Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: tsubychan1984    06/01/2012    9 recensioni
Storia ispirata alla bellissima "Blaine Anderson presents: The Pips!" e alla coppia Hummerwood. E se Kurt avesse scelto Thad al posto di Blaine? La storia di questa magnifica coppia con la partecipazione dei Warbles e delle New Directions. Enjoy!
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kurt Hummel, Un po' tutti, Warblers/Usignoli
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

- Non capisco perché bocciate sempre le mie proposte.-

- Chiudi il becco Thad.- sbuffò Wes, mentre David ridacchiava divertito. I tre stavano tornando dalla riunione dei Warbles, in cui avevano cominciato a discutere delle esibizioni per l'assemblea di fine anno.

- “Welcome to the black parade” è perfetta.- rincarò Harwood.

- E' l'assemblea di fine anno. Dovrebbe essere una specie di grande saluto, non una pedata nel sedere.-

Il moro fece spallucce.- Almeno passiamo subito il giusto messaggio: il mondo là fuori è una merda. E se proprio non la volete potreste lasciarmi fare il numero su “Everybody loves me” dei One Republic. Non è altro che la pura verità.-

- David, ti prego uccidilo.- mugugnò Wes.- Io non ne ho più la forza.-

Thompson ridacchiò di gusto.- Sembrate due bambini dell'asilo ragazzi, davvero. Alle volte mi sento come una baby-sitter.-

- Grazie eh.- commentò l'asiatico, aprendo la porta della camera, mentre Thad scoppiava a ridere con David.- Voi lo avete già finito il saggio di storia?-

- Quasi, mi sono un po' incasinato sulla versione di greco.-

- Forza ragazzi, solo un altro mesetto!- esclamò il ragazzo di colore, cercando di portare un po' di conforto.-

- Ok dai, ci vediamo dopo, quella roba non si tradurrà da sola purtroppo.-

- Fai un fischio se ti serve il vocabolario.-

Thad fece un cenno affermativo, sentendo la porta chiudersi subito dopo alle sue spalle. Sbuffò. Era un po' stanco quel giorno, i professori li stavano davvero caricando in vista degli esami, e pensare che il tempo era così bello...

Entrò nella sua stanza e si congelò sulla soglia, sorpreso. Non era vuota e ad aspettarlo c'era davvero l'ultima persona che si aspettava di vedere.

Suo padre.

L'uomo non si era voltato sentendolo entrare, era davanti alla sua scrivania e teneva in mano quella foto.

Thad sgranò gli occhi. Era uno scatto fatto la sera del ballo al McKinley. Lui e Kurt ad un certo punto si erano arresi al rito dei ritratti alle coppiette in posa. Ovviamente i loro amici ne avevano approfittato per trasformare anche quel momento in una gazzarra assoluta e Harwood si era fatto trascinare in un amen. Ma aveva adorato fin da subito quello scatto di loro due, motivo per cui lo aveva stampato e incorniciato. Nella foto abbracciava Kurt da dietro, mentre il suo ragazzo si appoggiava a lui con un sorriso e tenendo lo scettro con un fare un po' da diva. Il loro atteggiamento era difficilmente fraintendibile.

- Bah, si può dire che almeno te lo sei scelto carino.- commentò finalmente suo padre con noncuranza, voltandosi verso di lui.

Il ragazzo sbatté le palpebre, colto alla sprovvista.- Cosa ci fai qui?-

- Yale.- disse semplicemente. La mano di Thad iniziò a tremare. Il ragazzo si maledisse mentalmente, ma non riusciva ad evitare quella reazione nervosa. Era bastata una parola per mandarlo in panico, come sempre.

Per non parlare del silenzio successivo.

Altro scatto nervoso, stavolta più evidente, e Harwood si ritrovò intensamente a pregare che l'uomo non lo avesse notato. Peccato che il sorrisetto compiaciuto sul suo viso dicesse il contrario.

- Dimmi figliolo, visto tutto quello che faccio per te era tanto difficile ricambiare con questa piccola cosa?-

- Mi hanno preso alla Columbia e alla Cornell.- ribatté, cercando di eliminare il tremito alla voce.- E l'ultima volta che ho controllato erano entrambe nell'Ivy League.-

- Oh si. Peccato che tre generazioni di Harwood hanno frequentato Yale e tu sarai il primo a rompere questa tradizione. E pensa, non perché non sei stato ammesso, sarebbe stato già abbastanza. No, tu non hai nemmeno fatto domanda!-

- Princeton mi ispirava di più.- Il suo tono di voce era freddo, ma ormai non riusciva a controllare gli spasmi al braccio. Sapeva che a suo padre non importava veramente quale università avrebbe scelto, in fondo erano tutte tra le più prestigiose d'America. No, era stato lo sgarbo per aver disobbedito alla sua “leggera imbeccata” su Yale. Ma Thad non aveva voluto saperne. Già si era rassegnato a frequentare il corso di laurea scelto dal genitore, almeno il luogo voleva sceglierlo liberamente. E soprattutto che fosse il più lontano possibile da casa e da quel che voleva suo padre.

- Cos'è, hai intenzione di sfidarmi ragazzino?-

- Vuoi mandarmi a Yale? Beh, fallo! Sappiamo tutti come funziona no? Una bella donazione per qualche cazzata accademica ed eccomi iscritto!-

L'uomo si mise a ridere.- Ti piacerebbe, eh, farmi spendere una fortuna solo per farmi dispetto! Spiacente, non ne ho la minima intenzione. Sei già una seccatura sufficiente così, ma era giusto farti sapere quanto hai deluso me e tua madre con questi tuoi giochetti infantili.-

- Non venire a dirmi che alla mamma importa!- forse l'ultima frase l'aveva un po' urlata.- Scommetto che a lei vanno benissimo anche le altre scuole che ho scelto, sei tu quello che...-

- Io sono un padre molto deluso Thad. Ma cosa posso farci, sei vuoi autodistruggerti continua pure così. Immagino che saprai ben consolarti con il culo di quel ragazzino.-

A quel punto la razionalità del ragazzo mollò gli ormeggi.- Non ti azzardare...- sibilò velenoso.- Non provare a dire nulla su Kurt...-

- Ti sto solo avvisando. Poi non venire a piangere da me quando sarà chiaro che l'unica cosa che gli interessa è il tuo cognome.-

Thad scattò in avanti, pronto a stenderlo con un pugno e non arrivandoci mai. Suo padre lo stava fissando, severo e autoritario come lo ricordava da tutta la vita, e la sua mano si bloccò a mezz'aria, incapace di muoversi. Al contrario l'uomo non ebbe nessuna difficoltà a mollargli un manrovescio che lo mandò quasi a terra.

- Insegnare qualcosa a voi bambini è una vera fatica e una grossa perdita di tempo.- commentò, mentre Thad non riusciva a fare altro che fissare il pavimento a occhi sgranati e toccarsi il livido che stava nascendo sulla sua guancia.

- Credo inviterò a cena il tuo giocattolino un giorno di questi, le buone maniere vanno sempre conservate. Vedi che non faccia brutte figure davanti a tua madre.-

Non lo degnò di uno sguardo mentre usciva e chiudeva la porta dietro di sé, lasciando il ragazzo ancora fermo immobile in mezzo alla stanza, gli occhi sgranati e i tremiti ormai incontrollabili.

Sempre così, sempre. Arrivava, diceva quello che voleva e lasciava solo macerie. Macerie.

Aveva insultato Kurt.

Aveva toccato la loro foto con quelle mani...la faccia gli bruciava per lo schiaffo...

Sentì appena lo schianto della cornice contro la parete. Il vetro andò in mille pezzi ma Thad non se ne accorse. Non si accorse nemmeno di aver fracassato la lampada. Un paio di schegge lo avevano ferito alle mani. Un attimo dopo la scrivania era rovesciata su un fianco.

- Ehi Thad, ma che cacchio....-

Si lanciò con un ringhio verso quella voce. Era tornato per tormentarlo. Era tornato, ma stavolta non si sarebbe fermato, stavolta...

- Thad, Thad! Fermati, che stai facendo?!-

- Sono io, amico, sono io! Non picchiarmi!-

- Ma che cazzo...-

Il moro sbatté le palpebre. Non era suo padre, stava tendendo Cameron schiacciato addosso al muro del corridoio e aveva già il pugno pronto. Jesse lo stava tenendo fermo e Richard approfittò della sua immobilità per liberare il fratello, spingendolo via.

Si rese conto di cosa stava per fare. Ignorò i suoi amici che lo richiamavano e corse in camera, chiudendo la porta. Si tuffò praticamente sul cassetto rovesciato a terra, recuperando l'astuccio dei medicinali.

Clorpromazina, eccola. Dannate pastiglie viola.

Thad ne mandò giù più in fretta possibile.






Finn fissava il parcheggio davanti a sé, istupidito. Le persone che uscivano dalla funzione funebre erano velate dalle lacrime che gli riempivano gli occhi, ma che si rifiutavano di cadere.

Era successo davvero. Aveva davvero lasciato Quinn.

Non aveva più mosso un muscolo da quando la ragazza era scesa dalla macchina, sbattendo la porta. Non l'aveva seguita, sarebbe stato inutile e anche piuttosto ipocrita e probabilmente non avrebbe fatto che peggiorare la situazione. Rachel intanto stava andando via con Mercedes e Sam. Cercò di scuotersi, almeno per andarsene a casa, ma non riusciva a muovere un muscolo. Si sentiva come dopo una decina di placcaggi in serie. Senza protezioni.

Un'ombra, poi qualcosa sbatté sul finestrino, facendolo sobbalzare dallo spavento. Si voltò, ritrovandosi davanti la faccia disperata di Kurt, i pugni serrati fino a far male, appoggiato alla portiera come se fosse sul punto di crollare.

Hudson si riscosse in un attimo a quella vista, dimenticando per un secondo i suoi problemi. Fece cenno al ragazzo di spostarsi e scese dalla macchina.

- Kurt! Cosa succede, che...-

- T-ti prego Finn, accompagnami alla Dalton...devo...- scosse la testa, singhiozzando.- Per favore...potresti solo...-

Non lo lasciò nemmeno finire, visto lo stato in cui era. Gli passò un braccio attorno alle spalle e lo fece montare in macchina.

- E' successo qualcosa a Thad?- chiese preoccupato, mentre usciva dal parcheggio a velocità sostenuta. Non poteva esserci altra spiegazione, suo fratello non era uno che andava in panico per nulla e l'ultima volta che l'aveva visto così Burt era attaccato ad un respiratore. Ed ora eccolo lì, ancora addosso i vestiti del funerale di Jean Sylvester e grossi lacrimoni che gli scorrevano lungo le guance. Questo lo spaventò. Certo, non era il primo pianto che si faceva quel giorno, mentre allestivano il tutto perché sembrasse “La fabbrica di cioccolato”, Kurt era scoppiato all'improvviso mormorando qualcosa su sua madre. Finn, estremamente a disagio, non aveva trovato di meglio che dargli dei buffetti affettuosi in testa, attento a sfiorare appena il ciuffo sapientemente scolpito per non dover poi fare i conti con una crisi isterica ciclopica. Era sembrato sufficiente però, visto che il piccolo lo aveva guardato con un sorriso e si era asciugato gli occhi subito. Poi, va beh, praticamente ogni persona presente alla funzione aveva gli occhi rossi alla fine. Ma questo...perfino lui, non proprio un campione mondiale di empatia, capiva che era diverso. Questa era disperazione. Assomigliava troppo a quando si rifugiava in biblioteca per piangere, ignorato da tutti. O a cantare “I want ho hold your hand”.

- Kurt, cos'è successo a Thad?-

- Non lo so, io...Sta male Finn, non chiedermi altro per piacere.-

Il ragazzo annuì, concentrandosi sulla guida, cercando di ignorare le immagini di Kurt. O di Quinn, scoppiata a piangere su quello stesso sedile. O Rachel che non lo guardava più, che sembrava tutta presa da quel St.James...

Cosa c'era che non andava in lui?

Arrivati al parcheggio, Kurt barcollò leggermente scendendo e Finn lo prese al volo prima che si schiantasse a terra.

- Uh, beh, ti aiuto io.- mormorò, fissando la scuola ad occhi sgranati.- Da che parte?-

Hummel si staccò da lui, ringraziandolo con un cenno del capo.- Seguimi.- mormorò, dirigendosi verso i dormitori. Qualche ragazzo li guardò incuriosito, specie ai primi piani, dove la situazione era normale. Il vero vespaio era al piano del quarto anno, praticamente tutti i Warbles erano riuniti lì in cima, tutti intenti a passeggiare avanti e indietro e a discutere di chissà cosa. Finn seguì con un po' di disagio il fratello, che invece marciava spedito e con urgenza nel suo vecchio dormitorio.

Wes si accorse di lui.- Kurt! Ascolta, non so cos'è successo, stava benissimo fino a dopo le lezioni, poi...-

- Fammi passare.- disse il soprano, ingoiando le lacrime.

- Non so se è il caso.- intervenne Richard.- Sembrava spiritato, non ci ha nemmeno riconosciuti prima e dovresti vedere come ha ridotto la camera.-

Blaine si affiancò a Finn.- L'ho chiamato io.- disse.- Per quanto la cosa mi rode, è l'unico che può fare qualcosa e non era giusto tenerlo all'oscuro.-

- Come no, si beccherà un cassetto in testa!- sbuffò Flint.

- Non mi farà niente.- ribatté Kurt con decisione.- Lasciatemi andare da Thad.-

- Lo accompagno io.- intervenne Hudson.- Così gli do una mano e, beh, state più tranquilli pure voi, no?-

Per un attimo suo fratello lo guardò ad occhi sgranati, poi sospirò di gratitudine.- Grazie Finn.-

Il quaterback fece un cenno del capo, poi lo seguì dentro alla stanza, restando un po' stupito perché Kurt non aveva nemmeno bussato. Strano, di solito era molto attento a certe cose. O forse, gli venne in mente mentre sobbalzava sorpreso alla vista del macello, già sapeva che sarebbe stato inutile.

La camera era nel caos più completo, compreso il letto vuoto che doveva essere appartenuto ad Hummel nel suo periodo alla Dalton.

Per non parlare di Thad. Steso sotto alle coperte, con la faccia rossa e sudata, tossiva e ansimava come se ogni respiro gli costasse fatica.

Eppure riuscì ad accoglierli con un versaccio non proprio di benvenuto. Hudson si richiuse in fretta la porta alle spalle.

- Thaddy...- sussurrò Kurt.

- Vattene via!-

Harwood urlò così forte da procurarsi un accesso di tosse che lo piegò in due, ma la cosa non fermò il soprano, che continuò ad avanzare verso il letto.

- Vattene, cazzo, vattene!-

- No.-

- Non ti voglio! Non voglio nessuno, io...-

- Non me ne frega niente.- disse Kurt, sedendosi sul bordo del letto. Fece per accarezzarlo ma il moro si scansò bruscamente. Hummel cercò di prendergli il viso per farlo voltare e Thad lo prese per i polsi con forza, iniziando a lottare con lui.

- Ehi cosa...- esclamò preoccupato Finn, avvicinandosi. Ma nessuno dei due gli badò.

- Vattene, vattene!-

- Te lo scordi.-

- Lasciami da solo cazzo!-

- Non mi farai del male Thad.-

- Si che lo farò! Lo sai, succederà e non potrò farci niente!-

- Thaddy.- fece dolcemente Kurt.- Ti voglio bene. E so che non mi faresti mai del male.-

Harwood lo lasciò andare e scoppiò a piangere, voltando la testa dall'altra parte. Il soprano gli passò le dita tra i capelli, per cercare di calmare entrambi.

Finn li fissava a bocca aperta. Ok, quel ragazzo decisamente non stava bene, e non solo a livello fisico. A lui Thad piaceva. Ok, era un po' pazzo e certe volte strafottente, però era un tipo a posto e lo trovava simpatico. Gli piaceva come ragazzo di Kurt. E quello che vedeva lo faceva davvero preoccupare. Si avvicinò, fissando suo fratello. No, quell'espressione sul suo viso non gli piaceva proprio. Se Harwood era già crollato per qualcosa, Kurt era decisamente pronto a seguirlo a breve. E cosa poteva fare lui? Aveva la sensibilità di un pachiderma in una cristalleria... Si sforzò di trovare qualcosa da dire, senza esito. Le parole non erano mai state il suo forte. Poi gli venne in mente una cosa che poteva fare. In fondo non era stato proprio Kurt a dirgli che quella era la sua arma più grande?

Arrivò alle spalle del più piccolo e cominciò ad intonare la canzone, sperando andasse bene.


Oh, why you look so sad?

Tears are in your eyes

come on and come to me now


Kurt si voltò a guardarlo ad occhi sgranati. Hudson si bloccò, convinto di aver fatto l'ennesima vaccata, ma poi il piccolo lo sorprese continuando la strofa.


Don't be ashamed to cry

Let me see you trought

'Cause I've seen the dark side too


Finn gli sorrise appena e continuarono assieme.


When the night falls on you

You don't know what to do

Nothing you confess

Could make me love you less


Finn aiutò Kurt a cantare quella canzone e il soprano gli fu grato, perché in quel momento non era sicuro della tenuta dei suoi nervi. E la voce di Kurt era tutto quello che serviva a Thad. Amava quella voce, amava sentirlo cantare. Iniziò a rilassarsi, si lasciò accarezzare il viso. Non voleva fargli del male. Lui era Kurt.


I'll stand by you

I'll stand by you

Won't let nobody hurt you

I'll stand by you


Thad si lasciò abbracciare. Continuava a piangere e a tossire come un dannato. Hummel sorrise appena a suo fratello per ringraziarlo. Sospirò, toccando il viso del suo ragazzo.- Scotti davvero tanto. Stai praticamente andando a fuoco.-

- Lo so.- sussurrò appena il moro.

Poi Kurt disse una cosa che Finn non capì.- Hai preso la Clorpromazina vero?-

Cloporche? Di che parlava?

Harwood annuì.- Ho dovuto, stavo quasi per picchiare Cam. Davvero Kurt, dovresti uscire anche tu...-

- Scordatelo.- fece secco il soprano, asciugandosi le lacrime.- Assolutamente scordatelo, mi hai capito? Io non vado da nessuna parte, resto qui con te.-

Finn notò un'altra cosa guardando Thad. Tremava. E non solo per la febbre. Le mani avevano degli scatti quasi nervosi a volte.

- Kurt, che cos'ha esattamente?- chiese serio.- Tu lo sai, vero?-

Il piccolo non si voltò a guardarlo.- Si, lo so. Ma non posso dirtelo, non ora.-

- Starà bene?-

- Si.-

- E tu starai bene?-

Kurt non rispose. Si limitò a levarsi le scarpe e stendersi sul letto accanto a Harwood, che era troppo debole per protestare in quel momento. Ci provò, ma un altro attacco di tosse lo stese.

Hummel lo abbracciò, poi disse a Finn.- Torna pure a casa, io resto con lui. Ora chiamo papà e lo avviso.-

Hudson alzò gli occhi al cielo.- Lascia stare, meglio che mi faccia staccare io la testa vista la situazione. E ti aspetto, tanto che cavolo ci vado a fare a casa?-

Kurt sorrise.- Grazie Finn.-

Lo guardò accoccolarsi accanto a Thad, che però continuava a scuotere la testa e a cercare di spingerlo via. Solo che ci voleva ben altro a fermare Kurt Hummel. Restò ancora per un attimo nella stanza, poi uscì il più silenziosamente possibile. Non c'era più niente che potesse fare lì. Chiuse piano la porta, appoggiandosi e scivolando fino al pavimento con un sospiro. I Warbles sembravano essersi spostati nella camera di fronte. Qualcuno guardò verso di lui, ma Finn nemmeno se ne accorse. La faccia che aveva fatto Kurt, piena di lacrime ma fiera e determinata. Lui non era così forte invece, proprio per niente. Era un vero disastro.

Qualcuno si fermò accanto a lui, riconobbe Blaine, David e Jesse. Quest'ultimo sembrava guardarlo un po' storto per qualche motivo. O forse era lui che vedeva tutto nero quel giorno.

- Tutto bene, là dentro?- chiese Anderson.

Finn annuì.- Ci penserà Kurt, è a posto.-

David inarcò un sopracciglio.- Sicuro? Perché sembri un po' sconvolto amico.-

- Ho lasciato Quinn.-

Hudson sgranò gli occhi. Non l'aveva ancora detto a nessun altro, non era più un segreto. Ora era reale, era passato. Non sapeva nemmeno lui perché lo avesse detto proprio in quel momento. Forse era semplicemente troppo da sopportare.

- Ho lasciato Quinn.- ripeté, iniziando a singhiozzare. Mancava proprio, pensò con una punta di fastidio.

Sentì qualcuno sospirare, poi sedersi accanto a lui. Era Jesse.

Gli passò una bottiglia di birra senza dire una parola. Hudson ne bevve un sorso, poi la restituì.

David e Blaine si guardarono perplessi.- Beh Finn...- iniziò Thompson.- Benvenuto nella Three-six mafia.-






Ci vollero mari e monti e tutta l'eloquenza data a Finn dall'alcol per convincere Burt a lasciarli dormire fuori entrambi. Dopo aver giurato e spergiurato che non avrebbe lasciato solo Kurt per neanche mezzo secondo, meglio omettere che già l'aveva fatto, che sarebbero arrivati in orario a scuola il giorno dopo, che non avrebbero bevuto, qui i sensi di colpa gli fecero pesare particolarmente le due Bud che aveva in corpo e la terza che teneva in mano, ed altre raccomandazioni fortunatamente stoppate da sua madre, Hudson riuscì nella titanica impresa. Wes e David lo ospitarono nella loro stanza mentre mangiava la pizza che aveva ordinato e sfogava le sue pene amorose davanti all'attento pubblico warble, con Cameron a fare domande a raffica. Lì la vedeva critica anche solo sopravvivere fino alla mattina dopo, figurarsi andare a scuola...

Kurt nel frattempo era riuscito a tranquillizzare un po' Thad, che al momento era stanco e debilitato dalla febbre e sul punto di appisolarsi. Aveva appena smesso di agitarsi. Non aveva cenato, era così in ansia che gli era completamente passata la fame. Prese una pezza bagnata dal catino che aveva riempito in bagno e la passò sulla fronte di Thad, per dargli un po' di sollievo. Quella dannata cosa forse lo aiutava, ma aveva davvero degli effetti collaterali da schifo. Harwood aveva protestato un bel po', ma Kurt non aveva voluto sentire ragioni. Non era un medico, non poteva fare niente per lui tranne che stargli vicino e quello aveva fatto. Aveva cantato, Thad si calmava parecchio finché cantava. “Pure Immagination” sembrava essergli piaciuta un sacco, difficile dirlo.

Hummel cercò di calmarsi nel vederlo dormire, ma non ci riusciva. Gli rinfrescò ancora il viso, accarezzandolo dolcemente. Cos'era successo per ridurlo così? Non gliel'aveva detto, avevano parlato davvero poco. E come poteva evitare che succedesse di nuovo? Come poteva farlo stare meglio? Serrò gli occhi, scuotendo la testa. Ecco, un'altra persona che amava che stava male e lui non poteva fare niente...

Riaprì gli occhi di scatto. Allora era questo. Questo si provava ad amare qualcuno. Certo amava suo padre, e anche Carole e Finn. Voleva davvero bene a tutti i suoi amici. Ma questo, questo era diverso. Era come una morsa, dolce ma anche terribile, come avere qualcosa che premeva sotto la pelle, dappertutto, qualcosa di troppo grande da contenere.

Era Thad, semplicemente era Thad.

La porta si aprì e Finn entrò barcollando, con addosso un pigiama che gli lasciava scoperte le caviglie, armato di diet coke e pizza e decisamente provato dalla stanchezza.

- Come fate a uscirne vivi ogni giorno? Cameron è devastante...-

- Cosa...-

- Visto che dormiamo qui Nicholas mi ha prestato un pigiama. E per te me ne ha dato uno Flint. E non hai mangiato perciò ti ho portato della pizza.-

Kurt lo guardò stupito.- Grazie, ma non era il caso che ti preoccupassi tanto. Non ho molta fame comunque. E poi non ho voglia di lasciarlo solo...-

Il quaterback roteò gli occhi e sbuffò, posò la roba sul letto vuoto, dopo aver sgombrato un po' di casino, poi praticamente lo prese di peso.

- Ehi!-

- Lui dorme, non se ne accorgerà. E poi se deperisci si alleerà con Burt e mamma per ammazzarmi e non è una bella prospettiva. Non protestare e mangia.-

Stranamente l'odore della pizza gli aprì lo stomaco. Ringraziando il cielo nel rendersi conto che era una vegetariana, ne addentò subito un pezzo. Poi si voltò a controllare Thad.

Finn lo guardò serio.- Sei proprio perso eh? Ci sei dentro con tutte le scarpe.-

- Credo che avrei scelto una frase più poetica ma sì.-

- Kurt, che cos'ha davvero?-

Il piccolo vacillò per un attimo, poi chiuse stancamente gli occhi.- Deve prendere delle medicine. E alcune di queste sono, beh, devastanti per il fisico.-

- Medicine? E' malato?-

Hummel lo guardò intensamente.- Giurami che non lo dirai a nessuno Finn. Ho bisogno di aiuto stasera ma questa è una cosa personale. Nemmeno ai nostri genitori, deciderà lui quando dirglielo.-

- E' così grave?-

- Giuralo.-

Finn annuì serio, prendendogli la mano.- Sono una frana come fratello ma lo farò.-

- Non sei una frana.- il soprano gli strinse la mano forte.- Soffre di disturbo bipolare della personalità. Prende un sacco di roba per controllarsi e...non fare male a se stesso o agli altri.-

Hudson sbatté le palpebre, intento a digerire la notizia.- E oggi....-

- Non so bene cosa ha scatenato la crisi, ma ha dovuto prendere un farmaco per calmarsi. Uno dei più forti. Non l'avevo mai visto così e sto uscendo di testa.-

- Uh beh, non capisco perché me l'hai fatto giurare, sai? Con un nome così complicato ti assicuro che me lo sarò già dimenticato per domani.-

Kurt scoppiò a ridere praticamente per la prima volta quel giorno. Rise fino a farsi venire le lacrime agli occhi, cercando nel contempo di non svegliare Thad. Sapeva che Finn aveva capito. C'era un fondo di verità in quella frase, ma sapeva che suo fratello aveva capito ed era una cosa di cui aveva disperatamente bisogno in quel momento. Lo abbracciò di slancio.

- Grazie, Finn Hudson. Sei il miglior tontolone del mondo.-

- Pre...prego.- borbottò il ragazzo, rosso per l'imbarazzo.

Non dissero altro, mentre Kurt finiva la sua cena. Poi iniziarono a sistemare la camera. Il soprano sapeva bene quant'era pignolo il suo ragazzo in fatto di pulizia e non voleva fargli ritrovare quel macello una volta sveglio. Per fortuna quell'orso di Finn si rivelò molto utile per spostare gli oggetti pesanti.

Alla fine Kurt era stanco morto. Andò in bagno a cambiarsi e quando tornò in camera si diresse verso il letto di Thad.

- Beh, allora io vado...- fece Hudson.

- Vai dove?-

- A mendicare un letto per dormire da Wes e David. Oppure Blaine ha detto che ha posto e...-

- Non dire assurdità, qui c'è un letto vuoto e libero, le lenzuola sono nell'armadio.-

- Ma è il tuo, tu dove....- Kurt gli rispose indirettamente infilandosi sotto alle coperte accanto a Thad, cosa che lo gettò nel panico. Burt lo avrebbe ammazzato!

Hummel si girò a guardarlo con uno sbuffo rassegnato.- Tranquillo, non faremo di certo robaccia stasera. Io dormo con lui e tu sul letto e questo è quanto.-

Finn borbottò qualche protesta sulle coppiette in amore, ma aveva sonno e non si oppose.

Thad dormiva profondamente. Kurt gli fece posare la testa sulla sua spalle e gli baciò la fronte.

- Ti amo, Thaddy.- sussurrò, prima di scivolare nel sonno.

Era tutto quello che serviva.





La luce del sole lo svegliò presto la mattina dopo. Non che avesse dormito bene, era stata una notte agitata e si era svegliato spesso per rinfrescare un po' Thad. Ripensò per un attimo alla prima volta che avevano dormito insieme. Ad Harwood che si svegliava coccolandolo e canticchiando “Morning Sun”. Ora era il moro ad essere abbracciato a lui, con il viso affondato nel suo petto e i capelli che gli solleticavano il mento. Li accarezzò, toccandogli la fronte. Era ancora caldo e la tosse non era sparita durante la notte. Ma stava meglio. Kurt non avrebbe saputo dire perché, ma sentiva che era così.

- Alla Columbia.-

Quasi sobbalzò per la sorpresa. Thad aveva ancora gli occhi chiusi, ma il ritmo del respiro era cambiato.

- Cosa?-

- Comunque volevo andarmene il più lontano possibile... Los Angeles, San Francisco, Miami...New York.-

- Parli dell'università?-

Il ragazzo alzò la testa e gli sorrise.- Sei ancora qui, piccolo Pookie testardo.-

- Inutile che sprechi il fiato Harwood, da qui non me ne vado.-

- E poi dicono a me...Comunque, sai, io sono il meglio del meglio e mi pareva giusto puntare all'Ivy League, no? E poi sono tutte sufficientemente fuori dalle scatole.- lo guardò serio.- La Cornell è un po' fuori città e la Columbia mi ispira di più. Poi avevo in testa la voce di Bono che canta “City of Blinding lights” perciò New York è perfetta.-

Il cuore di Kurt cominciò ad accelerare.- Andrai....a New York?-

- Mio padre non è contento. E' stato qui ieri e mi ha chiarito la sua posizione. Non vedo l'ora di andarmene via da lui. E poi ci sei tu.- Aprì gli occhi e lo fissò.- Tu vuoi diventare una stella Kurt. Sei nato per diventarlo. E al mondo non c'è posto migliore. Perciò no, non ho scelto New York per te, ma ti aspetterò là l'anno prossimo.-

Hummel lo strinse in un abbraccio soffocante.- Si. Si, aspettami.-

Restarono stretti per un po', mentre il sole si alzava sempre di più e qualche rumore dalle stanze vicine indicava che i più mattinieri si stavano alzando.

- Verrai a salutarmi all'aeroporto, vero?-

- Non credere Pookie, a costo di farmi portare in spalla da Wes ci sarò! Saluta la Grande Mela per me, ok?-

- Tu vedi solo di guarire o col cavolo che esci da qui.-

- Uh, si, minacciami...-

Kurt sbuffò.- Sono serio, scemo. Mi è venuta una paura tremenda!-

- Lo so.- fece Thad.- E non sopporto di farti star male.-

Hummel distolse lo sguardo, incerto.- Thaddy io...l'ho detto a Finn. So che non ne avevo il diritto, ma avevo bisogno di qualcuno che mi capisse ieri.-

Il moro sospirò.- Ok. Finny è un bravo ragazzo. Lo capisco Pookie, davvero. Senza contare che un giorno o l'altro dovrò essere sincero con i tuoi, qualche alleato sarà utile.-

Il piccolo sorrise e lo baciò.- Meglio che mi faccia una doccia veloce, dobbiamo andare fino a Lima. Posso...-

- Pookie, fino a un mese fa questa stanza era anche tua, credo che tu abbia il diritto ad una doccia.-

- Sveglio Finn allora, ci mette una vita a carburare.-

- Sai comunque cosa mi farebbe stare davvero, ma davvero meglio?-

- Scordatelo.-

- Non ho nemmeno finito la frase.-

- Ti conosco Harwood. Non verrò fuori dalla doccia nudo e tutto bagnato...-

- Già solo a sentirlo mi sento meglio, dai...-

- No!-

- Daiiiiiii!-

- Non mi incanti!-

- Daaaaaa.....-

Furono centrati in pieno da una cuscinata, mentre Finn si alzava e barcollava verso il bagno borbottando.- Coppiette in amore, accidenti a loro...-






- Come sarebbe a dire che avete perso?-

Sospirò, sistemandosi il telefono per sentire meglio in mezzo a quella gazzarra.- Dodicesimi Thad, ti devo fare uno schemino?-

- Ma come? Avete battuto noi Warbles, destinati a diventare campioni intergalattici supremi, e poi perdete le nazionali? Aspetta, c'è qualche interferenza, sento urla in spagnolo...-

Kurt si chinò per evitare un oggetto volante, a ben guardare una scarpa di Mike. Donne. Valle a capire. E poi chiamavano lui regina del melodramma!

- No, è Santana. E' un po' uscita di testa e non è facile tenerla ferma quando parte.-

- Ma insomma, che cavolo è successo?-

- Ti dico solo youtube. Bacio della vergogna. Finn e Rachel sul palco. Non aggiungo altro per amor di decenza.-

- Oh.- pausa riflessiva.- Ooooohhhhh! Cavolo, Finny è un boss e io lo stimo! Mi fiondo subito a cercare il video.-

- Buona visione. Non ridere troppo.-

- Allora, com'è?-

- Fantastica.- sospirò Kurt.- Adoro già New York. Ma manchi tu.-

- Vengo a prenderti appena arrivi ok?-

- Ok.- sorrise Kurt.- Ho solo voglia di stare con te.-







Alla fine si erano ritrovati sui sedili posteriori della BMW. E, in tutta onesta, né Kurt né Thad avrebbero saputo dire come ci erano arrivati.

Il soprano era tornato da New York il giorno prima, però era andato subito a casa per la stanchezza e non si erano visti. Poco male, visto che avevano poi recuperato alla grande.

Avevano passato insieme praticamente tutta la giornata, tra soste con gli amici in caffetteria, Kurt aveva intrattenuto lui, Blaine e gli altri con i succosi racconti del dopo-gara e dettagliate imitazioni dell'ira di Santana, passeggiate nel parco e una puntata al centro commerciale, per finire con una bella cenetta.

Poi Harwood lo aveva accompagnato a casa in macchina ed erano partiti con un bacio della buonanotte. Poi i baci erano diventati due, poi tre, finché ad entrambi non era sembrato più comodo passare dietro.

Morale della favola, stavano allegramente pomiciando da buoni venti minuti e non parevano molto intenzionati a smettere.

Thad aveva una mano affondata tra i capelli morbidi di Kurt, mentre l'altra gli accarezzava dolcemente il fianco. Sentiva lungo la schiena i tocchi delicati del suo ragazzo e la cosa gli dava i brividi. Era anche remotamente consapevole di doverci andare piano, per evitare che la cosa degenerasse, ma certo avere Kurt mezzo steso addosso a lui non era un buon incentivo per smetterla.

Non che Hummel fosse messo meglio in quel momento in fatto di capacità di ragionamento, anzi aveva praticamente spento il cervello. L'unica cosa a cui riusciva a pensare, mentre si staccava dalla bocca di Harwood per affondare il viso nel suo collo, era al buon odore della pelle di Thad. Senza ragionarci troppo, seguì quello che gli suggeriva l'istinto del momento e si mise a cavalcioni sulle gambe del ragazzo, iniziando a baciarlo su e giù per il collo.

Thad gemette forte. Era ufficiale, Kurt voleva farlo morire quella sera. E soprattutto non aveva ancora ben afferrato quanto fosse labile il suo autocontrollo.

- Pookie...-

Nessuna risposta.

- Kurt.....Kurt, fermati.-

Ci fu una specie di mugolio indefinito come reazione a quelle parole tra un bacio e l'altro, poi il soprano tornò ad occuparsi della sua produzione di succhiotti.

- Sul serio, Pookie, smonta dalla macchina o non ti garantisco di riuscire a trattenermi.-

- Allora non farlo.-

Il moro sbarrò gli occhi, abbassando lo sguardo. Il suo ragazzo si era fermato, almeno quello, e stava con la testa appoggiata alla sua spalla. Gli accarezzò una guancia e gli fece alzare lo sguardo per scontrarsi con quegli occhi limpidi.

Il viso di Kurt era arrossato ma stranamente calmo. Harwood non osò fare nemmeno un fiato, in attesa. Sentiva che in qualche modo quello era un momento importante e non voleva assolutamente rovinarlo.

Hummel prese la sua mano e gli baciò dolcemente il palmo, mentre lui non riusciva a far altro che guardarlo in adorazione, ipnotizzato da quel gesto così dolce e intimo.

- Accarezzami.-

Thad serrò gli occhi e rabbrividì, trattenendo a stento un gemito.- Kurt...-

Il soprano distolse lo sguardo imbarazzato.- Non vuoi?-

- Dio Pookie, certo che lo voglio fare, da morire. Ma non lo devi dire solo perché lo penso io.-

Kurt si morse il labbro.- No, io...voglio sentirti vicino Thaddy. Come quella sera dopo il ballo.- Si accoccolò di nuovo sulla sua spalla.- Toccami ancora, ti prego...-

Il moro gli prese il volto tra le mani e lo baciò, lasciandolo senza fiato.

Thad si staccò, guardandolo fisso negli occhi.- Tu mi fai davvero un brutto effetto, Pookie.- sussurrò. Senza distogliere lo sguardo gli prese una mano e la portò all'altezza del cavallo dei pantaloni. Kurt sussultò nel sentire l'eccitazione del suo ragazzo, che gemette al contatto.

- E' una cosa seria.- disse, accarezzandogli il viso.- E voglio che tu sia sicuro di volerlo sul serio.-

Hummel annuì, chinandosi a baciarlo.- Penso solo a te, Thad. Quando hai avuto l'attacco non riuscivo a chiudere occhio. Ero a New York e volevo solo stare lì con te. Non voglio nessun altro.- distolse lo sguardo, avvampando di botto.- E poi....ehm....ecco....-

Harwood lo guardò per un attimo perplesso, poi capì. Gli risalì lentamente la coscia con la mano, sentendolo trattenere il fiato, fino ad arrivare a sentire che anche il piccolo aveva un casino nascente nelle parti basse.

- Oddio.- soffiò fuori Kurt, a metà tra il gemito e l'imbarazzo.

- Quindi....ti faccio un certo effetto direi.-

Il soprano mugolò, nascondendo il viso nella sua spalla.- Che vergogna...-

- E di che?- fece dolce Thad.- E' perfettamente normale e devo dire che la cosa mi lusinga parecchio. A te no?-

Hummel appoggiò la fronte alla sua, annuendo. E non aveva ancora tolto la mano dai suoi pantaloni, cosa che mandò definitivamente al diavolo qualsiasi altra folle obiezione e convinse Thad a baciarlo con urgenza, stringendolo di più a sé. Kurt reagì con una certa sorpresa all'inizio, specie perché sentì le mani di Harwood insinuarsi sotto alla sua maglietta ad accarezzargli l'addome, poi si lasciò andare, gemendo alla sensazione dei tocchi del moro sulla pelle.

Improvvisamente sembrava esserci troppo spazio tra lui e Thad, come se non fossero ancora abbastanza vicini. O almeno, a lui non bastava più. Si strusciò su di lui per approfondire il contatto, facendo così scontrare le rispettive erezioni e strappando ad entrambi dei versi eccitati.

- Fallo ancora.- gli sussurrò all'orecchio Thad con voce roca e il fiato corto.- Dio, Kurt, fallo di nuovo.-

Il soprano ormai aveva spedito il cervello in ferie perciò non se lo fece ripetere due volte, aggrappandosi alle spalle del suo ragazzo e baciandolo con passione. Gli girava la testa, sapeva solo che quella mossa era tipo...wow. Specie visto che era accompagnata dalle esplorazioni di Thad sotto la sua maglietta.

Il moro si avventò sul suo collo dopo l'ennesimo colpo di bacino, iniziando a leccarlo dal mento fino alla clavicola, lasciando una scia umida sulla sua pelle accaldata. Gli afferrò il sedere con entrambe le mani, assecondando i suoi movimenti. Poi gli venne un'idea e spinse Kurt a stendersi sul sedile il più dolcemente possibile, invertendo le loro posizioni.

Hummel mugugnò di disappunto per la perdita del contatto con il suo ragazzo, anche se fu solo temporaneo. Thad si stese su un fianco accanto a lui, attirandolo a sé visto anche lo spazio ridotto. Ok che la sua macchina era una BMW, ma aveva pur sempre i suoi limiti di grandezza.

Kurt apprezzò il calore del corpo del moro contro il suo e si accoccolò addosso a lui.

- Thaddy...-

Il moro gli posò un dito sulle labbra. - Se non ti piace, fermami.-

Lo fece voltare nel suo abbraccio, fino a che Kurt non si ritrovò con la schiena contro il petto di Thad, la sua bocca a tormentargli la pelle giusto sotto l'orecchio, una mano a percorrergli il petto, sollevandogli la maglietta e l'altra che armeggiava con l'apertura dei suoi pantaloni. In qualche remoto angolo del suo cervello c'era ancora qualche punta di preoccupazione per quello che stava per succedere, ma Harwood riuscì a mandargli in pappa il cervello andando ad accarezzargli l'interno coscia su e giù, con una lentezza esasperante. Non riusciva a smettere di ansimare, voleva solo continuare a subire quella magnifica tortura. Mosse istintivamente il bacino contro l'erezione di Thad, che affondò il viso tra i suoi capelli nel tentativo di soffocare un gemito.

Dove cavolo aveva imparato Kurt a fare una cosa del genere? Ah, giusto, Single Ladies. Benedetta Beyoncé!

Incapace di trattenersi oltre, salì nuovamente lungo la coscia del suo ragazzo e infilò la mano nei suoi boxer, andando a stringere la sua erezione.

Il soprano urlò, gettando la testa all'indietro e spingendosi di più contro la sua mano. Continuando a strusciarsi su di lui, eccitato, Thad mosse la mano lungo tutta la lunghezza di Kurt, iniziando a masturbarlo.

Hummel iniziò ad emettere versi sempre più incoerenti. Non si sentiva nemmeno più le gambe, tutto il suo sangue sembrava defluito dalle parti del pene. Incapace di stare fermo, si spinse verso la mano del ragazzo, che nel frattempo aveva portato una gamba sopra la sua. Erano quasi troppe sensazioni tutte insieme: l'erezione di Thad con cui si scontrava ad ogni movimento del bacino, la sua lingua che gli percorreva il collo, le dita che gli pizzicavano il capezzolo, il calore del suo corpo, per non parlare di quello che stava facendo dentro ai suoi pantaloni.

- Tha...Thad...-

- Sono qui Kurt. Sono qui con te.-

Gli sfuggì l'ennesimo urlo eccitato e il moro affondò il viso nel suo collo. Kurt aveva un odore buonissimo, pensò in modo piuttosto incoerente, intensificando il ritmo. Sentiva che ormai il suo ragazzo c'era quasi.

Infatti poco dopo il più piccolo inarcò la schiena e venne con un ultimo urlo. Thad lo seguì a ruota dopo essersi strusciato un altro paio di volte contro il corpo di Hummel, abbandonato addosso a lui.

Kurt lo sentì gemere forte mentre anche lui raggiungeva l'orgasmo. Stava ancora cercando di riprendere fiato, senza osare muovere un muscolo, stava già tremando a sufficienza di suo. La mano fresca di Thad si posò sulle sue guance in fiamme. Kurt si voltò appena a guardarlo, perdendosi in quelle iridi scure e calde.

- Stai bene?-

Il soprano gli posò un leggero bacio sulle labbra, non era sicuro di riuscire a formulare una frase coerente in quel momento e quella sembrava una buona risposta alla domanda. Harwood rispose con un bacio profondo e dolce, che fece definitivamente sciogliere quel poco che rimaneva del suo stomaco. Levò la mano dai suoi pantaloni e prese un fazzoletto per pulirsi un po', per poi tornare subito ad abbracciarlo, facendolo voltare verso di lui. Kurt chiuse gli occhi e si lasciò coccolare dal suo ragazzo.

- Ehi, stai tremando.-

- Scusa...io non...-

- Di che ti scusi?- rispose con un sorriso.- Sei perfetto così.- Thad restò in silenzio per un momento, accarezzandogli i capelli.- Ho esagerato?-

- Solo...è stato, ecco, intenso. Non me l'aspettavo.- Kurt mugolò d'imbarazzo.- Oddio, siamo nel vialetto di casa mia! Nella tua macchina! E se mio padre e Finn tornavano dalla partita e ci beccavano? Ma che mi dice la testa...-

- Oh, c'era questo rischio?- Harwood ci ragionò sopra giusto un secondo.- Beh, sarebbe stato un gran bel modo di morire.- commentò, beccandosi una gomitata.

- Idiota.- borbottò il piccolo, facendolo sorridere.

- Lo sapevo che saresti entrato in paranoia, Pookie.-

- Fatti gli affaracci tuoi.-

- Faccio notare che tu sei affar mio.-

- Senti, ho già le mie difficoltà a formulare pensieri coerenti, potresti per piacere lasciarmi un po' di delirio nelle frasi?-

- Tutto il delirio che vuoi, promesso.- Thad sorrise, tirandolo a sedere.- Uhm, abbiamo appannato per bene i vetri, chiaro segnale.-

- Oddio.- borbottò il soprano scendendo dall'auto. L'aria frizzante della sera lo fece rabbrividire per un attimo, ma l'accolse con piacere. Inspirò a pieni polmoni, chiudendo gli occhi nel sentire il suo ragazzo che gli accarezzava i capelli.

- Sei tipo la cosa più adorabile del pianeta, specie perché sei tutto scombinato. E quel faccino rosso è un amore.-

Kurt sussultò, ricordandosi di avere ancora la patta aperta ed affrettandosi a rimediare.- Così di certo non mi aiuti a farmelo passare, il rossore.-

Il moro lo guardò intenerito.- Non preoccuparti, fila subito in camera e datti ai tuoi rituali sugli intrugli, ok? Ti mando un messaggio appena arrivo?-

Hummel annuì, cercando qualcosa da dire, ma gli occhi di Thad gli facevano perdere il filo ogni volta. Gli prese le mani e chiuse gli occhi quando il moro si sporse per baciarlo un'ultima volta, prima di lasciarlo entrare in casa. Era dalla sera del ballo che facevano così, Thad non montava in macchina se prima non l'aveva visto entrare in casa. Era una cosa un po' stupida e da principessine sceme, però gli piaceva sentire il suo sguardo addosso, era meglio di qualsiasi parola di saluto.

Rientrò in casa con il cuore che batteva a mille, e non certo per i pochi metri percorsi dal vialetto a lì. Ora che non aveva più il calore del corpo del suo ragazzo a fargli da distrazione, iniziò a realizzare per bene tutto quello che era successo.

Porca Miseria.

Ma porca miseria sul serio!

Il soprano si gettò un'occhiata attraverso lo specchio dell'entrata. Ciuffo spettinato, guance rosse, maglietta un po' sgualcita, leggeri segni sul collo. E ovviamente aveva macchiato i boxer.

- Oh, porca miseria...-

- Kurt, sei tu?-

Praticamente saltò in aria dallo spavento, lasciando piuttosto perplessa Carole, che era in salotto a godersi un film in santa pace.

La donna lo guardò perplessa.- Va tutto bene?-

Al che il povero Kurt sgranò gli occhi come un cerbiatto in mezzo a un'autostrada e, incapace di formulare qualcosa di più intelligente, pigolò.- Credo di aver macchiato i boxer.-

Carole inarcò le sopracciglia, fissandolo con tanto d'occhi. Poi si sciolse in un sorriso intenerito e lo prese per le spalle.- Forza, direi che ci vuole un po' di latte caldo.-

Il ragazzo la seguì come un'automa e con una rigidità degna di Pinocchio. Perché non era andato dritto in camera come gli aveva suggerito Thad? Che poi era tutta colpa sua se non riusciva nemmeno a ragionare, accidenti a lui!

Si aspettava qualche commento dalla sua matrigna, ma a rompere il silenzio c'erano solo il rumore del fornello, lo sbattere delle tazze sul tavolo e il sottofondo della TV ancora accesa in salotto.

Carole gli posò davanti la sua tazza, con un sorriso.- Ecco. Non preoccuparti, Burt e Finn non torneranno prima di un'altra mezz'ora, hai tutto il tempo per sistemarti.-

Kurt annuì meccanicamente.- Gra...grazie.-

- Respira tesoro, non è successo niente. Stai parlando con la donna che ha cresciuto Finn Hudson, dopo aver lavato le sue lenzuola credo di essere pronta a tutto.-

La faccia del soprano virò verso un affascinante rosso semaforo.- Non credo di volerlo sapere.- disse, facendola ridere di gusto. Si morse il labbro, incerto.- Lo dirai a papà?-

- Dio no, ci tengo a mio marito. Non ho molta voglia di fargli venire un altro infarto.-

Questo lo fece sorridere per un attimo.- Ti ha raccontato del discorso che mi ha fatto sul...ehm, hai capito.-

- Oh si, e sono molto fiera di entrambi per questo.- gli prese una mano.- So che non è stato facile, lo capisco bene. Ho dovuto crescere un figlio cercando di fare anche le cose solitamente destinate ai padri e non sempre ci sono riuscita, inutile negarlo. E sai com'è tuo padre. Ha dovuto rielaborare un bel po' di cose quando siete rimasti soli.-

- Non so come farei senza di lui. Però...a volte mi manca terribilmente la mia mamma, non offenderti.-

Carole si avvicinò e lo strinse.- Ma certo che ti manca, Kurt.-

Kurt si lasciò coccolare per un po', ritrovando la calma che aveva perso dopo aver varcato la soglia di casa.

- E' stata la prima volta.- sussurrò dopo un po'.- Cioè, non in quel senso, che dico, però non... è un po' imbarazzante.-

- Ti ha toccato in modo diverso?- chiese dolcemente Carole.

- Si.-

- Sei davvero innamorato di Thad, eh?-

Hummel sbuffò.- L'ha capito perfino Finn, fai un po' tu.-

La donna rise di gusto, sciogliendo l'abbraccio.- Non c'è niente di male a desiderare in quel senso la persona che ci piace. E poi siete maschi. Come ho detto, credo di poter affrontare dei boxer da lavare senza uscire di testa. Finisci il latte prima che si freddi del tutto.-

- Se arrossisco un altro po' potrei riuscire a scaldarlo io.-

Si sorrisero da sopra le tazze, senza bisogno di aggiungere altro.

- Meglio che vada a cambiarmi prima che i fanatici del football rientrino.-

- E io forse riuscirò a vedere il finale del film.-

- Carole...beh, grazie.-

- Figurati tesoro.-





Kurt era in camera sua, fermo davanti allo specchio. Si era fatto una bella doccia, messo il pigiama e ora doveva solo prepararsi per messaggiare un po' con Thad prima di andare a dormire. Però erano cinque minuti buoni che se ne stava fermo a fissarsi allo specchio. La stessa faccia di quella mattina. Da fuori non sembrava diverso. Niente a che vedere con il subbuglio che aveva dentro. Si sentiva il cuore andare a mille, e non solo per l'imbarazzo. Continuava a sentire le mani di Thad che lo accarezzavano dappertutto. Si sentiva bene, si sentiva...eccitato. Ecco, quello era il termine giusto, eccitato. Proprio lui che ancora aveva il riflesso di cantare quando le conversazioni si facevano troppo osé per le sue povere orecchie. Ma questo era diverso. Non era un parlare astratto di esperienze altrui o girare su internet a guardare filmacci. Si trattava di lui e Thad ed era stato così naturale e dannatamente giusto...

Sobbalzò sentendo la suoneria del suo cellulare.


Eccomi, sono arrivato sano e salvo. Finito con le creme Pookie?


Non ho neanche cominciato. Quanto hai corso, pazzo che non sei altro?


pazzo lo so, specialmente per te (; A che pensi?


A te.


Anch'io


Penso di volerti qui me


Tuo padre potrebbe staccarmi la testa


Sicuro come l'oro. Però lasciami fantasticare un po'.


Tutto quello che vuoi, Pookie.


E tu, a cosa pensi?


Penso che sei la cosa migliore che mi sia mai capitata, Kurt.



Beh, poteva decisamente addormentarsi felice quella sera.






Ed ecco che riemergo dall'oblio. Si, sono ancora viva! XD Mi dospiace per questo ritardo immane, questo è stato un capitolo particolarmente difficile da scrivere, con tante cose concentrate, ma soprattutto è appena passato un periodaccio in cui scrivere non era proprio in cima ai miei pensieri. Niente di grave, solo che litigare in compagnia per motivi inesistenti non è mai bello e sono praticamente appena uscita dalla guerra fredda. Infatti poi ho scritto questo, mezzo capitolo di un'altra fic e una one su Glee nel giro di tipo due giorni ^^''.

Spero in bene, incrocio le dita per le scene qui presenti, dalla crisi di Thad a quella in macchina...

Beh, anche Jessy ha spedito Thad a New York con Wes, ci avevo pensato pure io perciò sono a posto anche con i Pips :D


Ah, piccolo sondaggio, c'è una canzone in Italiano che per me è terribilmente Hummerwood e mi piacerebbe usarla nella fic, cosa ne pensate?


Comunque ora ho invaso anche twitter se volete XD @tsubychan1984, w la fantasia nei nickname! XD



A presto!

Ciriciaux!!!

Tsubychan1984

   
 
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: tsubychan1984