

«Ah-ah! Una confessione!»

«Tino, per piacere», borbotta, arrossendo ed abbassando la testa. Non ha alcuna intenzione di parlare di certi argomenti, è terribilmente a disagio.

Tino si spinge in avanti e lo scrolla per le spalle, avvicinandosi così tanto che per un terribile momento Berwald teme lo voglia baciare.

Ha tutto il tempo di notare ogni sfaccettatura cromatica delle iridi del ragazzo, pensa che sembrino cristalli che hanno intrappolato viole al loro interno e si scopre imbarazzato a morte, chiedendosi se sia normale formulare certe metafore sugli occhi di Tino in un momento in cui forse vuole sotterrarlo sotto la siepe di quel parco.

«Siamo amici, Ber?», gli chiede in tono d'un tratto dolce, quasi malinconico.

«Mh», mugugna, preso in contropiede.

Lo siamo, Tino? Lo siamo davvero? Non hai smesso di pensarlo?

«Allora lasciami fare. Non posso correre il rischio che da un momento all'altro tu possa saltare addosso a Matt vanificando i miei sforzi», annuisce tirandosi indietro e ripermettendogli di respirare. «Perché non è facile, per me, farmi notare. Specialmente se il mio avversario sei tu.»

Potrebbe anche essere un complimento nei suoi confronti, ma quello che accade dopo, molto velocemente, cancella le riflessioni di Berwald.

«Che...», comincia perplesso, fermandosi ad abbassare la testa per seguire con meraviglia le mani di Tino, le quali armeggiano con la chiusura dei propri pantaloni.

Oh.

No, “oh” cosa?!

«Tino!», esala senza fiato, prendendogli i polsi e sparando le loro braccia in alto. Sarebbe una scena comica (e lo sarebbe anche la posa statica), se non fosse mortalmente turbato da quello che stava succedendo.

«Che intenzioni hai?», lo rimprovera, duro, lasciandolo andare e ritirandosi su la cerniera con movimenti impacciati.

Le mani di Tino lo fermano prima che possa terminare, prendono le sue e le premono sull'erba morbida attorno a loro con decisione.

«Ho intenzione di allontanare quelle idee da te. È un buon modo, ne sono sicuro.»

«Posso farlo anche da solo, sai?»

«Non lo dubito, chissà quante volte lo fai pensando a lui! Così non succederà per un po' e dopo sarai più rilassato!»

«Chi ti dice che non possa pensare ugualmente a Matt se lo fai tu?»

Berwald è sconvolto, così tanto che riesce a dibattere sull'argomento, nonostante il solo pensare a certe cose lo renda un pomodoro.

«Ti conosco, hai troppa paura che possa beccarci qualcuno per riuscire a vagare con la mente altrove!»

«Tino, per l'amor del cielo! Sei fuori di testa, ti rendi conto?»

«Siamo amici», ripete il ragazzo più piccolo stringendogli i polsi, arrossito anche lui, ma determinato nello sguardo. «E non riesco a togliermi dalla testa il modo in cui lo guardavi nelle docce.»

Cerca di protestare con maggior enfasi, ma Tino si dimostra inaspettatamente forte. Lo blocca e fa saltare l'unico bottone dei pantaloni della divisa scolastica, abbassa la cerniera che era già scesa a metà, infila la mano dentro e comincia a sfregarla sopra la biancheria, prima di prendere la confidenza necessaria per superare quel limite.

Per tutti quei minuti, i loro occhi non si incontrano mai.


Berwald non ha una spiegazione logica (e da qualsiasi prospettiva guardi quello che hanno fatto nella siepe c'è solo un grossissimo ERRORE, in brillante rosso, che gli lampeggia in testa), ma quando ha cominciato a toccarlo non è riuscito a fermarlo.









-Angolo Autrice-


Coff. Ho alzato il rating.

No, non fuggirò. Mi limiterò a restare qui e guardare le facce di pietra che provano ad immaginare Tino che combina una cosa del genere. A Berwald. In una siepe.

Perché penso a Leopardi? Ho capito, taccio. No, non posso, devo spiegare! Magari offrire un tè zuccherato a chi è arrivato fin qui senza collassare, impreparato ai fatti.

C'è poco da dire, in fondo.

B. e T. hanno una cotta mostruosa per M. Si è capito.

T. è un pochino troppo determinato? Battagliero? Alla faccia del calcolatore.

Soprattutto, quello che ci chiediamo tutti è: che casso di idee ha?!

E funzionerà?


Alla prossima puntata! *w~

(Comincio ad amare questo angolino di follia.)

   
 
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