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Autore: Stay Strong    06/01/2012    0 recensioni
Jeanette, una ragazza che dopo tre anni di vita favolosa a New York, tra celebrità e negozi alla moda, ritorna nel paese in cui è nata, in Texas. Qui fa nuove conoscenze, ma soprattutto dovrà fare i conti con una vecchia storia lasciata in sospeso..
(ff di una mia amica)
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-"Ti sarò sempre accanto, non ti lascerò mai."- Quelle parole mi rimbombavano nella testa ogni volta che pensavo a lui, Zayn.

Ormai erano passati quasi tre anni dall'ultima volta che avevamo parlato. Lui aveva un anno in più di me, ma ad un tratto era diventato troppo grande, improvvisamente.
I giorni quando mi faceva visita a casa, i pomeriggi passati a giocare con lui, quelle risate che riempivano la casa.. ormai quei momenti appartenevano solo al passato.

-Principessa, sei felice di iniziare il liceo domani?- mio padre se ne stava seduto sul divano a guardare la partita.

-Si- mi limitai a dire.

-E cos'è questo tono? Da quel che sento non mi sembri affatto contenta- spense la tv. E non era un buon segno, non interrompeva mai le partite se non per cose serie.

-Niente- mi guardò con quel suo sguardo paterno -solo che domani devo andare di nuovo a scuola.. le vacanze sono passate troppo in fretta e non riesco a pensare che siano già finite- gli sorrisi ma lui aggrottò la fronte.

-Va bene, se si tratta di ragazzi dovresti parlarne con la mamma- si avvicinò per darmi un bacio sulla fronte -nessun ragazzo dovrebbe farti soffrire.- Le sue ultime parole prima di uscire dalla stanza.
Mi alzai e andai in camera -"ok, basta non pensarci"- mi buttai sul letto.

-Posso entrare?- disse mia madre bussando alla porta; suo malgrado mi fece spuntare un sorriso.

-Si- mi tirai su a sedere.

-Allora, tutto ok?- si mise comoda accanto a me e mi accarezzò la guancia.

-Si.- la guardai- papà ti ha mandata da me vero?- le sorrisi.
Lei annuì.

 -Ma gli avevo detto che non avevo niente! Davvero è tutto a posto,- sospirai - sono solo in ansia per domani, niente di grave tranquilla- l'abbracciai.

- Tesoro, so che sei preoccupata perchè dovrai ricominciare tutto daccapo.- mi disse stringendomi la mano.

 -Vedrai che presto troverai nuovi amici, ritornerà tutto come prima.- Quel "ritornerà tutto come prima" mi mise malinconia. Cosa sarebbe successo se non ci fossimo trasferiti? Dopo la morte del bis-nonno Gianni, il papà aveva ereditato un appartamento a New York, un enorme attico lussuoso a Manhattan e per di più nel testamento il nonno gli aveva lasciato il comando di tutta l'azienda di famiglia. Perciò si sarebbe occupato di una delle riviste più famose dell'intera nazione: "Fashion Victim". Il che era impensabile, dato che lui non aveva mai avuto interesse per questo genere di cose. Inizialmente aveva esitato , ma poi la mamma era riuscita a convincerlo e alla fine avevano deciso che ci saremmo trasferiti nella grande Mela.
Avevo solo 13 anni e per me era un sogno vivere nella città più famosa dell'intero mondo: New York City. L'amore per la moda nacque proprio in quegli anni e fu anche grazie a nonno Paul che riuscii a realizzare alcuni vestiti disegnati da me. Mi aveva trasmesso la passione per l'arte e per il disegno e, non per vantarmi, ma ero anche piuttosto brava.
L'unico motivo per cui ero indecisa se partire o meno per una nuova avventura, verso una nuova vita, era Zayn. Per i primi sei mesi ci chiamavamo almeno tre volte al giorno, ma più il tempo passava meno ci sentivamo. Io era presa ad andare in giro per i negozi, a disegnare la mia linea, a conoscere nuova gente: dai personaggi famosi come Katy Perry o Lady Gaga, agli stilisti come Donatella Versace o Armani.  Incontrai anche Chris Colfer e Darren Criss ad una sfilata di Channel durante il fashion week autunnale. Ero all'apice della felicità e non avevo mai tempo per chiamare il mio migliore amico; ma anche lui nel frattempo era andato avanti con la sua vita: aveva iniziato a uscire sempre di più con gli amici e aveva conosciuto alcuni ragazzi al liceo che avevano la sua stessa passione: cantare. Usciva con le ragazze, giocava a pallacanestro, suonava con il suo nuovo gruppo, era a capo del comitato studentesco. Insomma ben presto divenne molto popolare a scuola e come se non bastasse veniva considerato il più bello del liceo. Non che da piccolo non lo fosse, ma con il tempo era diventato ancora più bello e lui questo lo sapeva benissimo. Centinaia di ragazze gli morivano dietro e lui ovviamente usciva solo con le più fighe, anche se io le avrei definite oche. Cominciò a fumare,a bere e a fare feste epocali. Le ragazze che non potevano averlo se lo sognavano la notte, tentavano di parlargli, ma appena lui le guardava dritte negli occhi, queste si scioglievano come gelato sotto il sole. E lui compiaciuto da questi attenzioni non ebbe più tempo per pensare alla sua migliore amica. Ogni volta che chiamavo a casa sua o al suo cellulare lui era o fuori con gli amici o non poteva parlare,quindi ben presto non lo chiamai più.
Dopo un anno divenni anche io popolare nella mia scuola: il fatto che i miei erano molto ricchi e che dirigevano "Fashion victim" faceva si che io venissi considerata molto importante e non solo per questo, ma anche perchè ero diventata molto amica di personaggi famosi, sopratutto di Chris e Darren. Quest'ultimo passava molto tempo con me  e, contrariamente a quello che dicevano, era totalmente etero. Io mi affezionai talmente tanto a lui che alla fine mi presi una bella cotta, anche se questo non glielo dissi mai. Chris però lo sapeva, ma nonostante fossero molto amici e si raccontassero tutto decise di tenere il segreto solo per sé, un segreto solo per noi due, proprio come migliori amici.
Erano passati all'incirca tre anni, i tre anni migliori della mia vita, quando i miei decisero di tornare nel Texas, adottando un qualche sistema per dirigere l'azienda anche da casa. A loro mancavano i loro amici, la vita tranquilla e non frenetica come quello che c'era nella grande mela e notarono che la nostra famiglia pian piano si stava sgretolando, poichè non avevamo mai tempo da passare insieme. Poi arrivò la grande notizia: la mamma aspettava un frugoletto, un bel maschietto, per la felicità di papà. Quindi le serviva tornare nel ranch texano dove ero cresciuta. Un posto tranquillo dove poter crescere un bambino a contatto con la natura e gli animali. Non mi dispiaceva affatto tornare nella mia vecchia casa, nella mia vecchia città. Quegl’ ettari di terreno e i miei cavalli mi erano mancati tantissimo, mi erano mancati i nonni e sopratutto gli amici. Non mi preoccupava lasciare la mia vita newyorkese e i miei amici, sarei comunque tornata per le vacanze. Riguardo a Chris e a Darren mi avevano promesso che ogni volta che potevano sarebbero venuti a trovarmi e durante le vacanze avrebbero dormito a casa mia e sarebbero restati nel nostro ranch per un paio di settimane. Quindi partii tranquilla. Ma appena arrivai nel Texas notai che non era più come prima.

-Tesoro, ti va di andare a fare compere questo pomeriggio?- disse la mamma, accarezzandosi la pancia.

-Certo!- sorrisi.

Quel pomeriggio andammo al centro commerciale, mentre il papà rimase a casa a lavorare. Venne con noi anche Charlotte, la cameriera della mamma, che ci aiutò a portare le buste. Mentre loro due erano indecise su quali vestiti prendere per il bambino che sarebbe nato fra due mesi, io ero in giro in altri negozi da sola con alcune buste in mano, il portafoglio ancora pieno e con la voglia di comprare tante cose. Entrai nel negozio A&F. Mi guardai intorno e c'erano dei bei commessi, uno in particolare, che mi osservava sorridendo,  mi venne incontro.
-Posso aiutarla?- mi sorrise mostrandomi la dentatura perfetta.

-Si beh ehm.. penso di aver trovato quel che volevo- presi una gonna e una maglietta.

-Questi fanno parte della nuova collezione primavera-estate di quest'anno-

-Oh perfetto!- non sapevo che dire.

-Le serve altro?- mi indicò il reparto vestiti - proprio oggi ci sono arrivati i capi della nuova collezione- mi sorrise.

-Che tipo di vestiti sono?- gli chiesi curiosa.

-Arrivano direttamente da New York e Taylor Swift ci ha fatto il servizio fotografico, le foto sono state pubblicate nella rivista "Fashion Victim", la conosce?- mentre lui parlava io osservavo le sue labbra, così sottili.

-Oh, davvero?- dissi -"come se non l'avessi visto.. ero con Tay quando ha fatto il servizio e ho già quei vestiti a casa. Qui sono un po' indietro"- pensai divertita , ma decisi di reggere il gioco. - Beh se l'ha indossato Taylor Swift, devo assolutamente vederli- gli sorrisi.

-Le faccio strada- disse con gentilezza.

Arrivammo nel reparto e tutti i capi d'abbigliamento che c’erano io già li conoscevo e uno di questi l'avevo visto anche nei bozzi degli stilisti Aber.
-Pensavo ci fossero altri vestiti..- feci una smorfia.

-Non sono di suo gradimento?- quel suo modo di parlare mi ricordava tanto un ragazzo di famiglia nobile. Troppo educato per essere un normale adolescente.

-No, cioè si.. mi piacciono ma questi li ho già a casa- cercai qualcosa di nuovo.

-Come? Non credo sia possibile... sono nuovi di zecca e...- era incredulo da quel che aveva appena sentito.

- Beh si.. ce li ho già a casa e li ho comprati due settimane fa- annuii.

- Si può sapere da dove vieni?- mi chiese curioso.

- Dalla stessa città da cui provengono questi vestiti. Se vi arrivano nuovi capi verrò sicuramente a trovarvi, ovviamente solo se non li ho già a casa- Avevo pronunciato quelle parole con un tono di superiorità. Me ne andai verso la cassa a pagare la maglietta e la gonna. Prima di uscire dal negozio mi girai verso quel ragazzo e gli sorrisi, ma la sua espressione mi disse che non dovevo stargli molto simpatica.

-"Grande Jè! Ti sei fatta nuovi nemici"- pensai sbuffando.
Vidi un Arnold's Coffee e decisi di entrare a prendermi un bel milk-shake al gianduia.
Ero seduta su una poltrona a bere tranquillamente la bevanda fresca quando mi vibrò il cellulare; lo presi dalla tasca dei pantaloni e guardai lo schermo : “Vacanze di due settimane dopo le riprese della nuova serie, fra un mese veniamo da te.. preparati! Ti voglio bene mi manchi troppo! Un bacio, Chris" Quel messaggio mi mise davvero di buon umore e cominciai a fantasticare come sarebbe stato bello se Chris fosse stato lì a raccontarmi quel che gli era successo da quando ero partita, che programma avesse per la sera e sopratutto a parlare di Darren.

-La miss newyorkese?- alzai lo sguardo e vidi il commesso Aber.

-Ehi, ma sei tu!- gli sorrisi.

-Quindi tu sei di New York? E che ci fai nel Texas, ti sei persa?- si sedette davanti a me.

-In realtà io sono nata e cresciuta qui, ma per tre anni mi sono trasferita a New York con i miei. E ora eccomi di nuovo qui.-

-Ma non ti ho mai visto prima. Dico, in giro. E una ragazza come te di certo non passa inosservata- mi disse facendomi l'occhiolino.

-Beh sono qui solo da una settimana e sono rimasta a casa. Cioè, fino a stamattina-

-Capisco.. ah comunque mi presento, mi chiamo Louis- mi tese la mano.

-Piacere Jeanette.- gli strinsi la mano e sorrisi.

-Beh devo proprio ritornare al lavoro e se hai bisogno di qualche altro vestito che non hai, sai dove trovarmi- si alzò, mi fece l'occhiolino e uscì dalla caffetteria.
Rimasi imbambolata a guardarlo allontanarsi -"Certo che è davvero simpatico, oltre ad essere così carino"- pensai.
Dopo avere finito il milk shake decisi di ritornare da mia mamma e da charlotte.

-Andiamo a casa?- mi chiese vedendomi arrivare.

-Si, dovresti riposarti- le sorrisi. Lei mi abbracciò.

-Ok, allora andiamo-

Prima di uscire dalle porte scorrevoli mi ricordai che dovevo fare la ricarica del cellulare - Mi potete aspettare in macchina? Non mi ci vorrà molto, vado a fare la ricarica- dissi.

Certo tesoro, fai con calma- notai che era davvero stanca.

-Signorina, le posso portare le buste in macchina- charlotte mi prese i sacchetti.

-Grazie.- ritornai nell'edicola che avevo visto prima.
Fortunatamente non c'era tanta gente e quindi non ci misi molto. "Ricarica fatta, non vedo l'ora che veniate! Anche tu mi manchi troppo! Un bacio enorme, lots of love, jè" risposi a Chris e dopo due minuti qualcuno mi chiamò.

-Pronto?-

-Parlo con la signorina Jeanette?- rise la voce, quella voce inconfondibile. Sorrisi.

- Si, sono io, con chi ho l'onore di parlare?- come se non lo sapessi già.

- Darren Criss, solo un comune mortale a cui manchi un sacco- la sua voce aveva un tono nostalgico.

- Oh, ma va! Tu per niente! Sai, si sta bene senza di te qui- risi.

-Sei peggio della Silvester! Davvero non ti manco?- me lo immaginavo con la sua faccia da cucciolo.

-Secondo te? Quand'è che vieni? Dopo le riprese?- gli chiesi mentre mi avviavo verso l'uscita.

-No -  risposta secca.

-Non vuoi più venire?!- mi fermai di colpo sul punto di piangere -"Ma che ho fatto questa volta?"- pensai preoccupata.

-Scusa devo andare, ti chiamo più tardi, comunque ci vediamo sabato.- riattaccò.

-No scusa cosa?- ero confusa, ma parlavo da sola, lui aveva terminato la chiamata.
"Ha detto sabato?" continuai a pensare. Quando ero sul punto di uscire, le porte scorrevoli si aprirono e guardai il ragazzo che stava entrando. Mi passò accanto; era insieme ad una ragazza bionda che gli teneva la mano. Lui mi fissò e mi seguì con lo sguardo. Un vuoto mi venne allo stomaco, il cuore impazzì e l'agitazione mi scosse tutte le cellule nervose. Non ero sicura che fosse lui quindi mi voltai e lo vidi voltarsi e guardami. Ci fissammo a lungo fino a che non si mischiarono tra la folla. Mi fermai all'entrata del centro commerciale con il cuore in gola e il respiro affannato.

-Tesoro va tutto bene?- sentì la voce della mamma provenire dalla macchina.
Mi voltai di colpo cercando di non farle capire la mia agitazione. Mi sentii sbiancare e cominciai a sudare freddo. Annuii senza dire niente ed entrai nella macchina. L'autista chiuse la portiera e ci avviammo verso casa.

-Signorina si sente bene?- Charlotte era preoccupata, mi conosceva troppo bene e con lei non potevo mentire. Oltre ad essere una cameriera era anche la mia così detta "psicologa". Mi dava consigli su tutto, mi consolava quando Chris, Darren o i miei genitori non c'erano.

-Si, tranquilla- cercai di sorriderle, ma senza successo.

-Sembra che abbia visto un fantasma- risero le due donne.

-Già, un fantasma..- guardai fuori dal finestrino. -"Un fantasma del passato. Un solo nome. Zayn."- pensai trattenendomi. 

  
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