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Autore: Vichan    23/08/2006    14 recensioni
“Ti faccio così schifo?! Non ti preoccupare non accadrà mai più!” disse Hermione più furibonda che mai. Se avesse avuto a sua disposizione un martello gliel’avrebbe certamente scagliato addosso. Nuova fanfiction^^ rispetto alla prima da me pubblicata questa è più lunga, mi auguro di aver fatto un buon lavoro.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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No

“No! Un bacio coercitivo, no!”

 

Era appena terminata la speciale lezione di Cura alle creature magiche indetta per tutti gli studenti di Hogwarst e gli alunni del sesto anno si accingevano a ritornare al castello, con il viso di chi ha appena conosciuto qualcosa di cui non si è ancora certi se essere meravigliati o inorriditi. Harry Potter e i suoi due migliori amici erano gli ultimi della fila, dopo Draco Malfoy e i suoi due fidi scagnozzi.

 

“Io ancora non ho capito se il mio mostro fosse maschio o femmina…” disse Ronald Weasly, mentre si grattava la testa cercando di ricordare ciò che Hagrid aveva detto sul come stabilire il sesso di quella nuova specie di creature, che Harry trovava tanto simili a dei conigli ma con il muso da maiali e i denti da tricheco.

 

“Ma Ron bastava che guardassi…ehm… avvicinati: te lo dico sottovoce, non vorrei che qualcuno equivocasse. propose Hermione e Ron le obbedì.

Si chinò perché lei potesse arrivare al suo orecchio e facendo leva sul suo avambraccio Hermione si sollevò sulle punte. Ron pensò che anche quella posizione poteva fornire ragione di equivocare ma non glielo fece notare, dopotutto non gli dispiaceva per niente avere Hermione così vicina.

 

“Hihihi, ma dici davvero?!” chiese divertito Ron. “Certo!”

 

“Bè comunque ci potevo arrivare anch’io, ma credevo fosse più complicato: invece sono circa come tutti gli animali.”A entrambi si imporporarono presto le guance: l’argomento aveva un ché di imbarazzante ma in realtà il contatta fra i due, ancora nella stessa posizione, ne era la vera causa.

 

“Granger, cerchi di farti Weasly per poter dare un giorno ai tuoi figli un sangue migliore del tuo?! Bè, non so che ne otterrai...”  disse sprezzante il ragazzo dal viso pallido e i capelli platino davanti a loro, vedendoli così vicini e in armonia. Il rossore che prima aveva lievemente colorato i visi di Ron e Hermione aumentò a dismisura, sia per l’imbarazzo sia per la rabbia.

 

“Taci Malfoy, idiota!” intervenne Ron fermando Harry che si accingeva a tirare fuori la bacchetta.

 

“Ti senti offeso Weasly?! E’ colpa tua, che ti affianchi ai mezzosangue. D’altronde sei un tale fallito, come tuo padre: ti puoi giusto permettere la Granger, però non ti dai abbastanza da fare sai… che ne dici di una mano?!” detto ciò rivolse uno sguardo complice ai due Serpeverde che si erano posizionati alle spalle dei Grifondoro.

 

Successe tutto in pochi attimi: le loro teste furono sottoposte alla pressione di due forti mani e i loro visi, già così vicini, si trovarono a una distanza di millimetri finché un’ ultima pressione fece sì che le loro labbra si unissero. Harry dopo un primo momento di sciok ebbe il buon senso di scagliarsi su Tiger e Goyle allontanandoli. Ron e Hermione si erano resi conto troppo tardi di quello che stava per accadere,  per qualche secondo rimasero incoscienti e immobilizzati nel bacio a cui erano stati costretti. Poi improvvisamente gli colse un fremito e sbarrarono gli occhi, staccandosi l’uno dall’altra contemporaneamente. Hermione sembrò impazzita all’improvvisò, tirò la borsa piena di libri addosso a Malfoy che sghignazzava incessantemente e che si allontanò tutto soddisfatto, poi si girò verso Ron con l’intento di sbiascicare qualche scusa anche se non sapeva perché, ma ciò che vide le fece cambiare idea. Ron era rimasto in un primo momento completamente basito e poi sconvolto dalla reazione della sua amica: non era riuscito a dire una parola per calmarla e nulla per reagire contro Malfoy, aveva solo meccanicamente portato la manica della camicia alla bocca per asciugare i residui del bacio, permanendo in quello stato catatonico.

 

“Ti faccio così schifo?! Non ti preoccupare non accadrà mai più!” disse Hermione più furibonda che mai. Se avesse avuto a sua disposizione un martello gliel’avrebbe certamente scagliato addosso. Raccolse la sua borse ma aveva pena di sottoporla a un altro volo, così semplicemente scappò via seguita dagli occhi di tutti coloro che avevano assistito alla scena e soprattutto dalle risatine delle oche della classe che avrebbero avuto da chiacchierare per tutto il fine settimana.

 

“Ma insomma! Potevi almeno dirle qualcosa.” disse Harry scrollando il braccio di Ron per riportarlo alla realtà. Il Grifondoro alzò lo sguardo fino allora tenuto basso e senza dire una parola si incamminò lentamente verso la scuola.

 

Hermione era corsa su nel dormitorio femminile e le ci volle una bella camomilla prima di riuscire a calmarsi dall’agitazione, addirittura per quel giorno pensò di abbandonare i compiti della settimana seguente che aveva deciso di anticipare. Pensava e ripensava continuamente a quel bacio, se lo si poteva definire così poi… non era stato niente di ché: solo un fugace contatto di labbra senza alcun significato e sentimento, che aveva però soddisfatto una piccola e nascosta parte del suo inconscio. Se il suo cuore non riusciva a smettere di cominciare a battere più forte ogni qualvolta ricordava le labbra di Ron unita alle sue, la sua testa era ossessionata dal cercare di dare una spiegazione al gesto del ragazzo al termine di quel contatto. In un primo momento era convintissima che Ron, rimasto talmente disgustato dall’accaduto, non era riuscito a resistere dall’asciugarsi presto le labbra, ma più tardi a mente lucida si era resa conto che in fondo il suo gesto non era così strano e offensivo: il loro non era stato un vero bacio, solo una coercizione e a dirla tutta anche lei aveva asciugato le sue labbra. La questione poteva allora definirsi chiusa, rimaneva farlo sapere a Ron donde evitare altre imbarazzanti situazioni. Per quella sera tuttavia si disse che ne aveva avuta abbastanza e così decise di andare a letto presto.

                                                         

                                                                          ***

Camminava solitario per i corridoi della scuola mentre si recava a colazione e aveva l’impressione che ogni Serpeverde incontrasse, fosse affetto da una strana bronco polmonite che lo faceva tossire provocando un suono che ricordava tanto un “Kiss…kiss” detto divertito. Si era alzato piuttosto tardi quella mattina e quando Harry aveva cercato di svegliarlo doveva averlo trattato malissimo, perché trovò le sue pantofole sul davanzale della finestra mentre fuori pioveva. Giunto in Sala Grande tuttavia, Harry lo accolse accanto a sé piuttosto calorosamente: doveva aver pietà di lui o forse la sua vendetta lo aveva soddisfatto abbastanza.

 

“Buongiorno Ron, siediti qui!” disse il bambino-sopravvissuto indicando un posto a sedere alla sua destra, proprio di fronte ad  Hermione che evitò ogni sguardo e ogni saluto. Nel tentativo di evitare un imbarazzante silenzio Harry fece come se nulla fosse e continuò dicendo:

 

“Oggi ci vediamo alle lezioni di Trasfigurazione e Pozioni, mentre nel pomeriggio io e Ron andiamo a Divinazione e tu ad Antiche Rune, esatto?”

 

“Mmmh…” fu la risposta di Hermione, che continuava a mangiare fissando il contenuto del suo piatto.

“Io ora vado, ho delle cose da sistemare prima di Trasfigurazione.

Così dicendo Hermione terminò il suo ultimo boccone e volò via.

 

“Harry, credi che dovrei dirle qualcosa?” finalmente Ron si era deciso a parlare con l’amico di ciò che era accaduto il giorno prima: in realtà Harry voleva esserne tenuto fuori il più possibile ma l’atteggiamento di Ron lo iniziava a preoccupare.

 

“Direi proprio di sì! Ma non chiedermi cosa dirle perché non so come aiutarti.

“Grazie…” fece stanco Ron.

 

 

Dopo la più lunga, almeno a suo dire, ora di Pozioni mai vissuta, Hermione era decisa a porre fine al suo mutismo con Ron.

 

“Ron!” lo chiamò mentre usciva dall’aula. “Devo parlare con te. Seguimi!” si voltò e senza neanche accertarsi che lui le fosse dietro si recò in Sala Comune certa che fosse vuota, poiché ormai tutti gli affamati Grifondoro erano già diretti in Sala Grande. Giunti a destinazione la situazione si presentò come prevista da Hermione.

 

“Dunque, Ron…” era intenzionata a parlare lei il più possibile e di mettere così fine ai suoi turbamenti.

 

“Chiariamoci subito!  Ciò che è successo ieri non è stato niente, dimentichiamolo! La mia reazione è stata esagerata, quindi scusami. Ok?” chiese sperando che lui si limitasse ad annuire.

 

“No!” disse serio Ron. “Come?” chiese lei.

 

“No! Un bacio coercitivo, no!” disse quasi meccanicamente: quella frase se l’era ripetuta tutta la notte.

 

“Che cosa stai dicendo, scusa?!” fece Hermione, con l’aria di chi si trova davanti a una sorta di enigma dalla cui risoluzione sente che dipenderà qualcosa di fondamentale.

 

“Ieri tu hai detto che non accadrà mai più e sono d’accordo con te: non dovrà più succedere che io e te ci baciamo…perché qualcun altro ci costringe. Però… se sei tu a volerlo, io non mi tirerei indietro. Disse le ultime parole tutte d’un fiato diventando rosso fuoco in zona orecchie e guance. Poiché Hermione rimaneva zitta, decise di continuare.

 

“Cioè, quello che voglio dire è che… bè, su una cosa ha avuto ragione Malfoy: non mi sono dato abbastanza da fare… con te: sempre a bisticciare, a evitare in qualsiasi modo di dirti ciò che veramente sento… ecco ora credo che tu debba sapere che…”

 

“Sì!”

L’esclamazione di Hermione lo interruppe e lo sorprese, non le aveva fatto alcuna domanda: a cosa si riferiva.

 

“Come scusa?!

“Sì, io vorrei che tu non ti tirassi indietro…” disse con un filo di voce.

“Quindi posso…” chiese cautamente.

“Sì!”

 

Ron era al settimo cielo: aveva meditato tanto la sera precedente sul perché della sua reazione così  inconsueta; su quella di Hermione così estranea a lei; su cosa volesse veramente e sul fatto che forse era ora di smettere di fare il bambino. Aveva capito che quel bacio non era ciò che voleva, ma solo una deformata manifestazione dei suoi desideri: il primo bacio tra lui ed Hermione arrivava ora.

Preso dall’euforia iniziò ad avvicinarsi velocemente a lei lontana un paio di metri, il sorriso non gli si staccava dal viso e i suoi occhi erano incollati a quelli ridenti di lei: il fatto che non guardasse dove mettesse i piedi gli costò un capitombolò causato dal poggia piedi posto sulla sua traiettoria. Hermione si accorse appena in tempo dello scontro per venirgli incontro: Ron le cadde addosso pesantemente e entrambi furono schiacciati sul pavimento dalla forza di gravità. Dopo un momento di imbarazzo totale, i due scoppiarono a ridere di gusto.

 

“O mio dio! Scusa Hermione, non volevo buttarmi addosso a te. Disse Ron ridendo. Lui allora cercò di rimettersi su, ma lei lo bloccò tenendolo per il braccio: Ron girò il viso verso Hermione con espressione interrogativa e vide quella seria di lei, poi il suo viso sempre più vicino. Le loro labbra si unirono per la seconda volta ma questa fu ciò che desideravano entrambi. Dopo qualche secondo si staccarono sorridenti ed Hermione gli fece notare che dovevano un grosso favore a Draco Malfoy.

 

“Hai ragione! magari più tardi vado a ringraziarlo: credi che apprezzerà un bacio anche lui?!”

 

Note dell’autrice:

 

Salve! Questa è la mia seconda ff: forse avrete capito che sono un amante di questa coppia^^

In effetti mi avete scoperto. Tengo a ringraziare i lettori della mia precedente storia: mi avete davvero colpito, non credevo in tante buone recensioni. Spero di non aver deluso con questa.

Grazie e alla prossima.

 

 

 

  
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