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Autore: Harry Potterish    06/01/2012    4 recensioni
Albus Silente|Slice of life|One-shot
"Lei ha paura, professore?" Un lampo di perplessità gli attraversò gli occhi, ma poi si aprì in un enorme sorriso.
"Perché mai dovrei avere paura, Tom?"

Come una delle più grandi rivalità della saga ebbe inizio. E una delle tante ragioni per cui Silente fu l'unico che Voldemort abbia mai temuto.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Tom O. Riddle
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Un degno avversario

 

Albus Percival Wulfric Brian Silente non poteva certo definirsi un tipo convenzionale. Aveva gli occhi di un azzurro ghiaccio quasi innaturale, protetti da un paio di occhiali a mezzaluna che gli conferivano un’aria matura e saggia. I capelli, nonostante l’età non fosse troppo avanzata, erano già grigi e ricadevano lunghi e folti sulle spalle in un’acconciatura inusuale per l’epoca. Amava vestire con lunghe casacche colorate e vistose e, nelle occasioni speciali, era solito indossare un buffo cappello dalla punta consumata, al quale era particolarmente legato, perché dono di un vecchio amico. I più gentili si limitavano a definirlo eccentrico o bizzarro, mentre altri lo ritenevano pazzo, anche se, con ogni probabilità, erano semplicemente spaventati dalla sua intelligenza fuori dal comune e dalle sue incredibili doti in ogni settore della magia. Per questo, quando il Preside di Hogwarts, Armando Dippet, lo aveva presentato al corpo studentesco durante il banchetto d’inizio anno ed aveva annunciato che sarebbe stato il nuovo insegnante di Trasfigurazione, si era sollevato un mormorio generale nella Sala Grande, seguito poi da un lungo applauso. Ed ora eccolo lì passeggiare pensieroso per la sua nuova aula, in attesa degli studenti di Serpeverde e Corvonero, pronto ad iniziare la carriera come professore. Era soddisfatto della scelta che aveva compiuto: riteneva il compito di educare le giovani menti e prepararle alla vita vera estremamente importante ed era piuttosto contento di poter iniziare questa missione proprio con gli allievi del primo anno.

L’aula si riempì completamente solo alle 9.15, dieci minuti dopo l’orario d’inizio delle lezioni, ma decise di non cominciare il nuovo lavoro arrabbiandosi: dopotutto i ragazzi non si sapevano orientare ancora bene e lui stesso continuava a perdersi per i meandri del castello, scoprendo ogni volta nuovi angoli sperduti e di incredibile bellezza. Scelse di saggiare fin da subito i piccoli adulti che si trovava davanti, ponendoli di fronte alla domanda più difficile.

"Ci sono domande?" Tutti lo guardarono perplessi: come si aspettava, nessuno aveva il coraggio di alzare la mano e chiedergli qualcosa, qualsiasi cosa, che non riguardasse necessariamente la sua materia. Per come la vedeva lui, essere insegnante significava comunicare la propria passione per la materia agli allievi, ma soprattutto cercare di essere un valido supporto morale, aiutandoli ad affrontare i problemi della vita quotidiana. In quel momento pensò che non sarebbe stato male iniziare tutte le sue lezioni in tale maniera, proprio per abituare gli studenti ad imparare attraverso il dialogo e non il mero assorbimento di informazioni. Stava per proseguire il discorso, quando inaspettatamente un ragazzino dalla divisa verde-argento che aveva incontrato qualche tempo prima alzò la mano. Gli fece cenno con la testa di porre la di porre la domanda, la quale si rivelò essere parecchio strana.

"Lei ha paura, professore?" Un lampo di perplessità gli attraversò gli occhi, ma poi si aprì in un enorme sorriso.

"Perché mai dovrei avere paura, Tom?" domandò ingenuamente.

"È la sua prima lezione, professore. Si è tutti un po’ nervosi quando si affronta per la prima volta qualcosa di nuovo," replicò il ragazzo con una semplicità disarmante. Silente avrebbe voluto fargli notare che probabilmente quello preoccupato era proprio lui, che si trovava al suo primo giorno di lezioni ad Hogwarts, ma capì che prendere il ragazzo di petto non avrebbe funzionato. Sottolineare i difetti era solo un modo per inimicarsi le persone e, nel caso di un ragazzino, affliggerlo e fargli perdere la fiducia in se stesso. Scelse quindi una risposta alternativa.

"Mi spiace deluderti, Tom, ma quanto hai detto non è del tutto corretto. Vedi, questa è la mia prima lezione ad Hogwarts, ma temo che la mia prima vera e propria lezione risalga a parecchi anni fa."

 

***


7 luglio 1893

Un giovane ragazzino di undici anni aveva fatto da poco ritorno a casa, dopo aver trascorso il suo primo anno ad Hogwarts. Benché la scuola fosse terminata da poco, sembrava assolutamente deciso a non abbandonare i libri che lo avevano accompagnato durante gli ultimi dieci mesi, anche se si trattava di aiutare la madre Kendra o di tenere compagnia al fratello o alla sorella minori, Aberforth e Ariana. In particolare, pareva legato ad un volume di Trasfigurazione: era una materia che l’aveva sempre affascinato, poiché riteneva che il potere di cambiare la realtà circostante l’avrebbe portato a fare grandi cose. Da quando era tornato, non aveva degnato nessuno di uno sguardo, riponendo tutte le sue energie in quella branca della magia. Non potendo usare la bacchetta al di fuori di Hogwarts poiché minorenne, si limitava ad un approccio teorico, per quanto avesse avuto sempre più fiducia nella pratica. Aveva cercato in ogni angolo della casa i vecchi libri dei genitori ed aveva chiesto come regalo per il dodicesimo compleanno una collana interamente dedicata all’arte della Trasfigurazione Umana. Se ciò era stato motivo di immensa gioia e fierezza per la madre, che vedeva in lui un piccolo genio, aveva invece scatenato la gelosia del fratello, che si sentiva trascurato. Cominciò così ad intralciare i piani del povero Albus in ogni modo, nascondendogli i libri, macchiandoli, o compiendo magie accidentali. Tutte le volte, però, quello riusciva a tornare alle sue occupazioni senza troppa difficoltà.
Un giorno, stanco della situazione che si era venuta a creare, Aberforth chiese al fratello maggiore di spiegargli che cosa ci fosse di tanto affascinante nella Trasfigurazione. Era come se, per Albus, fosse arrivato il compleanno in anticipo: iniziò a dilungarsi in una dettagliata trattazione dei diversi tipi di Trasfigurazione esistenti, per poi passare a descriverli nello specifico. Inizialmente il più giovane dei due si mostrò semplicemente annoiato, ma finse di interessarsi alle parole dell’altro, che finalmente trascorreva qualche ora con lui. Poi, quando arrivò alla Trasfigurazione umana e alla descrizione degli incidenti che potevano capitare, la situazione cambiò di colpo. In particolare, non appena iniziò a descrivere persone bloccate a metà tra la natura animale e quella umana, il piccolo si spaventò a tal punto che si mise a piangere e corse dalla madre in cerca di rassicurazione. Il povero Albus fu punito ed Aberforth non superò mai realmente l’avversione per la materia, rifiutandosi di continuarla ai M.A.G.O., quando avrebbe dovuto sperimentare proprio gli incantesimi relativi al corpo umano.

 

***

"La mia prima lezione di Trasfigurazione finì con mio fratello che correva in lacrime da mia madre chiedendomi di farmi smettere. Ma mai arrendersi al primo tentativo, così eccomi qui." Vedendo che non c’erano effettivamente altre mani alzate, decise di iniziare a spiegare i primi argomenti del programma, sotto gli sguardi rapiti di quei ventisei ragazzini. Nessuno fiatò per il resto dell’ora, ma Tom aveva la testa altrove. Si era aspettato che il professore lo rimproverasse oppure crollasse psicologicamente, come tutti quelli prima di lui su cui aveva sperimentato la sua tattica. Invece Silente era riuscito a voltare la situazione a suo vantaggio, attirandosi le simpatie dell’intera classe.

Quel giorno Tom capì di aver finalmente trovato un degno avversario.








Angolo di Harry Potterish
One-shot nata mentre ripassavo matematica!  Non è decisamente il mio genere ma mi supplicava di essere scritta, così... So che Silente è già insegnante da tempo quando arriva Tom a scuola, ma mi sono presa una licenza poetica. Ho immaginato che lo fosse andato ugualmente a visitare il giorno del suo compleanno, in quanto futuro docente. Se avete tempo, fatemi sapere che ne pensate: critiche, consigli, tutto è bene accetto! L'indifferenza è il peggior nemico per chi scrive -o almeno ci prova! 
Harry Potterish

  
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