Dedico il capitolo a alice cullen88, Sakura Georgina Nakamura, crownless, chibisaru81, valentinamiky, layla84 e Il_Genio_del_Male per le loro fantastiche recensioni :)
Piccola nota: il trattino ~ è in rosso se indica le scene POV di Arthur, in blu se il POV è di Merlin e in bianco se è di Aithusa! ^-^ [Ma questo cap è solo un POV della mammina :)]
Mum&Dady
Mumy's POV
Merlin non aveva mai
amato cacciare: non capiva cosa ci trovassero gli uomini -ogni
riferimento a somari regali è puramente casuale- di divertente
nel togliere la vita ad un innocente animale.
Eppure ribellarsi e far valere le sue ragioni era da escludere e
così, curvo sotto il peso di balestre, lance, spade e sacchi di
varie dimensioni, il maghetto avanzava traballando.
«Oh, Merlin, sei affaticato?» gli domandò Arthur
affabile, raggiungendolo. Il moro lo guardò dal basso e con la
bocca aperta alla ricerca d'aria e si domandò se il principe
fosse idiota o meno.
Ma secondo te? Avrebbe voluto rispondere, ma ingoiò ogni possibile replica scettica.
«Beh, sì.»
L'espressione di Arthur era troppo ingenua. Troppo.
«Allora così non dovrebbe cambiare la situazione.»
concluse infatti il nobile asino, afferrando un grosso sacco pieno
d'armi dalla sella del cavallo e gettandolo sulle spalle del servo.
Inutile dire che Merlin stramazzò al suolo con nelle orecchie un languido: «Oh, scusa, mi dispiace così tanto.»
Doveva capire che il principe non sarebbe mai stato gentile con lui.
O se lo fosse stato sicuramente scherzava o era sotto l'influsso di un incantesimo.
E questo andava avanti da quel giorno in cui aveva preso parte
all'incontro con Aithusa. Non che prima avesse mai avuto dei riguardi
nei confronti del moro, sia chiaro.
Semplicemente, in quest'ultimo periodo si era particolarmente incarognito.
Merlin era sicuro che volesse fargliela pagare per aver attentato alla sua salute psichica conducendo all'interno delle sue nobili stanze
un lucertolone bianco dalle fauci ben poco raccomandabili. Ma tenne
quelle considerazioni per sé e si affrettò a tallonare il
baldanzoso principe che quando seguiva le piste delle orme lasciate
dalle sue innocenti prede pareva saltellare dall'eccitazione.
Poi, almeno fosse stata una chicca esclusiva del principe, Merlin avrebbe potuto sopportare quella giornata.
Ma no, ci si mettevano anche i cavalieri!
Gwaine non faceva che specchiarsi ad ogni pozza d'acqua incontrata nei
paraggi, affermando che avrebbe potuto far stecchire una lepre con un
solo sguardo.
Percival rideva alle battute del primo e difendeva a spada tratta i
diritti degli animali: che poi con la sua stazza non è che ci
facesse una gran figura, a mostrarsi così sensibile di cuore.
Anche se Merlin dubitava di quella bontà esagerata: aveva visto
il cavaliere all'opera e di certo non poteva definirsi un'animalista.
Sir Leon, in silenzio, si limitava a puntare la balestra in mezzo al
fogliame ogni qualvolta un rumore sospetto attirasse la sua attenzione,
fermandosi di colpo sul posto con i nervi all'erta; rischiando di
conseguenza di far inciampare e cadere con effetto domino tutti gli
altri, specialmente Gwaine che non stava mai attento a dove metteva i
piedi.
Elyan era probabilmente il più saggio ed accorto di tutti, ma
aveva la tendenza di lamentarsi per il caldo esagerato e per la lunga
strada da fare, esortandoli ad accelerare il passo. Anche se Merlin fu
sicuro di averlo visto sonnecchiare vicino ad un albero, qualche minuto
prima.
«Ah-ah!» urlò Arthur indicando qualcosa. Ma
urlò così all'improvviso che Leon sobbalzò e la
freccia nella sua balestra partì, fischiando ad una distanza
preoccupante dall'orecchio di tutti.
Gwaine perse l'equilibrio e cadde su Percival che rotolò su
Elyan che si svegliò di colpo inciampando su Merlin, che infine
ricadde a terra accompagnato dal frastuono delle armi che rotolavano
dai sacchi in mezzo al fogliame.
Qualcosa frusciò tra le foglie, con un guaito spaventato e nel bosco calò un silenzio carico di tensione.
Merlin riaprì gli occhi per assicurarsi che Arthur non si fosse
avvicinato con la cattiva intenzione di decapitarlo e quando si rese
conto che il principe non aveva mosso un passo si rimise in piedi,
recuperando le armi.
Gli altri fecero lo stesso, tra lamentele querule ed imprecazioni
generali, e quando Arthur si voltò, correlato ad un paio di
occhi che baluginavano come fiamme scoppiettanti, imprecarono di nuovo
per essersi fatti sfuggire la cena, tranne Gwaine, che fissava con
espressione affranta una ciocca di capelli inguantata di fango
sgocciolante.
Arthur continuò a fissarli col respiro corto e la bocca serrata
come se nella sua testa si stesse svolgendo una battaglia tra calmi
propositi e indisciplinati istinti omicidi.
«Beh, potremo sempre raccogliere dei frutti e mangiare quelli,
per adesso.» tentò di sdrammatizzare Merlin, con un
sorrisetto.
«O magari mangiamo te!» replicò Arthur furioso.
Poi avanzò insultando tutto e tutti e sparì tra il fogliame.
Probabilmente Gwaine -dopo aver abilmente ripulito la ciocca
incriminata- notò la frustrazione che aleggiava nel volto del
maghetto perché gli strinse la spalla con un sorriso che doveva
essere di consolazione. «Lascialo perdere, non sa stare allo
scherzo!»
Merlin annuì distratto e i cavalieri lo superarono, per seguire
le orme del re di Camelot, misteriosamente inghiottito dalle frasche.
Merlin sospirò, stringendo la bretella della sua sacca-sacco (che bel gioco di parole **) e si accinse ad imitarli.
Ad un tratto, tra le foglie brillanti di rugiada e i rovi spinosi, Merlin intravide il proprietario del trono di Camelot.
Si fermò per riprendere fiato e notò solo in
quell'istante che i cavalieri avevano tutti messo mano su un'arma
contundente, con gli occhi vigili puntati tra i cespugli.
Qualcosa si muoveva, in effetti, o non si sarebbe spiegato l'agitarsi improvviso delle foglie.
Arthur avanzava con passi felpati e la lancia in resta, quando ad un tratto qualcosa saltò fuori dal cespuglio.
Il principe trattenne il fiato e Merlin accorse da lui, allungando il collo per capire.
Una lepre senza vita giaceva a pochi centimetri dal somaro che si accucciò per assicurarsi di non averla solo immaginata.
«Il nostro pranzo!» constatò Gwaine in un soffio,
scuotendo la testa: una magra consolazione ma pur sempre qualcosa.
Arthur tuttavia aveva ridotto le palpebre a due fessure ed un attimo
dopo Merlin comprese perché: il fogliame continuava a muoversi.
«Ma che cavolo...?»
«Stai indietro!» lo avvisò Arthur rimettendosi in
piedi, e afferrandogli il fazzoletto per trascinarlo dietro di se'.
«Potrebbe essere pericoloso!»
Dove ho già visto questa scena? si interrogò Merlin distratto, mentre qualcosa, effettivamente, sbucava dalle foglie.
E appunto, la scena si ripeteva. Di nuovo.
«Mamy!» gracchiò un draghetto bianco, agitando la codina cosparsa di squame. «Dady!»
Arthur si irrigidì e Merlin corrugò le sopracciglia, ma
qualcos'altro li distrasse dal rimirare la candida creaturina.
I cavalieri, sussultando in preda al panico, avevano iniziato a
cincischiare con i foderi delle spade, lanciando urla e imprecazioni,
tra le quali spiccarono frasi come "Moriremo tutti!" "Un drago, un
drago!" "State giù, sire, potreste non vedere l'alba, domani!"
"Per Camelot" "Fino alla morte!"
«No, no, fermi!» urlò Arthur risvegliato da quel
frastuono, ponendosi a braccia aperte di fronte al draghetto, che
sollevò le zampette anteriori allungando il collo e annusando
l'aria turbato.
Merlin lanciò un sospiro di sollievo ma esso durò ben
poco, e scemò del tutto quando il moro si rese conto che i
cavalieri erano, se possibile, più sconvolti di lui.
Urgeva una spiegazione, o la situazione avrebbe preso una piega
preoccupante. Come avrebbero reagito i cavalieri? Ormai non potevano
semplicemente fingere di non aver visto niente, i cavalieri si
sarebbero posti delle domande. Cosa ci faceva un drago in mezzo alla
foresta? E perché Arthur si ostinava a difenderlo col proprio
corpo, quando era risaputo che fosse stato lui stesso ad aver
annientato l'ultimo esemplare di drago, due anni prima, e che suo padre
e i suddetti lucertoloni non avevano precisamente stretto dei rapporti
di amicizia in passato?
Lanciò un'occhiata ad Arthur e quando ebbe ottenuto i suoi occhi
cercò di trasmettergli i suoi timori. Il principe si
limitò ad indicare con un cenno del mento il piccolo drago, che
si era accucciato contro il suo stivale, in cerca di protezione, e poi
i cavalieri, allibiti.
Il maghetto capì e il suo stomaco fu stretto da una morsa
piacevole: lui e Arthur complici di qualcosa? Non era una
novità, ma si sentì particolarmente affezionato al Re per
la sua premurosità.
Si accucciò raccogliendo il piccolo spaventato, che si
rifugiò contro il suo petto con un guaito tremante, e
cercò di rassicurarlo con parole e mormorii gentili.
Percival deglutì, Leon si arricciò un... ricciolo, Elyan
si morse il labbro gonfio e Gwaine spostò il peso da una gamba
all'altra, in attesa.
L'ansia divideva loro e l'amorevole famigliola.
Arthur si schiarì la gola e Merlin si alzò in piedi, col draghetto tra le braccia.
«Oh... ehm... ragazzi, vi presento Aithusa.»
I cavalieri lo fissarono inebetiti.
Poi Gwaine svenne.
*
«Questa lepre è deliziosa.» bofonchiò Gwaine
con la bocca piena ed un rivolo di grasso che si avventurava nel mento.
«C'è qualcosa che non trovi deliziosa?» si
aggregò Percival sarcastico, con un sopracciglio che aveva ormai
raggiunto l'attaccatura dei capelli.
Il baldo giovane -più comunemente conosciuto come sir Gwaine-
ridacchiò asciugandosi il muso con il dorso della mano e rivolse
un cenno in direzione dell'amico. «Il broncio del re.»
E come un sol uomo, tutti si volsero a guardare Arthur, che alzò
la testa di scatto, imbarazzato da tutta quella attenzione.
Merlin scoppiò a ridere, non riuscendo a resistere, ma il suo
momento di ilarità durò ben poco perché qualcosa
di umido raspò contro le sue dita.
Riconobbe Aithusa, che annusava con malcelato interesse la ciotola di
legno che il maghetto reggeva in grembo, e sorrise raddolcito,
allungandogli una coscia.
Il candido rettile spolverò la carne in pochi secondi,
ingoiandola praticamente intera, poi riprese a guaire e scodinzolare,
per avvertire che il suo stomaco non era ancora pieno.
«Aithusa ha fame.» sussurrò allora Merlin ad Arthur,
mentre Gwaine si riempiva il piatto di brodo -preparato da Merlin
stesso con qualche frutto raccolto in seguito e carne di quaglia-.
Il biondo Pendragon non ribatté, si limitò a sbuffare e a scoccargli uno sguardo di sfida.
«Perché non ti offri tu come pranzo, Merlin?»
«Non sarei molto nutriente: lo dite sempre, sire, che sono magro quanto un manico di scopa.»
«Credo invece che il drago apprezzerà: almeno ci libererà della tua presenza.»
Merlin scosse la testa, divertito, e Arthur accennò un sorrisetto strafottente.
«Forse, sire, potreste offrire ad Aithusa un po' della vostra pancetta.»
Il re si irrigidì di colpo e Merlin sorrise sotto i baffi -sebbene non ne avesse-, vittorioso.
Scacco matto!
«Stai dicendo che sono grasso?»
«Non potrei mai, sire!»
«Io non sono grasso, Merlin! Quante volte devo dirtelo?»
«Appunto! Per mantenere la linea potreste offrire un po' di...-Aiha!»
Merlin sollevò la ciotola sgocciolante del somaro e trattenne il
fiato mentre il sugo gli scivolava sui capelli e sul volto.
Uno scoppio di risate gli annunciò che i cavalieri avevano colto
quel movimento, e infatti quando si voltò a guardarli li scorse
piegati in due dalle risate, Gwaine addirittura a terra, con le mani
strette al ventre e i capelli disordinati.
Arthur ghignava esultante e Merlin provò forte l'istinto di
vendicarsi. Così, quando il somaro si alzò per servirsi
un'altra porzione di brodo Merlin -attento a non farsi vedere-
formulò un incantesimo.
Come se fosse incappato in una corda invisibile l'asino inciampò ricadendo dritto dritto dentro... la pentola.
I cavalieri, a stento ripresosi dalle risate -occhi lucidi e respiro
corto ancora persistenti- se possibile risero ancora più forte.
Arthur si risollevò digrignando i denti ed avanzò furioso, brandendo il mestolo.
«MMMERLIN!»
Il servo, intento a ghignare, sbiancò all'improvviso e si alzò in piedi.
I cavalieri ridevano, Aithusa sibilava gioiosa agitando la codina
squamosa, e Arthur raggiunse il moro, afferrandogli il fazzoletto con
fare minaccioso.
«Adesso basta!» tuonò il re, imperioso, e Merlin deglutì spaventato, occhieggiando il mestolo.
Poi un dolore indicibile gli si irradiò nel sedere, e come se
fosse stato punto da uno spillo sobbalzò, ricadendo proprio...
sulle labbra del somaro.
Arrossì furiosamente, avvertendo sulla lingua il sapore dolce del sugo della carne.
Arthur spalancò gli occhi, lo allontanò sconvolto e scagliò lontano il mestolo.
I cavalieri erano ormai affogati nella polvere del terreno, scossi da interminabili risate, e Aithusa saltellava soddisfatta.
Nessuno -a parte i cavalieri, o forse nemmeno loro, troppo intenti a
ridere- si era accorto che Aithusa aveva morso il lato B del giovane
mago, provocando tutto quel casino.
Adesso, il draghetto bianco si leccava gli artigli, soddisfatto del suo operato.
*
Merlin fissava le fiamme, e le fiamme ricambiavano scocciate il suo sguardo, scoppiettando come in una danza ancestrale.
Il fumo gli risaliva lungo le narici, riscaldandogli i polmoni e facendogli lacrimare gli occhi.
Uno sbadiglio lo colse impreparato, tanto che non ebbe nemmeno il tempo di sollevare una mano per tapparsi la bocca.
Schioccò un paio di volte la lingua, come se avesse ancora il
sapore della carne in bocca, poi provò a stirare i muscoli della
gamba: niente da fare, erano intirizziti.
Un sonoro russare lo raggiunse e quando fece correre lo sguardo per la
natura ne scoprì anche l'origine: il largo petto di Gwaine si
sollevava ritmicamente, con una lentezza esasperante a dire il vero. Il
prode e impavido sir stava dormendo. E russava così tanto che ad
un tratto una scarpa emerse chissà da dove andandogli a colpire
il naso.
Gwaine grugnì qualcosa nel sonno, arricciando il naso e agitando
le mani per scacciare la scarpa: poi diede la schiena alla visuale di
Merlin e riprese a russare come se niente fosse.
Sir Leon -che si scoprì possessore della scarpa- sbuffò
contrariato e si coprì le orecchie con una sacca di cuoio.
Elyan sembrava svenuto: non si muoveva minimamente, con il capo reclinato di lato e le braccia spalancate.
Percival -in tutta la sua lunghezza- era abbandonato con la schiena ad
un tronco d'albero, con il volto chino sul petto e le braccia
incrociate.
Lui pareva una sentinella.
Merlin represse a stento un ennesimo sbadiglio e si concesse di
esaminare il somaro al suo fianco: Arthur sembrava impiegare tutte le
sue forze nel tentativo di non cadere addormentato: con le palpebre
pesanti, gli occhi gonfi di sonno e le labbra imbronciate smuoveva le
ceneri del braciere con un legnetto.
Ma era un movimento automatico dettato dall'abitudine e vedendolo
così stanco Merlin realizzò di essere perfino più
esausto di lui.
Sbadigliò di nuovo e tentò di aprire gli occhi e fissare
il braciere: il fumo gli invase i polmoni di nuovo, diffondendo un
piacevole torpore che gli fece perdere la percezione della
realtà.
I colori del fuoco divennero particolarmente luminosi, poi tutto si fece confuso e scuro.
Merlin percepì solo il profumo del somaro e la morbidezza della sua tunica: poi Morfeo l'avvolse nelle sue braccia.
O forse non era Morfeo?
~To be continued~
∞Aithusa's POV
_____________________________________________________________________________
Angolo Autrice.
Sì, sono spaventosamente in ritardo e LO SO. Come so
anche che questo cap sarebbe dovuto essere un POV del draghetto. Ma vi
dico solo questo: la storia si è allungata più del
previsto perché ho deciso di aggiungervi una storiella inedita
(un'idea che avevo da tempo ma che, riflettendo, ho capito che non
avrei potuto inserire nell'altra mia fic, Changing). Così
questa, da due semplici capitoli alla quale era stata predestinata,
passerà ad averne ben cinque! :D State tranquilli, comunque,
perché il quarto capitolo è già scritto e il
cinque è un work in progress quasi terminato, quindi tra
pochissimi giorni dovrei aggiornare! :3 [Non è nemmeno colpa mia
se il finale della quarta stagione mi ha convinto e/o costretto ad
aggiungere una scena in più x°D] Per quanto riguarda la
questione POV, mi piace variare e spaziare molto, a seconda delle idee
che ho in mente. Nel prossimo capitolo avrete le bellezza di quattro
POV diversi, per la vostra gioia: Merlin, Arthur, Aithusa e un
personaggio a sorpresa [uno dei cavalieri, vediamo se indovinate chi
:P].
Note: Alla fine, come spero avrete notato, i nostri eroi si ritrovano seduti attorno ad un focolare. Ho immaginato che, dopo un bel pranzetto a base delle prede conquistate durante la caccia, sia calato il sonno un po' a tutti x°D Insomma, perché tornare subito a Camelot se possono rinfocillarsi di cibo e sonno in un colpo solo già lì nel bosco? u_ù
Comunque, spero di poter aggiornare presto Changing [quell'accidenti di settimo capitolo è sempre a metà, non ho avuto molta ispirazione! x°D] E mi scuso con tutti se sono sparita da questo sito, ma ho i miei motivi [per quanto assolutamente degni di biasimo >_>]:
-Mi sono concentrata sul mio libro fantasy originale [finito il 27 Dicembre, che emozione! *w* 970 pagine che si tramuteranno magicamente in una trilogia xD]
-Dopo che ho finito il libro ho dato inizio all'ozio-time, ovvero al "niente storie per una settimana" che inevitabilmente si è protatto per più di sette giorni. Insomma, volevo diciamo dimenticare come si scrive per un po' di tempo, tanto per riprendermi dallo stress di un libro originale xD Poi mi sono sentita in colpa e ho deciso di riprendere a scrivere.
-Questa non è una giustificazione ma un appello di scuse. E' da parecchio che non leggo o commento delle fic, ma vi prometto che mi rifarò presto v.v
E adesso direi anche che mi sto dilungando troppo perciò auguri a tutte voi befanine mie [e auguri a me stessa, in primis, anche se mi chiedo dove sia finita la mia calza piena di cioccolati, quest'anno! ç__ç] e buone vacanze in generale! E siccome queste note dell'autrice stanno diventando più lunghe della storia stessa vi abbandono.
Perciò non perdetevi il prossimo capitolo, in cui sarà l'incontro con un personaggio molto particolare. E povero Arthur! ;)
Per adesso, arrivederci al prossimo capitolo! =(°-°)=
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Dona l’8‰ del tuo tempo alla causa pro recensioni.
Farai felice milioni di scrittori.
(Chiunque voglia aderire al messaggio, può copia-incollarlo dove meglio crede)
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