Mi alzai verso le 7 dato che quel giorno lavoravo.
Sempre solita routine quotidiana: doccia, vestiti e tutto il resto.
Fui talmente veloce a prepararmi che alle 7.30 ero pronta, dovevo andare sul set per una riunione che aveva organizzato Jared verso le 8.15.
Riguardai le foto fatte il pomeriggio prima, QUEL POMERIGGIO.
Senza accorgermene un sorriso da ebete si formò su mio viso, colpa di quell'uomo che mi stava fottendo la testa.

Verso le 8 un clacson cominciò a suonare ripetutamente davanti a casa mia, dopo 3 minuti di quel rumore assordante decisi di uscire con l'intento di chiedere spiegazioni al coglione.
La prima cosa che vidi fu un SUV nero, con i finestrini oscurati, quello del passeggero era abbassato. Ci misi un po' prima di capire chi fosse, era Tomo.

“AAALLELUJA!” urlò alzando gli occhi al cielo.

Scoppiai a ridere correndo verso la macchina.

“Che ci fate qui?” vidi Shannon alla guida.

“Ma che domande sono? Salta su che ti portiamo al lavoro!” mi incitò Tomo.

Salii.
Il set distava un po' da casa mia quindi avevamo molto tempo per parlare tranquillamente.

“Tieni, come quello che hai preso ieri mattina!” Tomo si girò e mi porse uno cappuccino Starbucks.

“Oh, grazie!” dissi sorridendo.

Quanto poteva essere tenero Tomo? Vicki era di certo una persona fortunatissima.
Io lo adoravo, era sempre disponibile, una persona stupenda direi.
Era il mio Gesù, altro che barbone come alcuni stupidi lo definivano.
Era davvero bello, ma purtroppo pochi capivano la sua bellezza, in un certo senso questo mi piaceva, niente bimbeminchia tra i piedi.

“Ehy, tutto bene? Sembri pensierosa oggi.” alzai gli occhi, Shannon mi fissava attraverso lo specchietto.

“Certamente, sto bene!” dissi cercando di risultare il più convinta possibile.

Mentii, ero felice per quello che era successo con Shannon il giorno prima, ma avevo paura dei miei sentimenti.
Mi ero torturata la mente tutta la notte per capirci meglio ma niente, peggiorai tutto.
Avevo paura di innamorarmi di lui, non volevo amarlo, non ora, sarei sembrata poco professionale.
Detto in parole povere lo consideravo un amore impossibile.
Una modella tedesca con poca fama insieme a un batterista amato da mezzo mondo? Nah, non stava né in cielo né in terra.

Arrivammo alla riunione con cinque minuti di ritardo e JJ non esitò a farcelo notare.

“La prossima volta cercate di essere puntuali, mon dieu!” concluse dopo una ramanzina.

“Tu e la tua Francia di merda.” Sibilò Shannon.

Scoppiai a ridere ma fortunatamente Jared non se ne accorse.

La riunione fu una palla, la diva si vantò della genialità di mr. Cubbins per tutto il tempo, ma infondo volevo bene anche a lui, era o non era la mia diva sniffa smalti preferita?
“Sono felice di annunciarvi che per fine mese, se tutto va bene, riusciremo ad avere Hurricane completo!” annunciò Jared e un applauso generale si levò dal cast.
Anche l'avventura di Hurricane stava per finire e faticavo a crederci.

Finì anche la riunione, uscii e solo in quel momento mi accorsi di non essere venuta con la mia macchina, quindi cercai Tomo per chiedergli un passaggio.

“Tomo!” urlai.

“Dimmi” mi corse incontro.

“Mi sono ricordata ora di essere senza macchina, che faccio?”

“Ti avrei portato a casa io, ma Vicki m'ha fatto una sorpresa; andiamo a pranzo insieme e..”

“Ho capito! Tranquillo, buon pranzo!” Sorrisi.

“OGGESU', IDEA!” gli si illuminarono gli occhi.

“Mh?”

“SHAAAAAANNOOOOOOOON!” urlò e lui corse lì da noi.

“Che è successo? Dimmi!” sembrava quasi spaventato.

“Ma niente, solo che hai una donzella da riportare a casa dato che è senza macchina.” mi indicò.

“Con piacere!” sorrise.

“Noi andiamo! Ciao belli!” Tomo e Vicki ci salutarono con un abbraccio.

“Andiamo anche noi, dai.” Shan si diresse verso la macchina e lo seguii.

Mise in moto e partimmo.
Ero a disagio, dopo tutti quei pensieri che mi ronzavano in testa l'ultima cosa che volevo era stare con lui, mi confondeva ulteriormente.

“Sei pensierosa, che hai?” interruppe il silenzio che si era creato.

“Me l'hai chiesto anche oggi Shan, non ho niente” ero poco convinta.

“Che hai?” ribatté.

“Niente!”

“Non mi piace vederti così, ti chiedo solo di parlamene!”

“T'ho detto niente, cazzo!” sbottai irritata, la mia pazienza aveva un limite e lui l'aveva superato.
Odiavo parlare dei miei sentimenti, dei miei dubbi, dei miei problemi e delle mie insicurezze.

“Scusa se mi preoccupo per te, eh!”

Per tutto il viaggio di ritorno ci fu un silenzio imbarazzante, mi limitai a osservare fuori dal finestrino per tutto il tragitto.
Arrivati fermò la macchina davanti al vialetto di casa.
Feci per scendere ma la sua mano mi prese il polso e mi tirò vicino a sé.
Mi fissava serio negli occhi. Mi stava penetrando l'anima, lo sentivo.
La sua mano teneva ancora il mio polso stretto tra le dita.

“Scusa.” disse poco dopo.

“Scusami tu.” sussurrai abbassando lo sguardo.

Sentii le sue braccia circondarmi e stringermi forte, le sue mani accarezzarmi dolcemente la schiena. Ero in paradiso.
Ricambiai stringendolo a me, respirando il suo profumo.
Percepivo qualcosa di diverso in quell'abbraccio, qualcosa di vero.
Avrei voluto che quel momento non finisse mai.

“Ciao bro..” gli dissi dolcemente sciogliendo l'abbraccio.

Mi salutò accennando un piccolo sorriso che intravidi appena prima di scendere dalla macchina.



*what a day* pensai richiudendo dietro di me la porta di casa.



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perdonate l'infantilità della "litigata" ma volevo movimentare un pò (???) ç_ç
Anyway, spero vi piaccia!
sciao bèli!
                          ilaria