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Autore: Neni Huri    05/01/2012    0 recensioni
Intanto la neve continuava a scendere sempre più fitta. Si stava alzando anche un forte vento che produceva un cupo brontolio tra gli alberi e sollevava turbini di neve tutt’intorno. Per un momento tutti furono distratti dalla bufera che si stava preparando, quando accadde qualcosa di INCREDIBILE E SPAVENTOSO.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella sera Gianni cenò in tutta fretta e, ottenuto il permesso di alzarsi da tavola, corse di nuovo alla finestra che dava sul giardino. Lì, con la fronte incollata al vetro, ricominciò a spiare i fiocchi di neve che danzavano al buio.

Aveva seguito la rapida discesa dei primi, gelidi granelli. Li aveva visti rallentare la loro corsa e trasformarsi in grossi fiocchi, quasi brandelli di zucchero filato, che in poco tempo avevano ricoperto ogni cosa.

Forse per molti di voi vedere la neve non è poi così straordinario. Magari dalle vostre parti la neve torna ogni inverno. Ma dovete sapere che Gianni vive in una piccola città sul litorale abruzzese e, qui la neve non è cosa di tutti i giorni! E’ per questa ragione che lui stava di guardia alla finestra, quasi temesse che se si fosse distratto avrebbe smesso di nevicare. Di solito accadeva proprio così, una leggera spruzzata di bianco e poi basta. Non questa volta però. Lui ancora non lo sapeva, ma stava assistendo alla nevicata più abbondante degli ultimi VENTI ANNI!

Gianni aveva undici anni, una massa arruffata di capelli scuri e occhi verdi. Era magro , non particolarmente alto per la sua età e portava gli occhiali. Tutto ciò gli aveva fatto guadagnare il soprannome di Harry Potter. Non che la cosa lo disturbasse. Lui adorava i libri su Harry Potter, ma la sua somiglianza col maghetto si limitava all’aspetto fisico, per il resto Gianni non avrebbe potuto essere più diverso.

Innanzitutto lui aveva una famiglia che lo adorava, compreso il fratellino pestifero di cui era l’eroe. A scuola era molto bravo, soprattutto in Italiano, perché più di ogni altra cosa Gianni amava leggere: era un autentico divoratore di libri. Anche scrivere gli piaceva molto, e, in effetti, ora che ci penso,  un po’ di magia ce l’aveva anche lui: quella che metteva nelle storie che riusciva a inventare. Dovete sapere che coltivava il sogno di diventare un giorno un famoso scrittore, ma di sicuro,  questa bizzarra ambizione e il fatto che spesso si lasciasse trasportare dalla sua passione per draghi, elfi, e le altre creature, non lo aiutavano ad essere popolare tra i suoi coetanei. Per il momento, però, le uniche persone cui consentiva di leggere i suoi racconti erano la mamma e Lisa. 

Lisa era la sua migliore amica, forse l’unica degna di tale nome. A dire il vero anche lei guardava con un certo sospetto la sua passione per la lettura e la sua indifferenza per i video game, ma non per questo lo derideva, né lo considerava un tipo strano, forse pensava solo che non avesse proprio tutte le rotelle a posto, soprattutto quando si lasciava  trasportare un po’ troppo dall’immaginazione. Le aveva telefonato nel pomeriggio e si erano dati appuntamento per la mattina dopo, di buon’ora. Sarebbe stata domenica e prima di recarsi a Messa sarebbero passati al parco a fare un certo lavoretto.

 

La danza dei fiocchi s’era fatta più vorticosa. Ora venivano giù fitti fitti. Pareva davvero che più intensamente lo desiderava, più forte nevicasse. Il pensiero lo fece sorridere.

In giardino si distinguevano solo gli alberi più alti, con i rami curvi sotto il peso della neve, tutto il resto giaceva informe sotto una spessa coperta bianca. Le luci natalizie e il piccolo lampione diffondevano un chiarore soffuso che dava al paesaggio un aspetto irreale. A Gianni sembrava lo scenario incantato di Narnia e il desiderio di uscire per immergersi in quell’atmosfera si fece irresistibile.

-Mamma, posso scendere in giardino? Ti prego, ti prego… -

Le saltellava intorno con le mani giunte supplicandola col suo tono più convincente.

-Ti rendi conto che sono quasi le dieci? Dovresti essere già a letto.- Aveva replicato sua madre  mentre finiva di sistemare la cucina.-

-Solo cinque minuti, ti prego!- aveva insistito Gianni.-

-Ma… sta nevicando e fa freddo… e poi rischi anche di scivolare e romperti una gamba.-

Aveva obiettato la mamma. Sapeva che gli stava fornendo delle argomentazioni più che ragionevoli per non uscire, ma lei stessa avrebbe avuto voglia di passeggiare per la strada e godersi quell’atmosfera magica, e non aveva escluso di farlo, non appena avesse messo i bambini a letto. Era una sognatrice e Gianni le somigliava: nessuno più di lei capiva il suo desiderio.

L’esitazione di sua madre gli fece capire che c’era uno spiraglio di possibilità, e lui ci s’infilò di slancio.

-Mi copro bene e sto attento, prometto!-

Si affrettò a indossare giacca e scarponi e, prima che sua madre avesse il tempo di pensarci meglio, lui era già sgusciato fuori di casa.

Il peso della neve aveva piegato le canne del piccolo boschetto di bambù, creando un vero e proprio tunnel sulla scala che portava in giardino. Gianni scese con cautela i gradini di legno appena abbozzati sotto lo strato di neve, reggendosi alla ringhiera per non scivolare. Fu costretto a curvarsi per passarci sotto; era sicuro che bastasse scuotere solo un po’ quelle canne per liberarle, ma non aveva alcuna intenzione di farlo: così c’era più gusto! Nella sua mente quello era un passaggio segreto che lo avrebbe fatto sbucare in un mondo fantastico. Quando arrivò ai piedi della scala, si sentì come Lucy appena uscita dal magico guardaroba. Si diresse verso il lampioncino vicino al cancello. Da lì aveva una visione completa del giardino innevato. Era quasi certo di sentire dei campanelli da slitta in lontananza e si nascose dietro un cespuglio per non farsi scoprire dalla Strega Bianca. Quando il pericolo fu passato, uscì dal suo nascondiglio e gli parve di scorgere il Fauno Tumnus che si nascondeva dietro il tronco del vecchio melo.

-Signor Tumnus! – lo chiamò - Non aver paura! Sono io, Gianni. Stavo venendo a bere una cioccolata calda a casa tua, così potrai mostrarmi i tuoi libri antichi.-

Gianni conosceva la storia quasi a memoria, ma gli piaceva prendersi qualche licenza e faceva degli adattamenti quando giocava a fare finta di… Tanto per metterci qualcosa di suo e personalizzarla un po’.

Entrò con l’immaginario signor Tumnus nel piccolo cottage di legno che i suoi genitori gli avevano costruito in un angolo del giardino, accese il vecchio termosifone a olio, prese dalla panca Le Cronache di Narnia, uno dei suoi libri preferiti e si sdraiò sul comodo letto a leggerne alcuni passi. Ogni tanto sbirciava fuori dalla piccola finestra per accertarsi che nevicasse ancora.

Peccato che Lisa non sia qui! Potrebbe fingere di essere lei Lucy ed io il signor Tumnus.

Il tepore si diffuse nel piccolo ambiente in pochi minuti, l’ora tarda e il letto accogliente fecero il resto. Gianni si addormentò. Il libro gli scivolò dalle mani proprio com’era successo a Lucy con la tazza di tè.

 

  
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